#12


"Stiles, a che ora atterri?" 

Stiles alza gli occhi al cielo. Suo padre gliel'ha chiesto almeno dieci volte negli ultimi tre giorni. 

"Alle diciassette, pa'" risponde, sorridendo. 

"Bene. Vengo a prenderti io con Scott."

Anche questo è la decima volta che lo sceriffo lo dice. 

"Va bene. Anche se non ce n'era bisogno, potrei prendere un pull-"

"Figliolo, non torni a casa da quattro anni, vengo a prenderti e basta."

Stiles sorride ancora, mentre zucchera il caffè. "Va bene, va bene, sceriffo. Ci vediamo tra qualche ora, okay?" 

"Sì, sarò quello con la volante della polizia!" 

Stiles chiude la chiamata, e si siede sul divano. Ha giusto il tempo per finire di fare colazione, di vestirsi e poi deve correre in aeroporto. 

Come ha detto suo padre, non mette piede a Beacon Hills da ben quattro anni. Da quando ha iniziato il corso per l'FBI a Washington e poi si è trasferito a New York. Vive lì stabilmente da un anno e mezzo, lavora come agente, ha uno stipendio con i controcoglioni e vive in un attico che affaccia su Central Park. 

Non che non abbia mai sentito il bisogno di tornare a casa. Anzi. Solo che tra il lavoro, i pochi soldi all'inizio e...tanto altro, ha rimandato sempre di più il ritorno. Solo che ora è inevitabile. 

Malia sta per partorire, Scott vive in un costante stato di ansia e lo stesso suo padre, che da lì a tre giorni sposerà finalmente Melissa. Quindi Stiles ha approfittato delle sue ferie che non ha mai preso e starà lì per un mese. Da un lato non vede l'ora. Quel posto, anche se custodisce ricordi terribili degli ultimi anni che vi ha trascorso, è pur sempre casa sua. Non vede l'ora di riabbracciare suo padre e Scott, di rivedere casa sua e di andare a trovare sua madre. Chiede spesso a John di portarle dei fiori, ma stare lì, seduto, a raccontarle della sua vita, gli manca davvero tanto. 

Si riscuote dai pensieri, beve l'ultimo sorso di caffè e si alza di scatto. Deve muoversi o perderà il volo. Suo padre non glielo perdonerebbe mai. 

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Stiles scende dall'aereo, percorre qualche metro e si sente chiamare. Si gira verso quelle voci e, senza che nemmeno se ne renda conto, gli occhi gli si riempiono di lacrime e corre verso le due persone che sono nelle sue stesse condizioni. 

"Papà! Scott!" urla, stringendo entrambi in un abbraccio scomposto. 

"Figliolo, sei cresciuto!" 

"Amico, cazzo che muscoli che ti son venuti!" 

Stiles sorride ad entrambi, tirando su col naso. Ha sentito la loro mancanza come l'aria, ma averli davanti gli ha fatto capire che averli vicini gli è quasi vitale. 


"Allora, Stiles, cosa ci racconti della tua vita a New York? Il lavoro, gli amici...l'amore?" chiede Melissa, ammiccando, entrando in salotto. 

Stiles le sorride, prendendo il bicchiere di succo che lei gli sta porgendo. 

"Mah, va tutto alla grande. Il lavoro lo amo, è quello che ho sempre voluto fare. Mi sono fatto qualche amico, magari quando verrete a trovarmi ve li presento tutti."

"E l'amore?" chiede Malia, seduta tra Scott e lo sceriffo sul divano. 

"Sorvoliamo su quello, Tate" risponde facendo una smorfia. "Non c'era una torna di benvenuto per me?" chiede, cambiando discorso. 


Tre ore dopo, Stiles è a letto, con un mal di testa atroce dovuto al viaggio e al fuso orario, perso tra i ricordi. E' nella sua vecchia cameretta, uguale a com'era quattro anni prima, suo padre non ha spostato nemmeno i libri dalla scrivania. Sembra quasi un museo. 

Sta guardando un poster attaccato alla parete, quando sente dei colpetti contro la porta e lo sceriffo entra. 

"Tutto bene, papà?" chiede, mettendosi a sedere. 

"Certo, figliolo. Ero solo venuto a controllare se fosse tutto okay. Come mai non hai disfetto nessuna valigia?" chiede, indicando il trolley e il borsone sul pavimento. 

"Ho preso un pigiama vecchio, ero troppo stanco" risponde Stiles. 

"Bene. Domani magari ti do una mano. Stai bene?" 

Stiles sorride. "Sì, papà. Mi era mancato questo posto" poi aggiunge, "ah, quasi dimenticavo, domani, dato che è domenica e nessuno lavora, vi porto a pranzo fuori, così festeggiamo le mie ferie." 

"Non è necessario, possiamo anche mangiare qu-"

"Zitto" lo interrompe Stiles. "Ho già deciso e anche prenotato. Pranziamo furi. Già ho avvisato anche Scott e Malia." 

"E va bene, va bene. MA nulla di elegante, okay?" 

Stiles alza gli occhi al cielo. "Ti pare che io scelga un posto elegante? Dai, vecchio, ora lasciami dormire."

Lo sceriffo gli sorride, passandogli una mano tra i capelli come faceva da piccolo. 

"Buonanotte" gli dice, prima di chiudersi la porta alle spalle. 

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Sono le undici e mezza e Stiles è già pronto, anche se devono uscire di casa tra un'ora. Suo padre è in doccia e con Scott si vedono direttamente al ristorante, quindi decide di rispolverare la Play Station e ricominciare un gioco che anni prima gli era piaciuto tantissimo. Sta per superare il livello 3, quando squilla il cellulare. 

"Ehi, bellezza!" risponde, avendo letto il nome sul display. 

"Stilinski, spero tu abbia scelto un posto carino per il pranzo, perchè sono atterrata solo un'ora fa e non ho proprio voglia di andare in una bettola."

Stiles scoppia a ridere. "Lyds, per te solo posti magnifici. passo a prenderti io?" 

"Nah" risponde la ragazza. "Non so perché tu mi abbia costretta a venire qui questa domenica, ma suppongo sia una notiziona, quindi sarai in ansia. Ci vediamo direttamente lì. Gli altri sanno che ci sono?" 

"No, nessuno, sei una sorpresa, Martin."

"Sarò una meravigliosa sorpresa per tutti allora. A tra poco, splendore!" 

Stiles saluta la sua migliore amica, risponde ad un messaggio, poi spegne la consolle: ormai è l'ora. 

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Stiles arriva al locale insieme a suo padre e Melissa; da lontano vede Scott e Malia che abbracciano Lydia che è appena arrivata. Quando è più vicino, può vedere bene lo sguardo lucido dei suoi tre amici. 

"Buongiorno Sceriffo, Melissa. E ciao splendore!" grida, avvolgendo le braccia intorno al collo di Stiles che la stringe forte. Anche con lei non si vedono da anni, tre, ma si sentono praticamente sempre. 

"Entriamo?" chiede Stiles, indicando l'entrata. 

Quando sono all'interno del locale, un cameriere li fa accomodare ad un grande tavolo al centro della sala. 

"Strano, questo locale è sempre pieno di domenica. Oggi siamo praticamente soli" nota lo sceriffo, guardandosi intorno. 

"Magari sono tutti al mare, pa', è una bellissima giornata oggi" gli dice, per poi aggiungere, "Scusatemi, vado un attimo in bagno". 

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"Andiamo?" 

Stiles torna in sala, una mano calda che si intreccia con la sua e il cuore che batte furiosamente. 

Non si stupisce che sia Lydia la prima a vederlo tornare, ma si stupisce del fatto che non proferisce parola. Se ne sta lì, lo sguardo fisso, occhi e bocca spalancati. 

Stiles sorride, arrossendo, poi vede Malia sporgersi verso Lydia, forse per chiederle se sia tutto okay, perché la ragazza le indica la direzione da cui si sta avvicinando Stiles. 

Ed è proprio Malia a far girare tutti in quella direzione, dopo aver esclamato un poco contenuto "PORCA PUTTANA!" che si sarà sentito anche fuori dal ristorante. 

Stiles si avvicina al tavolo, gli sguardi di tutti che si alternano tra lui, la persona al suo fianco e le loro dita intrecciate. 

"Papà, ti chiedo scusa e spero tu possa perdonarmi" comincia, sentendo la stretta alla sua mano farsi più forte e trovando il coraggio per continuare, "...ma, beh...vorrei presentarti...mio marito". 

Appena lo sputa fuori, Stiles non può fare a meno di sentirsi più leggero. Vede lo sguardo incredulo di suo padre, il rossore sulle sue guance e spera vivamente di non averlo fatto sentire male. 

"Tu...marito...sei sposato con Derek Hale?" chiede lo sceriffo, guardando però Derek. Questa volta è Stiles che stringe la presa sulla mano di Derek. 

"Buongiorno Signore, vorrei chiederle scusa anch'io, se non lo abbiamo detto a nessun-"

"Ma quando è successo?!" si intromette Lydia, alzandosi dal suo posto e avvicinandosi alla coppia. 

Stiles le sorride, passandosi una pano dietro la nuca, imbarazzato. 

"Sei mesi fa, Lyds. Stiamo insieme da un anno e mezzo, ci siamo incontrati per caso due anni fa e..." 

"E vi siete finalmente resi conto di essere stati innamorati per anni l'uno dell'altro?" lo interrompe la rossa. 

Stiles sghignazza, guardando Derek che gli sorride di rimando. "Sì, più o meno è andata così e...beh, mi dispiace non avervelo detto, ma...non so, non mi sembrava nemmeno reale. Dio, è stato così improvviso, e, giuro, ci siamo svegliati una mattina e siamo andati a sposarci e nessuno sapeva nemmeno che stavamo insieme, come potevo dirvi che ero addirittura sposato? Che Derek è mio marito? Forse mi avreste preso per paz-" 

Stiles non riesce a terminare la frase perché, di scatto, Scott si è alzato e lo ha stretto in un abbraccio spacca ossa. 

"Profumi di felicità. L'ho sentito all'aeroporto, lo sento ora ancora di più. Non sei mai stato così felice, amico, e io sono felice per te" dice, per poi staccarsi e guardare Derek. "Sono felice per entrambi" aggiunge. 

Derek accenna un sorriso, per poi avvolgere un braccio intorno alla vita di Stiles. 

"Signor Stilinski, se siamo venuto qui, è stato per dirvelo di persona e anche pe-" 

"OGGI CI RISPOSIAMO!" lo interrompe Stiles, quasi saltellando. 

"In che senso?" chiede suo padre, che sembra essersi un po' ripreso. 

"Nel senso che questo locale è vuoto perché in giardino c'è un officiante che ci sposerà di nuovo. E ci sta aspettando e, papà, io voglio che tu mi accompagni, e dopo parleremo un sacco, perché voglio raccontarti tutto e voglio che conosci Derek, non solo come il lupo antipatico che conoscevi prima e poi andremo a casa nostra, che poi è casa di Derek, che ha fatto ristrutturare e-" 

"Ehi, respira" lo interrompe Derek, carezzandogli una guancia. 

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Io, Derek Hale, prometto di amarti sempre, ogni giorno della mia vita. E prometto di esserti vicino in ogni momento, di esserti di supporto, di incoraggiarti e di rimproverarti quando serve. Prometto di essere tuo fedele compagno, di proteggerti e tenerti al sicuro. Prometto di volere te come mio sposo, oggi per la seconda volta e per altre mille e mille volte. 


Io, Stiles Stilinski, prometto di prendere te, Derek Hale, come mio sposo, ancora una volta. Ti prometto di esserti vicino sempre, di cercare di portare sempre il sole nei tuoi momenti bui e di permetterti di fare lo stesso con me. Prometto di amarti totalmente ed incondizionatamente, come ho sempre fatto fin dal primo giorno. Prometto di amare e proteggere ogni parte di te, di essere il tuo compagno e di volerlo per tutta la vita. 






Ciao, bellezze. Come state? 

Blu. 


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