21. Sem

Non posso credere hai miei occhi, tra tutti coloro che sarebbero potuti entrare da quella porta per salvami, non mi sarei mai aspettata che fosse prorpio lui.
-Allontanatevi da lei se non volete fare la stessa fine del vostro amico.-
Tutti lo guardano senza proferire parola. Ma quello che si udisce è un secondo sparo e poi le mie urla di dolore.
La vista mi si offusca e tutto quello che riesco a sentire e qualcuno che mi si avvicina, mi sussurra parole che non capisco per poi mettermi qualcosa nella tasca dei pantaloni. Vorrei chiedere aiuto ma nelle mie orecchie sento solo grida e altri spari che impegnano l'aria che respiro.
- Ti porto via da qui resisti.-
Non riconosco la voce ma immagino che debba essere Samuel che mi prende in braccio e mi porta fuori dalla mia cucina che sicuramente sarà diventata un campo da battaglia.

Provo dolore ovunque, sento di voler chiudere gli occhi e lasciare che l'oscurità mi avvolga ma ho abbastanza forza di volontà per cercare di rimanere sveglia.
-Resta con me Azzurra. Ti porto in ospedale.-
Cerco di muovermi, cerco di parlare ma il dolore e troppo forte e la mia voce e troppo debole.
- Ospe.....-
Tossico e immagino che dalla mia bocca esca del sangue.
- dale no...-
Non vedo il volto di Samuel ma non sara felice delle mie parole.
-Azzurra morirai se non ti porto in ospedale.-
Mi bastano pochi istanti per riavere la vista e vedere Samuel con il volto contratto dalla preoccupazione.
Vorrei chiedergli perché si sta preoccupando di me in questo modo, ma questo non mi sembra il momento.
- Ti preso non in ospedale.-

La sola cosa che vedo è lui che annuisce prima di vedermi circondare all' oscurità.

- Ti sei mai chiesta perché tu sei così ed io sono così?-
Guardo il ragazzo davanti a me e cerco di capire la sua domanda ma senza alcun successo.
- Che intendi dire Sem.-
Lui cammina al mio fianco mentre io cerco una panchina vuota in cui sederci.
- Voglio dire non ti chiedi mai perché tuo padre doveva morire invece di un altro pilota?-
Sa che odio parlare di lui, che lui deve rimanere un mio ricordo custodito e segreto da tutti gli altri. Ma è convinto che parlarne mi faccia bene, per questo sfida la mia furia pur di cercare di farmi del bene.
- Probabilmente è destino.-
E la mia sola risposta mente vedo nella festa mamma passeggiare con lo sguardo assente, con al suo fianco Gregor che non appena mi nota mi sorride in modo maligno.
Il destino però e veramente un bastardo che si diverte con la vita delle persone.
-Secondo te perché il destino vuole che io vada via.-
Mi volto verso il mio caro amico non riuscendo a capire le sue parole.
-Devo partire Azzurra.-

Vorrei dire qualcosa ma non riesco. Conosco Sam da due mesi eppure abbiamo legato veramente tanto. Sembrerò una bambina ma non voglio che lui vada via, non voglio che mi lasci sola più di quanto già non mi senta.
-Dove andrai?-
Vorrei andare con lui, lontano dal mio destino bastardo.
- Non posso dirtelo.-
Si alza in piedi e mi sorride mentre io lo guardo corrugando la fronte a causa della sua risposta.
- Ma ricordati una cosa.-
Si inginocchia a mi bacia delicatamente le labbra e poi la fonte, mentre io resto immobile.
-Quando avrai bisogno di me ti basterà chiamarmi e io sarò da te.-
Si alza mentre io resto ancora immobile nella mia posizione.
-Addio Principessa Azzurra.-
Si volta e va via mentre dalle mie labbra esce un semplice.
- Non lasciarmi.-
Ma lui è troppo lontano per potermi sentire.

Sento un piacevole calore farsi spazio nel mio corpo. Sento coperte pesanti coprirmi e un letto morbido accogliermi.
-Dovremmo portarla in ospedale sono due giorni che dorme.-
La voce mi arriva un po distorta ma cerco ugualmente di mettere in funzione ogni mio senso sopratutto quello della vista per capire dove mi trovo.
-Lei non voleva andare in ospedale ho semplicemente fatto come mi ha chiesto.-
Ora riconosco la voce di Samuel. La porta della stanza e aperta ed io vorrei alzarmi e poter vedere che cosa sta succedendo.
Mi guardo in torno e non riconosco la stanza chissà dove mi trovo.
- La sua vito è più importante dei suoi capricci.-
Ed ecco Joe pronto a mettere davanti a tutto la mia vita invece dei miei desideri, ancora non so se apprezzare oppure no questa cosa.
-Ci sarà un motivo per cui avrà deciso di non essere portata in ospedale.-
Per fortuna che Jennifer e colei che riesce a mettere un po di sale in zucca in quelle teste bacate.
Allontano le calde coperte dal mio corpo per ritrovarmi il busto fascisti da spesse garze. Sento dolori diffusi ma cerco di mettere forza nei piedi per dirigermi  verso le voci, prima che qualcuno inizi ad alzare le mani.

Esco dalla porta della stanza per ritrovarmi davanti un lungo corridoio che porta ad una scala.
I muri sono piene di foto che raffigurano una famiglia felice, ma quello che mi colpisce maggiormente in quelle foto e il ragazzino capelli biondi che viene raffigurato.

Qualcosa di vetro che viene scaraventato con forza per terra mi riporta a concentrare la mia attenzione su coloro che si trovano alla fine delle scale.
- Se lei muore fratello, giuro che ti faccio fuori con le mie stesse mani.-
Ed ecco la voce di colui che avrei voluto sentire da subito. La voce di colui che avrei voluto al mio fianco quando i protagonisti dei miei incubi si sono mostrati hai miei occhi vivi e vegeti.

-Ricordati di una cosa Nick.-
Man mano che mi avvicini alla fine delle scale sono sempre più vicina a loro. Ma il mio sguardo e concentrato anche a guardare una ad una le foto che vi sono appese alla mia sinistra.
Sono pronta ad entrare nella stanza da cui arrivano le quattro voci quando una semplice frase rende reale quello che ormai avevo già capito.
-Voi l'avate amata entrambi, ma io l'ho amata per primo.-

E sono lì tutti di forte a me è quello che io riesco a dire e semplicemente:
-Sem.-

Angolo Autrice
Scusate gli errori
Ditemi cosa ne pensate, se vi aspettate tutti questi colpi di scena.
Cosa vi aspettate che accada? Commentate.

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