Rapporto nr.1
"Qui Asimov-1, dalla base di Foundation Site.
È da appena un giorno che siamo qui, e i problemi sono già affiorati. Come previsto.
Dopo un'accurata diagnostica abbiamo rilevato varie disfunzioni nel sistema di distribuzione dell'energia. L'efficienza del sistema elettrico è del 59%, la soglia raccomandata è del 76%. Ha senso visto che prima del nostro arrivo la base è stata in standby e ha tenuto i sistemi al minimo. Dovremo installare nuovi pannelli solari e generatori ausiliari, e intanto il kilopower produce l'energia necessaria come da manuale, quindi pensiamo che possa essere colpa di qualche guasto nei condotti. Sarebbe un incubo scoprire che le tubature di trasporto dell'energia nucleare del kilopower siano guaste, dovremmo operare in profondità in una zona zeppa di radiazioni. Ma a volte dimentico che la superficie sia piena a sua volta di radiazioni. Per ora siamo sotto la linea rossa, ma dovremo attendere la stagione delle tempeste solari.
Quanto all'acqua, il sistema di recupero idrico funziona perfettamente ed è uno spasso vedere il nostro sudore venir risucchiato per creare acqua. Dovremo migliorare il dispositivo con le seguenti modifiche: un nuovo sistema di trasmissione a cinghia dentata, tenute le cuscinetti, distanziatore in teflon e un sensore di livello del liquido. In questo modo dovremmo aumentare l'efficienza.
Anche in quanto ossigeno sembra tutto a posto e siamo pronti a sostituire gli estrattori di ossigeno atmosferici, che sono abbastanza logori. Quasi tutti i dispositivi di riciclo dell'aria sono operativi e abbiamo già testato il processo di elettrolisi con risultati modesti, mentre dovremo aspettare di coltivare più piante per poter ottenere ossigeno da esse.
Le scorte sono a posto, per almeno una trentina di giorni dovremmo cavarcela senza problemi, il tempo di perfezionare la strumentazione e coltivare le piante.
Stiamo già progettando l'espansione della serra con una seconda struttura, non sferica ma a corridoio, per velocizzare i tempi e aumentare la produzione. Prima però, dobbiamo costruire una seconda officina automatizzata, così avremo il doppio delle capacità di produzione dei materiali industriali.
Fatto ciò potremo costruire con l'ausilio dei robot. Sono lenti, impacciati, non precisissimi, ma sono ottimi aiutanti. Senza di loro non saremmo qui, ma hanno costruito fin troppo. Credo che impiegare un po' di mani umane nella costruzione della base sarebbe l'ideale e rilasserebbe un po' gli uomini. Antony non fa altro che preoccuparsi per le strutture, ha paura che ci siano falle. Lo lascio fare, dare un'occhiata in giro potrebbe risparmiarci qualche incidente e farlo rimanere tranquillo.
La tabella di marcia per il breve termine è la seguente:
Primo. Portare l'efficienza dei sistemi di supporto vitale alle percentuali raccomandate;
Secondo. Iniziare la produzione del propellente per il motore al plasma della Columbus, così da rifornirla e recuperarla dove l'abbiamo lasciata e portarla vicino alla base. In questo modo potremo riutilizzare il velivolo;
Terzo. Iniziare l'esplorazione più approfondita mappando la zona ed effettuando ricerche presso le grotte, da cui potremo effettuare scansioni alla ricerca di risorse da estrarre, come ghiaccio o materiali.
Ovviamente alterneremo i vari obiettivi ma sostanzialmente sarà questo il programma.
L'umore della squadra sembra euforico, sono naturalmente preoccupati e lo stress si sta piano piano accumulando man mano che scopriamo i problemi della base, ma salvo incidenti gravi, sono sicuro che staranno bene per molto tempo. Ciò che mi preoccupa è il tempo. Più stiamo qui e più aumenta l'esposizione alle radiazioni, e questo lo sappiamo tutti. Trascorrere tre anni in questo posto non sarà facile, saremo messi alla prova, ma la simulazione in Antartide ci ha forgiati. Detto ciò, vorrei precisare che nessuna simulazione al mondo può sostituire l'esperienza sul campo. Gli imprevisti sono dietro l'angolo, e anche se siamo stati addestrati a risolverli, la lucidità mentale potrebbe venire meno perché qui nessuno può salvarci. In Antartide, anche se spesso dovevamo risolvere imprevisti gravi e veri, operavamo con la consolazione che c'era una struttura di soccorso completamente attrezzata a pochi passi da noi. Mi spiace Brid, non è servito tenerci all'oscuro di tutto, l'avevamo localizzata quella struttura...
Qua siamo distanti da casa e se scoppia qualcosa, sarebbe un incubo cavarsela, per questo stiamo puntando subito con l'autosufficienza. Più strutture autonome costruiamo e più possibilità abbiamo di sopravvivere.
Quanto a me, sono in perfetta salute mentale e fisica, anche se il mio corpo deve ancora abituarsi alla gravità marziana. Sono completamente lucido, e anche se impaurito, sono sicuro di poter gestire ogni situazione critica. Credo che il comando abbia scelto la persona giusta, modestamente.
Per il resto, avete pieno accesso ai dati del computer quindi sapete perfettamente le condizioni della base.
Mi raccomando, segnalateci ogni problema e... mandateci qualche video dalla Terra.
Julius Gallagher, comandante operativo della Missione Asimov, fine rapporto Foundation site, numero 1."
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