『ℂ𝕒𝕡 𝟚』

𝓝𝓲𝓰𝓱𝓽𝓶𝓪𝓻𝓮

Il grande giorno era finalmente giunto. A partire da oggi, la mia vita sarebbe cambiata per sempre. Dopo tutti i miei sforzi, avevo finalmente raggiunto il mio obbiettivo. Comimciai ad amare la Storia antica sin dalla giovane età, e da quel momento mi impegnai sempre più per riuscire a realizzare il mio sogno, cioè quello di diventare un insegnante. Non avrei mai immaginato però, di riuscire a realizzarlo così velocemente. Infatti appena compiuti 25 anni, sono stato assunto come insegnante di Storia antica in uno dei College più facoltosi di sempre: il "Royale Underground College".

Un onore inaspettato ma ben apprezzato. Ciò mi rendeva orgoglioso delle mie capacità: significava che avevo le giuste competenze per la fama di quel College? Oppure hanno notato il mio talento e non se lo sono lasciati sfuggire? O forse... non avevano un professore assegnato a quella materia e mi hanno scelto come ultima risorsa? Tutto può essere... Ma questi pensieri non mi turbarono minimamente. Qualunque fosse stata la ragione, io gli avrei mostrato le mie abilità, non lasciando dubbio alcuno.

Ero pronto per uscire quando vidi mio fratello appoggiato alla porta, che mi fissava con aria soddisfatta. Mi rivolsi verso di lui e sorridendo chiesi:" Perché mi guardi in quel modo? Ho per caso qualcosa in viso?" L'altro rise lievemente e avvicinandosi a me disse:" Nulla, nulla. Sono semplicemente felice che mio fratello sia riuscito a realizzare il suo sogno... e la tua visione, così solare e raggiante, mi fa una inaudita tenerezza~" Mi avvicinai a lui sorridendo:" Ti ringrazio fratello mio"

Ero felice di avere mio fratello al mio fianco. Dovete sapere che in giovane età, io e mio fratello siamo stati separati; non ci hanno permesso di stare insieme per ben 10 anni. Quelli per me furono degli anni bui e tristi, pieni di dolore e di solitudine. Ma nell'esatto momento in cui i nostri occhi si scontrarono nuovamente, non ci separammo più. All'epoca, io avevo da poco compiuto 18 anni e mio fratello ne avrebbe presto fatti 17; nonostante ciò decidemmo di trasferirci e di andare a convivere insieme, solo io e lui, come i vecchi tempi. La sensazione di aprire quella porta e appena varcata la soglia, essere accolto da un "Bentornato" nel luogo che finalmente potevo chiamare casa, riportò la pace nel mio cuore, strappatami via dalla solitudine; ritrovai quella gioia che solo il me di un lontano passato conosceva. Sono trascorsi ormai 7 anni da quel giorno, e adesso entrambi saremmo entrati in un College prestigioso, chi sotto nome di "studente" chi di "insegnante".

Il sogno di mio fratello Dream era quello di diventare un pattinatore. Non ve lo aspettavate eh? Nel paesino dove abbiamo vissuto, vi era questo enorme lago, proprio al centro della piazza. Ed essendo un luogo sperduto fra le montagne, quindi con temperature molto basse, era assolutamente normale che quest'ultimo si congelasse, permettendo a tutti i paesani di potervi pattinare sopra. Dream ogni inverno mi pregava di accompagnarlo ed io da bravo fratello maggiore, come avrei potuto dirgli di no? In un primo momento risultò difficile, ma con il tempo Dream diventò eccezionale, un talento naturale. Fu in quel periodo che le nostre strade si divisero, Dream venne preso sotto l'ala di diversi managers, assicurandogli un futuro prestigioso. Inizialmente il pensiero lo entusiasmava, ma l'idea di lasciarmi lo consumava da dentro. Nonostante non fosse d'accordo su questa decisione, non gli diedero molta scelta. Lo strapparono via da me con la forza lasciandomi nell'oscurità più totale. Avevano fatto estinguere il sole che illuminava il mio cielo e di conseguenza... il buio iniziò a calare sul mio mondo, rendendolo grigio. Ogni volta che ripenso a quel momento, il mio cuore fa un sussulto, inizia a tremare con la paura di poterlo perdere nuovamente.

Un'ulteriore ragione per la quale ero immensamente felice di lavorare in questo luogo. Non solo sarei potuto rimanere al suo fianco anche durante il giorno; ma Dream, nonostante avesse rinunciato al sogno di diventare un pattinatore, poteva comunque continuare a praticare ciò che amava. La struttura era provvista di un campo da hockey dove, a turni, si poteva praticare anche il pattinaggio. Non volevo che mio fratello rinunciasse al suo sogno ma al tempo stesso speravo intensamente che questa idea non ricominciasse a gironzolargli per la testa.

Dopo questa piccola introduzione, era giunto il momento di andare, non volevo certo tardare il mio primo giorno di lavoro. Ci avviammo verso la macchina dopo essermi fatto convincere da Dream nell'accompagnarmi. Aveva preso la patente da poco tempo e nonostante ciò, se la cavava davvero bene al volante. Non ci volle molto per arrivare; pensavamo sarebbe stato difficoltoso giungere sul posto non avendolo mai visitato ma un'enorme ondata di studenti ci aveva guidato fino all'ingresso. Parcheggiammo e ci avviammo verso l'immensa palestra dove si sarebbe svolta la cerimonia. Mio fratello si unì ad alcuni studenti che aveva conosciuto all'Open Day, io invece raggiunsi quelli che sarebbero stati i miei colleghi in questo percorso. I primi che ebbi il piacere di conoscere furono: il professor Error insegnante di educazione fisica e coach della squadra di rugby, il professor Ink insegnante delle belle arti e psicologo dell'istituto ed infine la professoressa Muffet insegnante di scienze naturali e chimica. Strinsi subito un piacevole rapporto con i miei collaboratori, mi sentivo a mio agio proprio perché tutti loro avevano all'incirca la mia età, tra i 25 e i 30. Questo mi rassicurava, avevo il timore di essere il più giovane e quello con meno esperienza ma realizzai di non essere il solo.

Dopo una lunga mezz'ora di chiacchierata, notammo che stava per avere inizio la cerimonia di benvenuto e che una folla esagerata di studenti stava pian piano riempiendo la sala. Tutto noi ci posizionammo nei posti assegnatoci aspettando il discorso di apertura e la divisione degli studenti. A dirla tutta questo college, essendo uno dei più facoltosi, non era accessibile a tutti. Potevano permetterselo solo particolari persone non solo perché le spese potevano risultare alte ma anche per la quantità di requisiti richiesti. Bisognava possedere diverse capacità per entrarvi e proprio per questo motivo che in totale vi erano solo 1200 studenti circa. I partecipanti furono divisi in 5 sezioni: A, B, C, D ed E ed ognuna di esse possedeva all'incirca 200 studenti o più. Le aule erano molto grandi quindi non era difficoltoso farli accomodare tutti; in più, molti di loro, preferivano effettuare la didattica online.

Passata quella mezz'ora che sembrava infinita, ci lasciarono andare per poi distribuire tutte le direttive ai rispettivi professori. Essendo 5 sezioni ed io ancora un novellino, decisero di affidarmene solo due, la A e la E. Le altre tre erano state assegnate al secondo docente di Storia Antica, un uomo di età avanzata ma dall'aria diligente e gentile. Dopo una breve conversazione per racimolare reciproche informazioni, fui accompagnato dal professor Error e dal Professor Ink nei pressi della struttura per studiarne gli aspetti. Mi venne indicata l'aula dove avrei effettuato le mie lezioni e soprattutto il mio ufficio. Ogni docente possiede un proprio ufficio dove potersi dedicare un po' di privacy.

Quella struttura era immensa, a tal punto che senza l'aiuto dei miei collaboratori, mi sarei probabilmente perso. Dopo una serie di giri tutti e tre giungemmo nella spaziosa biblioteca che la struttura offriva. Ero davvero emozionato, da amante della lettura quale sono, vedere una biblioteca di queste dimensioni e così ben fornita mi colmava il cuore di gioia. Mentre il mio collega Ink mi illustrava la zona ci imbattemmo in un giovane con una felpa nera ed una sciarpa rossa.

Ink mi sorrise dicendo:" Lui è un altro collaboratore, un tirocinante, è molto giovane e sta con noi da poco tempo ma è davvero efficente." Volse lo sguardo verso il ragazzo chiamandolo:" Hey Gothy, sei pronto per ricominciare il tirocinio?" Sentita quella voce il giovane si girò volgendo lo sguardo nella nostra direzione:" Oh buonasera professore Ink, professor Error"

Finalmente riuscii a vedere il viso del ragazzo: come avevo detto in precedenza portava una felpa nera con un teschio disegnato sopra, pantaloni dello stesso colore, una sciarpa rossa e un paio di occhiali da vista. Il ragazzo si rivolse a me dicendo:" Voi dovete essere il nuovo docente di Storia Antica?" Risposi porgendo la mano:" Sì avete detto bene; Nightmare, è un piacere conoscervi" il ragazzo mi sorrise dolcemente e ricambiando la stretta rispose:" Io sono Goth, Goth il bibliotecario" disse ridendo lievemente. Ink poggiò delicatamente la mano sulla testa del giovane dicendo:" Questo ragazzo è stato davvero una manna dal cielo, non solo perché è impeccabile in ciò che fa ma è giunto qui in un momento di estremo bisogno!" Lo guardai e ridendo dissi:" Non lo metto assolutamente in dubbio!" Ink continuò:" Ehehe non devi infatti! Non farti ingannare dalla sua giovane età, ha solo 22 anni ma è davvero responsabile e maturo!" L'altro arrossì lievemente dicendo:" La prego professore la smetta! Così mi mette in imbarazzo!" Il più grande rise dolcemente alle sue parole e dopo una lieve chiacchierata ci separammo con la premura di venirlo a trovare durante le ore di lavoro. Dopo gli ultimi giri e controlli il nostro tour giunse al termine. Ringraziai i miei colleghi per tutto il loro aiuto, dopodiché li lasciai per raggiungere mio fratello che mi stava aspettando appoggiato alla macchina.

Mi avvicinai a lui dicendo:" Dream! Scusa se ti ho fatto aspettare! Sei qui da tanto?" Lui mi guardò e come se nulla fosse rispose:" Nah, solo da una mezz'ora. Adesso andiamo" a quelle parole rimasi un attimo impietrito:
"M-Ma come mezz'ora?" Dream rispose:" Eh già! Una mezz'ora buona!". Lo guardai:"Oh... Scusami..." L'altro rise alla mia reazione per poi rispondere:" Hey Hey! Non c'è problema! Dopotutto questo sarà il tuo nuovo lavoro, è normale che tu ci abbia messo così tanto! Non preoccuparti, davvero! Piuttosto, come è stato il giro? Ti hanno già dato le classi? E gli orari?? Io sono nella classe B." Gli sorrisi e risposi immediatamente alla domanda descrivendogli tutto ciò che avevo visto e tutti coloro che avevo conosciuto. Il racconto durò a lungo, ne parlavo con tanta foga ed entusiasmo. Mio fratello ne sembrava davvero felice, felice che mi fossi lasciato trasportare da questa euforia:" Hey, mi stai ascoltando?" Dissi sorridendo. L'altro mi guardò:
" Ahah, ma sì che ti sto ascoltando! È davvero tutto interessante fratellone! Ma... intanto che parli, non è che possiamo andare a mangiare qualcosa? Sto morendo di fameeeeee!" Disse facendo un'espressione quasi disperata. Io alzai gli occhi al cielo e sorridendo accennai un sì comprendendo che il mio entusiasmo lo avevano capito anche le stelle. Quindi, continuare a ripetere quanto quel college fosse bello assieme ai suoi professori e alla sua biblioteca, non aveva molto senso. Dopo aver mangiato qualcosa ci dirigemmo finalmente a casa e lì passammo il resto della giornata preparando tutto ciò che avremmo portato il giorno dopo.

Era giunta l'ora di andare a letto, ed io ero un po' in ansia per quello che sarebbe potuto accadere il giorno successivo. Quello sarebbe stato il mio primo vero giorno di lavoro. Avrei insegnato di fronte ad una classe di quasi 200 studenti. Un ansia improvvisa mi sovrastò:" Non ce la farò mai." Dissi con gli occhi sbarrati. Mio fratello mi raggiunse ridendo per poi poggiare una braccio intorno al mio collo:" Andiamo fratello, dopo tutto quello che è successo, vuoi ritirarti proprio ora? Non ne vale proprio la pena, sarebbe tutta fatica sprecata no? Dai! Adesso riposati e vai a letto! Domani sarà un gran giorno!" Disse per poi uscire. A quel punto anche io capii di star facendo una scenata e non potevo mollare tutto, non ora. Così decisi di andare a letto pregando che il giorno dopo arrivasse in fretta.

*bip *bip *bip

La mia sveglia si fece finalmente sentire e quando quel fastidioso suono entrò nella mia testa, portandomi via dal mondo dei sogni, constatai che era giunto, per davvero stavolta, il grande giorno. La mia sveglia segnava le 5:30 e dopo averla spenta, scesi di corsa dal letto per andare a preparare la colazione chiamando poi mio fratello. Dopo esserci preparati e aver dato colazione si erano ormai fatte le 7:12, era ora di andare:" Dream! Sei pronto! Sbrigati altrimenti facciamo tardi!" L'altro mi raggiunse:" Eccomi eccomi! Andiamo!". Entrambi salimmo in macchina e in poco tempo arrivammo davanti l'istituto. Ci salutammo all'entrata e gli augurai di passare una piacevole giornata. Io raggiunsi i miei colleghi, ci ritrovammo tutti insieme al bar per un caffè per poi cominciare le lezioni.

Alla prima ora mi diressi verso l'aula che mi era stata assegnata, la T13. Ero abbastanza agitato ma sono certo che andrà tutto bene. È da tutta la vita che aspetto questo momento e non lo distruggerò a causa di ansie e paranoie. Iniziai le mie prime tre ore di lezione, mi introdussi, per poi iniziare a spiegare il programma. Alla fine delle mie ore, alcuni studenti accorsero da me per informazioni sugli argomenti spiegati, facendomi davvero moltissime domande. Questo mi rallegrò, ero felice che la mia prima lezione fosse andata a buon fine, spero solo che anche le prossime ore andranno così lisce.

Si avvicinava l'ora di pranzo perciò prima di dirigermi in mensa, passai per il mio ufficio posando le mie cose per poi andare a fare visita a Goth in biblioteca. Parlammo per tutta la durata del pranzo affrontando conversazioni davvero interessanti. Quel piacevole momento però giunse al termine quando, guardando l'orario, mi accorsi che era giunto il momento di ricominciare il turno e di dirigermi nell'altra aula. Così salutai Goth e mi diressi verso la seconda aula assegnatomi, la T9.

Non so nemmeno io per quanto tempo la cercai, sembrava non trovarsi da nessuno parte quella maledetta aula. Ma seriamente!? Dove diavolo è situata?! Mi ritrovai costretto a chiedere informazioni ad uno dei collaboratori scolastici che mi indicò senza problemi la strada da seguire per raggiungerla. Lo ringraziai e mi diressi immediatamente verso di essa:" Certo che un cartello potrebbero pure metterlo!"

Nonostante questo piccolo momento di panico riuscii a trovare l'aula in questione e a cominciare la mia lezione. Sembrò scorrere tranquillamente quando i miei occhi si scontrano con quelli di un giovane seduto ai primi banchi; avevo notato come mi stava osservando. Di conseguenza gli rivolsi un sorriso continuando poi la mia lezione. Finita quell'ora, una serie di ragazzi si precipitarono da me per ulteriori informazioni e chiarimenti.

Ad un tratto vidi anche il ragazzo a cui avevo rivolto il sorriso; sembrava molto interessato alla lezione. Gli sorrisi nuovamente appena lo vidi:" Posso fare qualcosa per te?" Studiai l'aspetto di quel ragazzo: portava una felpa nera, un cappello dello stesso colore, dei pantaloni a vita alta e alcuni accessori. Il mio sguardo però si posò non solo sui suoi occhi, ma soprattutto sulla particolarità della sua anima. Non avevo mai visto un mostro con la sua anima esposta in quella maniera. Era... affascinante. Il ragazzo mi guardò dicendo:" Quando lei ha parlato di come una forma di scrittura fosse stata introdotta solo a partire dal 3100 a.C e di come l'uomo risultasse stolto a non essere ancora riuscito ad inventarla." Risposi:" È esatto" L'altro ribatté:" Lei quindi sostiene anche che l'uomo potesse non avere una forza sull'altro? Che l'uomo non potesse imporre una legge sull'altro perché non possedevano un metodo di comunicazione?" Risposi ridendo:" Oh no no. Sono ben consapevole che queste forme di superiorità esistessero già in quel periodo, semplicemente l'uomo non conosceva ancora il modo per descriverlo a parole."  Dissi in conclusione. Il ragazzo sorrise dopodiché disse:" Io penso che un modo per dimostrarlo lo avessero!" Mi stavo incuriosendo; poggiai i gomiti sulla cattedra e posizionando il mento sulle mie mani giunte dissi:" Sono tutto orecchie~"

Il ragazzo mi sorrise quasi in modo ammiccante, da sfida:" Sulla Terra compare  il genere Homo, specie Homo habilis, circa 2,5 milioni di anni fa. Incapaci di comunicare, trovandosi in un luogo a loro sconosciuto, ciò che l'uomo può fare in questa situazione, è fare esperienza del territorio nuovo attorno a sé. Apprende tramite i suoi primi passi e le sue prime azioni ciò che noi chiamiamo emozioni. Detto questo, sappiamo tutti che l'emozione più primitiva è?" Disse facendomi cenno di continuare, convinto che io sapessi la risposta:" La paura." L'altro sorrise al mio coinvolgimento per poi continuare:" Esattamente, la paura. Vi sono diversi tipi di uomini, chi noncurante del pericolo e chi troppo terrorizzato per affrontare il mondo che l'universo gli ha donato. Coloro che sono riusciti a compiere i primi passi sugli altri, sono anche coloro che hanno stabilito i primi metodi di comunicazione, di comando. In breve, utilizzavano la paura per comunicare con i propri simili, riuscivano ad ottenere queste differenze sociali." Mi piaceva il suo discorso, avendo studiato per tanti anni gli esseri umani, mi faceva piacere trovare qualcuno con i miei stessi interessi.

Dopodiché risposi:" Hai ragione, tramite la paura potevano sedarli per poco, ma come era possibile farlo capire se non scritte? Se non tramite un qualcosa che concretizzasse quelle regole? Non avendo una cultura, e non avendo la possibilità di apprendere dai propri errori, come potevano fare per trovare una stabilità mentale con gli altri?" L'altro mi guardò:" Beh è semplice, sempre con la paura. Se una persona è consapevole di cosa un'altro individuo è terrorizzato, sarà la persona che ha raggiunto più autonomia a scegliere cosa fare di questa informazione. Se usarla per mettere tutti ai propri piedi, continuando a farli vivere in un mondo di paura, o se sfruttarli per creare un essere più forte ed aiutare gli individui a vedere quella paura in modo diverso, affrontandola. Essendo però gli umani molto egoisti, utilizzavano questi metodi solo per 'comunicare' ai propri coetanei chi fosse il capo, e quale terribile disgrazia sarebbe potuta accadergli se non avessero rispettato quella persona che riusciva ad affrontare quella paura che loro erano impossibilitati di affrontare. Così facendo, con la pura, si poteva trasmettere un metodo di comunicazione, maligno ma efficace." Disse in conclusione. Io lo guardai affascinato:" Vedo che la mia lezione ha suscitato il tuo interesse, Signor?" L'altro sorrise:" Killer! Può chiamarmi semplicemente Killer, Professore! E devo dire di sì, avete superato le mie aspettative. Non vedo l'ora per una vostra prossima lezione professore." Disse facendo un piccolo inchino, io rimasi incuriosito dal modo di pensare di quel giovane. Gli sorrisi:" Spero di poterti riavere qui in presenza anche la prossima volta allora." Mi porse un sorriso e prima di uscire mi disse:" Potete contarci! Non posso perdermi un divertimento simile~! La saluto professore!" Disse per poi raggiungere un'altro giovane che lo stava aspettando.

Che inizio interessante.

Che ragazzo interessante...~







『Scusate se ci metto un po' ma in questo libro voglio cercare di donarvi il "miglior capitolo" che io possa scrivere ogni volta che ne pubblico uno. Quindi spero che possiate pazientare per i miei aggiornamenti, nonostante questo vi ringrazio di cuore per il supporto! P.s ci tengo a sottolineare che questo AU non è ispirato a quello di Nerd and Jock, è una mia versione alternativa dal quale ho preso spunto. Vi sto spiegando questo in seguito agli scandali avvenuti con la disegnatrice di quel AU (thegreatrouge) la quale, da piccola, ero tanto innamorata. Crescendo si capiscono molte cose e purtroppo si realizza anche cosa si cela dietro a quelli che un tempo potevano essere i nostri idoli. Io vi ringrazio e vi aspetto al prossimo capitolo, bye bye💚』

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