Capitolo 16

Flashback. Cinque anni prima...

Stiles era appena tornato dal Messico e stava per avere un attacco di panico, uno si quelli belli pesanti che ti bloccano i nervi e che non ti lasciano nemmeno aprire e chiudere le mani. Aveva preso ad andare avanti e indietro per la propria camera cercando di respirare regolarmente, senza ottenere alcun risultato. Sapeva cosa l'avrebbe calmato, sapeva anche come fare per avere quella cosa, ma aveva un fottuta paura. Solo che in lui la dose di fifa era sempre molto inferiore se confrontata a quella di stupidità ed impulsività, quindi dopo aver preso le chiavi della Jeep era uscito di casa continuando a contare i respiri nella propria mente.

. -----

Derek era al loft per prendere le ultime cose da portarsi dietro per l'ennesimo viaggio. Braeden stava lucidando le sue pistole in silenzio, sembrava sempre così concentrata durante quella specie di rito. Derek era sicuro della scelta fatta: Allontanarsi da quella città e da quel branco non suo l'avrebbe aiutato anche a capire e gestire meglio la trasformazione avvenuta solo poche ore prima. Era diventato un lupo completo perché su punto di morte, ora doveva mettere ordine nella propria testa ed esercitarsi per impadronirsi di quella tecnica. Stava salendo la scala a chiocciola per prendere le ultime cose nella sua stanza, quando l'allarme del loft cominciò a suonare avvisandoli che avevano visite. Quindi si avvicinò al portone in ferro e lo aprì, capendo subito chi era che stava per arrivare. Puzzava di irrequietezza, tensione e Adderall: Stiles.

. -----

Stiles sapeva di essere entrato nella tana del lupo, ma di certo non si sarebbe aspettato di trovarlo già sulla porta spalancata. Quella sorpresa gli fermò il fiato in gola, per qualche secondo.

"Oh, Sourwolf, sei ancora qui! Pensavo fossi partito di nuovo senza salutare. Cioè ero convinto che fossi partito direttamente dal Messico, perché sembrava un sorrisino di addio il tuo, ma a quanto pare sei qui. Mi sembra giusto, hai ancora tutte le tue cose qui, ovunque tu stia andando avrai bisogno di vestiti, mutan"

"Stiles"

"Scusa, stavo straparlando. Posso entrare?"

Derek si spostò dal portone precedendolo in casa. Stiles non aveva messo in conto la presenza di Tomb Rider.

"Stiles, cosa ci fai qui?"

Derek sembrava spazientito, come sempre.

"Volevo...chiederti una cosa?"

"Devo rispondere io?"

"Si, cioè no. Sono qui per dirti una cosa, non per chiedere"

Le sopracciglia interrogative di Derek lo spinsero a parlare.

"Possiamo parlare da soli? Preferirei che questa figura di merda restasse tra noi due almeno nel momento in cui avviene"

Breaden per fortuna non si fece pregare, si allontanò uscendo dal loft e chiudendosi la porta alle spalle.

"Adesso parli?"

. ----

Gli odori provenienti da Stiles, le sue mani che non stavano ferme un attimo, le sue guance arrossate lo stavano facendo uscire fuori di testa. Tutte quelle emozioni e movimenti gli stavano facendo saltare i nervi. O quel ragazzino parlava, o l'avrebbe ucciso.

Dopo essersi passato per l'ennesima volta i palmi delle mani sui jeans, sembrò acquisire coraggio raddrizzando la schiena.

"Ok. Bene. Innanzitutto volevo dirti che sei un grande pezzo di merda"

"Cosa?!"

"Ti pare quello il modo di buttarti in mezzo al nemico pur sapendo che sei esattamente un essere umano? Cavolo, se non sono morto in quel momento, credo di essere diventato immortale. Sei praticamente morto! Davanti ai miei occhi!"

"Devo scusarmi per esserti morto davanti?"

"Frena, non usare il sarcasmo con me. Volevo solo farti sapere che sei uno stronzo, tutto qui"

"Beh, devo ringraziarti per aver fatto tanta strada per dirmelo?"

"Ah ah ah! Non è finita qui. Allora, da dove comincio..."

Derek continuava a stare di fronte al ragazzo a braccia conserte, aspettando. Lui aveva abbassato lo sguardo sulle proprie mani stringendole tra di loro, per poi alzare lo sguardo e puntarlo nel suo. Derek in quegli occhi vide solo determinazione.

"...non so come arrivare al punto, quindi parto dal punto. Ti amo, Derek"

. -----

Beh, almeno aveva pietrificato un lupo, meglio di niente. Però il discorso doveva essere completato, quindi Stiles si fece coraggio e...cominciò a ridere in modo isterico.

"Eh eh eh. Strano, eh? Si, lo penso anch'io, ma che ci si può fare? Io non volevo innamorarmi di te, sai? Tutto quel tuo essere scontroso, senza senso dell'umorismo, sempre imbronciato. Sono stupito anch'io, credimi, ma è così. E so che quando uscirai dallo stato di shock riderai con me prendendomi in giro, ma sono abituato. E poi sai una cosa? Una piiiiccolissima parte di me spera che tu ora cominci a sorridere e che magari mi baci. Mi piacerebbe baciarti, mi piacerebbe fare l'amore con te. Che poi non so nemmeno come sarebbe farlo con un uomo, beh nemmeno con una donna, ma non vorrei saperlo. Cioè io vorrei solo sapere come sarebbe stare con te"

"Stiles..."

"No, lasciami finire, ok? Poi puoi parlare. Se qualcuno mi chiedesse quando è successa questa tragedia, non saprei rispondere. Magari quella volta in piscina con il kanima? O quando ho saputo che hai salvato Cora? O ancora quando...quando Boyd, beh hai capito, no? Oppure potrebbe essere una delle tante volte che hai minacciato di aprirmi la gola, non lo so. So solo che quando ti ho visto agonizzare, steso per terra, ho pensato Porca puttana, ora muore e non gli ho detto che lo amo. E non l'avevo ammesso nemmeno a me stesso, divertente, eh? Non volevo piangere, ma è stato davvero brutto"

. ----

Derek rimase ancora immobile. Nessuno gli aveva mai detto cose del genere, nessuno gli aveva mai dichiarato il suo amore contornato da insulti poco velati. Stiles aveva tenuto lo sguardo fisso nel suo per tutto il tempo, le mani strette a pugni contro i fianchi, le nocche sbiancate. Aveva ormai finito di parlare, le lacrime che scendevano lente sul suo viso, ma non sapeva cosa rispondergli. Quel ragazzino negli ultimi tempi stava cominciando ad essergli simpatico, lo sopportava per qualche secondo in più e l'aveva riconosciuto come parte integrante del branco, Branco non più suo. Era forte, coraggioso ai limiti dell'idiozia e intelligente, ma amore? No, non lo amava. Anzi, averlo tutti i giorni tra i piedi a volte gli dava anche fastidio. Nonostante lo tollerasse di più, c'erano giorni in cui la sua iperattività era insopportabile: Parlava senza sosta, camminava senza fermarsi un attimo ed emanava sempre troppi odori di emozioni contemporaneamente. No, non gli piaceva in quel senso.

"Derek? Ora puoi parlare"

Derek si passò le mani sul viso prima di parlare. Gli dispiaceva davvero.

"Mi dispiace, Stiles, ma-"

"Ok, non continuare. Sono abituato ai rifiuti, si, ma a questo non credo di essere pronto. Ok, non ti piaccio, va bene. Cioè non va bene, ma mi passerà. Starai via molto?"

Derek decise di assecondare il volere del ragazzo di cambiare discorso, nonostante le lacrime avessero iniziato a scorrere più copiose.

"Non credo di tornare più qui"

. -------

E quello fu il colpo definitivo per Stiles.

"Oh, ok. Beh, credo di dover andare. Buon viaggio, allora e...scusa per questa scena patetica"

Con la vista annebbiata per fortuna Stiles pensò che fosse una fortuna riuscire ancora a vedere la strada per uscire da quella casa.

"Stiles?"

Bloccato. Immobile. Ancora di spalle.

"Mh?"

"Abbi cura di te"

"Mh, si. Anche tu"

Fine Flashback.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top