La cosa giusta

Anzio, 19 gennaio 1944

Per tutto il giorno Elsa non parlò quasi per niente, e il giorno successivo non fu diverso dal precedente: si concentrò sul lavoro al fine di non pensare a quello che aveva visto sulla spiaggia, ma era impossibile; infatti Giada non faceva altro che parlare di Rinaldo con aria trasognata con le altre crocerossine, mentre Iris le guardava con la superiorità di chi già sapeva di aver vinto.
In tutto questo, il giovane Marini si aggirava poco dalle loro parti con la testa bassa per evitare gli sguardi di fuoco che la sua ex fidanzata gli lanciava: quelle occhiate erano il sintomo di chi, quel pomeriggio d'amore nel mare, non l'aveva dimenticato affatto.
La Filomusi aveva visto tutto e si sentiva terribilmente in difficoltà: da una parte conosceva bene il sentimento che Rinaldo provava per Giada, e quanto questo l'avesse logorato in quegli anni, portandolo sull'orlo della follia; dall'altra Iris era la più cara tra le sue amiche, sapeva a memoria tutti i suoi tormenti ed era consapevole che solo il giovane Marini avesse il potere di calmarli.
La crocerossina sentiva che se avesse parlato nessuno sarebbe stato immune alla sofferenza, ma se si fosse tenuta tutto dentro sarebbe scoppiata.
Ciò che non sapeva era che Giuliana Orsini aveva fatto caso al suo strano comportamento e che aspettava solo il momento giusto per capire che cosa passasse per la testa della sanfeliciana.
<< Si può sapere cos'hai, Principessa? >> le domandò, mentre stendevano il bucato al sole.
<< Niente, contessa. Non ho assolutamente niente >> replicò Elsa.
<< Mi stai mentendo spudoratamente. Avanti, dimmi la verità... >> commentò la donna.
La Filomusi esitò un attimo prima di rispondere: la contessa Orsini aveva il potere di leggere dentro di lei e le sue colleghe, non poteva più scappare.
<< Ho un problema, contessa >> ammise perciò.
<< Oh, finalmente! C'entra per caso la buonanima del tuo fidanzato, Cesare Belmonte? Capisco bene che la ferita è ancora fresca... >> ribatté la romana.
La sanfeliciana pensò che fosse strano, sentir parlare di Cesare: non l'aveva dimenticato, ovviamente, ma se i primi giorni il dolore era così forte da toglierle il fiato, adesso era un caro ricordo, acquattato in un angolo della sua mente a farle compagnia.
<< No, non si tratta di Cesare. Si tratta di Rinaldo e Iris >> dichiarò.
<< Ma Rinaldo non stava con Giada Spinelli? Vi conosco tutti da un po' di anni ma siete veramente troppi... >> confessò l'una.
<< Rinaldo ha fatto l'amore con Iris. Li ho visti ieri pomeriggio, erano in mare. Stavo portando il carro dei panni puliti, mi sono accorta di loro e mi sono nascosta. Dovevo immaginarlo, lei me l'aveva detto che se lo voleva riprendere... >> continuò l'altra, come liberandosi del più ingente dei pesi.
<< E tu non sai se dire la verità o mantenere il segreto? >> indovinò la prima.
<< Contessa, cosa devo fare? Qualsiasi decisione io possa prendere, finirei per ferire qualcuno... >> sospirò la seconda, affranta.
A quel punto la contessa le mise le mani sulle spalle: la ragazza la guardò incredula; non era mai stata così confidenziale con le sue sottoposte.
<< Elsa, ascoltami. Tu non devi prendere questa decisione con la paura di fare danni a qualcuno. Devi fare quella che senti la cosa giusta, capito? >> le fece presente.
Non l'aveva chiamata mai col suo vero nome, non l'aveva mai fatto nemmeno con le altre ragazze: accadeva solo in situazioni gravi o importanti.
<< La cosa giusta... >> rifletté la crocerossina, parlando più a sé stessa che alla Orsini.
<< Esatto, la cosa giusta. E adesso pensiamo a questi panni, che rimuginare fa male alla salute! >> cambiò discorso quest'ultima.
Elsa ubbidì, pensando che aprirsi con la contessa fosse stata una buona idea: doveva solo capire bene quale fosse, la cosa giusta; dopodiché avrebbe agito di conseguenza.

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