#2

Agosto 2006 

Derek non sa perché diavolo deve scendere al piano di sotto, mettendo in pausa quel videogioco proprio quando stava per passare al livello successivo dopo una settimana, ma lo fa lo stesso perché sua mamma gliel'ha chiesto con tono serio e un'espressione davvero felice. 

Quindi Derek posa il joystick, si infila una t-shirt e scende di sotto, incrociando sua sorella cora sulle scale. 

"Cosa vogliono dirci?" chiede la ragazza. 

"Non ne ho idea. Laura?" chiede Derek. Cora fa spallucce. 

Quando arrivano in salotto, Derek si guarda intorno. Suo padre è in piedi, davanti al divano, che guarda sua mamma seduta di fianco a qualcun altro. Derek non riesce a vedere chi è, perché sono di spalle. Laura è già lì, che sorride e sembra quasi commossa. 

Derek fa qualche passo, riuscendo a vedere sua mamma e l'altra persona. Si tratta di un ragazzino, forse dell'età di Cora. Sta per parlare, ma Talia lo anticipa. 

"Ehi ragazzi" dice, rivolgendosi a lui e Cora. 

Il ragazzo si gira di scatto verso i due nuovi arrivati e Derek lo vede arrossire di botto e abbassare lo sguardo. Talia, intanto, si alza e si mette tra i suoi due figli, Derek si sente stringere un fianco. 

"Derek, Cora, lui è Stiles Stilinski e da oggi vivrà con noi" dice la donna e non c'è bisogno di altre spiegazioni. 

Derek non ha mai visto Stiles, ma conosce bene il suo cognome. Stilinski come lo sceriffo di Beacon Hills, morto in un tragico incidente insieme a sua moglie solo la settimana prima. 

"Ha quindici anni come te, Cora. Secondo me andrete molto d'accordo" dice Robert Hale e Cora si siede subito di fianco al ragazzo. 

"Ciao! Ti ho visto qualche volta a scuola. Sei amico di Scott, vero? Quello che è diventato capitano al primo anno."

Derek vede Stiles annuire, alzando lo sguardo su sua sorella, e lo osserva meglio. Ha lo sguardo triste, molto, e le occhiaie. E' molto magro e ha i capelli quasi completamente rasati. 

Derek non osa nemmeno immaginare quanto possa essere doloroso e distruttivo perdere entrambi i genitori e per di più in un colpo solo. Non sa com'era Stiles prima di quell'evento, perché non l'ha mai incrociato a scuola, nonostante frequentano lo stesso istituto (Derek ha solo due anni in più ed è al terzo anno), ma stenta a credere che i suoi occhi siano sempre stati spenti come in quel momento. 

"Tesoro, Stiles dormirà con te fino a quando non sarà pronta la sua camera, va bene?" gli chiede Talia e Derek annuisce. 

"Io-" si intromette Stiles, "io non-non voglio essere un fastidio" dice, arrossendo ancora. 

"Stiles, a Derek farà solo bene avere compagnia. Se ne sta sempre chiuso da solo in quella stanza" risponde Laura, facendo ridere Robert, mentre Derek incrocia le braccia, col broncio. 

"Non è vero, ma comunque non è un problema. Lo spazio c'è."

Stiles abbassa di nuovo lo sguardo e Talia gli si siede di fianco, lasciandogli una carezza. 

"Spero tu possa trovarti bene qui con noi, non mi va di rimandarti in casa famiglia."

Stiles la guarda, gli occhi lucidi e tira su col naso. 

Settembre 2006

"Stiles! Esci da quel cazzo di bagno, anche io devo andare a scuola!" 

Primo giorno di scuola, quattordici settembre, stress da ritorno alla normalità e un enorme ritardo. Derek vuole già tornare a letto. 

"Eccomi, eccomi! Scusa!" 

Stiles esce dal bagno con ancora l'accappatoio addosso e tutto bagnato. Derek alza gli occhi al cielo, chiudendosi la porta alle spalle. Ormai dividono la stanza da un mese, ma non può dire di conoscere bene il ragazzo. Sa che gli piace leggere, che è bravo ai videogiochi, ma non ha spesso voglia di giocarci. Sa che a colazione mangia dei cereali pieni di zucchero e che, di notte, molto spesso piange, con la testa nascosta sotto il cuscino e cercando di non farsi sentire. Solo che Derek lo sente ogni volta, ma fa finta di no. Continua solo a guardare verso il suo letto, sperando passi in fretta. 

Derek si lava in fretta e scende di sotto. Stiles e Cora stanno chiacchierando davanti alle loro tazze col latte, Talia è ai fornelli e Robert sta leggendo il giornale. 

"Buongiorno" saluta Derek, sedendosi al suo posto, afferrando il brik del succo. 

"Tesoro, tieni" dice sua mamma, poggiandogli davanti uova e bacon. Derek le sorride, poi comincia a mangiare. 

Nel frattempo, Laura si aggiunge, sfilando il giornale dalle mani del padre. 

"Oh, che bello non dover ricominciare la scuola" dice. Lei comincerà il college tra quindici giorni. 


Derek ha appena finito la prima ora e deve cambiare aula per seguire due ore di storia. Non che non gli piaccia la materia, ma ha sonno ed è pur sempre il primo giorno. Sta chiacchierando con Erica che sta ancora raccontando le sue vacanze nonostante si siano sentiti ogni giorno e visto spesso, quando vede Stiles appoggiato contro un armadietto, con la fronte. 

Non sa perché il ragazzo se ne stia lì, fermo, e soprattutto non sa perché sia da solo, dato che, a quanto ha capito, sta sempre col suo amico Scott. 

"Der, non è Stiles quello lì? Sta piangendo?" dice Erica, indicandoglielo e Derek lo guarda meglio. Sì, ha ragione lei. 

"Andate avanti, vi raggiungo in aula" dice, per poi avvicinarsi a Stiles. 

Ha paura di spaventarlo, quindi cerca di far rumore, colpendo lievemente l'armadietto, prima di appoggiarli una mano sulla spalla e chiedergli "Stiles, tutto okay?". 

Stiles si gira di scatto, gli occhi sbarrati e rossi, le lacrime che continuano a scendere e, Derek non se lo sarebbe mai aspettato, gli si lancia addosso, stringendo la sua maglietta tra i pugni. 

Derek non sa cosa fare, ma il ragazzo sta singhiozzando e tremando e sembra gli manchi anche l'aria per quanto respira male, quindi gli stringe le braccia intorno e lo trascina dietro l'angolo, entrando con lui nel bagno dei ragazzi. 

"Ehi" gli dice, passandogli le mani sulla schiena, mentre i singhiozzi si fanno sempre più forti. Stiles sembra non reggersi nemmeno in piedi e Derek pensa stia per svenire, ma, semplicemente, si accovaccia, trascinandolo sul pavimento con lui. 

Derek è scomodo e quel pavimento è sicuramente sporco oltre ogni livello di sporco, ma Stiles continua a piangere e a stare male. E poco importa. 

Non sa quanto sia passato, quando i singhiozzi si affievoliscono e Stiles smette di tremare. Derek non ha smesso un momento di accarezzargli la schiena, sperando di essere di aiuto, anche se non si è mai trovato in situazioni simili e non sa proprio cosa fare. 

E' lui a sciogliere la presa, testa bassa e si passa la manica della maglia sotto il naso. 

"Scusa" è la prima cosa che dice e Derek non sa cosa rispondere. Si sta davvero scusando perché sta male? 

"Non devi scusarti" dice, infatti e Stiles alza gli occhi nei suoi. Ha ancora i pugni stretti intorno alla sua maglietta e le loro gambe sono un groviglio. Gli occhi gonfi e le guance rosse. 

"Mi manca mamma e oggi chiunque mi guardava con compassione." 

Derek non capisce la sensazione, ma ha capito a cosa si riferisce. Gli viene in mente che in quel mese Stiles non è mai uscito di casa, se non per andare da Scott. Che non ha mai voluto nemmeno fare una passeggiata con loro, che non ha usato nemmeno i suoi social. 

"Non vedevi nessuno da un po', hai avuto un attacco di panico" gli dice. Non sapendo proprio quali parole usare per farlo sentire meglio. 

Stiles abbassa di nuovo lo sguardo, poi Derek lo sente ridere. Che sia impazzito?

"Ti ho rovinato la maglia" dice il più piccolo e Derek alza gli occhi al cielo. 

"Siamo sul pavimento del bagno dei maschi di un liceo, la maglia è l'ultimo dei nostro problemi" risponde e ora Stiles ride davvero. 

Si alzano, cercano di mettersi in ordine, poi Stiles sembra voler dire qualcosa. 

"Grazie, Derek" dice, infatti. 

Derek gli dà una spallata giocosa. "Dai, che siamo in ritardo e mamma non ci perdonerà mai un richiamo il primo giorno."


Dicembre 2006

"Derek, Stiles sta ancora dormendo?"

Giorno di Natale, nove del mattino, neve fuori e un freddo che Derek non ricorda di aver mai sentito. Non nevicava in California da più di dieci anni. Ha una felpa e anche un plaid sulle spalle, mentre si trascina in salotto, con la sensazione di star ancora dormendo. 

Si siede sul divano di fianco a sua mamma, che gli bacia teneramente la guancia. 

"Sì, non si è proprio mosso quando mi sono alzato" dice. 

"Non stava bene ieri sera, mh?" chiede Talia con espressione triste e Derek annuisce, guardando poi suo padre che entra nella stanza. 

"E' il primo natale senza i suoi genitori, sarebbe stato strano il contrario" dice l'uomo. "Ho preparato cioccolata calda per tutti, gliene porti un po'?"

"Non può farlo Cora?" chiede Derek. 

""Tesoro, credo che Stiles si stia aprendo più con te, anche se passa tanto tempo con tua sorella. O mi sbaglio?" chiede Talia. 

Derek ci pensa. "Non lo so" risponde, ma poi si alza e va a prendere due tazze in cucina. 

"Ehi" dice, scuotendo piano la spalla di Stiles, dopo aver appoggiato le tazze sul comodino. 

Stiles è anche con la testa sotto il piumone, non si è mosso, ma Derek sa che è sveglio. 

Lo sa perché Stiles si è messo nel proprio letto solo quando Derek si è svegliato, fino a quel momento erano entrambi nel letto di Derek. 

Stiles aveva cominciato ad agitarsi già dalla sera prima, nel letto, come se non riuscisse a trovare la posizione giusta. Derek era rimasto sveglio e in silenzio, poi, ad un certo punto, erano arrivati i singhiozzi. Non era come le altre notti, Stiles non riusciva a nascondere il fatto che stesse piangendo e Derek non era proprio riuscito a fare finta di niente. Si era seduto al centro del proprio letto e lo aveva chiamato. 

"Stiles?"

Niente. 

"Stiles, stai bene?" 

Singhiozzi più forti. 

"Vuoi che vado a chiamare qualc-" aveva cercato di chiedere Derek, ma Stiles si era alzato di scatto, era sceso dal letto e gli era andato di fronte. Aveva gli occhi gonfi, che Derek riusciva a vedere solo grazie alla luce della luna che entrava dalla finestra. Gli tremavano le mani e fissava il suo sguardo. 

Derek non ci aveva nemmeno riflettuto, gli aveva afferrato un polso e se l'era tirato praticamente addosso. 

"Ehi" aveva protestato il più piccolo. 

"Infilati qui sotto che fa freddo e cerchiamo di dormire, okay?" 

Derek l'aveva chiesto con un tono un po' troppo duro, ma Stiles, dopo averlo guardato, aveva annuito e si era sdraiato. Derek aveva fatto lo stesso ed entrambi avevano cominciato a fissare il soffitto. 

"Mamma amava il Natale" aveva cominciato Stiles, continuando a guardare il soffitto. "Decorava tutta la casa, un sacco di lucine fuori e le metteva anche in camera mia" un sorriso gli era uscito con uno sbuffo. "Dal primo dicembre, ogni weekend, facevamo colazione con canzoni di natale e cioccolata calda. Papà ci guardava un po' male, ma rideva sempre quando mamma ed io cominciavamo a ballare in giro per casa. E, credimi, nessuno dei due ha mai saputo ballare."

Derek aveva girato la testa per guardare Stiles, due lacrime gli rigavano il volto. 

"Noi la cioccolata calda la beviamo insieme la mattina di Natale. La fa papà per tutti, anche se spesso gli si brucia sul fondo e fa schifo" aveva detto Derek. 

Stiles si era girato, mettendosi sul fianco, Derek aveva girato solo la testa per guardarlo. Stiles aveva sorriso, un sorriso che non aveva raggiunto gli occhi lucidi. 

"Grazie, Derek" aveva detto, per poi appoggiare la testa sulla sua spalla. Derek si era un po' irrigidito, poi aveva preso un respiro e gli aveva accarezzato la nuca. 

"Ora dormi" aveva detto, mentre Stiles chiudeva gli occhi. 

Avevano dormito entrambi così, vicini e senza muoversi e Derek si era ritrovato nella stessa posizione quella mattina. Solo che Stiles gli aveva anche stretto un braccio intorno e aveva una gamba intrecciata alle sue. Derek lo aveva svegliato piano, solo perché doveva fare necessariamente pipì, e Stiles era scattato, si era scusato e si era infilato nel suo letto. Sembrava decisamente imbarazzato. 

Per questo ora Derek sa che quello è il motivo per cui non si muove. 

"Ti ho portato la cioccolata calda, possiamo anche berla qui da soli, se non vuoi scendere di sotto con tutti" dice e Stiles si gira sulla schiena, scoprendo solo gli occhi. 

"Non voglio che non stai con la tua famiglia per colpa mia, vai da loro" dice. 

Derek alza gli occhi al cielo. "E credi che mamma si darà pace a saperti qui da solo?"

Stiles lo guarda, poi si scopre tutta la faccia, il piumone incastrato sotto il collo.

"Mi dispiace averti invaso il letto stanotte" dice, abbassando lo sguardo. 

Derek sorride. "Beh, considerando che ha nevicato, mi hai tenuto caldo."

Stiles spalanca gli occhi e si mette a sedere di scatto. "Nevicato? C'è la neve? Non ho mai visto la neve!" dice, alzandosi e infilandosi una felpa da sopra il pigiama. "Prendi quelle tazzze e andiamo di sotto, voglio fare un pupazzo!" 

Non dà nememno tempo a Derek di rispondere, che è già fuori dalla stanza, giù per le scale. 

Derek prende le tazze e lo segue. 


Febbraio 2007 

Quella è la seconda volta che succede. Sono le due di notte e Stiles si è appena infilato nel letto di Derek, senza dire nulla. 

Derek si è un attimo spaventato, poi si è girato sul fianco e lo ha guardato grazie alla luce che entra dalla finestra. 

Stiles ha lo sguardo basso, quasi imbarazzato. A Derek fa tenerezza. 

"Incubi?" chiede. 

Stiles fa no con la testa. "Pensieri, direi, dato che non ho chiuso occhio."

Derek gli mette un dito sotto il mento, per spingerlo a guardarlo. "Me ne vuoi parlare?" 

Stiles lo guarda negli occhi per qualche istante. 

"E' una cosa stupida."

"Ieri hai detto che da piccolo credevi che il sole si spegnesse la sera. Più stupido di così?" chiede Derek, sorridendo. 

Stiles sbuffa un sorriso. "Vedi, è che...beh, sono abituato a fare i biscotti di San Valentino, li facevo con mamma da quando ho ricordo. E non ho voluto chiederlo a Cora o Laura perché mi sembra di essere un peso, sempre lì a parlare dei miei genitori che non ci sono più e, beh, chiederlo a Scott nemmeno ci prov-"

"Alzati."

Stiles spalanca gli occhi. "Scu-scusa, Derek non volev-"

Derek alza gli occhi al cielo, alzandosi dal letto. "Idiota, alzati, andiamo a fare i biscotti. San valentino è passato da due ore, ma domani è domenica e non abbiamo scuola. Siamo ancora in tempo."

Stiles si mette a sedere di scatto. "Dici davvero?" 

Derek si avvia verso la porta. "Se non ti muovi, li faccio da solo e non te ne do nemmeno uno."

Stiles si lancia praticamente dal letto, aggrovigliandosi anche nel piumone. 


Alle cinque del mattino la cucina è un campo di battaglia, ma i biscotti al cioccolato sono a raffreddarsi su un ripiano. Derek e Stiles sono seduti sul pavimento, le spalle appoggiate al bancone della cucina. 

"Hai la farina nei capelli."

Derek si volta verso Stiles. "E chi ce l'ha messa lì?" gli chiede, mentre il più piccolo ride. 

"Ehi, io ce l'ho su tutto il pigiama!" protesta, dandogli una spallata. 

Derek ricambia, sorridendogli. 

"Grazie, Derek. Sei stato davvero gentile. Sei davvero gentile e una bella persona" dice Stiles, arrossendo e abbassando lo sguardo. 

"Ehi, così poi mi monto la testa" cerca di stemperare la sua tensione Derek. 

Stiles lo guarda oltraggiato. "Ah, non è già troppo montata, signor capitano della squadra di basket dal primo anno?" 

"Non è colpa mia se l'intera scuola mi considera un campione."

"Un campione, quello con gli occhi più belli, quello con più spasimanti, quello con i voti migliori. Devo continuare?" 

"Questo lo pensano tutti o lo pensi tu?" Chiede Derek ammiccando.

Stiles gli fa una linguaccia, senza rispondere, e si alza, porgendogli la mano.

"Dai, ragazzone, puliamo questo casino, che se Talia vede, ci uccid-"

"Cosa dovrei vedere? ODDIO!"

Derek si gira verso sua mamma che è appena entrata in cucina e che dopo l'espressione sconvolta, si apre in un enorme sorriso.

"Talia, scusa, è colp-" tenta Stiles, ma Talia lo interrompe ancora.

"Oh, no, non scusarti per questo profumo così buono! E soprattutto perchè hai avvicinato Detek a un fornello!"

Stiles scoppia a ridere. "Considerato che ha fatto praticamente esplodere la farina, non direi!"

Derek, con finta espressione indignata, gli dà uno scappellotto. "Pulirai da solo!"

Stiles lo guarda con una finta espressione sconvolta. "Brutto, Sourwolf!"

"Come mi hai chiamato?!"

"Sei un lupo scorbutico, ecco!"

"Su, ragazzi, non litigate e andate a letto. Metto io a posto, dormite e quando vi svegliate troverete i vostri biscotti e una cioccolata calda!"

Derek sorride a sua mamma che li sta praticamente spingendo fuori dalla cucina e obbedisce, insieme a Stiles.

Quando sono in camera, Stiles scalcia via le ciabatte e fa per infilarsi sotto le proprie coperte.

"Ah, infilarti nel mio letto era solo una tecnica per convincermi a fare biscotti?" Chiede Derek, ma la reazione di Stiles lo sorprende. Diventa serio e...triste.
"Ehi, ragazzino, scherzavo" gli dice, avvicinandosi e togliendogli il lembo del piumone dalle mani e agendo di istinto. Lo stringe in un abbraccio che Stiles ricambia solo qualhe istante dopo, allacciandogli le braccia intorno al busto.

"Di solito li ricevo i biscotti, non li avevo mai fatti. È stato molto meglio."

Sente Stiles sorridere.

"Ah, quindi non posso impacchettartene qualcuno?"

Derek scioglie l'abbraccio, sorridendo.

"Dai, dormiamo" gli dice, prendendoli un polso.

Stiles gli si sdraia di fianco, appoggiandosi al suo petto. Derek gli stringe un braccio intorno.

Maggio 2007

Derek non sa cosa stia succedendo, non lo capisce. E, anche se si applicasse e lo capisse, non lo vuole proprio accettare. 

Stiles è ormai lì con loro da otto mesi e da febbraio, dal giorno in cui hanno fatto i biscotti insieme, hanno legato sempre di più. Ci sono state altre notti insonni come quelle, trascorse però a chiacchierare e non in cucina. Ci sono stati altri momenti in cui hanno dromito insieme e altri in cui Derek riusciva ad accorgersi dell'umore di Stiles anche solo guardandolo. 

Ormai, però, è una settimana che Stiles ha cambiato stanza. A causa di alcuni problemi di impianto elettrico, ci hanno messo un po' a sistemargli una delle camere che era adibita a studio, ma alla fine ci sono riusciti. Stiles aveva preso le sue cose una settimana prima, il suo letto era stato spostato e Derek era tornato ad essere insonne. 

Ora ha appena finito di studiare matematica, è stanco morto e vuole solo distrarsi. Non gli va tanto di uscire, quindi si siede in salotto, joystick alla mano e fa partire un gioco alla Play. Sta quasi per superare un livello su cui è bloccato dalla settimana prima, quando sente dei passi sulle scale e, dopo qualche secondo, Stiles si lancia a peso morto accanto a lui sul divano. 

"Che fai?" chiede. 

"Non è evidente?" chiede Derek, per poi imprecare per un mostro apparso all'improvviso. 

"Sta perdendo?" chiede ancora il ragazzo. 

"No, ma quas-Uffa, spostati di lì!" urla Derek contro la tv. "Cora?" chiede poi, rivolto a Stiles. 

"Uscita con Laura appena abbiamo finito di studiare. Non ho ben capito dove sono andate, ho troppo soooooonno!" risponde, stendendosi sul divano e appoggiando la testa sulle gambe di Derek, che lo guarda dall'alto. 

"Io starei giocando e così non posso muovere bene le mani, eh!" gli dice, ma Stiles non si sposta, anzi. Sembra fare tipo le fusa, e gli fa una linguaccia. 

"Continua a giocare, io dormo qui" dice, girandosi sul fianco, il volto verso la tv. Derek sbuffa, ma non risponde. 

Riesce a superare il livello e anche quello dopo, mentre Stiles sembra essersi proprio addormentato. Non si è mosso e dorme profondamente, così Derek si concede di guardarlo un po'. 

Ha il naso all'insù, lunghe ciglia e gli occhi grandi. Le labbra rosa e carnose e sembra star sognando qualcosa di bello, perché sorride. Derek appoggia il joystick sul divano e sposta un ciuffo di capelli dalla sua fronte, soffermandosi un po' accarezzandogli i capelli. 

"Sono sveglio, ragazzone" dice Stiles, gli occhi ancora chiusi. Derek sobbalza, spostando la mano come se si fosse scottato e Stiles apre gli occhi, guardandolo dal basso. 

"Hai sconfitto tutti i mostri?" chiede, stropicciandosi gli occhi. 

Derek annuisce, senza muoversi, e Stiles si mette a sedere. 

"Bene, facciamo merenda? sto morendo di fame!" e corre in cucina. 

Derek resta ancora qualche attimo lì, lo sguardo fisso e il cuore che batte veloce. 



Giugno 2007 

"Auguri, Stiles!"

Talia lo urla appena Stiles mette piede in cucina. E' il sei giugno e compie sedici anni. Derek è seduto a tavola, con una tazza di latte con i cereali davanti. 

Il ragazzo sorride, lasciandosi abbracciare dalla donna, poi seguita da Laura e Cora. Robert gli dà una pacca sulla spalla, sorridendogli. Derek si alza, per fargli gli auguri, mentre Stiles lo guarda e diventa quasi porpora. Derek potrebbe dire di non aver ghignato, ma mentirebbe. 

Stiles ricambia in modo impacciato il suo abbraccio, poi si siede a tavola e Talia gli mette un enorme pacco regalo di fianco, sul pavimento. 

"Prima della colazione, apri il regalo di tutti noi, tesoro!" 

Lo sguardo di Stiles si illumina e sorride radioso. "Non dovevate! Ma lo apro, certo che lo apro!" dice, cominciando a strappare la carta da regalo. Il suo sguardo si illumina ancora di più quando scopre cos'è. Due lacrime lasciano i suoi occhi. 

"Voi siete...voi siete meravigliosi, dice. E lui è...oddio sei bellissimo!" dice, aferrando il cucciolo e tirandolo fuori dallo scatolo. 

Il cane, un cucciolo di Pastore del Caucaso, gli lecca subito una guancia, facendogli fare una smorfia. 

"Non ha ancora un nome, è un maschietto" spiega Laura, mentre Cora e Talia accarezzano quella palla di pelo che scorrazza sul pavimento della cucina. 

"Voglio chiamarlo Sourwolf!" esordisce Stiles e il cane abbaia. Derek alza gli occhi al cielo. Tutti ridono, conoscendo quel soprannome con cui ormai chiama sempre più spesso Derek. 

Poco dopo, mentre sono tutti in giardino, arriva Scott. Stiles gli corre in contro, abbracciandolo. Derek vede Scott dargli un pacchetto e Stiles quasi saltare di gioia, per poi corrergli in contro, seguito dal suo amico. 

"Der, guarda, Scott m ha incorniciato una foto di quando eravamo piccoli. Guarda quanto ero bello!" 

"I bambini sono tutti carini" risponde Derek, prendendolo in giro, divertito dalla sua espressione offesa. Stiles gli fa una pernacchia, poi porta Scott a conoscere il cane. Sourwolf. 


La sera, Derek è in camera sua sdraiato a leggere, quando sente dei colpetti contro la porta. 

"Avanti!" 

La testa di Stiles fa capolino dalla porta. "Posso? Hai da fare?" chiede e Derek gli fa cenno di entrare, mettendosi seduto. 

"Il cane?" chiede. 

"Dorme nella cuccia. E per cuccia intendo il mio letto. E' una meravigliosa pallina di pelo, un regalo stupendo!" 

Derek gli sorride. "Ero sicuro che ti sarebbe piaciuto, mamma non vedeva l'ora di fartelo conoscere. Perché te ne stai lì in piedi?" chiede. 

Stiles abbassa lo sguardo in imbarazzo. "Volevo scusarmi..." 

"Per?" 

"Per essere...scappato?" 

Derek inarca un sopracciglio. "Lo chiedi a me?" 

"Sì, cioè no. Volevo scusarmi per essere scappato stanotte. Prima sono venuto nel tuo letto e poi...beh quello e poi me ne sono andato mentre dormivi." 

Derek sorride. "Cosa intendi per quello?" 

"E dai, Der. Quello! Il...beh il..." 

"Il bacio?" lo aiuta Derek. 

"Mh Mh!" 

"Se te ne sei pentito, puoi dirlo" dice Derek con una calma che non ha per niente. 

"Oddio, no, no! Mi è piaciuto! Eccome se mi è piaciuto!" lo interrompe Stiles, avanzando e mettendoglisi di fronte, Derek è ancora seduto. 

"Quindi non ti dispiace che, mentre straparlavi, io ti abbia baciato?" 

Stiles fa no con la testa. "Per niente. Così come non mi sono dispiaciuti tutti gli altri baci. Nessun pentimento. Zero di Zero!" 

Derek gli prende un polso, Stiles in piedi tra le sue gambe che lo guarda dall'alto. "E hai paura?" 

"Mh. Vivo qui, i tuoi genitori mi hanno preso in affidamento e io...io mi sbaciucchio col loro figlio maschio." 

"Anche il loro figlio maschio ti sbaciucchia, non stai costringendo nessuno." 

Stiles gli infila una mano tra i capelli, giocandoci con le dita. "Tu... tu non stavi con Paige?" chiede. 

Derek allunga una mano, accarezzandogli la guancia. "No" dice, "l'ho lasciata il mese scorso. Non sei il mio amante." 

Stiles arrossisce. "E cosa sono?" 

Derek porta la mano dietro la sua nuca, spingendolo a piegarsi in avanti. 

"Sei il mio Stiles" risponde, per poi baciarlo. 


Agosto 2007 

Una tortura. Derek non pensava potesse esserlo, ma lo è. Una vera tortura. 

Dorme quasi ogni sera con Stiles, dopo una lunga sessione di baci. Molto lunga. Dormono abbracciati e poi Stiles sgattaiola via alle sei del mattino, prima che si svegli Talia. Continuano a comportarsi normalmente durante il giorno, ma Derek li vede certi sguardi, vede quando Stiles gli fissa le labbra e vede se stesso fare lo stesso. 

Una tortura. 

Ha pur sempre quasi diciotto anni e Stiles sedici, sono due ragazzi in piena esplosione ormonale, è faticoso. Ed è ancora più faticoso in quel momento: Stiles è sdraiato al sole, in giardino, di fianco alle sue sorelle, con solo un costume rosso addosso. La pelle cosparsa di goccioline d'acqua e gli occhi chiusi. Le guance arrossate dal caldo, la pelle pallida, quelle meravigliose gambe. Derek non pensava che montare una piscina del giardino di casa potesse essere così traumatico. 

"Derek?" 

Derek si gira verso sua mamma, appena sucita di casa. 

"Tu e Stiles potreste prendere gli ombrelloni dal capanno degli attrezzi? Io non riesco da sola."

Derek annuisce e vede Stiles alzarsi e seguirlo. 

"Sono quelli lì?" chiede il più piccolo, una volta entrati, indicando un punto in alto. Derek, però, non risponde. Semplicemente gli afferra un polso e lo sbatte contro la il tavolo da lavoro, sollevandolo e facendolo sedere lì, mentre gli divora  le labbra. 

Stiles gli avvolge le gambe intorno e infila le mani nei suoi capelli, rispondendo al bacio. Derek se lo stringe contro senpre di più e, con un movimento brusco, fa scontrare le loro nascenti erezioni. 

E Stiles geme. Geme e il cervello di Derek va totalmente in tilt. Si avventa sul suo collo, carezzandogli la schiena e poi il petto. Lo lecca, lo morde e gli stringe un capezzolo tra le dita, facendolo gemere ancora più forte. 

"Shhh, ragazzino, che ci sentono" gli soffia contro la pelle bagnata. 

"Ragazzone, sei tu ad essere un bastardo e a cogliermi di sorpres- AH!" 

Derek gli stringe il sedere tra le mani, stringendo forte. "Shhh!" 

Stiles gli graffia la schiena nuda, muovendo il bacino in avanti, contro quello di Derek. I respiri sempre più affannati, gemono uno nella bocca dell'altro, muovendosi in modo sempre più scoordinato. 

"Der...Der..." ansima Stiles. 

"Mh?" 

"Sto per..." 

"Stai per venire?" 

Stiles geme ancora più forte, stringendosi intorno a lui, contraendo tutti i muscoli. Derek, a sentirlo così, viene a sua volta. 

Le fronti sudate, ancora abbracciati e si guardano entrambi negli occhi. 

"Dio, Derek, non ce la facevo più" confessa Stiles e Derek ridacchia. 

"Allora eravamo in due." 


Ottobre 2007 

"Ah, quindi il fatto che Lydia Martin giri per i corridoi a braccetto con te, che ti baci sulla guancia ogni mattina  e che esca con te un sabato si e l'altro pure, non significa niente?" 

Derek è furioso. Furioso e geloso. 

Sono in camera di Stiles e discutono da almeno dieci minuti. Derek non vuole che Stiles vada al ballo con Lydia, lui dice che è la sua migliore amica, che è gay e che non deve preoccuparsi di nulla. E Derek sa che Stiles è sicnero, ma è geloso marcio e odia non poter dire che stanno insieme. 

"Esatto, Derek, non significa niente! Significa che siamo amici, che è la mia migliore amica!" 

"Per la quale avevi una cotta!" 

"Alle elementari, Der!" 

Derek si siede sul letto, le mani tra i capelli. 

"Derek, guardami."

Stiles è accovacciato davanti a lui, le mani sulle sue guance. Derek lo guarda. 

"Anche per me è difficile non poter stare insieme alla luce del sole. Ed è difficile sentire i gossip su di te e una ragazza diversa ogni settimana, ma so che è tutto falso, che sono solo voci."

"Ma tu con Lydia ci stai sempre isnieme" dice, con tono basso. 

"E tu stai sempre con Boyd, o con Erica. E anche io vorrei essere al loro posto, vorrei essere in mensa con te a scuola, lo vorrei tantissimo." 

Derek gli accarezza una guancia. "Scusa" sussurra. Stiles appoggia una mano sulla sua e sorride. 



Novembre 2007 

"DEREK, DEVI ASSOLUTAMENTE SCENDERE DI SOTT-" 

Laura si blocca, senza terminare la frase, dopo essere entrata in camera di Derek. Sono le dieci di sera, hanno da poco finito di cenare e Derek era andato in camera a mettere una felpa. Stiles, però, lo aveva seguito e, ora, sono entrambi seduti sul letto (Stiles a cavalcioni sulle gambe di Derek) e si stanno baciando. 

"LAURA!" urla Derek, mentre Stiles, di scatto, si alza e si allontana il più possibile dal letto. 

"Cosa diavolo sta succedendo?" chiede la ragazza, rivolta a suo fratello. 

"Ero venuto a cambiarm-"

"Derek Hale" lo ammonisce lei. 

Derek si alza e le va vicino. "Lau, ti prego, non dirlo a mamma e papà. Non...non è nulla di male o di sbagliato."

Laura guarda suo fratello, poi Stiles, poi di nuovo Derek. 

"Da quanto va avanti?" 

"Da giugno" risponde Derek. 

"Chi lo sa?" 

"Tu e Scott." 

"lo sapete che, se andrà male, continuerete a vivere insieme almeno fino a quando Stiles non avrà diciotto anni?" 

Derek annuisce, fa per rispondere, ma Stiles si intromette. "Ma non andrà male. Laura, mi-mi dispiace. So che mi avete accolto qui, che mi volete bene, che...che, beh, mi avete dato una casa e che non smetterò mai di ringraziarvi. Ma non sono riuscito, non siamo riusciti ad evitarlo. Noi..."

"Ci amiamo" conclude Derek. Sguardo fermo. Non se lo sono nemmeno mai detto, ma lo sanno entrambi. 

Laura li squadra ancora. 

"Ricomponetevi, ero venuta a chiamarvi perché Cora ha appena sfornato i biscotti che hanno forme strambe. Ma dovrete dirlo a mamma e papà se va avanti."

Entrambi annuiscono e la ragazza li lascia soli. E' Derek ad avvicinarsi a Stiles, prendendogli il viso tra le mani. 

"Ti amo" dice solo, baciandogli la fronte. 

Stiles sorride come Derek non l'ha mai visto fare. 

"Ti amo anche io." 



Dicembre 2014 

"Derek- Oh, ragazzi, non credevo foste qui entrambi! Mi sembra di essere tornata al duemilanove, quando Derek tornava a casa dal college e vi trovavo a sbaciucchiarvi in ogni angolo! La cena è pronta." 

Derek ride contro il collo di Stiles. Sono nella lavanderia, dato che Talia gli aveva chiesto di mettere a lavare degli strofinacci, e Stiles gli aveva proposto cose sconce sulla lavatrice. Derek se l'era solo tirato contro, dandogli dell'idiota e baciandolo. Talia li aveva trovati solo abbracciati, fronte contro fronte, che si guardavano con occhi piedi di amore. 

Ormai vivono insieme da due anni, Stiles ha quasi finito il college e Derek sta facendo la specializzazione in cardiochirurgia. Stiles vuole diventare criminologo e ci riuscirà di sicuro. Hanno avuto alti e bassi, sorattutto quando Derek era al college e tornava a casa solo ogni quindici giorni. Erano entrambi gelosi, e lo sono ancora e sentivano troppo la mancanza l'uno dell'altro. 

Ma era andata bene, benissimo. Dopo tutti quegli anni sono ancora lì, innamorati come quando erano adolescenti. 

"Der?" lo chiama Stiles, baciandogli le labbra. 

"Che c'è?" 

"Possiamo dirlo stasera a tutti? Non voglio aspettare Natale."

"Stiles, mancano solo due giorni a Natale."

"Lo so, ma non mi piace tenere segreti con i tuoi genitori e con le tue sorelle. Voglio dirglielo."

Derek lo bacia piano. 

"Va bene" dice. "Tutto quello che vuoi, mio futuro marito." 








Ciao! 

Questa lunga, lunga, storia è un regalo di compleanno. 

Tutta per te, Chris, per farti gli auguri con tanto, tanto amore Sterek e anche per ringraziare il fato di averti conosciuto. Sei un bimbo speciale! Buon compleanno! 

Blu. 

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