III. Le terme
Continuavo a sentirmi gli occhi addosso. Avrei potuto ammazzare tutti quanti con un semplice gesto della mia Artemisia, ma mi contenni. Non era da me uccidere innocenti. Non riuscivo tuttavia a sopportare l'atteggiamento della principessa Dayana. Era così spavalda, arrogante. Proprio quel tipo di persona che ignora i bisogni altrui per concentrarsi sui propri.
Avvertii un vago senso di soffocamento. La sensazione di essere spiata, di non avere vie di fuga da quella situazione. Il fatto che la principessa volesse sempre toccarmi i capelli, rimarcare il suo potere su di me o ancora di più il fatto che volesse che mi facessi un bagno mi rendeva ancora più nevrotica.
Avanzai, seguendo le cameriere. Il percorso che stavamo seguendo ci condusse nei sotterranei del castello. Mi misi sull'attenti, temendo che fosse una trappola ma con mio sommo stupore mi ritrovai dinanzi una fila spropositata di vasche, erano delle terme calde. Dall'acqua usciva del fumo, come se fossero state riscaldate direttamente dalle fiamme di un drago.
Aspettai che le cameriere si fossero dileguate. Non avevo mai avuto tanta voglia di mettermi in mostra e di certo non lo avrei fatto dinanzi a delle povere serve. Si offrirono di lavarmi i capelli, di massaggiarmi ma all'ennesimo rifiuto accettarono e finalmente mi lasciarono sola.
Togliersi l'armatura era sempre una scocciatura, ci impiegavo molto tempo. Il cozzare del metallo creò un frastuono insolito per quel seminterrato che era una bolla che proteggeva dall'esterno. Chi l'aveva progettata desiderava per certo che chiunque ci entrasse perdesse la cognizione dello spazio e del tempo.
Mi immersi in quelle acque, la sensazione di tepore che mi avvolse fu tale che per un momento pensai davvero di potermi rilassare. Era benefica e chiara. Quando entrai con tutto il corpo tirai indietro la nuca, facendo bagnare anche i capelli. Erano anni che non facevo un bagno come si deve, di solito approfittavo dei torrenti per rinfrescarmi ma da quando ero giunta a nord ci avevo rinunciato: entrare nei gelidi laghi ghiacciati vuol dire morire assiderati.
Mi sentii subito meglio. Mi appoggiai con la schiena a bordo della vasca e lasciai che l'acqua mi purificasse e lavasse.
Mi bruciavano le ferite che avevo riportato sulla schiena meno di una settimana prima, tuttavia non era una sensazione sgradevole. Sembrava quasi che quel bagno mi stesse aggiustando, tonificando.
Ero sul punto di addormentarmi quando il ticchettio dei passi di qualcuno mi costrinse a girarmi. Dovevo immaginarlo, era la principessa Dayana.
- Vedo che apprezzate le terme di Dyronne. Ne sono felice. - constatò mettendo le braccia dietro la schiena. Non si addiceva affatto come postura ad una principessa: sembrava quasi un anziano signore saccente. Indossava un lungo abito viola, stretto sui fianchi e largo in vita con un colletto alto e una pietra nera (credo fosse ossidiana) che copriva il suo delicato collo. A vederla così, più che una principessa, sembrava una regina vedova. Fin troppo formale per una principessa. Ma ovviamente non lo dissi.
- Ho finito, esco subito. - risposi.
- Siete qui appena da tre ore. Rilassatevi, mio padre non arriverà prima di sera. - mormorò lei con un sorrisino.
Aggrottai le sopracciglia confusa.
- Tre ore? Sono qui da tre ore? - mormorai alzandomi in piedi, come se fossi appena stata colpita da un fulmine. Ma immediatamente mi riabbassai, rendendomi conto di essere nuda e di aver probabilmente fatto la peggior gaffe di sempre proprio davanti alla principessa.
Il suo viso cambiò espressione d'impatto, come se avesse visto qualcosa di sgradevole e orripilante.
Abbassai lo sguardo deglutendo. Non era colpa mia. Insomma, era lei che era venuta a spiarmi mentre facevo un bagno. Giusto? Quale colpa potevo avere di una simile situazione?
- Nessuno vi ha detto di alzarvi. - ringhiò lei avvicinandosi al bordo della vasca.
- Perdonatemi, principessa. Non avevo intenzione di restare qui a lungo e sento di star abusando della vostra ospitalità in questo modo. Sarà meglio che io prenda le mie cose e parta. - sussurrai. Ero in una situazione assurda: non potevo alzarmi o sarei stata di nuovo esposta dinanzi a lei e non potevo neppure restare lì ancora a lungo.
- Non vi ho concesso di parlare. E se io voglio offrire un bagno, un pasto ed un letto ad una mercenaria è unicamente affar mio. Voi resterete qui. Vi è chiaro? - la sua voce arrivò dura, ferrea. Non accettava compromessi come al solito. Annuì.
- Alzatevi adesso. - ordinò perentoria, mettendosi a braccia conserte.
Eseguii il suo comando senza ribattere, facendo pressione sulle gambe. Ero più alta di lei, più possente. Ma allo stesso tempo mi sentivo così umiliata quando parlava e pretendeva che tutti facessero ciò che lei voleva. L'idea di sbatterla a terra e ammazzarla mi aveva sfiorato il cervello un paio di volte, ma avevo sempre desistito. Non potevo farmi altri nemici, ne avevo già troppi. E poi uccidere un membro della famiglia reale significa diventare un criminale di fama mondiale, cosa che non volevo affatto.
Gli occhi della principessa corsero lungo il mio corpo numerose volte. Non era di certo la prima volta che qualcuno mi vedeva nuda, ma stavolta sentii che era diverso. Non c'era eccitazione, ma una sensazione di disgusto. Quasi che più osservasse il mio corpo, le mie cicatrici, il mio petto e più fosse soggetta a vomitare.
- Da quanto tempo combattete? - chiese a bassa voce avvicinandosi. Mi pietrificai ancora una volta. Quando distese la sua mano verso il mio viso provai un vago sentore, un fremito alle dita. Le avrei tirato un pugno in pieno viso se non avesse smesso di toccarmi.
- Dieci anni. -
- E quanti ne avete adesso? -
- Ventiquattro. Credo. - annuì.
- Non voglio mentirti, Alexa. Ma d'ora in poi sarai la mia spalla. Non potrai allontanarti da Dyronne, pena la morte. Qualunque cosa vorrai fare, dovrai chiedere consiglio a me. Nessuno oserà più toccarti, tranne me. Sarai la mia guardia fidata, la mia dama di corte, la mia serva, il mio cane. Farai ciò che ti dico senza fiatare. E quando ti verrà in mente di disobbedirmi, ricordati questa parole: la principessa di Dyronne ti inseguirà in capo al mondo se necessario. Ti rinchiuderò nelle segrete e dovrai comunque sopportare la mia presenza. Non puoi sfuggirmi, Alexa Myroud. -
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