Risolvere il problema delle Ex aggiungendo una S davanti

La mattina seguente mi risveglio col cinguettio degli uccellini che fa presagire un'altra splendida giornata tipicamente estiva nella metropoli conosciuta come Londra. Mi stiracchio e mi guardo intorno, la camera dove mi sono auto-alloggiata (ma che farò finta che la band ha messo spontaneamente a mia disposizione) è davvero graziosa, ma non perdo tempo a descrivervela. Mi metto gli stessi vestiti del giorno prima, non badando che le mie mutande ormai hanno lo stesso colore del Gange durante la stagione dei Monsoni.

Faccio capolino dalla porta e mi ritrovo nell'ampio salone con bar e tutto il resto che come al solito non ho voglia di stare a descrivere e raggiungo la cucina, dove trovo la band al completo seduta a un tavolo a fare colazione con latte e biscotti, nella tipica tradizione londinese.

"Ciao!" mi fanno tutti in coro.

"Ragazzi, ecco..." cerco subito di togliermi il peso "Volevo ringraziarvi per avermi ospitato, anche se nessuno me l'ha formalmente chiesto. Mi sono anche resa conto che in un intero capitolo, non ho avuto nemmeno la decenza di presentarmi: io mi chiamo Summer!" dico sfregandomi la testa in maniera birichina, a sottolineare che sono un'adorabile pasticciona.

"Non ti preoccupare" interrompe Noall masticando una fetta biscottata con sopra marmellata biologica delle pianure irlandesi "Tanto noi quando parliamo di te, di solito ti chiamiamo "La tizia con le tette grosse"!" mi rassicura.

A quelle parole, trasalgi... trasaligg... trasalism... INSOMMA, quelle parole mi fecero rimanere molto male, tanto da stringermi in un'isolata menata mentale con me stessa.

"Come si permettono di generalizzare a questo modo una persona, denaturalizzandola dal suo contesto e dalle sue esperienze personali e banalizzarla fino a renderla uno sterile stereotipo dettato dall'entropia? Loro non sanno che sofferenza sia per me avere questi due enormi cocomeri dall'età di 6 anni! Loro non sanno la vergogna che ho provato vedendomi diversa dalle altre bambine, non sanno dei continui mal di schiena che mi hanno attanagliato per tutta l'infanzia-adolescenza! Ma in fondo - penso ritornando del mio solito buonumore - chi se ne frega! Se a loro piacciono le poppe, e poppe sia!" e ritorno alla realtà sfoggiandomi più impettita che mai.

Nel frattempo in cucina non c'è più nessuno, solo Ellos che lava i piatti, quindi paragonabile a nessuno.

Avevo impiegato 42 minuti a pensare tutte le cose scritte prima e intanto la band aveva finito di mangiare e se n'era andata da un pezzo.

"Vuoi fare colazione anche tu?" chiede Ellos voltandosi e mostrando un ridicolo grembiule rosa pallido con i fiocchetti.

"Non rompere, sfigato!!" dico ritornando in camera e sbattendo la porta. Mi fermo a contemplare quell'ultimo gesto e concludo allegramente che ormai sono già perfettamente integrata con la band.

Mi sistemo meglio i capelli e vado a cercare i ragazzi per proporgli di fare qualcosa insieme, che tanto una band dal successo internazionale cosa cazzo vuoi che abbia da fare tutto il giorno?

Infatti li trovo nuovamente nella stanza della Pley che giocano e si insultano.

"Ciao ragazzi! Che ne dite di andare a fare un giro in centro?" propongo entusiasta "Avrei proprio bisogno di comprarmi dei vestiti nuovi!"

Tutti accettano di buon grado e prendiamo l'autobus per il centro, cosa del tutto normale per dei ragazzi a cui scappano le sterline dal culo.

Nonostante lo avessimo preso in estrema periferia, l'autobus era strapieno - particolare del tutto estraneo ai fini della trama - quindi Noall mi propone di sedermi sulle sue gambe.

Sotto lo sguardo torvo di Mial e Herry accetto: in fondo non vi era nulla di male e poi non avevo voglia di stare in piedi per la mezz'ora che ci sarebbe voluta per arrivare fino al centro di Londra (sempre in barba a chi mi diceva che in quel lasso di tempo neanche il motore dell'autobus si accende).

In mezz'ora esatta ci troviamo a Piccadilly Circus e i ragazzi mi portano a vedere le bellezze della città, senza che nessuna delle milioni di persone che la popolano ogni giorno si accorga minimamente della presenza di quattro popstar a spasso come se niente fosse. Ah, mi era sfuggito un particolare importante: si erano messi gli occhiali da sole, quindi passavano inosservati come fantasmi nella folla.

Adocchio un negozio di vestiti alla moda e imploro di accompagnarmici. Come detto, sicuramente non hanno niente di meglio da fare che stare appresso ai capricci di una 17enne e acconsentono. Dopo circa un'ora, esco con dieci buste ricolme di vestiti, che ovviamente appioppo a Ellos.

Ora i più scaltri si domanderanno come io abbia potuto comprarmi tutti quei vestiti. Dite la verità! Pensavate che stessi cadendo nella solita incongruenza in cui inciampano le giovani narratrici di storie che vedono se stesse come protagoniste! E invece no!

Furba come un gatto furbo, ho chiesto a mia madre di far sviluppare una app per il mio aiFon con cui avrei potuto pagare in qualsiasi negozio del mondo soltanto mostrando lo schermo al commesso. Ovviamente le ho chiesto di caricarla con 60mila euro, in modo da poter sopravvivere per almeno il prossimo mese. E non ci provate più a cercare di contraddire la meravigliosa Samuela Merdini, detta Summer!

Detto questo, prendo Herry e Mial sottobraccio e sculettando trascino tutti verso il "Mando's" che so che a Noall piace tanto e mi offro di pagare il pranzo a tutti (tranne a indovinate chi).

Mentre sono seduta che gozzoviglio come un facocero, noto entrare contemporaneamente quattro ragazze nel locale che cominciano a guardarsi intorno.

Appena vedono Herry seduto al mio fianco si precipitano da lui imbufalite come un branco di cinghiali al galoppo verso l'ora di cena.

"Allora è vero!" strilla una di loro, isterica, "Avevo sentito al TG del mattino (visto che la tua vita privata è in onda come notizia da prima pagina a tutte le ore del giorno) che stavi a spasso con una sciacquetta, ma non volevo crederci finché non l'avessi visto con i miei occhi!"

"Adesso te la fai con le ragazzine?" interviene una seconda.

"Brutto porco! Ci siamo lasciati appena 16 mesi fa!" aggiunge la terza singhiozzando.

"Meh!" la quarta si limita a dire.

"Chi diavolo sono queste?" chiedo rivolta ad Herry.

"Bhe, ecco: ti presento le mie ex fidanzate!" dice lui evidentemente imbarazzato.

"E si presentano in un locale al centro di Londra, tutte contemporaneamente?" osserva argutamente Ellos.

"Sta' zitto, idiota!" urlano le tre in coro.

"Meh!" la quarta si limita a dire.

"Ragazze vi posso spiegare." Herry si alza in piedi cercando di gestire la situazione "Lei si chiama Summer e io.. bhe... mi sono innamorato di lei e le voglio chiedere di fidanzarsi con me!"

La notizia mi prende alla sprovvista! Non avevo neanche avuto il tempo di slinguazzarmi con Noall e che cavolo! E vabbè. Mi alzo anche io.

"Anche io lo amo! Lo amo dal primo momento che l'ho visto! Herry per me è come la spiaggia baciata da sole, i suoi occhi sono il paradiso perduto in cui perdutamente mi perdo e stronzate varie! Io lo amo non perché sia un'icona propinataci così costantemente dai mass-media da inculcarci un desiderio sessuale indotto nei suoi confronti o perché è ricco sfondato, io lo amo perché è semplicemente... Herry!"

Le tre ragazze si fermano rapite dal mio discorso (mentre la quarta si limita a dire "Meh!") poi all'improvviso, senza preavviso [cit.], si scagliano su di me con l'intenzione di farmi un cappottone da stadio dei mondiali.

Io ne esco con un braccio rotto, la prima ragazza con un dito lussato, la seconda con un trauma cranico, la terza con un'escoriazione al ginocchio guaribile in tre giorni, la quarta si limita a dire "Meh!"

La band si offre di accompagnarmi all'ospedale (e ci mancherebbe!) che guarda caso era proprio dietro l'angolo. Delle tre ex-fidanzate e Meh!, non c'era più traccia.

Herry mi tiene compagnia mentre mi mettono il gesso. Nonostante la nostra reciproca dichiarazione d'amore non posso fare a meno di domandargli "Ma chi erano quelle?"

Miracolosamente non mi risponde "Ma che sei stupida?" anzi, mi delucida quasi scusandosi. "Sono le mie ex, ma non provo più niente per loro, nella mia vita ci sei solo tu!" dice prendendomi dolcemente la mano fra le sue.

Lacrime calde cominciano a rigarmi il viso: aveva afferrato la mano del braccio rotto.

In meno di mezz'ora il mio braccio è ingessato e sono pronta a ritornare a casa. Il dottore mi ha anche prescritto degli antidolorifici e, in maniera del tutto casuale, delle pillole anticoncezionali, ma non lo ascoltavo bene perché pensavo alla idilliaca storia d'amore che mi stava attendendo fuori da quella porta. Per sicurezza ingoio cinque pillole a caso e esco dall'infermeria.

Herry è seduto sulle sedie del corridoio, non appena mi vede si alza di scatto e mi corre incontro.

"Come stai?" mi chiede premurosamente, cercando di afferrarmi la mano che però stavolta nascondo dietro la schiena per evitare di soffrire come ho sofferto prima.

"Ho preso una cosa!" dice con aria complice e mi mostra un pennarello. Confusa e un po' intimorita dall'uso che volesse farne, rimango ammutolita, poi lui mi prende il braccio e scrive sul gesso la sua firma.

"Ecco, adesso sei mia e solo mia!" mi dice dolcemente, poi avvicina le sue labbra alle mie e ci baciamo.

Tutte le lampadine del corridoio dell'ospedale esplodono una dopo l'altra, suicidandosi per la scena merdosamente smielata. A pochi isolati, crolla anche un palazzo.

Non pago del bacio ed eccitato come un cammello a tre gobbe, mi invita a seguirlo in un ripostiglio.

"Tu! Mettiti qui davanti e non far entrare nessuno!" ordina a Ellos che era rimasto per tutto il tempo spettatore scomodo dell'intera scena. Mi trascina dentro e chiude la porta, mentre Ellos, sospirando, si appone di fronte l'entrata, portandosi sempre appresso le mie dieci buste di vestiti trendy.

Dentro lo stanzino è buio, sento solo il respiro di Herry farsi affannoso e le sue mani su di me che mi toccano dappertutto, di qua e di là, di su e di giù. Poi mi afferra e mi sbatte contro il muro, cosa consigliabile da fare a chi si è appena rotta un braccio, mi tira su la maglietta e comincia a spremere le mie tettone facendomi gemere. Sento che mi spoglia, non so cosa fare, non sono mai stata con un ragazzo e non so come comportarmi. Meno male che è buio e non può vedere di che colore sono diventate le mie mutande dopo tre giorni che non me le cambio.

Prende una pausa per cercare qualcosa ma non lo trova e comincia a innervosirsi.

"Non ti preoccupare, prendo la pillola!" lo rassicuro certa che basti prendere una pillola anticoncezionale cinque minuti prima per non rimanere incinta. E lui, come un fesso, crede alle parole di una tizia qualunque, conosciuta da appena un giorno che gli è pure andata a suonare il campanello di casa, che per quel che se ne dice, poteva essere anche una pazza psicopatica che poi lo avrebbe fatto a pezzetti e nascosto nell'armadio, ma per fortuna quella non sono io. Io sono Summer, ho 17 anni e amo Herry, lo amo davvero, non come tutte le altre ragazze che scrivono la loro personale storia dove si fanno incaprettare da lui.

Infine Herry infila il suo ciuf-ciuf dentro il mio tunnel dell'amore e svaporettiamo insieme.

Sentivo che sarebbe stato l'inizio di una vita meravigliosa, e che ormai quelle tre sgualdrine (e Meh!) non potevano più avere voce in capitolo sulla nostra indissolubile storia d'amore.

Nel frattempo, in lontananza, stava crollando il Tower Bridge.





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Meh!

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