La Vigilia di Natale
San Felice Circeo, 24 dicembre 1942
I preparativi del Cenone della Vigilia di Natale fervevano talmente tanto che la servitù di Villa Belmonte correva da tutte le parti, dalla cucina al soggiorno fin dentro le stanze, dove Enrico ed Elena avevano accolto di nuovo i cugini, di ritorno da Roma e piuttosto straniti nel tornare al paese dopo un anno che avevano abitato nella grande città.
Il giovane Belmonte, poi, aveva un motivo particolare per stare allegro: sarebbero venuti al Cenone gli Spinelli, e lui e Giada si sarebbero seduti vicini come una vera coppia, anche se non avevano ancora ufficializzato la loro relazione.
La ragazza, infatti, era ancora fidanzata con Giovanni Medina, né aveva avuto il coraggio di dire ai suoi genitori che intendeva lasciarlo per il giovane Belmonte; l'avvocato Spinelli e sua moglie probabilmente avevano capito tutto, forse l'aveva capito addirittura mezza San Felice Circeo che tra loro c'era qualcosa: Giada tuttavia sosteneva che i tempi non erano ancora maturi per dichiarare al mondo intero che si amavano.
Elena invece non aveva mollato un attimo le cugine per essere aggiornata sulle ultime novità: Annalisa ormai era un astro nascente della musica, e insieme al suo produttore Orlando Neri lavoravano addirittura ad un disco, se non anche a qualcosa di più; Luciana studiava con profitto all'università La Sapienza di Roma alla Facoltà di Ingegneria Metallurgica, e aveva conosciuto nientemeno che i Ragazzi di Via Panisperna: Cesare sosteneva che c'era anche un ragazzo che le piaceva, ma era ebreo ed era dovuto scappare in Svizzera con la famiglia.
E per finire Tiberio aveva avuto un congedo natalizio per tornare qualche giorno a casa: si poteva dire che non mancasse proprio nessuno.
Quella sera, dalle grandi finestre della villa si vedevano il cielo e il mare dello stesso colore al punto che potevano confondersi; se si aprivano i vetri, gli spruzzi sarebbero arrivati fin sul viso di chi si affacciava.
Quando suonarono al campanello, il maggiordomo Raimondo Balzani andò ad aprire.
<< Gli Spinelli sono arrivati! >> esclamò, annunciando la loro venuta.
<< Carissimi, che piacere vedervi! >> li accolse Viola, raggiante al braccio del marito Corrado, stanco e cagionevole di salute.
<< Il piacere è nostro. Abbiamo portato una bottiglia di spumante! >> rispose al saluto Alba Spinelli.
<< Venite, prego. Stavamo per metterci a tavola... >> sopraggiunse Cristina, facendo cenno alle cameriere di aiutare i signori Spinelli a togliersi i soprabiti.
Dopodiché tutti presero posto: Corrado e Pietro a capotavola, i fratelli, le cognate e i nipoti intorno, gli ospiti ai posti d'onore.
Raccontarono aneddoti della guerra, del tempo di pace, delle festività del paese che non si erano celebrate, dei progetti futuri.
Enrico e Giada si sorrisero e si guardarono negli occhi tutto il tempo: non avevano mai detto niente a nessuno di loro, ma forse gli altri avevano capito già.
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