9 Ritorno sulla Nemesis
Poco dopo la partenza, Starscream planò verso terra e si ritrasformò entrando in modalità robot.
La mente era scombussolata e confusa; il bacio che aveva ricevuto gli stava offuscando la mente, trascinandolo in un buco profondo che non sarebbe riuscito a risalire.
Aveva esitato ad uccidere Alexis.
I suoi occhi corvini gli invadevano la mente, uccidendolo da dentro.
Aveva il T-Kog e si era sdebitato con quella ragazzina; sarebbe bastato un colpo e fine della storia.
E invece no; se n'era andato senza storcerle un capello.
Non l'ho uccisa, non l'ho uccisa...pensò in continuazione, disperato e confuso.
Provò a giustificarsi.
Lo sparo avrebbe attirato l'attenzione di qualcuno, e poi nessun umano le crederà mai se divulgasse questa storia.
Ora stava meglio. Quella giustificazione lo aiutò a star meglio.
Prese un bel respiro ed entrò in modalità aereo, riprendendo il viaggio.
Megatron era come sempre sul ponte della Nemesis, a contemplare il cielo sconfinato. Udì entrare qualcuno, ma non era solo.
"Lord Megatron".
"Cosa c'è Dreadwing?", chiese senza voltarsi.
"Mio signore, c'è qualcuno che desidera vederla".
"Lasciaci soli allora".
Udì Dreadwing uscire mentre si voltava, intravedendo una figura in ginocchio, con un palmo della mano appoggiato al petto e la testa bassa.
"Che cosa vuoi Starscream?", chiese Megatron.
"Mio signore", il robot alzò lo sguardo "sono tornato per essere il suo vice".
"Sei un traditore, e lo sarai sempre".
"Per questo sono tornato.
Voglio chiedere le mie più sincere scuse e desidero avere una seconda possibilità".
Megatron non parve molto convinto.
"Lo so che ho commesso molti errori in passato, ma sono deciso a riscattarmi dandole i miei servigi in veste di comandante in seconda".
Megatron gli puntò al viso il cannone posto sul braccio destro.
Starscream abbassò di netto la testa, appoggiando le ginocchia e i palmi delle mani sul pavimento, fremendo dalla paura.
Poco dopo il leader alzò l'arma, permettendo a Starscream di rialzarsi.
"Ti lascio vivere solo per le tue doti da stratega".
Sia lodato l'Allspark!, pensò con emozione Starscream.
"Non la deludero' signore".
"Puoi cominciare con un'esecuzione", disse Megatron, dirigendosi verso il computer di bordo.
"Se questo mi aiuterà a farmi perdonare, lo farò con piacere signore".
Megatron fece un cenno verso Soundwave, facendo avvicinare Starscream alla tastiera.
Soundwave premette una lunga serie di tasti per poi premerne uno, visualizzando sullo schermo un'immagine.
Starscream si irrigidì immediatamente perché quello che aveva davanti era Alexis, incatenata per le braccia a due delle pareti della stanza, incosciente.
"Come primo compito, dovrai uccidere questa umana infliggendole più dolore possibile.
Non risparmiarti".
Starscream udì quelle parole senza preoccuparci più di tanto; la sua mente era lì dentro con Alexis.
Doveva salvarla e per questo escogitò un piano geniale.
"Non posso ucciderla signore", disse.
"Come sarebbe a dire che non puoi?".
"Mio signore, alcune fonti mi dicono che questa umana sia entrata in contatto con gli Autobot e che sia addirittura entrata nella loro base, quindi vorrei chiedere il suo consenso per interrogarla".
"Ci ha già pensato Dreadwing.
Non ha aperto bocca".
"Con tutto il rispetto signore, Dreadwing non ha esperienza con gli interrogatori e lei sa che sono il migliore in questo campo".
Megatron parve pensarci un attimo prima di rispondere.
"E va bene, però non osare tornare senza qualche informazione utile".
"Non la deludero' signore", disse Starscream, chinando la testa.
Il leader si allontanò, permettendo al subordinato di andare.
L'F22 uscì dal ponte dirigendosi alla sala delle torture.
"Ma guarda chi si vede", disse una voce alla sua sinistra.
"Che cosa vuoi Knockout?", chiese l'aereo di pessimo umore, fermandosi.
"Ho sentito la tua discussione con Lord Megatron e devo dire che sono sorpreso".
"Di cosa?".
"Ti sei affezionato a quell'umana, o mi sbaglio?".
"Non mi ci sono affezionato. Tra noi due c'è stato soltanto un accordo e niente di più".
Knockout si avvicinò a Starscream con in volto un ghigno.
"Se non provi niente nei suoi confronti, allora ci tengo a farti sapere che Dreadwing mi ha ceduto il posto quando doveva torturare quell'umana".
"In che senso?".
"Ho provato un piacere diabolico vederla soffrire, soprattutto quando la punterellavo col pungolo".
Starscream digrigno' i denti e serrasse la mascella con odio e rabbia. Sapeva che Knockout gli stava mentendo, ma fu il modo in cui disse quelle parole che lo fece infuriare.
"Ti devo lasciare, ma prima di abbandonarti ti faccio una piccola domanda: se non ti sei mai affezionato a lei, perché non l'hai mai uccisa?".
Knockout non lasciò parlare Starscream che si era già dileguato.
L'aereo proseguì.
Quelle due parole scambiate con Knockout gli erano serviti.
Più camminava, più si rendeva conto che aveva ragione; doveva smettere di giustificarsi e doveva accettare la realtà: si era affezionato ad Alexis.
Ma cosa l'aveva attirato?
Forse dal fatto che erano due rinnegati e che condividevano alcune cose.
Possibile, ma Starscream non ci vedeva chiaro.
Forse non lo avrebbe mai saputo.
Immerso nei suoi pensieri, non si era reso conto di essere arrivato.
Il portone si aprì automaticamente, mostrando l'interno.
La sala delle torture era circolare sviluppandosi per lo più in altezza, illuminata da dei fasci di luce in alto.
Alexis era come aveva visto sul ponte; appesa per le braccia al centro della sala con delle catene.
Indossava i soliti abiti, ma Starscream poté intravedere attraverso i vestiti ematomi multicolor e botte di vario genere, oltre a graffi e a tagli.
Alexis batté gli occhi un paio di volte, risvegliandosi; aveva la vista offuscata, però riuscì a riconoscere il robot che aveva davanti.
"Proprio tu...", mormorò a mezza voce.
"Sì".
"Perché sei tornato da Megatron?".
"Per sopravvivere".
"Se sei qui per torturarmi, uccidimi e facciamola finita".
Starscream si voltò alla sua sinistra, contemplando un banco da lavoro su cui erano appoggiati degli attrezzi; si avvicinò per guardarli meglio.
C'erano coltelli, punteruoli e lame circolari, tutti attrezzi utilizzati per torturare le vittime designate.
Prese il pungolo, il suo preferito; era un bastone metallico la cui punta era intrisa di Energon, l'unico attrezzo costruito per torturare gli umani.
Gli venne in mente quando lo aveva usato su l'agente Fowler.
L'Energon non va molto d'accordo con gli umani, aveva detto mentre il terrestre urlava e sbraitava a ogni colpo.
Si avvicinò ad Alexis puntandole addosso il pungolo; l'umana chiuse gli occhi preparandosi a morire.
Starscream alzò l'arma caricando il colpo ma invece di colpire gettò a terra il pungolo col ferro che tintinnava sul pavimento.
Alexis riaprì gli occhi mentre il robot la liberava.
"Perché mi hai liberata?", chiese, seduta sulla sua mano.
"Devo accettare la realtà".
"Quindi siamo amici?".
Starscream annuì, mentre Alexis sorrise.
Il robot aprì il petto, mostrando il posto del pilota, poi vi mise delicatamente l'umana per poi socchiudersi.
Uscì dalla sala delle torture, ritornando sul ponte.
"Ebbene?", chiese Megatron, appena si accorse dell'entrata di Starscream.
"Mio signore, temo di aver esagerato con le torture".
"L'hai uccisa?".
"Sì signore".
Megatron sospirò.
"Hai fatto bene. Adesso si ricorderà perché è morta quando avrebbe potuto collaborare".
"È la stessa cosa che penso io signore".
"Bene. Puoi andare".
Starscream chinò la testa prima di uscire.
"Soundwave", disse Megatron rivolgendosi al robot "controlla i video della sorveglianza nella sala delle torture".
Il robot annuì, quindi clicco' alcuni tasti, mostrando al leader il video.
Appena si concluse, Megatron batté il pugno sulla tastiera, più infuriato che mai.
"Che tu sia maledetto, Starscream!".
"Ce la fai a camminare?", chiese Starscream ad Alexis.
"Tranquillo che ce la faccio", rispose, sostenendosi a tratti sul piede del robot.
I due erano in uno dei tanti corridoi che componevano la Nemesis, privo di anima viva.
"Sei sicuro che non c'è nessuno?".
"Sì. La maggior parte dei Vehicon sono o sul ponte o nella sala macchine".
"Lo spero perché io ho dei problemi a correre".
Starscream si fermò improvvisamente.
S'inginocchiò, appoggiando il dorso della mano sul pavimento.
Intuendo cosa voleva fare, Alexis salì sulla sua mano e si sedette a gambe incrociate; Starscream si rialzò in piedi e proseguì verso l'uscita.
Uscirono dalla Nemesis ritrovandosi sul piano d'atterraggio per gli aerei.
Il robot s'inginocchiò facendo scendere Alexis; stette per cadere ma Starscream la soresse sostenendola con l'indice affilato.
"Che gran cavaliere che sei", commentò sarcastica.
"Non ti ci abituare", disse mentre si rialzava.
Il robot fece per trasformarsi quando una voce da dietro lo bloccò.
"Starscream!".
L'F22 si voltò, vedendo un Megatron infuriato con ai fianchi cinque o sei Vehicon.
Il leader fece per sparare verso Alexis, ma Starscream l'afferrò in tempo ed entrò in modalità aereo, mettendo l'umana al posto del pilota.
Diede il via ai motori e volò via, sotto lo sguardo infuriato di Megatron.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top