Notte stellata

Appoggiai la mia testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi lasciandomi trasportare dal suo modo di camminare lento.

-Sei già stanca, dolcezza?

-Solo un pochino.

-Veramente tutta la fatica la sto facendo io, sai pensavo che fossi più leggera.

Mi sorrise togliendomi il fiato, come solo lui sapeva fare. Se fosse stato Happy a dirmelo o un'altra persona gli avrei risposto male, ma con Sting non ci riuscivo. Ero totalmente indifesa. Gli rivolsi solo uno sguardo infastidito e ripoggiai la testa dove era prima.

-Allora? Mi vuoi dire dove stiamo andando?

-Nel mio posto preferito.

-Cioè?

-Mammamia come siamo impazienti!

-Dai, sono curiosa!

-Mi dispiace ma é una sorpresa.

Gli feci gli occhi dolci e gli accarezzai una guancia. Notai un attimo di esitazione nei suoi occhi e pensai che ero riuscita a convincerlo.

-Con me non funziona.

-Ufff.

-Tranquilla, siamo arrivati.

Ed ecco ancora una volta il suo sorriso sghembo. Quanto lo amavo.

-Adesso devi richiudere gli occhi.

-C-cosa? Perché?

-Tu fidati di me.

Chiusi gli occhi e ritornai sulla sua spalla. Se avessi potuto sarei rimasta in quella posizione per l'eternità.

-Mi raccomando: non sbirciare.

-Tu fidati di me.

-Copiona.

-Shh.

Si mise a ridere e mi baciò sulla fronte. Avvampai seduta stante e nascosi il viso sul suo collo.

-Che cosa stai facendo?

-Almeno così sei sicuro che non posso guardare.

-Guarda che mi sono accorto che sei arrossita.

-Cosa? Non è vero!

-Si invece.

Riuscì a darmi un bacio sul collo, poi un altro vicino al mento ed infine uno sulla guancia.

-Visto? Sei arrossita.

-Che scemo che sei!

Rise di gusto ed io avvampai ancora di più.

-Adoro quando fai così.

-Così come?

-Quando arrossisci, sei bellissima.

Avrei tanto voluto vedere i suoi occhi in quel momento. Avrei dovuto dirgli cose sdolcinate ma non mi uscivano parole dalla bocca. Non mi aspettavo che mi dicesse simili cose.  Non riuscivo proprio a capirlo, a volte era arrabbiato e distaccato, altre terribilmente dolce.

-Grazie.

Fu l'unica cosa che riuscii a dire e mi sembrava abbastanza scontata. Sentii che stava scenendo dei gradini e sentivo che mancava poco all'arrivo.

-Siamo quasi arrivati, ma non puoi ancora aprire gli occhi.

-Va bene.

Ero molto eccitata, dove mi avrebbe portato. Sentivo che faceva più fatica a camminare, come se stesse per affondare ad ogni passo. All'improvviso si fermò e mi poggiò per terra facendomi sdraiare. Però non ero sulla strada, mi sembrava di essere sulla sabbia ed ero così impegnata a pensare che non avevo notato il rumore delle onde.

-Ora apri gli occhi.

Feci come mi disse. Un cielo stellato incombeva su di me.

-É-é bellissimo, non ci sono parole.

Si sdraiò accanto a me ed il mio cuore cominciò a battere più velocemente.

-Quando é notte non ci accorgiamo del bellissimo cielo sopra di noi. Ma se vieni qui ed alzi lo sguardo, puoi notare quanto sono belle le stelle.

-Hai ragione.

-Ho scoperto questo posto qualche anno fa, ero in missione e stavo cercando una locanda. Dopo poco tempo arrivai qui e vi rimasi per molto tempo. Ora ci vengo per pensare, ma in realtà penso quando ci sono le stelle in generale.

-Adesso a cosa pensi?

-A te. A quanto sei bella, a quanto vorrei...

Mi avvicinai a lui e gli accarezzai il viso cercando di infondergli coraggio.

-Vorresti cosa?

-Niente, niente.

Delusa allontanai la mia mano dal suo viso ma lui fu più veloce. Prese la mia mano e la riportò dove era prima. Mi prese per i fianchi e mi avvicinò a sé. Poggiai la mia testa sul suo petto, spostai la mia mano dal suo viso al suo braccio mentre lui mi stringeva sempre di più.

-Rimani così, per favore.

-Si, non ti lascio.

-E tu invece? A cosa pensi?

-A quando ci siamo incontrati, era notte come questa, anche se pioveva.

Lui prese il mio ginocchio e avvicinò la mia gamba ai suoi fianchi, proprio come fece quella notte. Avvampai ancora di più e potei scorgere il suo sorriso sghembo. Intrecciai le mie dita tra i suoi capelli ancora una volta dopo tanto tempo mentre lui appoggiava la sua fronte sulla mia.Rimanemmo in quella posizione a lungo, avevo praticamente perso la concezione del tempo, quando ero con lui dimenticavo ogni cosa. Pensavo solo a me e a lui, a noi.

-É tardi, dobbiamo andare.

-Ma io non voglio.

-Fa freddo, non puoi dormire qui.

-A me basta stare con te.

Mi diede un buffetto sulla guancia.

Si alzò e mi tese una mano. L'afferrai e mi tirai su.

-Grazie.

-Riesci a camminare.

-Certo! Per chi mi hai presa?

-Per una che si é fatta portare in braccio per tutto il tragitto anche se riusciva a camminare.

Gli diedi una botta sulla spalla facendo finta di essere infastidita.

-Ehy!

Risi come non avevo mai fatto in vita mia. Era la prima volta che stavo veramente bene con lui. Proseguimmo camminando mano nella mano. Non sembravamo due semplici amici, anche se lo eravamo, o meglio dovevamo esserlo.

-Posso farti una domanda?

-Puoi chiedermi quello che vuoi, dolcezza.

-Cosa hai sentito della conversazione tra me e Yukino?

-Tutto.

Mi bloccai in mezzo alla strada e lui si mise davanti a me aspettando che dicessi qualcosa.

-Ma proprio tutto?

-Più o meno si.

Mi prese e mi abbracciò.

-Non ti devi vergognare mai di quello che provi, mai.

-S-si.

Continuammo a camminare in silenzio per molto tempo finché non arrivammo dinnanzi alla locanda. Presi coraggio e mi gettai addosso a lui abbracciandolo.

-Grazie di tutto.

Lui mi sollevò il mento, le sue labbra erano ad un palmo dalle mie. Il momento tanto atteso era arrivato.

-É stato un piacere.

Si allontanò da me e sparì nell'oscurità.

Sting's pov

Ma a che gioco stava giocando? Perché diceva di amarmi se poi stava con Natsu? Proprio non la capivo. Era come un libro aperto perché sapevi subito cosa provava, ma allo stesso tempo era misteriosa perché non potevi mai sapere a cosa pensava. Ero confuso. Guardai le stelle e la immaginai, bellissima come sempre e con le sue gote rosse. Ormai Lucy occupava ogni mio pensiero.
*Angolino dell'autrice*
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