Capitolo 3
Per fortuna, a salvare Stiles dall'essere ucciso, o Derek dall'essere umiliato, era arrivato Scott. Un sorriso sul viso e uno sguardo dispiaciuto.
"Derek! Amico, scusa scusa, non sono venuto a prendervi, ma me ne sono completamente dimenticato. L'avevo detto anche a Stiles, vero? Te l'ho detto?"
"Si, Scottie, me l'hai detto. Comunque entrate, su"
Scott, dopo avergli dato una pacca sulla spalla, aveva stretto una mano intorno al bicipite di Derek e aveva cominciato con le presentazioni.
"Ciao, ragazzi. Io sono Scott, abbiamo parlato al telefono"
"Si, ci ricordiamo di te. Io sono Raven, lui Thomas. Grazie per averci accolto nel tuo territorio. Tu devi essere Lydia, è un piacere"
Derek, se non avesse avuto pieno controllo sul suo corpo, si sarebbe ritrovato con la bocca aperta fino al pavimento. Raven, la sua Raven, aveva appena ringraziato formalmente un altro Alpha come da protocollo. E Derek era sicuro di non averle mai parlato di quelle cose.
"Oh, beh, figurati. Siete i benvenut-"
"Siete dei lupi?!"
Beh, nonostante Derek avesse pensato a volte che Scott avesse potuto confessare a qualcuno il suo nuovo status, aveva comunque sempre dato per scontato che l'avesse detto a Stiles. Invece l'espressione shockata che aveva assunto il ragazzo, diceva tutto il contrario e Derek non aveva nessuna intenzione di mettersi a raccontare gli ultimi cinque anni della sua vita. Per fortuna ci stava già pensando Scott.
"Si, Stiles. Loro sono i beta di Derek"
"Loro sono i beta del branco di cui fa parte Derek?"
"No, sono i suoi beta"
"Nel senso che vivono con lui?"
Purtroppo Stiles aveva deciso di includerlo in quella conversazione, dato che rivolgeva le domande a Scott guardando però lui fisso negli occhi. Derek aveva cominciato a sentire il suo battito accelerato da quando aveva messo piede sul portico, ma ora stava quasi cominciando a temere che gli venisse un infarto. Per questo, fece la cosa più logica da fare.
"CAZZO!"
Mostrargli i suoi occhi da Alpha.
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Se Stiles avesse avuto qualche anno in più, sarebbe morto di sicuro quel giorno. Non solo aveva dovuto prendere ampie boccate di aria dal momento in cui aveva visto i quattro nuovi ospiti entrare, ma quello era decisamente troppo. Un Alpha. Derek Hale era un Alpha, di nuovo. Era indeciso se sedersi per non svenire o uccidere Scott per non averglielo detto in tutti quegli anni.
Il suo cervello si era inceppato, di sicuro. Sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa come "Oh, mi fa piacere, complimenti " o un "Come cazzo è successo", ma le parole gli si erano bloccate. Anche i pensieri. Aveva ancora gli occhi fissi su quelli di Derek che avevano ripreso il colore da umano, quando qualcuno gli era arrivato alle spalle e gliele aveva circondate con un braccio.
"Ragazzi, cosa ci fate sulla porta? Sono vostri amici?"
Suo suocero aveva, forse per fortuna, rotto quell'attimo di stallo e Lydia aveva sfoderato uno dei suoi migliori sorridi ed aveva preso in mano le redini della situazione.
"Si, papà. Lui è Derek Hale, sua sorella Cora e i loro amici Raven e Thomas. Vengono da New York. Prego, andate pure in giardino a prendere qualcosa da bere"
Cora gli era passata davanti, diretta verso l'esterno, e gli aveva sfiorato la guancia con le labbra sussurrandogli quanto fosse felice di vederlo, poi aveva raggiunto gli altro tre.
Stiles aveva guardato la sua fidanzata, quando lei gli aveva appoggiato la testa sulla spalla, poi si era rivolto a Scott. Era troppo curioso per aspettare.
"Un Alpha, Scott?"
"Già"
"E tu lo sapevi"
"Ovviamente"
"Io no"
"Non dovevo essere io a dirlo in giro"
E Stiles sapeva che avesse ragione, ma si stava sentendo come se fosse stato escluso da qualcosa di importante. Non vedeva Derek da cinque anni e aveva deciso di non avere notizie che lo riguardassero, ma quella era troppo importante.
Avrebbe voluto parlarne ancora con Scott, ma aveva una festa a cui partecipare, quindi, dopo aver stretto un braccio intorno alla vita di Lydia, si erano diretti all'esterno.
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Un cameriere in smoking li aveva accolti appena messo piede in giardino ed ora erano seduti ad un tavolo su cui c'erano bigliettini con i loro nomi. Le due sedie vuote sarebbero state occupate da Kira e Scott.
Derek si sentiva un po' fuori posto, aveva salutato brevemente Melissa e lo Sceriffo ed era andato a sedersi tra Raven e Thomas, ma quella sensazione non andava via. Stiles e Lydia avevano fatto il loro ingresso poco dopo, abbracciati e con il sorriso sulle labbra. Erano stati subito circondati da persone che lui non conosceva e, dando uno sguardo alle loro espressioni, forse non era l'unico.
Si stava guardando intorno, Derek, quando notò una persona entrata nel suo campo visivo. Subito dopo era riuscito anche a distinguere il suo odore da quello di tutti gli altri. Isaac era seduto dall'altra parte del giardino, di fianco a Chris Argent e lo fissava. Sguardo fiero, ma allo stesso tempo con quel leggero luccichio di insicurezza che lo aveva sempre caratterizzato. Derek, rispondendo al suo sguardo, gli aveva rivolto un cenno di saluto con la testa, alzando un po' gli angoli della bocca in quello che poteva zebrare un sorriso. Quello che però non si sarebbe aspettato era la risposta di Isaac. Un sorriso aperto, improvviso, luminoso e sincero. Il sorriso di chi sta bene, e Derek non poteva esserne più felice.
Il breve scambio di sguardi, ovviamente, non era sfuggito alla sua beta che subito gli si era avvicinata per sussurrargli qualcosa.
"Chi è il ragazzo biondo?"
"Isaac"
"Oh"
"Già"
"Beh, ti ha sorriso, capo, va tutto bene, no? Magari dopo puoi andargli a parlare. Ora stanno cominciando a sedersi tutti"
"Mh, si, magari"
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"Stilinski, cerca di mangiare qualcosa, su"
"Martin, anche tu non stai toccando cibo"
Erano entrambi così agitati, che Stiles aveva dovuto poggiare una mano sulla gamba di Lydia, sotto al tavolo, per fargliela fermare. Solo che lei aveva preso a battere con le dita sul tavolo e si era arreso. La cena sembrava procedere al meglio. Al suo tavolo, con i signori Martin, suo padre e Melissa, si chiacchierava tranquillamente. Lo sceriffo stava raccontando di quando un pomeriggio aveva dovuto arrestare un ladro di auto e tutti lo ascoltavano sereni. A qualche tavolo di distanza, a destra, Stiles stava osservando quanto Isaac e il signor Argent sembrassero a loro agio insieme. Sapeva che vivevano insieme in Francia, sentiva regolarmente il lupo almeno una volta al mese. Chris aveva lasciato la sua attività da cacciatore dopo gli avvenimenti in Messico con Kate ed aveva aperto una palestra nella periferia di Parigi, Isaac aveva una laurea in discipline motorie e di tanto in tanto lo aiutava con qualche corso.
Al loro tavolo c'erano dei cugini francesi di Lydia che aveva conosciuto quella sera, ma che frequentavano la palestra Argent. Intorno c'erano altri parenti sconosciuti e colleghi del signor Martin. La sua famiglia era ristretta a suo padre, Melissa e Scott, quindi aveva riempito la sua parte della lista degli invitati con vecchi amici.
Un tavolo era occupato da Danny ed Ethan, tornati insieme un anno prima e che vivevano a Los Angeles. Insieme a loro c'erano altri compagni di scuola, anche Greenberg, e Liam con la sua nuova fidanzatina, Aiden. Stiles continuava a chiamarli cuccioli del branco e continuava a ricevere ringhi di protesta.
Qualche tavolo di sconosciuti più in là, Stiles fermò suo sguardo sul tavolo di Scott. Il suo migliore amico era seduto tra Kira e Cora e stava di sicuro raccontando qualcosa su Derek perché quest'ultimo lo stava guardando come se avesse voluto staccargli la testa a morsi, mentre gli altri quattro se la ridevano. Derek era seduto tra i suoi beta e nonostante lo sguardo duro, sembrava abbastanza rilassato. Forse perché la ragazza, Raven, teneva costantemente una spalla appoggiata alla sua. Stiles stava cominciando di nuovo a pensare alla storia dell'Alpha, ma un suono di qualcosa che batte contro il vetro proveniente dal suo tavolo l'aveva fatto saltare dalla sedia e contemporaneamente distogliere lo sguardo da quello di Derek che si era voltato verso la fonte del rumore incrociando per un secondo gli occhi con i suoi.
"Ringrazio tutti di essere qui, questa sera, per festeggiare il fidanzamento tra la mia bambina e il mio futuro genero. Sono felice di avervi in casa mia e spero vi stiate divertendo. Che ne dici, Stiles, due parole per i nostri ospiti?"
Lydia l'aveva avvertito e lui era quasi psicologicamente pronto per affrontare quell'imprevisto. Avrebbe dovuto ringraziare e aveva preparato anche una sorpresa per la sua fidanzata. In quegli anni, Stiles, aveva imparato a tenere a freno le mani sempre in movimento e a porre un filtro tra il proprio cervello e la propria bocca. Era pronto.
"Salve! Come ha detto il signor Martin, siamo felici di avervi qui in questo giorno così importante per noi. Non avremmo voluto festeggiare diversamente, con le persone a cui vogliamo bene e che ce ne vogliono a loro volta..."
Derek era sbigottito. Aveva notato qualcosa di diverso in Stiles già dai primi minuti in cui l'aveva visto, ma quel ragazzo che stava parlando non sembrava per niente lo Stiles di cinque anni prima. Se ne stava lì, alzato al suo posto, le mani lungo i fianchi e ferme.
"...È vero, siamo giovani, ma c'è mica un'età per amarsi?"
Parlava davanti a tutta quella gente con sicurezza, come se non avesse fatto altro in tutta la vita e tutti pendevano dalle sue labbra.
"Beh, se non stesse per sposarsi, ce lo farei anch'io un pensierino, capo"
Si, anche Raven.
"Vorrei approfittare di questo momento per dire alcune cose anche a te, Lyds"
Ora si era girato verso la ragazza seduta al suo fianco e le aveva preso le mani tra le sue. Derek stava cercando di annusare le sue emozioni, ma c'era troppa gente, era quasi impossibile. Doveva solo limitarsi a guardare quello strano fenomeno che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi.
"...Lo sanno tutti che avevo un piano decennale per conquistarti!"
"Beh, ma ad un certo punto ti eri arreso, Stilinski"
"Cara Martin, era una tattica. Per far in modo che fossi tu a cercarmi, poi. E infatti, signori, è stato così. Quattro anni fa, mi è arrivato questo messaggio in cui mi chiedeva di uscire. Volevo davvero dirle di no, sapete la storia del farsi rincorrere, ma il mio migliore amico mi disse di prendere la palla al balzo"
"Se mi avessi detto di no, non te l'avrei chiesto più!"
"Appunto. E io sono qui per ringraziarti. Grazie per avermi mandato quell'sms, grazie per avermi fatto alzare dal letto quel giorno col sorriso sulle labbra, non mi succedeva da un po'. Grazie per essermi stata vicina, per essere stata prima mia amica, poi mia amante"
L'ondata di tristezza e malinconia, Derek, però, l'aveva percepita in pieno. Gli aveva invaso i polmoni appena Stiles aveva parlato del non sorridere da molto tempo. Probabilmente aveva fatto lo stesso effetto anche a Thomas, il più giovane tra i mannari, perché l'aveva visto portarsi una mano al naso per strofinarlo, come se qualcosa gli avesse dato fastidio.
"...Ne abbiamo passate tante, davvero tante di esperienze brutte, ma siamo ancora qui. Siamo stati forti e lo saremo, no?"
Qualcosa non andava. Ora la tristezza veniva da quasi tutti gli ospiti, ma soprattutto dai due ragazzi al centro della sala. Derek non aveva mai visto Lydia così scossa, stringeva con forza le mani di Stiles che la guardava con un sorriso dolce.
"...E siamo qui, io sono qui, per chiederti ufficialmente e come la tradizione vuole, vuoi sposarmi Lydia Martin?"
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Ok, ora era in ginocchio, l'anello era stato preso dalla giacca e aperto. Ce l'aveva fatta senza balbettare e senza perdere il filo. Sentiva i singhiozzi di Melissa e di qualcuno in lontananza Stiles, ma i suoi occhi erano sulla figura sedutagli di fronte. Lydia, gli occhi ancora lucidi, lo stava guardando con uno sguardo complice, prendendo ampi respiri. Stiles sapeva che lo stava facendo solo per calmarsi e per riprendere la sua posa composta e la sua espressione fiera. Infatti, due secondi dopo gli stava dicendo con una voce ferma e sicura "Si, Stiles Stilinski, voglio sposarti".
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