Parte terza: Una lezione nel dichiararsi (parte seconda)
Makoto non era sicuro di cosa stesse accadendo. Un momento prima stava studiando e spiegando a Sousuke (o almeno ci stava provando), quello dopo si era ritrovato sdraiato con il ragazzo sopra di sé, e poi all'improvviso l'aveva baciato.
- Sou... ngh... suke. Cosa... f-ferm... ahhh!!! - Makoto sussultò, percependo la mano di Sousuke cercare di strappargli via la maglietta.
- Scusa... scusa...
Ci volle un po' perché alzasse la testa, ma solo per allungare una mano e toccare il suo viso, accarezzandogli distrattamente una guancia mentre cercava di regolare il proprio respiro. Makoto, d'altra parte, si stava sforzando di non apparire troppo desideroso. Non si era mai sentito così prima d'ora, con nessuno, come se volesse uscire dal proprio corpo e percepire completamente Sousuke al tempo stesso. Era una sensazione forte, lo confondeva, e davvero non sapeva cosa fare.
Il suo cervello stava lavorando furiosamente per far combaciare i pezzi del puzzle e capire perché si fosse ritrovato in quella situazione con il moro sopra di lui che non stava fermo un attimo, gli occhi che lo scrutavano affamatamente quasi in cerca di qualcosa; Sousuke abbassò nuovamente il capo per posare le labbra sulle sue, stavolta in modo più gentile ma fugace, ciò che li univa messo in evidenza dal modo in cui le loro bocche si muovevano una contro l'altra.
- Makoto, io... - fece una pausa, e il silenzio che ne seguì quasi uccise il ragazzo. Makoto si ritrovò costretto a sedersi, mentre Sousuke si sistemava davanti a lui e si schiariva la gola un milione di volte prima di poggiare le mani sulle proprie ginocchia e guardarlo negli occhi.
- Io... io... uh...
Makoto non avrebbe mai pensato di poter vedere un giorno le sue guance tingersi di bordeaux, rosse per via della lotta che stava combattendo per scegliere le parole giuste. L'aveva sempre pensato come un ragazzo schietto, che andava dritto al punto, eppure quel giorno non era così. Il semplice pensiero che fosse a causa sua fece aumentare il battito del suo cuore.
- Sì? - cercò di aiutarlo a dire qualunque cosa avesse da dire, ma più si mostrava impaziente e più lui avvampava e diventava inquieto.
- Merda... ecco perché avevo detto a Rin che non avrebbe funzionato - Sousuke si passò una mano fra i capelli, eppure il sorriso di Makoto non svanì dalle sue labbra.
- Sousuke, semplicemente di' ciò che devi dire. Non ti giudicherò o altro. Se posso, ti aiuterò qualunque cosa s-... - ma non finì la frase, poiché il moro si sporse in avanti e lo baciò di nuovo, quasi fosse una nuova dipendenza per lui, questa volta un bacio differente da quello prima, talmente appassionato che Makoto percepì le dita dei piedi arricciarsi dall'eccitazione. Era tutto fuorché un bacio innocente anzi, colmo di lussuria e rovente calore.
- È a causa tua. È perché SEI tu. Non riesco a stare calmo, non riesco a parlare, non riesco a pensare. Semplicemente... non riesco.
E c'era qualcosa nei suoi occhi che fecero desiderare a Makoto di avvicinarglisi e toccarlo, però forse non avrebbe dovuto. Sembrava così combattuto.
- Oh.
Forse è tutto nella mia testa, pensò. Davvero gli piaceva? Ci stava ripensando? Non era abbastanza buono per lui, ora che erano soli? Era...
- Ehi, non farlo - Sousuke gli passò il pollice sulla guancia e poi sulla ruga della fronte. - So cosa stai pensando. Non è quello. È... ahh, maledizione. Lo dirò e basta.
- No, Sousuke, va bene così, non devi... - Makoto agitò entrambe le mani per fermarlo.
- Makoto, mi piaci. Sei dolce e gentile e altruista e pensi sempre prima agli altri prima che a te stesso e questo mi fa venir voglia di proteggerti. Sei bellissimo. Dai così tanto affetto agli altri, voglio darti l'amore che meriti. Voglio essere quel ragazzo.
L'ardente fuoco in quegli occhi verde acqua rese Makoto senza fiato a seguito di quella sincera confessione d'amore. Essi lo perforavano per arrivare nei più profondi meandri della sua anima e semplicemente non riusciva a distogliere lo sguardo.
- E mi piacerebbe tanto se mi dessi una possibilità. Esci con me.
Fra tutti gli scenari passati nella mente di Makoto, questo non era incluso. Quando quel giorno era entrato - in anticipo - in libreria, non avrebbe mai pensato che sarebbe arrivato a questo, a una dichiarazione da parte di Sousuke. Suonava irreale. Come poteva essere, se a malapena si parlavano? Se non si vedevano che durante gli allenamenti in comune e quelle rare volte in cui Haru e Rin li invitavano entrambi ad uscire? Anche allora il massimo che si scambiavano erano quattro parole, sguardi e sorrisi. Ciò nonostante, Makoto sapeva che Sousuke gli piaceva non come un amico bensì in senso totalmente romantico, in un modo così improvviso ed intenso che a volte ne era spaventato, siccome non riusciva a spiegarselo. Non aveva mai pensato che i propri sentimenti sarebbero stati corrisposti, fino a quel momento.
Makoto doveva essere rimasto in silenzio per troppo tempo, perso nel proprio mondo, poiché per poco non udì quel che Sousuke disse prima di alzarsi e fare per andarsene.
- Scusa per averti messo pressione... - i pesanti passi di Sousuke riscossero il castano.
- Aspetta, Sousuke! - Makoto afferrò un lembo della sua maglietta e lo costrinse a risedersi. - Non vuoi sentire la mia risposta?
- Makoto... - lui deglutì, sentendosi patetico, ma il modo in cui il suo pomo d'Adamo fece su e giù distrasse il ragazzo. Stavolta fu il suo turno di schiarirsi la gola. - Io... già, non penso di poter sopportare di essere respinto, ora. Sei troppo importante per me e non sono pronto per sentirti dire no.
- Cosa ti fa pensare che dirò no? - ribatté Makoto, gli occhi verdi colmi di determinazione e la stretta sulla sua maglietta ora più salda.
Il silenzio che ne seguì fu decisamente utile, poiché erano entrambi rossi dalla punta delle orecchie fino al collo.
- Perciò io ti piaccio... - Makoto lo zittì con un rapido bacio sulle labbra.
- L-lo... lo dirò.
Un altro bacio.
- Lo dirò, perciò... aspetta.
Sousuke chiuse gli occhi ed annuì.
- Mi piaci, Yamazaki Sousuke - Makoto provò a mantenere la voce salda. - Mi sei piaciuto, uhm, probabilmente da quel primo giorno in cui tu eri con Rin all'Iwatobi SC. Anche se eri un po' spaventoso. Però eri davvero carino e un buon amico per Rin. Mi piace che tu sia protettivo nei confronti dei tuoi amici. E che dici quello che pensi e non hai paura di ciò che la gente potrebbe pensare.
Il ragazzo sperò che la propria espressione rispecchiasse quello che aveva da dire, perché ora gli mancavano le parole per descrivere ciò che provava per Sousuke.
- E sì, mi piacerebbe uscire con te. Se mi vuoi, perché... - Makoto si fermò quando un dito si posò gentilmente sulle sue labbra.
- Shhh. Ti svaluti sempre, non fare così. Sei fantastico, lo sai?
Il dito venne rimpiazzato dalle labbra di Sousuke mentre lo attirava tra le sue braccia, e ciò fece rigonfiare il petto di Makoto di felicità.
Il castano sussultò quando Sousuke nascose il viso nel suo incavo tra spalla e collo, sospirando di sollievo. Makoto non poteva vedere il suo viso, eppure era abbastanza sicuro che stesse sorridendo.
-
Note della traduttrice:
this story belongs to akaime04. Allora... be', questo era il penultimo capitolo. L'ultimo l'avrete forse fra una settimana, quando tornerò. Sorreh. Comunque spero che questa storia vi piaccia e non ci siano troppi errori, alcune parti sono un po' difficili da tradurre in modo che abbiano senso... okay, basta. Buona serata, pasticcini!
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