Capitolo VII
Villa Møller era immersa nel silenzio, circondata dal buio della notte.
Eppure un orecchio attento avrebbe udito un vociare sommesso che proveniva da una delle tante stanze della casa.
Il conte Nicklas Møller e il duca Silas Van der Meer, lo stesso uomo che alla locanda aveva ingaggiato l'assassino, erano accomodati nello studio del proprietario della casa.
Si erano chiusi li dentro per non farsi udire da nessuno degli altri occupanti della dimora.
Il conte non si fidava di nessuno in quella casa, nemmeno dei suoi servi più fedeli, soprattutto per una situazione spinosa come quella.
Erano in combutta per spodestare il re dal trono di Danimarca ed impossessarsi del potere; non potevano in alcuna maniera sbagliare o ne sarebbe andata della loro vita.
Il duca olandese voleva inoltre sposare la principessa per diventare così re.
Egli era infatti un lontanissimo parente della casata reale, che non aveva accettato che la sua famiglia in passato fosse stata messa da parte per cedere il trono agli Østergaard, la famiglia reale danese di cui l' ultimo discendente era ora Sten.
Di tutto quel folle piano ne erano al corrente soltanto due persone, di cui entrambi si fidavano ciecamente.
Il giovane assassino, Petey Hendriks e la cameriera della principessa, Else De Groot.
Occorreva quindi l'assoluto silenzio e la massima cautela.
-L'incoronazione avverrà esattamente tra due settimane- disse il duca, aspirando una grossa boccata di fumo dalla pipa che aveva nella mano grassoccia.
-La mia serva si sta destreggiando egregiamente all' interno del castello e continua a ricevere informazioni succulente, da camerieri che pensano che lei sia soltanto una delle tante ragazze al servizio del re. Non penserebbero mai che è una spia.- la risata bassa e roca del conte vibrò nell'aria, rimbombando tra le pareti della stanza.
-Ogni sua informazione è preziosa. Voglio sapere tutto, voglio sapere tutto sulla principessa e le sue abitudini.- rispose serio il duca che non vedeva l' ora che Ilka diventasse sua moglie.
-Non preoccupatevi. Else mi riferirà tutto. Mi è fedele e non mi nasconderà nulla- lo rassicurò l' uomo, aspirando nuovamente dalla sua preziosa compagna di legno.
-Quando il nostro piano avrà inizio, tutti rimpiangeranno i giorni in cui la pace ancora regnava.- l'espressione del duca era diventata feroce, simile a quella di un cinghiale incazzato.
Ne avrebbero goduto entrambi del regno che sarebbe nato e che sarebbe stato da loro governato.
Quello di cui erano ignari era che non tutti i camerieri avevano rispettato gli ordini che gli erano stati imposti ed uno di loro, forse il più anziano, aveva già origliato gran parte dei discorsi.
Il suo volto pallido parlava per lui. Quei due nobili erano pazzi ed andavano fermati prima che fosse troppo tardi.
* * *
Else camminava per i corridoi del castello, le lenzuola che teneva tra la braccia che coprivano la sua espressione colpevole.
Erano giorni che seguiva la principessa in ogni posto dove andava, apprendendo informazioni preziose che di certo il suo padrone avrebbe trovato succulente.
Non aveva nulla contro la principessa, anzi ,dato che a breve sarebbe diventata la sua nuova padrona in quanto moglie del duca, la trattava con tutto il riguardo possibile, ma la sua missione era quella di scoprire tutto ciò che sarebbe avvenuto prima dell' incoronazione per riuscire a rapire in segreto la ragazza.
Lei faceva solo da tramite, del resto si sarebbe occupato Petey, il suo innamorato segreto.
Quel giovane assassino, con sua grande sorpresa, l'aveva salvata qualche mese prima da degli stupratori che l'avevano colta in un vicolo della città.
Lo conosceva per la sua cattiva fama ed il fatto che avesse compiuto un gesto a fin di bene l' aveva lasciata piacevolmente sconvolta.
Petey aveva sempre un aria tormentata e lei era stata l' unica che era riuscita a comprendere la sua anima.
Ogni giorno da quel giorno avevano passato del tempo insieme e Else a poco a poco si era innamorata di lui.
Un giorno gli aveva persino domandato il motivo per cui uccidesse e lui le aveva spiegato che ne era stato costretto.
Le aveva detto che un conte di cui suo padre era alle dipendenze, lo aveva ucciso perché aveva osato chiedergli qualche soldo in più per la sua povera famiglia.
Quando lui aveva saputo cosa era accaduto si era armato di pugnale ed era andato ad uccidere l' assassino del genitore.
Da quel giorno aveva iniziato ad uccidere nobili su commissione, creandosi la reputazione che ora si portava in giro.
Else tornò al presente, bussando alla porta della stanza della giovane regnante.
Bussò al grande portone di legno, aspettando la risposta affermativa dall' interno.
Quando le fu dato il permesso, varcò la soglia e subito vide una scena che, nonostante tutto la fece sorridere sotto i baffi.
Il re e la sua sposa se ne stavano seduti vicini allo scrittoio, sorridenti, impegnati a sfogliare quello che sembrava un grosso libro.
Se ne stavano abbracciati, incuranti di ciò che li circondava.
Quando si avvicinò al tavolo notò che su quelle pagine leggermente sbiadite erano stati vergati a mano dei nomi.
Era un tomo che conteneva una raccolta dei nomi di tutto il regno, sia maschili che femminili, che aveva fatto istituito il re attuale.
A quel punto Else non riuscì più a trattenere un sorriso, che aveva comunque uno sfondo amaro.
Anche i libri che lei stava portando tra le mani, erano simili a quello sul tavolo ed il pensiero di cosa potevano significare quelli e di cosa stavano per fare loro, le stringeva il cuore.
Doveva stringere i denti e compiere la sua missione o il conte, come si era premurato di assicurarle con un ghigno cattivo stampato sul volto, le avrebbe fatto la pelle.
-Ho portato i libri che mi avevate domandato, vostre altezze.- parló la cameriera, posandoli sul tavolo accanto a loro.
I due le fecero un cenno di assenso, dopodiché la congedarono, lasciandola ai suoi compiti di quel giorno.
La giovane dai capelli ramati si chiuse la porta alle spalle, dopo aver salutato e ritornó in corridoio.
Lacrime silenziose inondavano i suoi occhi, scivolando sulle sue belle guance bianche.
Le sfregó via con un gesto stizzito.
Aveva una missione da compiere e non c'era spazio per i sentimentalismi.
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Buonasera a tutti!
Siamo arrivati al VII capitolo, vi è piaciuto?
Confesso che alcuni capitoli mi impegnano più di altri, ma anche questo sono riuscita a terminarlo, per fortuna.
Vi avviso che non mancano più di cinque o sei capitoli alla fine della storia e che quando questa sarà completa inizierò con una di quelle da voi votate.
Detto ciò, come ultima cosa, votate e commentate per il prossimo capitolo, perché lo farete, vero? 😜
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