Capitolo 24
Stiles aveva dimenticato come fare per respirare. Era stato così sorpreso da quel gesto che aveva dimenticato tutte le cose che avrebbe voluto dire a Derek, aveva solo sentito il bisogno di perdersi in quel contatto, in quella stretta che sapeva di "Non andare via". Rimase stretto al suo collo per un tempo indefinito, ma poi decise di dover parlare, gli sudavano già le mani.
"Derek, dobbiamo parlare. Io devo parlare"
Sentì il naso del lupo strofinare ancora un po' il suo collo, ma poi lo vide distaccarsi. Stiles si appoggiò con la schiena al tronco dietro di sé.
"Ero sincero quando ho detto che non te ne sei mai andato, ma non mi riferivo solo al lato...positivo. Ho passato un anno ad amarti, con ogni fibra del mio essere, ma gli altri quattro li ho trascorsi cercando di dimenticarti in ogni modo. In alcuni momenti ti ho anche odiato e non perché non mi ricambiassi, quello potevo accettarlo, ma perché vedevo con quanta facilità tu avessi abbandonato tutti e tutti, senza mostrare ripensamenti"
"Non me ne andrò"
Stiles si passò le mani tra i capelli, frustrato.
"Una parte di me lo sa, ci crede che non andrai di nuovo via, ma l'altra no. Hai un'altra vita, hai un branco e un'altra casa e io...io non reggerei di nuovo, ne uscirei distrutto, peggio dell'ultima volta"
Finì la frase e alzò lo sguardo su Derek che sembrava davvero combattuto tra il parlare o meno.
"Parla, Derek"
"Ok...Non so come sia successo, ma...credo che il mio lupo ti abbia scelto"
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"Eh? Lupo? Scelto? Nel senso che...davvero?"
Derek sorrise prima di avvicinarsi a Stiles e posargli una mano su una guancia, in una carezza leggera.
"Non riesco a frenare sempre i miei gesti quando sei nei paraggi. È da quando sono qui che cerco di capire, di frenare il mio istinto, ma non sempre ci riesco. Sento il lupo prendere il sopravvento perché vuole starti vicino, toccarti. Vuole te, la parte più istintiva di me reclama te come suo compagno. E non te lo dico per forzarti, ma solo perché voglio che tu sappia tutto di me, ogni sfumatura di quello che sono. Ho imparato a farlo con i miei beta, voglio farlo anche con te"
"Io...non posso dirti di non esserne felice, ma...l'uomo, tu, cosa vuoi?"
Derek rispose senza pensarci, completamente in linea con il suo animale.
"Voglio te, con ogni parte di me"
R una mano di Stiles posarsi sulla sua che ancora gli sfiorava uno zigomo, fece fare quasi le capriole al lupo nel suo petto. Sentirlo fare un passo in avanti, senza distogliere lo sguardo lo fece cadere in mille pezzi per poi ricomporli perfettamente.
"Bene" sussurrò il ragazzo prima di prendere la sua mano e portarsela alle labbra.
"Tu cosa vuoi?" si ritrovò a chiedere ingenuamente, come a volere una conferma di quei gesti.
"Voglio che tu sorrida a causa mia, sempre"
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Stiles aveva detto quella frase senza pensarla, ma era la verità. Voleva vedere quell'uomo felice come in quei giorni, ma voleva essere lui a procurargli quella felicità e voleva farne parte. Poi, però, aggiunse qualcosa.
"Andremo piano, ci conosceremo di nuovo e impareremo ad amarci, ok?"
La risposta di Derek fu un abbraccio che gli spezzò il fiato.
Una settimana dopo...
~Chiamata in corso da Stiles a Scott
"Sto per morire soffocato dall'ansia"
"Stiles, devi solo uscire, entrare nella sua auto e tacere aspettando di arrivare dove ha deciso di portarti"
"Ahahah! Tacere! Io? Spiritoso Scottie!"
"Sto per chiudere la chiamata..."
"Aspetta! Ho sentito Lyds stamattina, dice che è in Europa"
"Ha chiamato anche me. Le hai detto di stasera?"
"Si, quando le ho detto del messaggio di Derek, si è fatta una risata fin troppo poco signorile per lei e mi ha detto buona fortuna"
"Beh, ti ha scritto Ti passo a prendere alle otto. Anche Lydia conosce la tua ansia, pensava saresti morto per le quattro"
"Sono le sette e mezza, sono ancora in tempo per soffocare!"
"Stiles, va ad aggiustarti i capelli e non rompere"
"I capelli? Ho i capelli brutti? Li ho già aggiustati!"
"Cavolo, Stiles! Era per dire! Salutami Derek"
Chiamata terminata.
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Derek parcheggiò fuori casa di Stiles nello stesso momento in cui l'altro aprì la porta.
Aveva un sorriso timido, ma che gli illuminava il viso. Raggiunse l'auto e salì, salutando e agganciandosi la cintura di sicurezza.
"Ehi, Sourwolf!"
Derek gli rivolse uno sguardo glaciale, ma ricambiò il saluto.
"Ciao, idiota"
"Ehi! Non puoi chiedere a qualcuno di uscire e poi insultarlo! Cioè, tu non mi hai chiesto di uscire, me lo hai tipo imposto, ma io sono una brava persona e non ho infierito sulla tua scarsità di tatt-"
"Stiles!"
"Scusa, scusa! Dove andiamo?"
Derek si perse per un secondo nell'odore di iperattività e di agitazione del ragazzo al suo fianco, poi rispose e si deliziò della brusca accelerazione del suo cuore.
"Ti porto a cena"
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