TWELVE
Gocce luminose di rugiada erano adagiate sulle foglie e sui fili d'erba verde; nell'aria solo il canto degli uccelli e lo scrociare dell'acqua in lontananza.
Liu camminava a denti stretti lungo il vialetto di sassi, guardando dritto davanti a sé con aria decisa. Non sapeva che cosa aspettarsi, se avesse davvero incontrato Jeff in quel posto.
Inspirò una grande boccata d'aria chiudendo gli occhi per qualche attimo; l'aria fresca del mattino punzecchiava le sue guance.
Oltrepassò il vecchio cancello arrugginito e proseguì il suo cammino infilando le mani nelle tasche dei suoi pantaloni, fino a che scorgendo il prato che affiancava il fiume non si fermò in modo improvviso.
L'acqua scorreva impetuosa sul letto sassoso del fiume, mentre un vento fastidioso faceva danzare i fili d'erba e le sterpaglie. Quel posto era cambiato molto, negli ultimi anni; nessuno se ne curava più, e la vegetazione aveva preso il sopravvento.
Liu sospirò; pareva non esserci nessun'altro se non lui, in quel posto dimenticato da dio. Ma proprio quando stava per arrendersi, ecco che i suoi occhi individuano una figura accovacciata vicino all'acqua, con la testa poggiata sulle ginocchia e lo sguardo perso tra lo scintillio dell'acqua cristallina.
Era Jeff.
Timidamente il ragazzo si avvicinò, e quando fu dietro di lui chiamò il suo nome con un filo di voce.
-... Jeff-.
Il moro si voltò verso di lui, mostrando un viso profondamente triste e turbato. Aveva le labbra strette e la fronte corrugata.
-Che ci fai qui? - domandò Liu, mettendosi a sedere al suo fianco. Cercò di comportarsi nel modo più sciolto e credibile che gli fosse possibile, ma dentro di lui moriva di paura.
-Vattene- esordì l'altro, tornando a rivolgere lo sguardo allo scorrere d'acqua cristallina davanti a sé.
Liu abbassò la testa e si incupì. - Ci venivamo sempre da bambini, ti ricordi? - chiese.
Ma non ricevette alcuna risposta; Jeff rimase in totale silenzio, con la testa poggiata sulle ginocchia ed i capelli che pendevano a coprire parzialmente il suo volto.
Il fratello maggiore lo osservò per diversi secondi senza dire niente, finché l'altro senza muoversi non ripeté lo stesso imperativo. - Vattene-.
-Non me ne vado, no- rispose Liu questa volta.
Il moro si voltò verso di lui, stupido da quella reazione. Aveva forse smesso di temerlo?
-Non lo ripeterò una terza volta- disse. Solo allora Liu si rese conto del coltello, poggiato a terra davanti a lui.
Ma non si diede per vinto.
-Io so che cosa stai facendo, Jeff. So che ci sei ancora lì dentro, nascosto da qualche parte-.
Dopo aver udito quelle parole, il moro scoppiò in una fragorosa risata. - Tu credi? - domandò.
-Sì, ne sono assolutamente certo- rispose Liu sicuro. - Lì dentro c'è ancora quel ragazzino spensierato che amava giocare con me qui al fiume e combinare pasticci-.
La reazione di Jeff questa volta, tuttavia, fu del tutto imprevista. Balzò in piedi afferrando con una velocità incredibile il suo coltello. - Mi dispiace rompere l'atmosfera-esordì, puntando l'arma alla gola del fratello maggiore - Ma quel tuo Jeff è morto, come ho già detto-.
Liu deglutì; la lama sfiorava la sua gola facendolo rabbrividire.
-Eppure io so.. - balbettò con la voce che tremava - Io so che lui è ancora qui-.
Il moro fu scosso da quella situazione, anche se non voleva darlo a vedere; non riusciva a spiegarsene il motivo, ma il suo interlocutore sembrava proprio non avere più paura di lui.
Perché mai? Che cosa aveva fatto di sbagliato?
Ad un tratto, la corazza che si era costruito iniziò lentamente a sgretolarsi, lasciando uscire tutte quelle insicurezze che aveva nascosto. - Tu... Tu non sai niente di me - esclamò.
Ma Liu, immobile, sorrise e rispose: - Invece ti conosco bene. Tu sei mio fratello, diamine-. Lo guardò dritto negli occhi e sorrise ancora. - Abbassa il coltello, ti prego. Parliamo-.
-Non dirmi cosa cazzo devo fare! - gridò l'altro. - Tu non sai un cazzo. Non sai cosa ho passato. Non sai cosa ho sofferto. Non sai niente, chiaro? -.
-Anche per noi non è stato facile- disse il fratello, abbassando lo sguardo. - Per me, per la mamma, per papà... È stato un inferno da quando te ne sei andato-.
Furono forse quelle parole a far vacillare del tutto la sicurezza di Jeff, che ritrasse il coltello e lo lasciò cadere a terra. - Fanculo- disse, sospirando pesantemente - Io non sono più quella persona, lo capisci? Io sono... Un mostro adesso-.
Liu scosse energicamente la testa. - No, non è assolutamente vero. E poi il tuo aspetto... Non ha niente a che fare con ciò che hai dentro-.
-Ma non mi riferisco a questo- ribatté Jeff. - Io sono un killer, capisci? Uccido le persone per gioco. Le massacro, le torturo, mi faccio il bagno nel loro sangue- spiegò, come fosse l'affermazione più normale del mondo.
Il fratello rimase spiazzato da quella affermazione, tanto che se ne stava immobile a bocca aperta.
-Quindi non me ne frega un cazzo dei tuoi discorsi sulla famiglia felice, su quanto sia bello stare insieme, su quanto fossero più felici le nostre vite prima... Non me ne frega un cazzo-.
Liu scosse la testa. - Jeff ma... Dici sul serio? È per questo che... La tua felpa era macchiata...-.
-Ma che grande intuizione- commentò il moro, piegando la testa di lato ed allargando un grande, inquietante, sorriso malsano.
Una folata di vento fece danzare i suoi capelli corvini, che accarezzavano le cicatrici sul suo volto pallido.
-Mi dispiace per te, se pensavi di rimettere le cose apposto- concluse.
Liu restò in silenzio un paio di secondi. - Io... Non capisco... Perché-.
Jeff scoppiò in un'altra risata malsana. - Perché uccido? Oppure perché tu ti ostini a credere che io sia una brava persona? -.
-Perché sei tornato a casa, allora- disse Liu, con la voce che tremava. - Perché sei tornato?-.
Calò un pesante silenzio, a seguito di quella domanda. Jeff strinse i pugni e spostò lo sguardo a terra, come se si trovasse improvvisamente in un profondo imbarazzo. Forse non aveva una risposta a quella domanda, o forse l'aveva ma non osava pronunciarla.
-Allora, perché? - insistette il fratello maggiore.
A quel punto con un filo di voce, il killer rispose.
- Perché voi... Voi mi mancavate molto-.
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