Parte terza: Una lezione nel dichiararsi (parte prima)
- Perciò questo significa che il valore di x in questo caso è tredici.
- Uh.
Aspetta, cosa?
Sousuke sbatté le palpebre.
- Eh? Yamazaki-kun? Mi stai ascoltando?
Sousuke quasi lasciò che un'imprecazione gli sfuggisse di bocca quando Makoto alzò lo sguardo e puntò i propri grandi, meravigliosi occhi smeraldo su di lui. Ciò lo fece tremare, oltre ad avere un effetto per nulla buono sul suo cuore e, be', la parte inferiore del suo corpo. Era la quarta volta che accadeva e, francamente, il ragazzo iniziava a chiedersi se lo facesse apposta.
La mancanza di un'adeguata risposta diceva parecchio circa la scarsa capacità d'attenzione di Sousuke e la pazienza di Makoto. Il moro non stava ascoltando e poteva contare sulle dita di una mano quello che aveva capito di matematica (o qualunque altra materia fosse) da quando s'erano seduti sul pavimento uno di fronte all'altro nella stanza che divideva con Rin, al dormitorio del Samezuka.
- Sousuke va bene.
- Eh? C-cosa intendi? - l'espressione scioccata sul volto di Makoto per poco non spedì Sousuke dalla parte opposta della stanza, sul letto a castello di Rin, ovviamente insieme al ragazzo.
- Chiamami Sousuke. Chiami Rin per nome e lui è amico di entrambi, perciò... - farfugliò pateticamente, per nulla sicuro che avrebbe accettato un motivo tanto banale. Voleva davvero sentirlo dire il suo nome, sebbene non riuscisse neppure ad affermare che erano amici.
- Ah, perché anche noi siamo amici, giusto? Allora ti chiamerò S-sousuke...
- Perché balbetti?
Egli non aveva affatto pensato che fosse adorabile. Okay, l'aveva fatto, lo ammetteva.
- Dillo di nuovo - Sousuke inarcò un sopracciglio. - Di' di nuovo il mio nome.
- Sou... suke.
Accidenti. Perfino quella leggera pausa prima che arrossisse era dannatamente adorabile.
- Ancora. Senza balbettare - lo spronò pacatamente, assaporando segretamente il calore nel proprio petto quando Makoto prese un respiro profondo, appoggiò il quaderno sul tavolo, si tolse gli occhiali e aprì la sua invitante bocca.
- Sousuke... - fu solo un semplice sussurro, ma lui percepì un milione di formicolii lungo la schiena. Non aveva mai reputato il proprio nome bellissimo eppure, Dio, suonava stupendo quando Makoto lo pronunciava.
- Bene - Sousuke si schiarì la gola dopo qualche attimo.
- O-okay, allora... - asserì il castano, facendo rimbalzare lo sguardo tra i propri quaderni e Sousuke che lo stava guardando. - Quale parte non hai capito, Sousuke?
- Hmmm? - lui si sedette un po' più dritto, sperando di dare l'impressione che stesse prestando attenzione.
- È solo che... mi sembri distratto. E so che non sono bravissimo in questo... - Makoto lo osservò con attenzione, probabilmente cercando di capire se fosse un pessimo insegnante o stesse semplicemente incasinando tutto.
Oh se sono distratto. Terribilmente, completamente distratto.
- No, uh... sì. Non stavo prestando attenzione - Sousuke si grattò il capo. - Mi dispiace.
E poi silenzio. Purtroppo non il silenzio che s'aspettava perché, invece d'essere spiacevole, la mancanza reciproca di parole fra loro stava colmando l'aria di un qualcosa di eccitante, oscuro, qualcosa che li rendeva altamente consapevoli uno dell'altro.
- Rin ti ha per caso detto perché stiamo facendo questo gruppo di studio, oggi? - domandò Sousuke, schiarendosi la gola e sospirando internamente. Non era molto sicuro del perché glielo stesse chiedendo, però gli interessava saperlo, se questo l'avrebbe aiutato a capire più in fretta perché aveva accettato di partecipare al gruppo, siccome Tachibana semplicemente non ci arrivava, e la pazienza del moro andava assottigliandosi ogni qualvolta l'altro arrossiva.
- Ha detto che avevi bisogno d'aiuto, e Rin non è esattamente qualcuno a cui chiedere favori. Be', non che spesso gliene chieda. Volevo solo fargli sapere che può contare su di me, anche per cose come questa.
Questo ragazzo è un angelo, pensò Sousuke, mentre Makoto si sedeva un po' più vicino a lui, probabilmente in attesa di cosa avrebbe detto.
Il suo cuore batteva così forte. Rin gli aveva riferito un mucchio di cose riguardo Makoto e aveva visto com'era con gli amici e durante gli allenamenti, sempre gentile e altruista, sempre a rendere una priorità coloro che gli stavano a cuore prima di se stesso, ma ora che stava sentendo queste cose da Makoto stesso, Sousuke si ritrovava ad innamorarsi ulteriormente.
Yep. Semplicemente ammettilo, Sousuke, sei follemente innamorato di Makoto Tachibana.
- Tachibana... - un sorrisetto apparve sulle labbra del moro, mentre la sua mano scivolò sulla guancia del ragazzo e lo indusse a guardarlo. Si rilassò un po' quando Makoto non si spostò né levò la sua mano. - Lo sai... Rin, be'... Rin non ha bisogno d'aiuto.
Il suo pollice stava ora accarezzando pigramente la sua guancia, prima che gli si avvicinasse ulteriormente.
- A volte pare stupido come un albero, invece è intelligente. Anche se recentemente mi preoccupo delle sue scelte - aggiunse sottovoce.
- Intendi Haru? - chiese Makoto, il quale l'aveva perciò udito. Poiché non stava facendo nulla per fermarlo, Sousuke prese un po' di coraggio e scese lungo la sua gola, tracciando i contorni del suo naso, delle sue labbra, donandogli gentili carezze. - Sembri un padre severo.
- Guarda, io e Nanase non andremo mai d'accordo, ecco cosa dovrebbe accettare Rin - Sousuke avrebbe voluto darsi una pacca sulla spalla esclusivamente per il fatto di riuscire a seguire la conversazione sebbene Makoto avesse appoggiato una mano sul suo braccio, distraendolo istantaneamente.
- Allora perché? - il ragazzo deglutì nervosamente. Poteva chiaramente intuire quanto sforzo gli fosse costato chiederglielo.
- Perché...
'Fanculo. Sousuke quasi rovesciò il tavolo nell'aggirarlo, raggiungendo Makoto e costringendolo a stendersi sul pavimento. Avrebbe voluto strappare i bottoni della sua camicia di flanella, ma s'impose d'essere paziente, incatenando gli occhi ai suoi mentre finiva di sbottonargliela e la scostava rapidamente, insinuando le mani sotto la sua maglietta e alzandola il più possibile.
- Dio, sei così sexy - Sousuke si morse il labbro, lasciando la presa sulla sua spalla e tastando i suoi pettorali, percependo i muscoli del suo stomaco tendersi sotto di sé. - Non hai idea di quanto mi stessi trattenendo...
Fu solo un mormorio, non era sicuro che l'avrebbe udito, e le proprie mani erano troppo impegnate ad appropriarsi di ogni singolo centimetro di pelle dove riuscivano a posarsi, prima che le ritirasse quando notò l'espressione di Makoto, tirandosi su.
Le gote arrossate, gli occhi brillanti, la bocca leggermente socchiusa, il debole respiro. Pareva così eccitato, anticipando, aspettando qualunque cosa l'attendesse, e Sousuke non ebbe altra scelta che sistemarglisi a cavalcioni e poggiare le mani ai lati della sua testa.
- S-sousuke... perché...? - Makoto si morse il labbro e lui s'avvicinò ulteriormente.
- Rin si è beffato di me - Sousuke respirò a un centimetro, forse due di distanza dalle labbra di Makoto. - Mi ha dato una chance di rimediarvi.
- Per cosa?
Egli prese la sua mano sinistra e la posizionò sul proprio petto, dove stava il cuore, il quale ora batteva furiosamente.
- Ha detto che devo comportarmi da uomo e dichiararmi, ma non sono bravo con le parole, perciò permettimi di mostrarti cosa intendo...
- Cos-...
E detto ciò, Sousuke azzerò la distanza tra le loro labbra e coprì quelle di Makoto con le proprie.
-
Note della traduttrice:
this story belongs to akaime04. Sooo... forse domani traduco il penultimo capitolo, ma non assicuro nulla. L'ultimo è un incubo in quanto a lunghezza, aiutooo.
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