Capitolo 9



Sette Giugno. Era ancora il sette Giugno e Stiles stava già cercando di arginare una crisi isterica della sua fidanzata. Erano andati al centro commerciale perché "I piatti per la casa nuova non si compreranno da soli" e Stiles era stato anche felice di andarci perché si era svegliato quella mattina sudato da capo a piedi: se l'estate era iniziata così, non sarebbe arrivato vivo alla fine del matrimonio con addosso camicia, panciotto e giacca. Lydia l'aveva trascinato in giro per almeno due ore, per fortuna si erano fermati a mangiare anche qualcosa, e alla fine oltre i piatti avevano preso anche uno strano dipinto che Stiles riusciva a stento a capire cosa fosse. Arrivati all'uscita dell'edificio, però, non avevano creduto ai loro occhi: Il cielo si era fatto così scuro che tendeva al nero e tirava un vento così forte che gli alberi quasi si piegavano in due. Ed era quello il motivo per cui Lydia aveva cominciato a perdere la testa.

"Sposatevi in estate, le giornate sono belle. Un cazzo! Guarda che tempo!"

Stiles davvero voleva calmarla, ma aveva imparato che una Lydia in quelle condizioni andava lasciata sfogare.

"E non dirmi che manca un mese perché sappiamo cosa significa questo cielo!"

Si, tutti gli abitanti di Beacon Hills e della California lo sapevano: la stagione dei tornado era ufficialmente cominciata. Solo un imminente uragano poteva far cambiare così drasticamente le condizioni meteo, perciò Stiles, cellulare alla mano, aveva controllato le notizie più recenti e aveva confermato la loro teoria. Da lì ad un giorno sarebbe passato un uragano proprio sulla loro cittadina, non avrebbe fatto gravi danni, era grande nelle norma, ma sarebbe stato preceduto da un forte temporale che aveva tutta l'aria di star arrivando.

"Lyds, dai, andiamo alla macchina prima che cominci a piovere. Ho lasciato anche le finestre aperte a casa"

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"Sta davvero per arrivare un uragano? Un vero uragano? Non vedo l'ora!"

Per sua fortuna Thomas era un lupo mannaro, altrimenti, dopo quella affermazione, Derek l'avrebbe lasciato fuori durante il tornado per fargli vedere quanto fosse davvero bello.

Già da quella mattina tutti in casa avevano cominciato ad avvertire che qualcosa stava cambiando, nonostante la giornata sembrasse perfettamente estiva i sensi da lupo erano allertati. Derek sapeva perfettamente cos'era quella sensazione, Cora la ricordava un po' meno, e l'aveva spiegata agli altri. Raven aveva alzato semplicemente le spalle e aveva continuato a preparare la colazione, Thomas...lui l'aveva presa diversamente.

"Secondo voi passerà di qui? Cioè intendo proprio vicino casa!"

"Idiota! Se passa vicino questa casa, dopo dovremmo alzare rami dal giardino, magari anche qualche albero, potrebbe danneggiarsi il tetto e anche quella specie di casa sull'albero che stai costruendo"

Per fortuna Cora l'aveva anticipato e gli aveva anche rubato dalle mani un perfetto scappellotto che Thomas aveva ricevuto con estrema dignità.

"Vuoi rompermi il collo?! E la mia casa è molto resistente!"

Thomas aveva iniziato il suo nuovo hobby solo due giorni prima. Derek era uscito in giardino perché aveva sentito strani rumori e l'aveva visto trasportare delle travi in legno dal capanno degli attrezzi fino all'albero più grande sulla destra della casa. Non gli aveva chiesto subito cosa avesse intenzione di fare, ma l'aveva osservato e l'aveva sentito fischiettare fino a quando il ragazzo non si era accorto di lui.

"Capo! Faccio una casa sull'albero!"

Derek l'aveva semplicemente lasciato fare e gli aveva portato un succo di frutta due ore dopo, poi si era seduto sulle scale del portico a leggere un libro mentre ogni tanto dava un'occhiata all'opera in via di costruzione.

Ora della casa mancava solo il tetto, ma anche Derek era convinto che fosse resistente dato che aveva visto il suo beta aggirarsi in casa addirittura con in mano progetti degni di un architetto.

Dato che Cora aveva preso a ridere e la discussione non sarebbe finita presto, Derek decise di darci un taglio e spiegare a tutti come si sarebbero comportati quando sarebbe arrivato il tornado.

"Statemi a sentire. Appena arriverà, scenderemo in cantina, è fatta in cemento e non sentiremo nemmeno troppo forte i tuoni e il vento. Probabilmente durerà al massimo mezz'ora e poi torneremo tutti a fare quello che stavamo facendo, però dobbiamo mettere delle travi alle finestre, sta già arrivando il temporale e non voglio dover riparare tutti i vetri. Collaborerete tutti, anche tu Raven"

La beta dai capelli rossi, però, non sembrava per niente d'accordo.

"No. Non mi piacciono i temporali e se sta arrivando, non voglio vederlo"

"Se facciano presto, in un'ora avremmo finito e potrai fare quello che vuoi. Lo so che non ti piacciono, ma dobbiamo dare una mano tutti e quattro. Thomas ed io prendiamo le travi, voi due prendete i chiodi e i martelli, faremo presto"

Vedere Raven così spaventata era sempre brutto, ma Derek sapeva che essere di aiuto avrebbe a sua volta aiutato lei a distrarsi dai tuoni. Per questo, prima di andare fuori, le era passato di fianco e le aveva accarezzato la testa per rassicurarla e per distrarla dai suoi pensieri.

"Capo! Cosa sono questi gesti di affetto?! Così mi sconvolgi!"

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Purtroppo Stiles era sempre stato sfigato e sempre lo sarebbe stato. Aveva accompagnato Lydia a casa nell'esatto momento in cui un tuono più forte degli altri aveva squarciato il cielo e aveva iniziato a piovere. Il tragitto verso casa sua non era mai stato così trafficato e la Jeep non aveva mai fatto così tanti capricci, ma alla fine era riuscito ad arrivare sano e salvo. Salvo non come la finestra di camera sua e quella della cucina che erano rimaste aperte, come ricordava, e che purtroppo a causa del vento avevano probabilmente sbattuto così forte da frantumarsi completamente e ricoprire i pavimenti di vetro rotto.

Stiles, imprecando, aveva cercato invano di arginare il danno, ma l'acqua continuava ad entrare dai vetri rotti e suo padre non rispondeva al telefono. Sicuramente lo sceriffo aveva molto da fare, sulla strada aveva visto almeno due incidenti, quindi la seconda alternativa era Scott.

(Ore 15:03) Amico, mi sto allagando, corri. SS

(Ore 15:04) Sei a casa? SM

(Ore 15:05) Certo che sono a casa! Porta delle buste, delle travi, qualsiasi cosa. Si sono rotte due finestre. SS

(Ore 15:07) Porto anche Isaac. SM

(Ore 15:09) Credi sia adatto per essere attaccato alle finestre rotte? SS

(Ore 15:10) Dice di non essere così spiritoso o ti rompe anche le altre. SM

Scott ed Isaac erano arrivati dopo poco meno di dieci minuti, bagnati fino ai calzini.

"Avete fatto una doccia vestiti prima di venire?"

"Stilinski, tutta la città è bloccata, ringrazia il cielo che siamo lupi e non ci ammaliamo se camminiamo sotto i temporali"

Forse era meglio non far arrabbiare il biondino, quindi Stiles si era fatto da parte, li aveva fatti entrare e li aveva anche aiutati a chiudere le due finestre con dei teli di plastica abbastanza resistenti che Scott aveva trovato nel suo garage. Dopo aver pulito anche i pavimenti da tutto il vetro ed essersi asciugati, si erano seduti sul divano. Stiles era distrutto.

"Non pensavo che la pioggia fosse così faticosa, grazie ragazzi"

Scott gli aveva battuto una pacca sulla spalla, ma lo stava guardando preoccupato.

"Cosa c'è, Scottie?"

"Dove andrete durante il tornado?"

Stiles non ci aveva pensato, ma la risposta non era difficile.

"Papà lavorerà di sicuro, io starò qui come sempre. Magari in camera di papà che ha la finestra intatta"

"Ho sentito che sarà abbastanza forte, non puoi andare in qualche rifugio? Mamma ed io andiamo dai signori Gilly, però ci va mezzo quartiere, posso chiedere se puoi venire, sei solo tu"

"Scottie, sono sempre stato qui, tranquillo"

"Va da Lydia almeno"

"Non potrei, dato che suo padre e sua madre non ci sono, l'hanno praticamente costretta ad andare da dei parenti qui vicino. Mi ha anche chiesto di andare, ma uno dei loro figli mi odia e una volta mi ha messo gli spilli su una sedia"

Stiles aveva finito la frase con una smorfia di dolore, ma Isaac l'aveva interrotto.

"Vuoi venire da Argent? Ha una specie di rifugio atomico sotto casa"

"Ragazzi, davvero, non c'è pericolo, questa casa è resistente e io non ho paura di un uragano. Siamo in California, ce ne sono un sacco ogni anno. Ora andate, prima che rischiate di beccarvi un fulmine. Mi andate bene da lupi, non voglio anche due Flash, su!"

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Le finestre erano state sprangate giusto in tempo, i primi goccioloni stavano già bagnando il terreno quando Thomas aveva messo l'ultimo chiodo. Derek, dopo il primo tuono più forte degli altri, aveva deciso che era arrivato il momento di scendere in cantina, quindi aveva preso qualche provvista, qualche candela e alcuni libri, insieme a cellulare e pc, e aveva spinto gli altri tre giù per la scala. I rumori erano molto attutiti, ma per le orecchie di un lupo erano comunque troppo forti, soprattutto per quelle di Raven che si era accoccolata su un divano messo contro la parete sul fondo.

A New York non c'erano quasi mai temporali così forti, ma appena l'odore di pioggia si faceva più intenso, Derek sapeva che da lì a breve avrebbero suonato alla sua porta. I primi tempi, quando erano solo in due, Raven entrava in casa senza parlare e si accoccolava sul divano come in quel momento. Con l'arrivo di Thomas anche il ragazzo li raggiungeva perché "Siamo un branco e sento che qualcosa non va". La prima volta in cui Raven aveva parlato, era stata solo tre anni prima mentre era sempre sullo stesso divano, con Thomas che guardava la TV e Derek che osservava la pioggia dalle finestre.

"Quando sono stata morsa pioveva. Stavo tornando a casa dagli allenamenti di pallavolo e correvo a testa bassa per non farmi entrare l'acqua negli occhi, ma era inutile dato che ero zuppa dalla testa ai piedi. Avevo diciassette anni"

Derek aveva continuato a guardare fuori mentre ascoltava quella storia di cui conosceva solo pochi dettagli; Thomas aveva impostato la televisione su Muto.

"Non era ancora buio, quindi decisi di prendere la scorciatoia per arrivare a casa presto, ma non avrei dovuto. Non appena girai nel vicolo stretto che portava poi al retro di casa mia, qualcuno mi afferrò per un braccio così forte che probabilmente si ruppe e allo stesso tempo sentii un dolore ancora più forte su una spalla. Pensai che mi avessero sparato, mica ad un morso di un mannaro Alpha, ma due secondi dopo ero già svenuta. Mi risvegliai sentendo ancora i tuoni, fortissimi, come se fossero nella mia testa e annusando l'odore della pioggia. La prima cosa che vidi fu la sua faccia, di Robert, il mio Alpha. Stava seduto per terra di fianco a me e sorrideva mentre mi accarezzava i capelli. Mi disse che per qualche strano segno del destino, la pioggia gli faceva sempre bei regali, ma io ero stata il migliore. Girando lo sguardo verso la stanza che lui osservava, notai altre due ragazze sedute per terra che si tenevano per mano, avevano gli occhi gialli. Una di loro, era Debby, gli urlò di lasciarmi andare, ma lui le disse che era troppo tardi, ma che io non sarei stata come loro, io ero più preziosa. Ancora oggi non so spiegare perché su di me non ha mai alzato un dito, già ne abbiamo parlato di questo, Der, non so perché picchiasse loro due e le altre che sono arrivate dopo di me, ma a le non ha mai fatto del male. Diceva solo che quel pomeriggio la pioggia gli aveva regalato di nuovo il fuoco, immagino si riferisse ai miei capelli"

Derek ricorda perfettamente la figura di Raven che si alza dal divano, che abbraccia Thomas e che poi lo raggiunge e gli dice "Tu invece mi hai salvata quando in cielo non c'era nemmeno una nuvola, sapevo di aver trovato quello giusto, quello che lo avrebbe ucciso"

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Se i tornado erano noiosi perché ti costringevano in casa, questo per Stiles stava superando ogni soglia di sopportazione perché lo costringeva a starsene anche da solo. Aveva visto qualche puntata di uno stupido telefilm alla tv, prima che questa decidesse di non trasmettere più nulla e ora se ne stava sul letto dello sceriffo a guardare il soffitto. Magari Lydia gli avrebbe tenuto compagnia.

(Ore 18:09) Che fai? SS

(Ore 18:12) Mio zio racconta per l'ennesima volta il suo viaggio in Africa e di quando ha accarezzato un leone. Potrei morire di noia. Tu? LM

(Ore 18:14) Credo di essere già morto per lo stesso motivo. SS

(Ore 18:15) Sei ancora in tempo per andare da Scott, magari sei più sicuro e ti annoi pure meno. LM

(Ore 18:16) Non mi cadrà il tetto sulla testa! Ora mi faccio un panino, ho pure fame. SS

(Ore 18:17) Come vuoi. Qui siamo passati alla passeggiata sull'elefante... LM

Farsi un panino sarebbe stata un'azione piuttosto semplice, se non fosse saltata la corrente nel momento in cui Stiles stava cercando i pomodori nel frigo. Alla fine ci aveva rinunciato e aveva mangiato uno schifo di sandwich con una fetta di prosciutto e una di formaggio, ma almeno aveva saziato un po' la fame. Mentre cercava la torcia elettrica facendosi luce con il flash del cellulare, però, questo gli cadde dalle mani quando dalla cucina sentì una specie di scoppio.

Il telo sulla finestra rotta, spinto dal vento esterno, si era gonfiato fino a strapparsi e a fare rumore e probabilmente il rumore che aveva sentito dalla propria camera era il segnale che anche l'altro avesse ceduto. Purtroppo, però, non era solo il vento, ma anche una pioggia fittissima che aveva già allagato, di nuovo, metà cucina. Quella poteva essere definita solo sfiga. Colossale sfiga.

Rinunciando a tentare di riparare lo squarcio, Stiles si era diretto di nuovo in camera di suo padre, ma lì lo scenario forse era anche peggiore: L'acqua stava entrando con una tale violenza dalla finestra spalancata che il letto era già zuppo. Doveva arrendersi.

(Ore 18:34) Scottie, hai presente l'invito che mi hai fatto? Che ne dici di usare il tuo essere lupetto per venirmi a prendere? Casa mia non sta reggendo benissimo. SS

(Ore 18:35) Arrivo subito. SM

(Ore 18:37) Mamma ha detto che non mi devo muovere da qui. E anche la signora Gilly. Ti mando qualcuno tranquillo, mettiti al sicuro sotto qualcosa. SM

(Ore 18:38) Di ad Isaac di entrare dal retro, la porta di ingresso è sbarrata. SS 

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