Il bagno tentatore

Anzio, 18 febbraio 1944

I giorni passavano in fretta, da quando Rinaldo si era ricongiunto con Giada: la sua vita, fino ad allora, si era concentrata solo sulla guerra e sulla Resistenza, il fatto che lei gli avesse preferito Enrico, ai tempi dello sciopero dei Cantieri Navali Belmonte, l'aveva fatto chiudere nei confronti dell'amore; adesso che lei era accanto a lui si sentiva di nuovo vivo, come se il sangue fosse tornato a scorrergli nelle vene.
Giada inoltre gli aveva promesso che avrebbe lasciato Giovanni Medina, anche andando contro il volere della sua famiglia, per essere definitivamente felice con lui: sapeva che sarebbe stato un gesto avventato, forse gli Spinelli avrebbero reso loro la vita difficile, ma si sarebbe trattato della vita prima della guerra; quello che sarebbe venuto dopo sarebbe stato un mondo diverso, in cui la rampolla della ricca borghesia romana avrebbe potuto sposare il figlio di un tipografo sanfeliciano senza alcuna vergogna.
Soddisfatto di questa certezza, Marini si stava dirigendo ad aiutare la popolazione locale, quando si sentì chiamare: la voce era quella di Iris.
Si girò e vide che stava facendo il bagno in mare; era nuda, e i suoi vestiti si trovavano sparpagliati sulla spiaggia.
Rinaldo si guardò intorno per vedere se ci fossero altre persone che potessero vederla.
<< Non c'è nessuno, se è quello che temi. Siamo soli >> commentò maliziosamente lei, accorgendosi del nervoso di lui.
<< Tu sei pazza. E se ci fosse qualche malintenzionato? >> sbottò questi, avvicinandosi.
<< Allora ti preoccupi ancora per me... >> rise di gusto la Cataldo, cominciando a schizzarlo.
<< Smettila, Iris. Lo sai benissimo che amo Giada >> si oppose Marini, cercando di non cedere alle provocazioni della sua ex fidanzata.
<< Peccato che sia già impegnata >> gli ricordò l'una.
<< Lo lascerà, non lo ama >> insistette l'altro.
<< E tu ci credi? >> domandò la prima, schizzandolo di nuovo.
<< Mi chiedo che cazzo ci sto a fare qui a parlare con te... >> constatò il secondo, cercando di contenere l'attrazione che stava provando per quella che una volta poteva essere la donna della sua vita.
<< E dai, lo vedo che vorresti venire a fare il bagno con me... Buttati, che l'acqua è gradevole quanto quella di San Felice Circeo! >> lo incitò la ragazza, facendo leva sui loro momenti insieme.
Nella mente del giovane riaffiorarono i ricordi dell'estate del 1939, quando ancora la guerra non riguardava l'Italia e loro due si scambiavano promesse all'ombra dei pini marittimi: senza pensarci un attimo si tolse i vestiti e, completamente nudo anch'egli, la raggiunse in acqua.
La Cataldo nuotò nella sua direzione, poi si mise in piedi di fronte a Marini: cominciò a baciarlo, a far scivolare le sue mani sul suo villoso petto, lo stesso che aveva toccato tante volte in passato; come preso da un raptus, il ragazzo ricambiò con un vigore che quasi non riconobbe.
Poco lontano, Elsa passava con il carro dei panni puliti da portare alle famiglie dei pescatori che abitavano vicino alla costa; sulla strada si accorse che due persone nude amoreggiavano in mare: grande fu il suo disagio quando, nascosta dietro il carro, notò che quelle due persone erano Rinaldo e Iris.
Rossa in viso, riprese a trascinare il carro per portare a termine il suo compito: non sapeva come comportarsi in quella situazione; sapeva bene che la Cataldo le aveva comunicato le sue intenzioni con Marini, che comunque era stato il suo fidanzato, ma venire a conoscenza di quell'episodio la faceva sentire sporca, complice di un segreto che non voleva condividere.

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