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"No expression, no expression
Hide my head, I want to drown my sorrow
No tomorrow, no tomorrow
And I find it kinda funny, I find it kinda sad
The dreams in which I'm dying are the best I've ever had
I find it hard to tell you, I find it hard to take
When people run in circles it's a very very
Mad world, mad worl"
Nessuna espressione, nessuna espressione
Nascondo la mia testa, voglio affogare la mia tristezza
Nessun domani, nessun domani.
E lo trovo abbastanza divertente
Lo trovo abbastanza triste
I sogni nei quali sto morendo
Sono i migliori che io abbia mai avuto
Trovo difficile dirtelo
Perché è difficile da accettare
Quando le persone corrono in cerchio
È un mondo davvero, davvero folle, mondo folle.
La porta sbatte, le dita smettono di danzare sul pianoforte, la voce scompare.
Diamine! Annabeth uscì velocemente dalla stanza, chiuse la porta senza far rumore e corse al piano sottostante alla ricerca del padre appena rientrato a casa.
"Ehi papà, come mai già a casa?" Frederick Chase era un insegnante universitario e solitamente non tornava a casa prima delle cinque del pomeriggio "Ho fatto presto vero? Oggi avevo pochi corsi, è quasi arrivata l'estate!"
Il volto di Annabeth si contrasse in un espressione disperata, tra pochi giorni avrebbe avuto il primo scritto della maturità e lei stava facendo di tutto per non ricordarlo e non essere assalita dall'ansia.
Tornò in camera sua e prese un libro, ma non uno scolastico, aveva già studiato troppo: sapeva a memoria tutto il programma dell'ultimo anno!
Doveva assolutamente distrarsi, ecco perché era sgattaiolata nell'unica stanza della casa in cui non aveva il permesso di accedere. Sua madre amava passare intere giornate in quella stanza, suonare era una sua grande passione, quasi quanto l'architettura. Aveva passato entrambe le passioni alla figlia. Annabeth aspettava sempre con impazienza il rientro della madre a casa dopo il lavoro, quando entrava stanca, e le sorrideva sempre, si toglieva le scarpe e indossava il pigiama, poi, mentre suo padre cucinava, si chiudevano entrambe nella loro stanza e cominciavano a suonare, l'una affianco all'altra. Sua madre era fantastica, era radiosa, solare come poche, con lei non aveva mai alzato nè le mani nè la voce. Nonostante le giornate piene di lavoro trovava sempre il tempo di suonare con lei, di portarla nel loro parco preferito a prendere un gelato, di spiegarle qualche compito o leggerle qualcosa. Adorava sentirla parlare, aveva una voce dolce ma allo stesso tempo molto forte, era una voce sicura e morbida, per questo le chiedeva sempre di raccontarle qualcosa prima di dormire. Non le raccontava mai delle storie, quelle le raccontava solo il padre. Lei raccontava canzoni mentre imbracciava una chitarra, oppure parlavano, parlavano tanto loro, si capivano sempre, erano anime affini.
Ciò che amava di più della madre era che non la trattava mai da bambina, le diceva sempre le cose così come erano, senza veli, senza bugie. Discutevano insieme delle cose più disparate.
Una bambina aveva la testa piegata a guardare il cielo, aveva posizionato gli occhi su una grande nuvola che copriva il celeste. Non aveva proprio intenzione di distogliere lo sguardo. Con una manina teneva la manica di una signora che aveva un paio di occhi in cui si poteva scorgere la stessa grande nuvola grigia che dominava il cielo.
"Mamma, ma perché il cielo è celeste?" la vocina infantile di un bambino lì affianco fece voltare la piccola Annabeth facendole scordare la nuvola che, stava riflettendo, sembrava essere proprio scappata dai suoi occhi o da quelli di sua
madre. La mamma del bambino rispose:"Perché il celeste è il colore preferito di Gesù, tesoro". Il bimbo sorrise e si allontanò insieme a sua madre.
"Mamma, è vero quello che ha detto quella signora?" Stavolta la vocina era della piccola bionda.
"Cosa ha detto?"
"Ha detto che il cielo è celeste perché è il colore preferito di Gesù"
La donna la guardò con un sorriso a stenderle le labbra:"Secondo te è vero?" Era tipico di sua madre porle queste domande, voleva farla ragionare, voleva che arrivasse da sola alla risposta senza aver bisogno di essere imboccata da qualcuno.
"Secondo me no! Non funziona mica così!"
La mamma le accarezzó i riccioli biondi: "Brava Annie, non funziona così. Ti ricordi l'atmosfera della Terra?" La bimba annuisce seria."Il celeste è il colore che passa meglio attraverso l'atmosfera, è per questo che lo vediamo di questo colore, in realtà non lo è, c'è solo aria".
Annabeth aveva capito la spiegazione di sua madre, come aveva capito tutte le altre risposte che la donna le aveva dato, conscia del fatto che la figlia avrebbe saputo interpretare bene le sue parole, perché era come lei, erano anime affini.
Poi era andata via.
Annabeth non l'aveva più vista.
Suo padre non sapeva dirle la verità senza filtri, lui non la sapeva trattare da grande, e Annabeth non ebbe spiegazione, ma, dopo quella notte, non la vide mai più.
Ma sapeva, lei lo aveva visto.
Aveva visto tutto.
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