Capitolo 27
CAPITOLO VENTISETTE
"Pronto?"
"Pronto ciao, sono Claudia, ti ricordi?"
Silenzio dall'altro capo del telefono
"Pronto, Lorenzo non ti ricordi, dai non è possibile?"
"Non ci posso credere, certo che mi ricordo, sarà un secolo, come fai ad avere ancora il mio numero, io avrò cambiato tre cellulari e ho perso più volte tutti i contatti! Come stai, che mi racconti? Mi fa molto piacere sentirti!"
"Anche a me, ho chiesto a Daniela il tuo numero, e me lo ha dato senza problemi!"
"Ah, Daniela?"
"Si, non ti preoccupare sapevo già che vi eravate lasciati, perché lei sta con un altro, uno che conosco, ma non ha avuto problemi a darmi il tuo numero..."
"E ci mancherebbe, si, è vero ci siamo lasciati, un paio di anni fa almeno!"
"Ce ne hai messo di tempo, a capire che quella non faceva per te, ormai te lo posso dire. Ma cosa ci trovavi in lei? Eravate talmente diversi che ancora mi chiedo come avete fatto a stare insieme tutto questo tempo!"
"Boh, non lo so, sarà la mia testa dura. Io invece all'inizio pensavo che funzionasse, ma invece... Comunque, mi fa molto piacere sentirti, che mi racconti di bello? Sei ancora sposata? Hai fatto figli? Dai, aggiornami rapidamente!"
"No, niente di nuovo, sono ancora sposata e non ho figli, per fortuna aggiungerei!"
"Come per fortuna, non ne vuoi?"
"Si, ma non è il momento! Tu piuttosto, che stai facendo, ti sei sposato? Sei ancora a Roma? Non ho notizie di te da un sacco di tempo!
"Beh, se sei rimasta a quando io ero a Roma sei un po' indietro. Ora sono a Palermo, e no, non sono sposato, non ho ancora trovato la mia anima gemella, quindi per ora cercando cercando, mi diverto con le palermitane!"
"Come sei finito a Palermo? Non eri andato a Roma per seguire il tuo sogno di attore?"
"Si, ma il sogno si è infranto!"
"Non mi dire che stai facendo l'avvocato che non ci credo nemmeno se lo vedo!"
"No, infatti, ma non sto facendo nemmeno l'attore, sono uno chef!"
"No, tu sei pazzo, ora mi devi spiegare come è successo che sei diventato chef? E ti piace?"
"Eh, Eh, non te l'aspettavi vero? E' una lunga storia, mentre ero a Roma cercando di trovare una parte in teatro o a Cinecittà mi mantenevo facendo il cameriere in un ristorante a Trastevere, una sera mezz'ora prima del servizio il cuoco ha avuto un incidente e quelli non sapevano che fare, io allora gli ho proposto di dare una mano perché tanto conoscevo tutti i piatti, ed avevo seguito le preparazioni, quelli erano disperati, avevano il ristorante tutto prenotato e non sapendo che fare si sono affidati a me. Come sai a me piace cucinare, e quindi mi sono divertito a preparare tutta quella bella roba, la serata è andata bene, talmente bene che alla fine il titolare mi ha chiesto di preparare qualcosa per lui, io gli ho fatto dei calamaretti saltati con una crema di piselli, molto semplici, in cinque minuti. Lui è rimasto estasiato e mi ha promosso in cucina come aiuto cuoco. Poi dopo qualche mese, poiché è uno abbastanza giovane e intraprendente anche se ha un pancione enorme e la barba lunga, essendo siciliano, ha deciso di entrare in società in un locale a Palermo e mi ha proposto di fare lo chef nel suo ristorante, un posto spettacolare, sul mare, chiamato il Moro, lo stipendio era molto meglio di quello che avrei sperato e così ho accettato."
"Non ci posso credere, tu mi stai prendendo in giro, non è possibile!"
"E invece si, vieni a Palermo e ti faccio vedere. Ti prenoto un tavolo io stesso!"
"Incredibile, e il teatro? Abbandonato?"
Silenzio dall'altro capo del telefono, lui era stato colpito, il buio all'improvviso era tornato su di lui, una ferita mai rimarginata, un fallimento mai ammesso, per qualche secondo rifletté sulla risposta, poi riprese: "Bisogna crescere, la cucina mi da da vivere, il teatro ancora no, forse non sono abbastanza bravo, forse non ho avuto fortuna, fatto sta che questa è la situazione, per ora sono in cucina, ma io non demordo, continuerò a cercare anche a Palermo, ci sono tanti teatri, non si sa mai. Ma rifiutare questa occasione sarebbe stato da pazzi!"
"Forse hai ragione." commentò lei, un po' delusa che lui avesse abbandonato così facilmente il sogno che aveva accarezzato per tanto tempo, ma comunque contenta che lui fosse apparentemente soddisfatto. Poi gli chiese, come per avere una conferma: "E sei contento quindi?"
Lui esitò, un istante di troppo, un istante che per lei sembrò un quadro dipinto dell'animo del suo vecchio amico, "Sì, il lavoro è bello, io sto molto bene, la città è fantastica e la gente è aperta e amichevole. Insomma mi manca solo una bella moglie come te ma pazienza, troverò una discendente normanna da queste parti...!".
Claudia trasalì a queste parole, e perse il fiato, non riusciva a rispondere, come se avesse un groppo in gola che le impedisse di respirare. Lui non aveva perso il vizio di buttare l'amo per stuzzicarla, e lei non aveva perso la sensibilità alle sue attenzioni, in pochi minuti si sentì come la ragazzina appena matricola all'università e lo rivide con il giubbotto di pelle addosso e gli stivali ai piedi, provò il fortissimo impulso di incontrarlo e questo la turbò per qualche secondo. Poi si scosse e si liberò di quel pensiero ridicolo, non doveva fare la bambina, lui era un caro amico, e non c'era niente di male a volerlo salutare, decise all'istante, senza pensarci due volte di più, sarebbe andata a Palermo, d'altra parte non faceva una vacanza da una vita, anche se non aveva i soldi per farla come si deve. Così riprese sullo stesso tono della battuta di lui: "Bene, così me la presenti, e potremmo fare un'uscita a quattro!"
Ma lui non era stupido ed aveva capito che lei voleva un aiuto per confermare la sua decisione così le formulò un invito ufficiale: "Ma a parte gli scherzi, perché non mi venite a trovare, tu e tuo marito, la mia casa è grande, vi fate qualche giorno qui, non dovete nemmeno spendere i soldi per l'albergo!"
Come fa a sapere che sono senza soldi? pensò lei, forse aveva tirato ad indovinare, ma ci aveva azzeccato e così aveva una scusa in più per poter andare in Sicilia. Si, era decisa, sarebbero andati a Palermo, per salutare Lorenzo, che male c'era? Pensava rapidamente alle possibili date libere da impegni lavorativi, poi ricordò che a breve sarebbe arrivato il ponte del venticinque Aprile, il tempo sarebbe stato bello e se fossero stati fortunati avrebbero anche fatto il bagno. In Sicilia si poteva fare questo ed altro.
"E se organizzassi per il venticinque Aprile, come sei messo?" gli propose lei.
"Mi pare perfetto, io così sistemo alcuni turni e mi faccio sostituire per un paio di giorni e vi porto in giro a vedere qualcosa di bello!"
"Allora è deciso. Ci vediamo fra qualche settimana!"
Claudia concluse la telefonata con uno spirito ben diverso da quello che l'aveva spinta a chiamare, si sedette sul divanetto del salotto e solo allora realizzò che era tardissimo, che aveva chiamato Lorenzo nel cuore della notte e che quello non aveva fatto una piega, aveva risposto, nemmeno assonnato e non le aveva chiesto perché avesse deciso di chiamarlo proprio in quel momento senza aspettare il giorno dopo. Questo le fece pensare che ovviamente fosse sveglio, che magari fosse normale per lui esserlo a quell'ora di notte e che che comunque gli aveva fatto piacere parlare con lei. Decise di tornare a letto, era tranquilla, aveva un obiettivo, una prospettiva, si, era solo una breve vacanza in Sicilia ma per lei era già tanto, avrebbe cambiato aria per un po' ed avrebbe interrotto quella routine tossica cui si stava abituando anche troppo. A letto Luca non fece una piega, non accennò nemmeno ad un movimento, probabilmente non aveva sentito niente, troppo preso dalla profondità di un sonno senza pensieri e preoccupazioni, lo guardò quasi con tenerezza, sembrava un bambino, beato lui, pensò, e si sdraiò dalla parte sinistra del letto, come sempre, volgendogli le spalle come ad alzare un muro. Si addormentò, ripensando alla telefonata appena conclusa, e sognò il calore degli abbracci sulla sabbia e la gioia di amare un uomo vero.
Lorenzo dalla sua osservò per un po' il display del suo telefono, era indeciso se salvare il numero o lasciare andare tutto nell'oblio della notte, in fondo era una sua vecchia amica, non c'era niente di male a tenerlo in rubrica, soprattutto se davvero fosse venuta in città come aveva promesso. Scosse la testa con una certa soddisfazione ed un mezzo sorriso, quella ragazza lo stupiva ogni volta, ma chissà, probabilmente gli nascondeva qualcosa, lo aveva capito dalla voce, da come aveva cambiato discorso quando le aveva chiesto se ci fossero novità nella sua vita, lei aveva abilmente evitato di rispondere. Chissà, lo avrebbe scoperto se si fosse fatta viva nei prossimi giorni, ora doveva tornare a casa ed avvisare Cinzia che probabilmente avrebbero avuto visite. Aveva nascosto la presenza di Cinzia a Claudia, non per mostrarsi single, ma perché la considerava solo un'altra compagna di viaggio, che avrebbe camminato con lui per un po', ma che prima o poi, in un modo o nell'altro, avrebbe lasciato ad una fermata intermedia, ormai lo aveva capito, da quando aveva lasciato Daniela si erano succedute molte donne, ma con nessuna aveva mai pensato di impegnarsi seriamente, sì, usciva con loro, si divertiva, ma non andava mai oltre un certo limite, non si sbilanciava e soprattutto non programmava un futuro insieme, nemmeno lo fantasticava. Forse perché dubitava ancora del suo futuro, o perché nessuna era veramente la sua anima gemella, nessuna lo faceva vibrare dentro, tutto era un po' tiepido, e non riusciva a scaldare il suo cuore gelido. E più passava il tempo più si convinceva che le possibilità si andavano riducendo. Cinzia forse era carina anche se non brillava certo in bellezza, ma non era la donna per lui, si, gli faceva comodo avere una persona che lo aspettasse a casa, anche se non era in grado di cucinare nemmeno un uovo al tegamino, ma gli voleva bene e sapeva che era una brava ragazza, colta ed intelligente, con lei forse, magari, nel tempo...ma i pensieri morivano sul nascere, non riusciva a convincersi a vedersi con lei per molto ancora. Fece la strada di casa lentamente, senza voglia, quelle quattro mura lo avrebbero messo davanti alla sua solitudine, si, perché anche con Cinzia lui si sentiva solo. Gli mancava qualcosa, era incompleto.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top