9 Hardshell
Il luogo dell'incontro era una semplice prateria rocciosa del Nevada. Il colore rosso ruggine splendeva ai raggi di un sole caldo e cocente; un sole che avrebbe spaccato le pietre, sbriciolato i sassi, prosciugato laghi e oceani...
Optimus e Starscream - con in braccio Light - comparvero in quella steppa pochi minuti dopo, con ad aspettarli Hardshell.
"Ma guarda cosa vedo...", mormorò l'Insecticon con un ghigno, puntando casualmente alla piccola.
Istintivamente, l'aereo la strinse a sé, con affare protettivo.
"Che cosa vuoi Hardshell?", chiese Optimus.
"Soltanto avvisarvi di questo: ora che quella puttana di Alexis ha perso il controllo su di noi, io e gli Insetticons siamo liberi da ogni ordine e pronti a dominare la Terra".
"Tutto qui?" chiese perplesso Starscream "ci hai fatto venire solo qui per dirci questo?".
"Beh...ad essere sincero no".
Dopo quell'esatte parole, il terreno sotto i piedi degli Autobot esplose mostrando otto Insecticons che in mente non si dica immobilizzarono i nemici in ginocchio con le braccia bloccate dietro la schiena: tutti tranne Light. Questa infatti - avendo percepito gli Insetticons troppo tardi - si era gettata a terra a qualche metro davanti al padre. Quando si rialzò, ebbe il viso a un niente da quello di Hardshell.
"Non provare a toccarla razza di verme schi-", mormorò Starscream.
Venne zittito da un pugno sulla guancia, regalategli da uno dei aguzzini.
Vide gli occhi di Hardshell diventare verdi, come quelle di Light. Iniziarono a dialogare tra loro, ma erano versi incomprensibili e impossibili da tradurre.
"Che ti sta dicendo Light?", mormorò Starscream.
Proprio in quel momento gli occhi di entrambi tornarono ai colori originari e anche le parole che dissero erano di nuovo comprensibili.
"Adesso hai capito?" disse Hardshell alla piccola "questa non è la tua famiglia".
"Non ascoltarlo" s'intromise Starscream "siamo noi la tua famiglia. Pensa a tua madre e a me...".
Venne zittito un'altra volta con una ginocchiata sul ventre.
"Ora ti dirò una cosa" disse Hardshell avvicinandosi a lui "una vera famiglia non tappa le ali ai sogni della propria figlia. Noi Insecticons la tratteremo come meglio merita".
"Non le abbiamo mai tappato le ali. L'abbiamo sempre spinta verso i suoi sogni...".
Stavolta fu Hardshell in persona a mozzargli il fiato, dandogli un cazzotto sulla guancia.
"Bugiardo! Light mi ha detto tutto.
Le impedite di combattere, di usare al meglio i suoi poteri!".
Starscream sputò Energon a terra.
"I poteri ce li ha e li sa gestire al meglio. Sono suo padre e il mio dovere - e onore - è non solo amarla ma sopratutto prendermi cura di lei. Non puo combattere! Ha solo un mese!".
"È proprio questo il punto!" gli diede un pugno sulla guancia "ha un mese ma sa già pensare e comprendere, cosa che voi non capite. Alla sua età avevo già ucciso e sterminato e voi la indebolite mettendo dei inutili freni!"
Diede all'F16 un cazzotto sul ventre.
"Ora Light comincerà l'addestramento" continuò "che ne dici con un omicidio?", disse guardando la piccola.
"No..." mormorò il padre sputando Energon, guardando la figlia "tu non sei così. Tu sei il nostro angelo".
Light lo guardò sofferente mentre Hardshell le porgeva un pugnale.
Era semplice con la lama lunga e triangolare con l'impugnatura piccola e sottile.
"Chi vuoi uccidere per primo?".
"Lascio a te Optimus. A mio padre ci penso io".
La terra sotto i piedi di Starscream parve scomparire all'istante. Non voleva credere a quello che aveva sentito. Vide Light dirigersi verso di lui con il pugnale sguainato e un ghigno. L'aereo si vide allo specchio, quando anni prima si preparava a torturare le vittime che gli capitavano a tiro. In quel breve ricordo, non si era accorto che Light l'aveva raggiunto con la punta della lama sulla giugulare.
Aveva le lacrime agli occhi ma non voleva piangere di fronte a quel verme di Insetticon e a sua figlia.
"Fallo piccola..." mormorò "liberati di un peso. Dopotutto sono sempre stato questo per te".
Light sorrise a sentirlo.
"Non sarai mai un peso".
Il padre capì. Invece di pugnalarlo, la figlia si voltò di scatto e lanciò l'arma verso Hardshell, pugnalandolo sul fianco.
Questo urlò prima di dire:
"Che tu sia maledetta!".
Con un unico calcio, fece rotolare Light sul terreno più in là prima di fermarsi.
Approfittando di quel momento di distrazione, Optimus e Starscream riuscirono a liberarsi. Il Prime rimase a combattere contro i nemici mentre l'aereo si concentrò sulla figlia. La prese in braccio.
"È finita. Ora andiamo a casa".
Light annuì prima di mostrargli il fianco ferito, alzando la mano sporca di Energon.
"Merda..." mormorò il padre "Rachet!" urlò chiamandolo con auricolare "apri quel cazzo di ponte!".
"Cos'è successo?", fu la prima cosa che chiese il medico ai compagni.
"Era un'imboscata", rispose Optimus.
"E Light ci sta rimettendo la vita!", urlò Starscream con ancora in braccio la figlia.
Appena la vide, Alexis non fu in grado di proferire parola, nemmeno di muoversi.
Rachet prese la bambina e la portò in infermeria. Non uscì più.
"Allora?", chiese l'F16 dopo due ore, sporgendosi verso l'interno dell'infermeria.
"Entra pure".
Starscream obbedì.
"Era messa male?".
"Abbastanza. Ora non è più in pericolo di vita. Prima le ho tolto i punti della ferita. Sta dormendo come puoi ben vedere ma la sua mente è molto vitale. Se vuoi parlale pure; ti sentirà".
Non disse altro ed uscì.
L'aereo si prese uno sgabello e si sedette di fianco alla figlia dormiente.
"Ehi piccolina mia...", le disse dolcemente.
La bambina non rispose.
Il padre le prese la mano, sospirando.
"Mi dispiace..." mormorò "dovevo proteggerti e invece, ho combinato un casino".
Le accarezzò la guancia, senza ricevere una risposta. Udì la porta aprirsi; si voltò e vide Alexis.
"Come sta?", chiese sedendosi dall'altra parte del lettino.
"Rachet le ha tolto i punti. Adesso sta dormendo".
"Okay. Ti dispiace se canto? Quando dormiva le piaceva sentirmi cantare".
"Niente affatto. Canta pure".
Alexis si schiarì la voce e intonò la prima parola. Poi, si lasciò trascinare dal canto melodico.
(Canta Hallo di Adele)
Quando stette per raggiungere al ritornello, vide le labbra di Light muoversi e intonare la stessa frase; poi le sue ottiche si aprirono lentamente continuando però a duettare con la madre fino a metà canzone, concludendo gradualmente.
Starscream vide le sue donne cantare tutto il tempo, sorridendo.
"Che mi sono persa?", chiese Light.
"Niente d'interessante" le rispose la madre "scusate ma mi stanno chiamando. Vado e vengo".
Si dileguò.
"Papà" lo chiamò una volta soli "ma com'è possibile che mi sia fatta male quando ho ferito Hardshell?".
"Voi due siete collegati. Se lui si fa male ti fai male anche tu. Per questo volevamo mandarti lontano per annullare il legame e così uccidere Hardshell senza che anche tu subisca il suo dolore".
"Non fate prima uccidermi? Così è tutto più semplice".
"No!" le urlò "se tu muori noi non abbiamo più una ragione per vivere!".
"Allora rispondi a questa domanda: che amore provi per me? Cosa saresti disposto a fare per me?".
Starscream non seppe che dire.
Con quel discorso del genere, non se la aspettava una domanda del genere, ma decise di rispondere con un sorriso.
"Darei la mia vita per te, lo sai benissimo. L'amore che provo per te non si può spiegare a parole ma si può cercare di dimostrarlo".
"Grazie, mi sei stato utile".
La porta si aprì di botto con la figura di Alexis che li stava guardando.
"Che vogliono ora?".
"Dobbiamo parlare".
"Che volete?".
"La Terra non è più sicura per Light" disse Optimus "per lei è giunto il momento di andare".
Eccolo. Starscream se lo doveva aspettare. Sospirò.
"Ma appena uccideremo Hardshell tornerà vero?".
"No guarda la abbandoneremo sul primo pianeta che incontriamo", rispose Wheeljack.
"Fallo e ti torturo nei peggior modi possibili".
"Sarà meglio domani mattina" commentò Alexis "giusto il tempo dei saluti".
"Certamente" rispose Optimus "ora sarà meglio andare a dormire. A tutti serve riposo".
"Quindi parto domani?", chiese Light in camera da letto.
"Sì, ma tornerai presto", rispose la madre.
Starscream non disse nulla. Voleva soffrire in silenzio.
"Cos'hai papà?", le chiese la figlia.
"Non voglio lasciarti andare..." mormorò guardandola "non ce la faccio".
"Ma hai detto che così mi salverò".
"Sì, però mi fa soffrire averti lontano da qui. Da me" guardò la compagna "da noi".
"Anch'io soffro amore" disse Alexis a Light "ma vedrai che starai bene con Wheeljack e Smokescreen".
In quel momento Starscream s'inginocchiò davanti alla figlia e le prese la mano, mettendole sul palmo una catenina con come pendente un F16 fatto di Energon.
"Me l'ha fatta Raph tempo fa.
Almeno così ti saremo vicino".
"Grazie papà", le rispose Light indossando il ciondolo.
Alexis imitò il compagno, regalandole però un anello nero con sopra un cristallo di forma irregolare, di un bianco lucente.
"È Energon Bianco" le disse "l'ho privato del freddo e l'ho fatto cuocere. Così avrai con te sia me che tuo padre".
Light sorrise.
"Siete i genitori migliori del mondo!", esclamò.
Baciò sulla guancia la madre, poi il padre.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top