35. Lasagne e dolore
Harry era davvero orgoglioso di sè!
Infatti era riuscito a preparare, per la prima volta, le lasagne e non vedeva l'ora che Louis arrivasse a casa per poterle provare insieme a lui.
Alle sette e mezza il padrone di casa rientrò nella propria abitazione e salutò frettolosamente Harry.
" Sono di fretta! Ho giusto il tempo di fare una doccia e poi esco a cena con alcuni avvocati che ho conosciuto giorni fa in ufficio. Non aspettarmi alzato, torno tardi, anche perché, molto probabilmente, dopo andremo in qualche locale "
" Avevo fatto le lasagne...." disse Harry, con un tono quasi sconfitto.
" Le mangerò domani " ribadì Louis " del resto non esco mai a divertirmi e ne ho il diritto. Tu fai quello che vuoi, esci anche tu se ti va, hai bisogno di soldi?"
Harry scosse la testa e tornò sconsolato in cucina.
Si sedette su una sedia e si prese la testa fra le mani.
Louis credeva che i soldi risolvessero tutto e lo credeva ancora nonostante la discussione che settimane prima avevano avuto all'aeroporto.
A lui, invece, sarebbe bastato cenare insieme, guardare un film in televisione o anche una delle noiose partite di calcio che piacevano a Louis.
Tutto, tutto andava bene pur di averlo vicino.
" Allora io vado " disse dopo un po' Louis comparendo sulla porta della cucina vestito elegantemente " Stan mi ha mandato un messaggio e mi ha detto che è fuori ad aspettarmi "
" Stan?" chiese Harry stupidamente.
" Uno degli avvocati di cui ti ho parlato, è venuto a prendermi " rispose Louis in fretta, prima di uscire dalla porta e richiuderla dietro di sè.
Harry rimase da solo e sospirò rassegnato.
Tolse le lasagne dal forno, se ne servì una porzione e le mangiò da solo, non riuscendo nemmeno ad assaporarne il gusto, a causa della tristezza che sentiva dentro di sè.
Si mise poi a guardare la televisione ed era ancora sveglio, quando Louis rientrò a notte fonda.
Harry capì subito che aveva bevuto e lo capì dall'odore di alcool che provenne da lui non appena gli si avvicinò.
" Ehi bambolina " biascicò lasciandosi cadere sul divano accanto a lui " hai voglia di aprire le gambe per me?"
Harry gelò sul posto e non riuscì nemmeno ad articolare una risposta.
" Dai, di solito non mi verrebbe duro a starti vicino perché non mi piacciono le puttane, ma stasera mi vai bene anche tu " farfugliò in qualche modo, cominciando a slacciarsi i pantaloni.
Harry si alzò di scatto, corse nella sua camera e chiuse a chiave la porta.
Solo quando ritenne di essere al sicuro si buttò sul letto e scoppiò a piangere.
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