Capitolo XI

Un venticello leggero soffiava fuori dalla finestra, insinuandosi tra le candide tende di lino bianco che venivano gonfiate.

Nella stanza aleggiava una lieve penombra, che i raggi del sole mattutino stavano lentamente illuminando.

Una voce vellutata e gentile sussurrava dolci parole all' orecchio della giovane sdraiata tra le fresche coltri del letto a baldacchino.

-Ilka, tesoro mio. Svegliati- Una donna dai lunghi e ricci capelli biondi carezzava con dolcezza il volto della bella principessa.

La giovane a quelle dolci parole aprì lentamente i suoi grandi occhioni viola, che subito si specchiarono in quelli della donna.

-Buongiorno madre- Ilka si alzò a sedere, facendo scivolare ai suoi piedi le coperte che un attimo prima la stavano coprendo.

-Mijn liefde* oggi è un giorno importante. Sai, oggi verrà in visita il tuo promesso sposo.- le sorrise la madre, sedendosi sul letto accanto a lei.

-Dite madre, è forse quell' uomo con cui ho ballato la sera del mio decimo compleanno?- chiese lei, riportando alla mente quella splendida serata di quattro anni prima.

Era passato tanto tempo e non si erano più visti, eppure lei non lo aveva dimenticato.

Se lo ricordava ancora quel volto gentile ed allo stesso tempo severo. Il modo in cui l' aveva stretta, facendola sentire la dama più bella della sala, seppure a quel tempo era ancora una bambina.

-Esattamente figliola. Quel giovane nutre un sincero interesse nei tuoi confronti ed inoltre ho saputo da tuo padre che lui, nonostante ci sia un accordo già esistente, ha intenzione di chiedere la tua mano.- le rivelò la madre, carezzandole affettuosamente la testa.

-Dite davvero, madre? Ne siete sicura?- domandò Ilka, mentre l' ansia si faceva strada nel suo piccolo petto.

-Sicurissima tesoro mio. Non avere timore. Il principe non è una cattiva persona e di sicuro se vi sposerete, vivrete felici insieme.- la giovane donna, Maaike, questo era il suo nome si alzò e dopo aver raggiunto il mobile dove la figlia conservava con riguardo tutti gli oggetti per la sua cura personale, estrasse da esso una spazzola d' argento e ritornò dalla ragazza.

Prese a spazzolarle i capelli con dolcezza, intonando nel mentre una nenia che sua madre cantava a lei.

-Veglino su di te le luci della terra, che ti faccian crescere forte e bella.-

Ilka l' ascoltava rapita, gli occhi chiusi ed un dolce sorriso ad aleggiarle sul viso.

-Veglino su di te gli occhi della tua gente perché tu possa diventare saggia ed intelligente.-

La dolce voce della madre la faceva sentire al sicuro, amata e protetta.

-Veglino su di te gli occhi delle stelle perché ogni giorno ti porti cose belle.-

Con un ultimo colpo di spazzola i suoi capelli furono perfettamente a posto.

La giovane si sollevò dal materasso e con un bel sorriso stampato sul volto, si diresse nel bagno, pronta ad immergersi nella vasca.

Quando fu pronta raggiunse sua madre che l' aiutó a scegliere un abito, con cui si sarebbe dovuta presentare davanti al suo promesso.

Il suo vestito lungo era color panna, ricamato da un pizzo color oro, che metteva in risalto la sua pallida carnagione e i suoi profondi occhi viola.

I capelli erano stati acconciati sopra la nuca ed erano stati agghindati da una rosa bianca e da una tiara che simboleggiava la sua nobiltà.

Ai piedi aveva calzato delle scarpette di raso dello stesso colore dell' abito, celate da esso e per finire aveva indossato dei lunghi guanti oro che completavano il tutto.

Nonostante avesse solo quattordici anni, sembrava già una dama dell' alta società.

Non appena fu pronta, lei e sua madre, che si era intanto munita di ventaglio,uscirono dalla stanza, mostrandosi alla servitù in tutta la loro eleganza e regalità, facendo zittire chi stava parlando.

Si avviarono verso le scale una a poca distanza dall' altra.

Ilka, stretta nel suo abito soffriva, non mostrandone però alcun cenno all' esterno.

Distratta dai suoi pensieri, iniziò a scendere le scale, senza ricordarsi di prendere poco tessuto tra le mani e sollevare leggermente le gonne.

Pestò così la candida stoffa e prima che potesse fare alcun che si ritrovò per aria, mentre rotolava giù dalle scale.

L' ultima cosa che vide prime del buio fu lo sguardo colmo di terrore che la madre le stava rivolgendo.

Dopodiché fu l' oblio ad invaderle la mente.

* * *

Quando aprì gli occhi si ritrovò in un luogo che non aveva mai visto prima.

Tutto intorno a lei era bianco.

Non vi era nulla di materiale, ma solo un immenso schermo bianco che si estendeva a perdita d' occhio in tutte le direzioni in cui guardava.

Era da sola, di quello ne era certa, ma quando provò ad osservarsi scoprì che il suo corpo era praticamente invisibile.

Sembrava avvolto da una nebbiolina bianca ed era estremamente leggero.

Provó a muoversi e con suo grande stupore scoprì che sotto di lei vi era il vuoto e non una superficie su cui poggiarsi.

Provó nuovamente, tentando di spingersi verso il basso per tentare di toccare quella superficie bianca, ma il risultato fu lo stesso di poco prima.

Fluttuava nell' aria senza riuscire a toccare nulla di tutto quello che aveva intorno a lei.

Colta dalle lacrime si accasciò su se stessa, ritrovandosi gli occhi appannati ed il respiro corto.

Singhiozzava, lasciando sgorgare quel pianto che aveva trattenuto dentro di se per tanto tempo.

Più singhiozzava e più aveva voglia di piangere.

Più piangeva e più la tristezza abbandonava il suo animo.

Più tristezza la abbandonava e più si rendeva conto di dover smettere di piangere.

Riuscì finalmente a calmarsi e a tornare serena e fu solo allora che le sentì.

Risate.

Risate che provenivano da lontano, fa un punto imprecisato di tutto quel bianco.

Si sollevò all' improvviso, curiosa di scoprire da dove venissero e dopo essersi asciugata i residui di quelle amare lacrime inizió la sua folle corsa verso l' ignoto.

Correva, correva a perdifiato, fluttuando veloce in quell' immenso spazio e più correva più il tono di quelle risate gioiose aumentava, facendo rasserenare il suo animo.

Più si avvicinava e più era consapevole che da lì non si sarebbe mai allontanata.

Finalmente in lontananza intravide due schermi più luminosi del resto di quello che la circondava.

Due schermi che parevano enormi finestrate.

Fermó all' improvviso la sua corsa, improvvisamente impaurita da quello che avrebbe potuto trovare al di là di quelle aperture luminose, ammesso che ci fosse qualche cosa.

Cautamente gli arrivò di fronte e con titubanza decise di sporgersi.

Subito delle risate invasero la sua mente e lei si trovò a sorridere, senza alcun motivo.

Si sporse di più e davanti ai suoi occhi si aprì una splendida scena.

La sua stanza, la stanza che condivideva con il suo amato Sten era inondata dalla luce tipica di un caldo pomeriggio d' estate.

La camera sembrava deserta eppure le risate che aveva sentito qualche istante prima continuavano a risuonare tra quelle mura.

Si guardò intorno, osservando ognuna delle cose che a lei erano familiari.

I mobili, il letto, l'armadio, tutte cose che contenevano suoi ricordi e poi vide qualcosa che le fece battere forte il cuore.

Una culla, una splendida culla di vimini se ne stava in mezzo al salottino e sopra di esse vi erano chinate due figure appartenenti a persone che lei conosceva bene.

Erano lei e il marito.

Sorridevano e ridevano all' indirizzo del neonato che doveva essere sdraiato nella culla, che rispondeva con enfasi ai loro sorrisi.

Le lacrime invasero i suoi occhi al pensiero che le balenò alla mente, osservando quella scena.

Si sfiorò il ventre, conscia della vita che stava lentamente crescendo dentro di lei.

Ma a differenza di quello che vedeva, il suo futuro sarebbe stato diverso.

Il suo bimbo non avrebbe avuto un padre.

Il suo papà era stato ucciso.

Troppo scossa spostò lo sguardo sull' altro riquadro luminoso e non appena vide che cosa si celava li dietro, un espressione angosciata e triste fece scomparire il sorriso di qualche istante prima.

Davanti a lei si mostrava una scena triste ed angosciante.

Era un funerale.

Un funerale di una persona molto importante.

Ilka aveva il magone, terribilmente conscia di cosa significava quello che le si stava mostrando.

A confermare i suoi sospetti erano i presenti a quella cerimonia.

La bara era accerchiata da suo padre e dal re e la regina danese.

Dentro quella bara riposava il suo dolce Sten.

I singhiozzi che l'avevano animata qualche minuto prima tornarono a farsi presenti nel suo corpo e nel suo animo, scuotendola come un albero sconquassato dal vento.

Si guardò intorno alla ricerca del suo sposo, sperando di trovarlo per non dover confermare i suoi orribili sospetti.

Quando lo trovò il suo cuore sussultò e fece una capriola.

Era abbandonato su una sedia, scomposto come una marionetta buttata in una angolo dal suo burattinaio.

Il volto era pallido e stravolto dalle lacrime.

Il corpo era terribilmente magro e i capelli erano radi è chiari, troppo chiari per essere ancora biondi.

Si scostò a forza da quella scena raccapricciante, sforzandosi di calmare il pianto disperato ed insistente che la animava.

-Mijn liefde*-

Si voltò di scatto udendo quella voce che da tanto tempo non sentiva più.

Sua madre, la sua dolce madre, la osservava fluttuando nell' aria poco distante da lei, mentre le rivolgeva il sorriso che aveva sempre caratterizzato il suo bel viso.

-Madre- gridò la giovane, buttandosi tra le sue braccia ed inspirando il suo profumo.

Inaspettatamente a ciò che aveva immaginato qualche istante prima, il corpo della donna era caldo e morbido, proprio come se lo ricordava lei.

Anche la sua bellezza non l' aveva abbandonata, anzi era diventata ancor più bella.

-Mia dolce figlia- sussurrò Maaike, stringendosi contro la figlia che per tanto tempo non aveva potuto vedere.

Ilka si strinse maggiormente a lei, desiderando non staccarsi mai più.

Le era mancata, le era mancata terribilmente.

-Madre, che posto è questo?- sussurrò lei, rivolgendo i suoi occhi in quelli identici della genitrice, mentre il suo respiro ritornava lentamente normale ed il suo pianto si placava.

-Questo posto è chiamato -la sala d'attesa- .- le spiegó la donna, carezzandole i lunghi capelli biondi.

-E il luogo dove un anima, per cui il momento di morire non è ancora venuto, può scegliere come continuare la sua vita.- continuò la sua spiegazione, mostrandole i due schermi che aveva appena osservato.

Le asciugò le lacrime e poi si preparò per una nuova spiegazione.

-Vedi, qui ti si sta mostrando il tuo futuro. Puoi decidere se proseguire la tua vita sulla terra e quindi raggiungere ciò che ti mostra la prima finestra in cui hai guardato.
Oppure puoi decidere di farla finita e di smettere di vivere sulla terra e di raggiungere quindi ciò che hai visto nella seconda finestra- le chiarì finalmente le idee, facendole inconsapevolmente rilasciare il fiato che aveva trattenuto fino a quel momento.

-Bada bene- riprese a parlare, prima che lei potesse interromperla - la scelta sta a te. Nessuno può decidere al tuo posto e qualunque sarà la tua risposta a questo quesito, non avere paura.-
Il silenzio tornò a farla da padrone in quel luogo, lasciando il tempo alla giovane donna di riflettere.

Ilka era combattuta.

Ora che aveva ritrovato la madre era restia a separarsi da lei ma capiva che quello non era il suo posto.

Il suo posto era con il marito, che però non era più tra i vivi.

-Madre, temo che quelle visioni siano comunque sbagliate. Mio marito, il mio amato Sten, non è più sulla terra. Me lo hanno portato via.- le riveló lei a malincuore, ingoiando un groppo che le stava salendo in gola.

-Non temere mia cara. Il tuo amato è salvo e quello che ti è stato raccontato è solo una menzogna. Ora devi decidere, non c' è più molto tempo.- le intimó la madre, esortandola a fare una scelta.

Ilka non si stupì più di tanto a quella rivelazione. Sapeva che il suo valoroso e amato Sten non poteva ancora essere stato reclamato nell' aldilà.

Si.

Aveva fatto la sua scelta.

-Madre, ho deciso.- le sussurrò, mentre nuove lacrime le sgorgavano sul volto.

-Comprendo, figlia mia. È la scelta giusta, non temere. Io sarò sempre qui a vegliare su di te. Ogni volta che ti sentirai triste, pensa a me ed io ti aiuterò. Che tu ci creda o no, gli angeli esistono. Tieni questo, ti proteggerà-

Al collo della giovane comparve un ciondolo color acquamarina screziato di sfumature più scure.

-Si dice che quelle siano le anime degli angeli che ti proteggono dai cieli- le riveló sua madre, posando una delle sue piccole mani su di esso.

Quello emise un bagliore di luce e poi ritornò come era prima.

-Ora vai, tesoro mio. I tuoi cari ti stanno aspettando. E non ti preoccupare, diventerai una madre meravigliosa-

Sua madre le sorrise, facendole comparire un espressione stupita sul volto.

Improvvisamente quello che aveva intorno iniziò a vorticare e lei si ritrovò in una spirale di luce, che la fece piombare nel buio.

* * *

-Ilka, mia dolce sposa, svegliati- una sussurrò dolce e roco invase la sua mente, ancora intorpidita e confusa.

-Mia adorata moglie- questa volta il sussurro diventò più forte e la luce che proveniva dall' esterno colpì le sue palpebre ancora chiuse.

-Amore mio- la voce ora era forte e chiara e Ilka non poteva sbagliare. Sua madre non aveva mentito.

Il suo amato marito era vivo.

Aprì gli occhi e subito la luce l' accecò, facendoglieli sbattere più e più volte, fino a che riuscì ad ambientarsi.

-S-Sten- balbettò, con la voce ancora impastata.

Subito vide su di se l'ombra del marito che sorrideva, mentre delle lacrime gli colavano sul viso.

-Grazie signore- lo sentì sussurrare, per poi vederlo calarsi su di lei.

Le sorrise e le depose un bacio sulle labbra.

-Grazie al cielo sei tornata. Gli angeli hanno ascoltato le mie preghiere. Sei finalmente tornata da me- se la strinse addosso, cercando di fare la massima attenzione.

-Ora che sei tornata non ti lacerò andare mai più. Nessuno potrà più portarti via da me, nessuno. Grazie angeli, grazie del miracolo che avete compiuto.-

In quell' istante la pietra al collo della giovane brilló e sul finestrone della stanza del castello comparve una figura dorata.

Gli angeli esistevano. Ed il miracolo era stato compiuto.

Perché il vero amore trionfa sempre.


_________________________
*Significa: mio amore

Ok ragazzi, come non detto.

Questa non è la fine.

Troppa gente nei commenti mi è parsa scontenta di questo finale, così ora lo dico qui per tutti.

Questo ritorna ad essere il penultimo capitolo della storia, come doveva essere in origine e settimana prossima pubblicherò l' epilogo della storia, quello vero.

Quindi votate e commentate per il prossimo capitolo, perché lo farete, vero? 😊

Altre due cose importanti:

1. Dal sondaggio che ho fatto nell' avviso è risultato che la storia vincente è la 1. Ovvero quella ambientata nel medioevo, che a breve pubblicherò. Per la trama, per chi non se la ricordasse guardate nel capitolo -Avviso- 😜

2. La seconda notizia è che ho deciso di dare un piccolo spazio pubblicità , solo per questa volta a VikingLady, con il suo nuovo romanzo rosa Angels & Demons || Lux Alba, il primo libro della sua trilogia The Renaissance Trilogy.
Per chi fosse interessato vi lascio la trama qui sotto:
(Che non riesco a postare 😜)
Beh, chi fosse interessato vada pure nel suo account, la trovate lì.

Spero che anche per la prossima storia sarete così numerosi, perché lo sarete, vero? 😜

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