15. Verità

Con mia grande sorpresa mi porta in camera su per poi depositati sul letto e andare alla ricerca di un cambio per me. Resto da sola quanto basta per chiedermi come sia potuto succedere, come posso non essermi accorta prima che la moto era stata manomessa eppure qualche segnale lo avrei dovuto captare.
- Non mangiarti la testa sulla moto, l'importante che tu sia viva.-

Nick sulla soglia della porta con in mano una sua maglietta mi guarda capendo tutto quello che mi passa per la testa.
-Su quella moto ci saresti potuto essere tu.-
E la consapevolezza che questa notte lo avrei potuto perdere mi toglie il respiro.
- Lo avrei preferito.-
Si avvicina e si mette seduto al mio fianco lasciandomi sorpresa non solo dal suo gesto ma anche dalle sue parole.
-Quando ti ho vista per terra, rannocchiata su te stessa mi sono sentito morire dentro. Se ti fosse successo qualcosa...-
Le parole gli mancano e concentra il suo sguardo per terra, mentre io invece mi perdo nella sua figura che in questo momento mi sembra così fragile davanti a me.

Mi guarda negli occhi facendomi perdere. Non posso resistergli lui è come un piccolo laghetto per un uomo che non beve da mesi. Mi avvicino sempre di più e lui non fa nulla per allontanarmi.
Lo bacio in modo delicato come se gli concedessi la possibilità di allontanarsi da me se lo vuole. Lui porta la sua mano tra i miei capelli e mi attira a se facendomi capire che vuole approfondire il bacio.
Ed è come se fossimo tornati  indietro nel tempo mentre mi sento un tuttuno con lui, lo sento il suo amore per me che è ancora qui da qualche parte.

Si allontana come se improvvisamente si sentisse in colpa per quello che ha fatto, ma poi vedo nei suoi occhi un emozione che pensavo che non avrei mai più rivisto, desiderio, desiderio per me.
- Ti odio per avermi lasciato qui da solo ad affrontare i mie demoni senza te.-

Ricomincia a baciarmi non permettendomi di rispondergli.
Mi stende sul letto e io non mi oppongo a lui. Ma per quanto ora io voglia perdermi in lui devo dargli le risposte che si merita.
- Non sono andata via perché lo volevo io,ma perché sono stata obbligata.-

Improvvisamente si ferma e si paralizza per poi sollevarsi da me e fissare i suoi occhi nei miei.
-Spiegami ti prego.-
Vedo il desiderio di Nick di capire le mie parole, vedo nei suoi occhi la voglia di perdonarmi.
-E successo tre giorni prima della mia partenza. Mia madre è mio padre parlavano della possibilità di lasciare l'Italia e andare in America in modo che potessi ricominciare una nuova vita, lontana dal paese che mi ha reso la vita impossibile. Ma io facevo di tutto per fargli capire che la mia vita era qui che non volevo andare via che non volevo lasciarti per nessuna ragione al mondo.-

Accompagno le mie ultime parole con una carezza sulla sua guancia. Carezza che lui accetta e che mi invita a continuare con il mio racconto.
- Ma un giorno mi arriva una telefonata dal carcere in cui mi dicevano che Luca aveva urgenza di parlare con me.-
Mi guarda con uno strano tremolio negli occhi come se avesse paura di ascoltare il resto della storia. Non so come reagirà ma so che deve saperlo.
- Non volevo andarci non capivo il senso di questo incontro ma poi la curiosità ha avuto la meglio e ho deciso di andare da lui.-

Mi alzo dal letto non riuscendo più a stare stesa, e troppo dura.
-Appena sono arrivata lui era li che mi aspettava, lo vedevo tranquillo fin troppo per un uomo che avrebbe dovuto passare la sua vita in carcere. Iniziò a dirmi che avevo sbagliato nel non essermi innamorata di lui è che se anche se si trovava chiuso dietro le sbarre avrebbe comunque trovato un modo per farmela pagare.-

Sta in silenzio ascoltando e studiando ogni mia parola, soppesandole una ad una.
- Mi ha intimato di andare via dal paese, un primo momento mi sono messa a ridere considerandolo patetico ma poi quando ha iniziato a spiegarmi un Po di cose ho capito che le sue non erano minacce inesistenti.-

Lo vedo avvicinarsi a me prendermi la mano e fissando i suoi occhi nei miei, ormai rigato da silenziose lacrime.
-Ricordi che un giorno, mentre eri ricoverato hai avuto un attacco di cuore.?-
La mia voce e debole mentre il suo sguardo diventa lava incandescente, non dice nulla annuisce solo.
- Un collega di Luca ti aveva ignettato un liquido per farti stare male, era per farmi capire che poteva arrivare a te anche se si trova dietro le sbarre.-

-Che figlio di puttana.-
Vedo la rabbia nei suoi occhi e capisco da come stringe i pugni che in questo momento vorrebbe rompere qualcosa.
- Mi disse che se non sarei andata via ti avrebbe ucciso e che poi avrebbe fatto fare la stessa fine ha tutte le persone che amo.-

Mi stringe a se,capendo che in questo momento ho bisogno di sentirmi protetta tra le sue braccia.
-Pensavo di poterlo sconfiggere da sola e rimanere qui con te, ma poi lui ha fatto in modo che Oliver avesse un incidente con l'auto e che Jessica venisse quasi investita da un pirata della strada e allora ho avuto paura.-

Non fermo il mio racconto, voglio che sappia tutto ogni cosa.
-Così ho preferito sapere che mi odi invece di saperti morto e sono andata via.-

Sono ancora tra le sue braccia prima che lui mi allontanare e mi baciasse come pensavo che non avrebbe più fatto.
Finalmente mi sento con un peso in meno sul cuore, ma con più consapevolezza in testa.
I segreti, le domande senza risposta non sono ancora finiti ma so che con lui al mio fianco posso affrontare ogni prova che mi sarà posta davanti.

Angolo Autrice
Scusate per gli errori
Non dimenticatevi di commentare r consigliare la storia se vi piace

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top