La coppia perfetta
Roma, 24 gennaio 1944
La platea era piena, Annalisa poteva sentire i loro respiri da dietro il sipario ancora calato: amava ascoltarli nell'attimo prima che il tendone rosso del palco si sollevasse.
Ormai ci era abituata a questa sensazione, ma ogni volta per lei era come la prima, quando Orlando doveva ancora incoraggiarla, sebbene non fosse mai stata un'insicura.
Neri le fece un cenno: presto il sipario si sarebbe alzato; la Belmonte rispose al cenno, sorridendo.
Poi, quando il tendone venne sollevato, i riflettori puntarono le loro luci sulla giovane cantante sanfeliciana, e lei intonò le note del suo nuovo singolo: si intitolava "Quando tornerà la vita", l'aveva scritta Orlando ispirandosi alla loro attività non ufficiale a Radio Libertà, e soprattutto a ciò che stavano facendo per i perseguitati dal regime che in massa lasciavano l'Italia; era una canzone che parlava di speranza, di libertà, di tolleranza e unione tra le persone, senza nessuna differenza di fede politica o religiosa.
La musica era orecchiabile, il contenuto importante: il produttore era sicuro che presto avrebbe scalato le classifiche e veicolato il suo messaggio fondamentale in giro per l'Italia e l'Europa.
Quando Annalisa emise l'ultima nota, dalla platea partì un applauso talmente forte che, come si diceva a Napoli, se ne calass o' teatr, venne praticamente giù il teatro.
Dopo aver finito, scese dal palco accompagnata da Neri e insieme andarono incontro ai giornalisti e ai fotografi, che già si affollavano per tornare nelle rispettive redazioni con un'intervista e una fotografia per la coppia del momento.
<< Signorina Belmonte, permettete due parole? >> domandò un giornalista con grandi occhiali rettangolari.
<< Ma proprio due, abbiamo un aperitivo tra poco... >> rispose sorridendo la cantante.
<< Sarà una domanda veloce: "Quando tornerà la vita" è una canzone d'amore o di politica? >> le chiese il giornalista.
<< È ad interpretazione. Dipende da che punto la si vuole vedere: se siete un romantico, allora sarà una canzone d'amore. Se siete un uomo impegnato, allora avrà contenuto politico >> replicò Annalisa, non sbagliando un colpo.
Orlando era molto fiero di lei: aveva imparato bene la lezione, le domande dei giornalisti non la mettevano più in soggezione; erano i suoi unici momenti d'insicurezza: dopo ogni intervista, almeno i primi tempi, si lamentava dicendo di essere una provinciale dalla testa vuota che sapeva solo gorgheggiare.
<< Un'altra domanda che non c'entra niente: a quando il vostro matrimonio? >> intervenne una giornalista con gli occhiali rotondi.
<< A dopo la guerra. E credetemi se vi dico che non manca molto. Continuiamo a tenere duro! >> esclamò Orlando al posto della fidanzata, per tagliare corto.
Dopodiché si allontanarono sghignazzando con l'automobile di lui verso la sede segreta di Radio Libertà.
<< Però, come ci hanno creduto alla storia dell'aperitivo! >> rise la ragazza, mentre si addossavano al portone e si baciavano.
<< Dai, adesso pensiamo ai passaporti. È venuta gente nuova, dobbiamo subito mandarli al convento da tua cugina... >> le disse l'uomo, non prima di averle dato un altro bacio.
Presto la guerra sarebbe finita anche grazie alla loro attività segreta, e loro si sarebbero potuti sposare.
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