Stelle, illuminate la via

Julius aprì gli occhi e si ritrovò nel mezzo dello spazio, da solo, la nave e il suo equipaggio sembravano essersi dileguati. Era rimasto solo con addosso la sua tuta.
Non provava niente, era completamente spaesato e privo di forze.

D'un tratto davanti a sé vide la sua nave prendere forma ed esplodere in mille pezzi, causando un'onda d'urto che lo spinse indietro per chilometri. Subito l'intero spazio si tinse di rosso purpureo che oscurava le stelle.
Julius ne fu scosso e rimase paralizzato.

L'intero cosmo sembrava una grande prigione di sangue e morte, senza via d'uscita né speranza.
Julius quindi chiuse gli occhi e si rassegnò, lasciandosi trascinare dal fato.

Ma all'improvviso sentì un fragore energico attraversargli le vene, e con forza aprì gli occhi.
Dietro di sé avanzava una luce in espansione, che piano piano infrangeva il rosso illuminando lo spazio.

Julius fu attraversato da un calore e da un'energia mai sentiti nella sua vita.

Guardò di fronte a sé e osservò un'immensa massa di energia sotto forma di sfera crescere di grandezza.
Le stelle brillanti sopra di lui rilasciarono caldi raggi argentati che colpirono il suo corpo, mostrando il percorso davanti a lui, che conduceva fino alla sfera.

Julius avvertì un brivido insolito in tutto il corpo, e nella sua mente sentì una sensazione indescrivibile, come se portasse un messaggio.

"Io sono la voce di un padre magnanimo, di una madre amorevole, di un fratello premuroso, di un figlio ammirato e di un compagno fedele. Sono la voce della verità e della curiosità. Sono la culla del tuo corpo, l'architetto della tua mente, l'amore del tuo cuore, l'ammiratore delle tue gesta.
Segui la volta celeste fino alle terre rosse dai segreti inviolati del bellicoso astro, attorniato dai terribili figli.
Vieni da me razza splendente.
Stelle, illuminate la via di questa coscienza errante fino alla chiave del cielo. Affinché esso abbandoni paure e limiti, affinché esso viva in una dimensione di luce e prosperità."

Queste parole non furono pronunciate da nessuno in realtà. Nessuna voce, niente di niente. Julius non sentì questo discorso, ma lo percepì, nel proprio corpo, nel suo animo.

Tutto si fece luminoso, fino ad accecarlo.
Una voce conosciuta e apprezzata lo stava invocando ansiosamente.

La luce prese forma e Julius poté finalmente vedere.

Henry gli stava gridando in faccia.
"Comandante, comandante, comandante, egregio comandante! Siamo... siamo... siamo arrivati signore!"
Julius si alzò di soprassalto e incredulo dal lettino.

"Non mi dire! Per quanto ho dormito?!"
"Otto ore signore. Era davvero stanco. Stava delirando."

Julius si strofinò gli occhi e osservò meglio Henry. Aveva la tuta addosso.
"Io... io..."
Julius era ancora confuso dopo il sogno, ma realizzò finalmente che erano giunti a destinazione e si precipitò subito nel posto di comando, seguito da Henry.
Corse per tutta la nave fino ad arrivare all'estremità, dove il resto dell'equipaggio con addosso le tute era concentrato per osservare il pianeta.

Julius guardò fuori dalla finestra anteriore e vide Marte, in tutto il suo rosso splendore, sovrastare lo spazio.
Quel momento sembrò magico.

"Incredibile..."
Tutti pensavano la stessa cosa.
Anni di sudore, 40 giorni di viaggio, tanta fatica... finalmente erano vicini al tanto agognato pianeta.

Julius si mise la tuta e tutti si collocarono ai propri posti.

Erik si giostrò tra i comandi euforico.
"Siamo a mezzo milione di chilometri. Siamo vicinissimi. Inizio i preparativi per l'atterraggio."

Victor si mise a controllare tutti i sistemi.
"Eseguo diagnostica."

Henry aveva le lacrime agli occhi.
"Finalmente ci siamo. Ragazzi, ci siamo!"
Antony non disse nulla, ma fu colto da una profonda soddisfazione.
Victor era visibilmente eccitato, Erik aveva un sorriso energico sul viso, mentre Julius era determinato a portare tutti in salvo.

Erik premette un pulsante e gli altoparlanti trasmisero una canzone a tutto volume.
"Ecco! I Queen! Tenevo questa canzone per questo momento, nessuno ci fermerà! Conquisteremo questo mondo!"

Julius guardò i suoi astronauti e li arringò, quasi commosso.
"Amici, grazie di tutto... grazie per il sudore e per il sangue... per le vostre vite... non c'è tempo per parlare. Ora scendiamo in quel dannato pianeta, e rendiamo fiero il nostro, di pianeta!"

L'ora era giunta. Gli astronauti avrebbero fatto breccia nel pianeta rosso e portato l'umanità ad un nuovo livello.
Il futuro era arrivato. Tutto stava cambiando. Niente sarebbe stato come prima.


Princes of the universe (Queen)

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