Capitolo 4
Finita la cena, tutti gli ospiti erano stati invitati ad alzarsi dai propri posti per spostarsi nella parte di giardino in cui c'era la musica. Derek aveva deciso di stare un po' in disparte ed era appoggiato ad una delle pareti della casa quando sentì un odore familiare.
"Ehi"
"Isaac"
"Anche tu non sopporti la musica?"
"Mh. Nemmeno la gente"
"Si, fin troppa. Ti vedo bene"
Isaac gliel'aveva detto sorridendo. Si era appoggiato alla parete alla sua destra, in una posa completamente rilassata, le mani nelle tasche del pantalone elegante e il sorriso sulle labbra.
"Anche tu sembri stare bene"
"Si. La Francia mi piace e con Chris sto alla grande"
Scott si era fatto sfuggire una sola notizia riguardo al ragazzo, Derek non ne era rimasto stupito, sapeva che Isaac avrebbe fatto qualcosa di concreto nelle sua vita una volta capito cosa fosse quel qualcosa.
"Ho saputo della tua laurea, sono felice per te, te lo meriti"
"Già. E io sono felice di vederti così sereno, Derek. Sembri davvero un'altra persona"
"Io mi sento sempre lo stesso"
Derek aveva detto quella frase quasi tra i denti, lo sguardo fisso verso la folla di persone sulla posta da ballo. Isaac aveva sbuffato una mezza risata prima di rispondergli.
"Già il semplice fatto che tu mi abbia risposto così, dimostra la mia tesi, vedi?"
"Probabile"
C'era stato un attimo di silenzio in cui dalla posizione di Isaac era arrivata a Derek un ondata di odore di agitazione e l'aveva visto quasi fremere. La domanda che gli aveva posto aveva spiegato tutte quelle emozioni, però.
"Anche Cora vive con te a New York?"
Questa volta era stato il suo turno di sbuffare, alzando gli occhi al cielo.
"Fai il giro lungo?"
"Cosa?"
"So che c'è stato qualcosa tra di voi in passato e che lo avete ripreso quando lei è passata per la Francia"
"Oh. Beh, quando ero un tuo beta ci siamo solo baciati. Una volta, solo una"
"Tranquillo, Isaac, se avessi voluto ti avrei spezzato il collo allora"
E l'avrebbe fatto se non avesse visto sua sorella serena dopo quel bacio. Nessuno dei due, fino a quel momento, aveva saputo che Derek sapeva. In fondo era entrato nel loft quella sera e aveva trovato entrambi arrossiti fino alle orecchie e li aveva visto scattare ai lati opposti dello stanzone.
"Quindi...Sta con qualcuno?"
"No. Non che io sappia"
"Oh. Bene. Ero solo curioso. Credevo stesse con uno dei tuoi beta. Si, Scott me l'ha detto"
"Non credo che Thomas sia il suo tipo e viceversa"
"Benissimo. Cioè, ok, va ben-"
"Isaac, va a ballare"
"Si, ok. Ci si vede in giro?"
"Certo"
E dopo avergli rivolto un altro dei suoi sorrisi e una pacca su una spalla, si era girati e si era unito agli altri.
Derek probabilmente non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma rivedere Isaac era stata la cosa migliore successa in quella serata.
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L'ultima volta che aveva ballato così tanto, Stiles nemmeno se la ricordava. E non ricordava nemmeno che fine avesse fatto la cravatta, ma forse era meglio così, stava cominciando a soffocare.
Lydia era girata di spalle, schiena contro petto, mentre lui si muoveva tenendole le mani suo fianchi. Kira e Scott, invece, si stavano baciando senza tenere conto della musica e delle persone intorno. Isaac si era appena avvicinato alla pista da ballo e, seguendo il suo sguardo, Stiles si era reso conto di come stesse fissando Cora che invece saltava al centro della mischia con Raven.
Stiles, però, cominciava ad avere caldo e fin troppa sete, quindi si abbassò per parlare nell'orecchio della propria fidanzata e per dirle che si sarebbe allontanato qualche minuto. Lei, dopo avergli sfiorato una guancia con le dita, era gia diretta verso Cora e Raven.
Arrivato al tavolo con le bevande, però, non si era reso conto di essere stato raggiunto da sua suocera che ora gli stava dicendo, dopo avergli fatto prendere uno spavento, "C'è uno dei vostri ospiti da solo in disparte, Stiles. Che ne dici di fargli compagnia? È da maleducati. Chiedigli se la festa non gli sta piacendo"
"Di chi sta pa- Oh, Derek. A lui non piace stare tra le gente, signora Martin, non c'è bisogno che io vada da-"
"Stiles, gli chiedi giusto se qualcosa non va e poi torni a ballare"
"Va bene, va bene"
Se Stiles avesse avuto quindici anni e quello fosse stato un essere umano normale, si sarebbe avvicinato di soppiatto per poi urlargli un "BOOM" nelle orecchie. Ma ormai aveva ventiquattro anni e quello era Derek Hale che aveva già alzato il naso al cielo ed aveva quasi sicuramente già sentito il suo odore avvicinarsi.
"La mamma di Lydia pensa che tu non ti stia divertendo"
Derek nemmeno si era girato a guardarlo, prima di rispondergli.
"La mamma di Lydia è una persona intelligente"
"Dai, è una bella festa, non offendermi"
"La musica non fa per me"
Stiles non capiva proprio perché si fosse messo a fare dei cerchi nel terreno con un piede. Se Lydia l'avesse visto, l'avrebbe ucciso a suon di urla, quelle scarpe erano di un qualche stilista italiano e costavano davvero tanto.
"Agli altri lupetti sembra piacere"
"A me no"
"Capisco. Puoi andare via, se non ce la fai. Ormai è quasi finita"
"Gli altri si stanno divertendo"
"Già. Sembrano simpatici. I tuoi beta intendo"
"Si, sono bravi ragazzi"
"Non ne sapevo nulla, Scott non me l'ha mai detto"
"L'avevo capito. Non so perché non te l'abbia detto, non era un segreto"
"Forse lo so io, ma non importa. Com'è successo? Anzi, no, scusa, non sono affari miei"
Fino a quel momento, Derek non si era girato a guardarlo, aveva lo sguardo fisso davanti a sé, la schiena poggiata al muro. Ora, invece, aveva girato la testa di lato, per guardarlo in faccia. Stiles si era sentito studiato da quegli occhi così verdi, si era quasi sentito nudo. E la cosa non gli piaceva per niente.
"Sei cambiato"
Appunto. Chi è che se ne esce con affermazioni del genere nel bel mezzo di una festa? E poi cosa significava cambiato? Si stava agitando ancora di più, quindi si appoggiò al muro, tenendo le mani immobili dietro la schiena.
"Sono cresciuto, vuoi dire?"
"No, saresti potuto crescere rimanendo te stesso, invece sembri un'altra persona"
"Gli avvenimenti ci cambiano, Derek, no?"
Derek era ritornato nella sua posizione iniziale e aveva infilato le mani in tasca. Stiles, da adulto qual era, si era segnato un punto sul tabellone nella sua mente.
"Forse hai ragione"
"Anche tu sembri cambiato. Voglio dire, sembri felice"
"Non rischio di morire da cinque anni, sarà quello"
"O il fatto che l'ultima volta sei morto per davvero"
"Mi sono evoluto"
"E io non l'ho visto! Prima o poi voglio vederti con la coda eh! Oh, scusa stavo urlando"
"Ecco quello che intendevo con cambiato. Non hai mai chiesto scusa, Stiles"
Tabellone bruciato.
"Ho imparato le buone maniere"
Il fatto era che Derek avrebbe voluto chiedergli come ci era finito in quella situazione. Cosa in quei cinque anni l'aveva reso così, così non Stiles. Ma Derek era anche consapevole del fatto che quella era una semplice conversazione tra conoscenti che un tempo hanno vissuto qualche esperienza sovrannaturale insieme e che non aveva nessun diritto di porre quelle domande. E se pure l'avesse avuto, quel diritto, non avrebbe avuto la faccia tosta di porre quelle domande. In più non sapeva nemmeno perché avesse quella curiosità. Quindi l'unica cosa che disse, prima di tornare tra la gente, fu "È stato un piacere rivedere il te educato, allora".
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"Ehi, Derek"
"Lydia"
Fino al momento in cui si era sentito chiamare, Derek non si era reso conto che stava facendo di tutto per non incrociare lo sguardo della padrona di casa, ma ora, essendo al bordo della pista da ballo, sommerso da odori e musica, non l'aveva sentita arrivare.
Non aveva mai avuto un grande rapporto con quella ragazza, tra l'altro ancora si chiedeva perché avesse deciso di invitarlo, ma non gli sembrava educato chiederglielo in quel momento.
"Non ti ho ancora ringraziato per essere venuto. So che magari ti sarà sembrato anche inopportuno, ma mi faceva piacere averti qui. La cerimonia si svolgerà al Nemeton, quindi mi farebbe piacere averti anche al matrimonio, il tre Luglio"
"Mi vuoi al tuo matrimonio per il Nemeton?"
"No, certo che no. Mi ha fatto piacere rivederti e i tuoi beta mi stanno simpatici, ma ammetto che inizialmente era per quello"
"E cosa dovrei farci io con quella pianta?"
"La tua famiglia è sempre stata a sua protezione e gli esseri sovrannaturali sono soliti celebrare le cerimonie importanti lì, si dice che acquisiscano potere e protezione. Ed io sono abbastanza sovrannaturale"
"Ma io non ho alcun legame"
"Certo che ce l'hai. E pure se non ti fossero successe personalmente delle cose lì, sei comunque un Hale. Ti chiedo solo di essere seduto lì mentre mi sposo"
"Stiles è d'accordo?"
"Sono stata io a volerti qui, ma si, non gli crea nessun problema"
"Va bene, allora"
"Grazie, grazie davvero"
"Ora devo andare. Il tempo di recuperare gli altri. Ci si vede"
"Certo, grazie per essere venuto, Derek"
I saluti erano stati veloci, solo lo sceriffo lo aveva trattenuto dicendogli, stranamente, che gli faceva piacere vederlo lì dopo tutti quegli anni.
Il viaggio di ritorno era stato tranquillo, Cora si era addormentata appena messo piede in auto, Thomas e Raven sembravano distrutti dopo le danze, ma stavano cominciando a riprendersi. Dopo essere entrati in casa, Derek si era messo abiti più comodi di una camicia e si era seduto sul grande divano al pian terreno. Poco dopo era stato raggiunto dal suo beta che gli si era seduto affianco e aveva rilassato la testa sullo schienale.
"Mi sono divertito. Quella gente è simpatica"
Derek l'aveva visto parlare per un po' con Scott, verso la fine della serata, invece, stava facendo un ballo strano con Stiles agitando le mani al cielo come se fossero posseduti.
Con un grugnito d'assenso da parte sua, Thomas aveva ripreso a parlare.
"È diverso da New York. Cioè qui sembra che puoi farti dei veri amici, di quelli che incontri alle elementari e che ti ritrovi affianco fino a quando muori. Lì tutti corrono, molti pensano solo a se stessi. O forse è perché sono io a non aver mai avuto amici, boh"
Derek conosceva bene la storia di quel ragazzo. Thomas gliel'aveva raccontata il giorno in cui lui e Raven avevano deciso di accettarlo nel branco. A tre anni sua mamma era morta in un incidente, suo padre non l'aveva mai conosciuto, ed era finito in un orfanotrofio nella periferia della grande mela. Si era definito "responsabile ma allo stesso tempo un deficiente" perché nonostante fosse sempre andato a scuola e avesse ottenuto sempre ottimi voti, allo stesso tempo frequentava i locali più degradati della città e a diciotto anni era già dipendente dalla cocaina. Proprio una sera in cui era strafatto perché i responsabili dell'orfanotrofio gli avevano detto di andarsene e trovarsi un lavoro, si era accasciato in un vicolo sporco e buio ed era successo. Ancora ora non sapeva chi fosse stato, ma un Alpha l'aveva morso e lasciato per terra al suo destino. Due giorni dopo si era rialzato e si era reso conto di avere qualcosa di diverso. La prima luna piena l'aveva raccontata come una delle notti più brutte della sua vita, ma per non rischiare di far del male a qualcuno, si era fatto arrestare fingendosi ubriaco e particolarmente molesto e fatto chiudere in una delle celle di massima sicurezza. Due giorni dopo aveva visto Derek e Raven in quel caffè e aveva fatto di tutto per entrare nel loro branco.
Derek aveva così alzato la testa dallo schienale e gli aveva risposto posandogli una mano su un ginocchio.
"Credo tu abbia ragione, qui sembra tutto diverso, ma non vuol dire che sia migliore"
Nemmeno lui credeva a quello che stava dicendo, ma doveva provarci.
"Capo, hai detto una delle palle più grandi della tua vita. Lo so io e lo sai tu che ami questo posto. Se fossi in forma di lupo, staresti scodinzola-"
Quello schiaffo dietro alla testa se l'era meritato, Derek non avrebbe chiesto scusa.
"Ok, ok, scuuuusa! Vado a fare una foto a Raven mentre dorme e sbava, prima mi ha fatto quasi inciampare addosso a quei tipo vecchi che c'erano alla festa con un palo su per il cu-"
"Thomas!"
"Notte, notte!"
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Stiles era distrutto. Quelle scarpe gli stavano lentamente disintegrando i piedi, la testa gli girava per il troppo vino e cercare la cravatta si stava rivelando essere una missione troppo difficile.
La festa era finita da almeno mezz'ora, gli unici ospiti rimasti erano suo padre, Scott e sua madre che lo stavano aspettando per tornare insieme. Lydia stava dando le ultime disposizioni al catering insieme a sua madre prima di accorgersi di lui, quasi disteso su una sedia.
"Ehi, va a casa, ti vedo abbastanza provato"
Gli si era avvicinata con un ghigno dei suoi, per prenderlo in giro.
"Perspicace, Martin. Tu non sei stanca?"
"Si, anche il catering sta andando via. Va anche tu, tuo padre sta anche peggio di te e papà sta riprendendo il discorso sulle azioni in borsa, dovresti salvarlo"
"Tuo padre vuole uccidere il mio di chiacchiere"
"Tu uccidi sua figlia con le tue, siamo pari"
"Ehi!"
In tutti quegli anni, Lydia non aveva mai perso la sua attitudine al comando. Quindi, quando si sporse verso di lui stampandogli un bacio sulle labbra e dicendogli "Va a dormire, Stilinski", Stiles non poté fare altro che ricambiare il bacio carezzandole una guancia e alzarsi per prendere Scott prima che finisse a dormire sotto uno dei tavoli.
Mezz'ora dopo era già a casa sua, nella sua camera e nel suo letto.
(Ore 01:21) È andata bene, amico! Non abbiamo avuto modo di parlare, ma quel tuo discorso è stato WOW. SM
(Ore 01:22) Grazie, Scottie! Si, credo sia andata bene. Domani dormirò tutto il giorno! SS
(Ore 01:23) Io credo farò un salto da Derek nel pomeriggio, mi farebbe piacere conoscere meglio i suoi beta, poi Deaton dice che è bene avere branchi amici e tutte quelle cose da druido. SM
(Ore 01:24) Sono al loft? SS
(Ore 01:25) No, villa Hale. Voglio pure vedere com'è stata ristrutturata, da fuori sembra grandiosa! SM
(Ore 01:26) Vero. Beh, ci hanno messo più di un anno a finirla. SS
(Ore 01:27) Ti va di venire con me? Te la senti? SM
(Ore 01:28) Se per quando vai non sono ancora in coma, certo. SS
(Ore 01:29) Ok! Nel tardo pomeriggio, anch'io voglio dormire fino a far schifo. Notte, fratello! SM
(Ore 01:30) Buonanotte, Scott! SS
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