Capitolo 25
Avevano parlato per tutta la durata della cena. Stiles aveva raccontato di come suo padre e Melissa fossero finiti insieme, Derek gli aveva descritto il suo lavoro; Stiles aveva elencato con tutti i particolari ogni esame svolto al college, Derek gli aveva confessato che anche lui ci era andato, ma non l'aveva mai concluso. Al momento del dolce, il più piccolo chiese al lupo come fosse diventato Alpha e Derek gli raccontò di quello, di Raven e di Thomas. Stiles lo ascoltò incantato, il cucchiaino tra le labbra, dimenticato, fino a quando Derek non avvicinò la mano alla sua e glielo spostò.
"Ti va di fare una passeggiata?
Stiles si passò una mano sulle labbra prima di sorridere e annuire.
Passeggiarono un po' lungo il viale, ognuno nei propri pensieri, ma Stiles aveva una domanda da porre.
"Non devi tornare a lavoro? E Raven e Thomas non vogliono tornare a casa?" disse infilando le mani in tasca per smettere di muoverle senza controllo.
"Loro non hanno una vera casa a New York, sono lì perché io non mi sono mai voluto spostare, ma lo farebbero volentieri. Thomas ama questo posto" rispose Derek fermandosi e girandosi verso di lui.
Stiles si fermò, incrociando le braccia e aspettando il continuo.
"Beacon Hills è casa mia, mi piace avere la galleria d'arte, mi fa sentire un po' più a casa anche a New York, ma non è dove voglio stare ora"
"E dove vuoi stare?"
"Ovunque sia tu"
Stiles sorrise e, cercando di stemperare la tensione, diede un colpetto sul braccio dell'altro.
"Mi sei diventato sentimentale, Sourwolf!"
"Cammina, idiota"
"Ecco, ora ti riconosco!"
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Derek parcheggiò di nuovo fuori la villetta, dopo due ore non sapendo cosa fare. Sapeva che Stiles aveva chiesto di andarci piano, sapeva che c'erano tante cose di cui dovevano ancora parlare, ma sapeva che aveva bisogno di avere un contatto con quel ragazzo.
"Bene. Allora...grazie per la serata, sono stato bene"
Per fortuna Stiles era sempre imprevedibile. Si sporse verso di lui e gli diede un rapido bacio a stampo all'angolo delle labbra, lasciandolo quasi impietrito mentre scendeva dall'auto. Derek mise in moto appena la porta di ingresso si richiuse alle spalle dell'umano.
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Stiles era convinto di essere diventato abbastanza adulto da non fare più cazzate, ma a quanto pareva si sbagliava di grosso. Si era messo a letto poco dopo essere tornato a casa, ma dopo venti minuti so era rivestito e si era messo in auto.
Mentre guidava, mandò un messaggio, poi ingranò la quarta e cercò di fare il prima possibile, per non pentirsene. Anche se dubitava sarebbe successo. Quando arrivò a destinazione potè notare che il messaggio era arrivato a destinazione perché c'era una sola auto parcheggiata fuori la villa. Mise un piede dietro l'altro ma si bloccò quando la porta di ingresso si aprì. Si immobilizzò al centro del giardino, il respiro corto.
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Derek si era stranito nel vedere i suoi beta alzarsi dal divano e uscire senza dire una parola, ma aveva capito cosa fosse successo, appena aveva sentito un cuore battere furiosamente dal giardino.
Aperta la porta si era ritrovato Stiles davanti, la fronte sudata e le guance rosse. Emanava agitazione, determinazione. Derek gli avrebbe chiesto cosa stesse facendo lì, davanti casa sua, se Stiles non avesse sussurrato tra i denti un "Vaffanculo" e non gli fosse saltato letteralmente in braccio stringendogli intorno gambe e braccia nel modo più scoordinato che Derek avesse mai visto.
Il lupo lo strinse, razionalmente per non farlo cadere, istintivamente per non lasciarlo andare, e decise di non porre alcuna domanda. Stiles parlò dopo essere riuscito a regolarizzare il respiro.
"Siamo deficienti, vero?"
Derek non rispose, pensando che la domanda fosse retorica.
"Derek, siamo deficienti, vero?" rincalzò Stiles, alzando la testa dalla sua spalla e guardandolo negli occhi.
"Lo siamo?"
"Certo che si! Siamo stati lontani cinque anni! Cinque! Ci siamo amati senza mai vederci o sentirci, abbiamo amato l'altro facendo del male a noi stessi e ora, da deficienti, sprechiamo il tempo in stupidi appuntamenti del cazzo!"
"Stiles, sei st-" tentò Derek.
"Lo so, sono stato io a proporlo, quindi forse hai ragione a darmi dell'idiota, ma lo sei anche tu perché non mi hai detto che era una cazzata!"
"Sei sicuro?"
"Cosa del fatto che ti amo da cinque anni ti è sfuggito?"
Derek sentì chiaramente il proprio cuore saltare in battito, ma riuscì a mantenere la calma.
"Non hai amato solo me"
Stiles sembrò farsi più serio.
"Lo so, certo che lo so, e forse continuerò ad amare Lydia perché mi ha ridato me stesso, mi ha ridato te. E non sarà mai comparabile a quello che provo per te, non lo è mai stato. Lei mi ha dato la calma, mi ha fatto ritrovare la serenità, ma tu...tu sei una tempesta. Mi sconvolgi la vita, mi fai sudare le mani e parlare senza pensare, mi fai fare cazzate come questa, mi fai uscire a mezzanotte da casa per correre da te e saltarti in braccio. Non ho mai smesso di provare tutto questo, avevo solo dimenticato quanto fosse travolgente amare te, e l'avevo rimosso a forza dai miei pensieri. Ma ora sono qui, da te e penso solo a te. Sono stato un deficiente e ho aspettato che fosse la mia fidanzata a farmene rendere conto, ma ho capito di non averti dimenticato appena ti ho visto un mese fa. Hai sorriso e mi sono ricordato quanto fosse stato bello amarti"
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Stiles aveva finito quel discorso sconclusionato appoggiando la fronte su quella di Derek. Derek che l'aveva guardato fisso negli occhi per pochi secondi, poi si era mosso senza lasciare la presa ed era entrato in casa.
Stiles lo vide avvicinarsi al salotto e sedersi, lasciando che lui si mettesse comodo sulle sue gambe, poi sentì sentì due mani circondargli il viso mentre due labbra si poggiavano sulle sue.
Baciare Derek fu...strano. Quello fu l'unico aggettivo che la mente di Stiles produsse. Fu strano sentire le sue labbra premere sulle proprie, così come fu strano quando Derek aprì piano la bocca, lasciando che la lingua accarezzasse piano la sua pelle. Ma fu ancora più strano quando il lupo si fermò di colpo.
"Cos...Perché?" balbettò Stiles.
"Sembra che tu non lo voglia" rispose Derek senza però allontanare le sue mani.
"No. È solo che è...strano"
"Strano?"
"Si. Vedi, io...mi gira la testa. Non mi sono sentito le gambe e le braccia, mi sono...bloccato. È stato strano"
Stiles si offese giusto un po' quando Derek scoppiò a ridere.
"Stiles, credo che sia colpa del tuo cuore. Va troppo veloce e ti sarà aumentata la pressione"
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Derek sorrise teneramente a Stiles che sembrava essersi imbronciato come un bambino.
"Ti bacio per la prima volta e rischio un infarto? Che cazzo, Hale!"
"Devi solo" sussurrò Derek avvicinandosi al suo collo "rilassarti", concluse cominciando a baciarlo piano in quel punto.
Sentì Stiles irrigidirsi e sentì e le sue mani stringergli la maglietta dietro la schiena, mentre il suo cuore andava ancora più veloce.
"Mi...mi vuoi morto?"
Ma Derek non rispose, spostò le mani dalle cosce alla schiena del ragazzo, accarezzandolo lentamente, per poi raggiungere l'attaccatura dei suoi capelli sulla nuca, massaggiando quella parte di pelle, facendo solo un po' di pressione, senza mai smettere di baciarlo.
Sentendo Stiles rilassare la spalle, spostò la propria bocca sulla sua mandibola e poi sulla sua guancia calda e arrossata su cui lasciò anche un piccolo morso, per stemperare la tensione. Quando si allontanò di poco, per guardare l'altro negli occhi, ascoltò di nuovo il suo cuore, calmo.
Questa volta fu Stiles ad avvicinarsi per far scontrare le loro labbra. Entrambi le socchiusero contemporaneamente, lasciando le lingue libere dj incontrarsi e di rincorrersi. Derek poté sentire chiaramente un ringhio provenire dalla propria gola, segno di quanto il suo lupo apprezzasse quel contatto intimo. Quel suono fece sorridere Stiles, senza però interrompere il bacio che proseguì per molto, molto tempo.
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