Capitolo 20
La mattina seguente a quella chiacchierata che sentava a credere fosse avvenuta, Stiles si svegliò con un mal di testa da Guinness world record. Si era addormentato quando le prime luci dell'alba stavano cominciando ad illuminare la giornata, dopo una notte passata ad osservare il soffitto. Non era riuscito a smettere di ripetersi il discorso di Derek nella testa, ininterrottamente. Era stato chiaro, cristallino: Era stato innamorato di lui, lo era stato fino a quando non aveva visto i suoi cambiamenti in quei giorni, e ora ne era comunque attratto.
Stiles si alzò strofinandosi gli occhi e prendendo il cellulare. Un messaggio di buongiorno di Lydia, tre messaggi di Scott.
(Ore 09:12) Buongiorno, fratello! SM
(Ore 09:34) L'appuntamento è alle dieci, vero? Sono quasi pronto! SM
(Ore 10:32) Stiles, era alle undici? Sono fuori al negozio da mezz'ora. SM
Stiles all'inizio non capì di cosa stesse parlando Scott, ma poi realizzò: Avevano la prova dell'abito. Mandò in fretta un messaggio al suo amico mentre con l'altra mano si lavava i denti, si rivestì e, senza nemmeno fare colazione, si precipitò fuori casa.
Scott era appoggiato alla sua moto, lo sguardo più scocciato del mondo, che si trasformò nello sguardo più indagatore del mondo appena vide Stiles scendere dalla Jeep.
"Amico, cosa ti è successo? Hai delle occhiaie che fanno paura"
Stiles ci provò a mentire, già sapendo in partenza che avrebbe perso.
"Sono stato tutta la notte a giocare al pc"
Odiava i poteri lupeschi. Con quelli anche un ingenuo come Scott poteva diventate intuitivo.
"Ora entriamo qui dentro, proviamo i nostri abiti, poi andiamo al parco, ci sediamo e parliamo"
Il leggero bagliore rosso nei suoi occhi fece quasi tremare Stiles, non di paura verso dj lui, ma per quello che sarebbe uscito fuori da quella conversazione.
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Derek tornò a casa quando tutti gli altri erano già svegli. Thomas era in giardino, lo vide e si irrigidì impercettibilmente lasciando all'istante tutto quello che stava facendo per avvicinarglisi. Derek sentì contemporaneamente anche Raven aprire la porta mentre annusava l'aria e gli puntava i suoi occhi da beta addosso, quasi come se avesse potuto leggergli dentro con quelli.
"Cora è in città con Isaac. Cosa cazzo ti è successo?"
Derek le si avvicinò e fece ad entrambi segno di seguirlo dentro; si sedette sul divano e raccontò ogni dettaglio della sera precedente. I suoi beta rimasero per qualche secondo muti, elaborando le sua parole, poi esplosero.
"Capo! Sei stato un grande! Beh, potevi prenderlo e sbatterlo sul letto, ma forse non avresti avuto il coraggio. Però sono sicura che non ti avrebbe cacciato via così facilm-"
I suoi occhi rossi interruppero quel fiume di parole.
"Beh, Raven si è espressa con troppa esuberanza, ma...è evidente che Stiles sia comunque combattuto, altrimenti non avrebbe pianto, no? Tu ti sei tolto il tuo peso e ok, ma l'hai riversato su di lui, ora tocca a lui sceg-"
Thomas non ebbe nemmeno modo di finire che Raven si alzò dalla poltrona, sventolando un pugno in aria.
"Scegliere un cazzo! Derek devi combattere! Devi fare in modo che questo matrimonio salti. Mi dispiace tanto, tantissimo per quello che hanno passato e in qualche modo davvero si amano, ma...se vi amate ancora dopo cinque anni, senza vedervi mai, non pensi che quello che c'è tra voi sia più forte?"
Derek si passò le mano tra i capelli prima di rispondere.
"Raven, non amo Stiles. Amavo Stiles, questo lo sappiamo e lo sa anche lui, ma proprio perché sono passati cinque anni, siamo cambiati. Mi piace, ma non lo amo"
Thomas questa volta si torturò le mani prima di dire la sua. Derek lo spronò con un'alzata di sopracciglio.
"Ecco, secondo me, ti stai solo riempiendo di balle. Capo, Stiles con te è del tutto diverso da come è con noi e gli altri e...qualcosa mi fa pensare che sia lo stesso Stiles che hai conosciuto tempo fa. La stessa Lydia ti ha chiesto di farlo ritornare quello di prima e dubito che quella ragazza sia così stupida da chiedere una cosa del genere alla vecchia cotta del suo futuro marito. Non so cosa nasconde, ma so cosa nascondi tu anche a te stesso"
Derek sospirò. Anche a lui era sembrata strana quella richiesta, ma non ci aveva più pensato. Ma Thomas aveva ragione, Stiles quando parlava con lui non era poi tanto diverso dal passato. Non sapeva cosa fare.
"Quello che provo non ha importanza, sta comunque per sposarsi e io non mi metto in mezzo"
Raven sbuffò frustrata, ma cambiò discorso.
"Cosa facciamo? Un bell'allenamento?"
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Stiles raccontò tutto a Scott, senza saltare nemmeno un dettaglio. Alla fine del racconto pensava di essersi schiarito un po' le idee buttando tutto fuori, ma non era andata così. In più Scott sembrava più riflessivo del solito.
"Ok. Derek è innamorato di te da cinque anni"
"Scottie, era innamorato di me. Ora gli piaccio" gli disse alzando il tono sull'ultima parola.
"No, ti ama"
"Gli piaccio"
"Cazzo, Stiles, è Derek. Credi che sarebbe andato da uno per dirgli Io prima ti amavo, ma ora mi piaci? Non avrebbe senso, se la sarebbe fatta passare"
"Mi ama?" Stiles era ancora incredulo, ma il ragionamento di Scott non era poi tanto assurdo.
"Si, ma la domanda è un'altra. Tu lo ami?"
Stiles rispose senza nemmeno pensare, non me aveva bisogno.
"Io amo Lyds, Scott, cosa chiedi!"
Scott lo guardò, però, sorridendo. Era quasi un ghigno, Scott non aveva mai ghignato.
"Ami Lydia, ma non mi hai detto che non ami lui"
Stiles rimase così sorpreso da quella frase che si riscosse solo quando sentì le mani del suo migliore amico a stringergli il volto e quando vide due occhi rossi fissarlo. Stava iperventilando.
"Ehi, ehi, Stiles. Stai bene?"
Stiles riuscì ad annuire, mentre Scott gli teneva ancora le mani sulle guance e gli diceva di guardarlo.
"Dai, respira. Non è successo nulla, vuoi passeggiare?"
"No-no, sto bene"
Scott gli liberò il volto, risedendosi al suo fianco sulla panchina.
"Scusa, sono tutti pensieri miei. Se dici che non provi nulla per lui, è così"
Stiles non rispose, poggiò la testa sulla sua spalla sospirando. Dopo pochi minuti aprì bocca.
"È tutto un casino. Tra una settimana mi sposo ed è un fottuto casino. Devo vedere Lydia"
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Finito l'allenamento Derek decise di fare una doccia e di prendere un po' d'aria. Non poteva soffrire di claustrofobia così, senza preavviso, ma quella casa lo stava soffocando. Si ritrovò a passeggiare senza una meta, ma ad un certo punto, nei pressi del parco, si sentì chiamare.
"Ehi, Der!"
Cora gli venne in contro quasi saltellando, ma si fermò di scatto, probabilmente a causa della sua espressione pensierosa. Isaac, poco più indietro, lo guardava con sguardo interrogativo.
"Derek, che cosa è successo?"
Dopo un altri racconto dettagliato, Derek tirò un altro sospiro di sollievo e si preparò ad un'altra reazione come quella della sua beta, da perte di Cora, ma, stranamente, fu Isaac il primo a parlare.
"Io vi ho visti prima e vi ho visti un po' ora. Siete cambiati, è vero, ma insieme siete sempre gli stessi. Avevo capito i sentimenti di Stiles forse prima che li avesse capiti anche lui, all'epoca, quindi spesso vi osservavo. E sono sicuro che quello che ti sembra cambiato nel vostro rapporto, sia solo a causa di...disabitudine? È come se foste solo impacciati perché non vi vedete da molto, ma credimi se passaste una giornata insieme diverreste gli stessi di prima"
Derek sentì, alla fine di quel discorso, il suo lupo richiamare in modo chiaro e limpido quello di Isaac. Gli era mancato, nonostante l'avesse mandato via tanti anni prima e lui avesse riposto la sua fiducia in Scott. Prese un respiro e gli rispose.
"Non so se tu abbia ragione, ma non posso dimostrare la tua teoria. Tra una settimana si sposa, non posso andare li e chiedergli di uscire"
La mano di Cora gli si poggiò su un braccio, forse lei non aveva bisogno di parlare. Derek sapeva cosa avrebbe detto: Qualcosa come, sei stato un deficiente, ti ho sempre detto di dirglielo prima o forse gli avrebbe chiesto se voleva andare via di lì. Stava per proporre di alzarsi da quella panchina e andare a casa, Derek, quando qualcuno lo interruppe prima che parlasse.
"Ehi, ragazzi! Cosa ci fate qui?"
Scott spuntò praticamente da dietro un cespuglio, ponendo la domanda al plurale, ma guarda do solo Derek. Era un libro aperto quel ragazzo, il più grande ci mise solo pochi secondi per capire che lui sapeva.
"Due chiacchiere, tu, Scott?" si intromise Cora.
"Ho appena salutato Stiles, facevamo due chiacchiere anche noi"
Scott parlò ancora con lo sguardo fisso in quello di Derek e forse fu quello a convincere gli altri due ad allontanarsi salutandoli in fretta.
Rimasti soli, il True Alpha si sedette sulla panchina e reclinò la testa all'indietro chiudendo gli occhi.
"Cosa vuoi, McCall?"
"Il bene di mio fratello"
"Questa non è una novità. Voglio sapere perché sei qui ora e cosa vuoi da me ora"
"Posso chiederti una cosa?"
"Dimmi"
"Hai intenzione di fare un'entrata ad effetto e interrompere il matrimonio?"
Derek non ci pensò nemmeno su per la risposta.
"No, assolutamente no"
"Perché? Non lo ami abbastanza?"
"Perché io non obbligo la gente ad amare me"
Anche questa gli era uscita senza pensarci, ma poi lo aveva fatto e se ne era reso conto. Non aveva negato, non aveva negato di amare Stiles.
"Da quando sei diventato così furbo e subdolo, McCall?"
Scott riaprì gli occhi e gli sorrise.
"Ho avuto anni e anni e anni di contatto con il migliore"
Derek avrebbe voluto alzarsi, allontanarsi e chiudersi in casa, ma non riuscì a non porre ina domanda.
"Come sta?"
Scott sbuffò un'altra mezza risata.
"Mh... Sta bene. Ha subito peggio di un amore che ricambia i suoi sentimenti dopo cinque anni, starà bene. È solo frastornato"
"So che ha passato di peggio. E sento anche che mi hai mentito, True Alpha"
"Che è confuso è vero"
Derek rimase un po' a pensare, Scott in silenzio al sup fianco, poi riprese il discorso.
"Forse non avrei dovuto farlo. Dirgli quelle cose, intendo"
"No, forse non avresti dovuto, per il suo bene, ma hai fatto benissimo per te stesso. Non ti senti più sollevato?"
"Dopo averlo sentito urlare e piangere e sapendolo confuso? Per niente"
Stranamente fu Scott il primo ad andarsene, congedandosi con una pacca su una spalla e un "Sono fiero di entrambi i miei fratelli, comunque andrà questa storia, sono felice che la conversazione di ieri sia avvenuta".
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