12 Padre e figlia
"Mi ha chiamato signore?", chiese l'Insecticon.
"Sì. Porta i prigionieri al mio cospetto. Devo interrogarli".
Il subordinato annuì e si dileguò. Hardshell rimase in piedi di fronte a quel che osava chiamare trono.
Tutta la base era scavata sottoterra, composta da immensi locali collegati tra loro con delle gallerie.
Gli Insetticons avevano fatto un ottimo lavoro.
Uscendo dai ricordi, l'insetto vide dall'ingresso della sala del trono decine e decine di Insetticon entrare, con sottofondo grugniti e versi di ogni genere. Si bloccarono mentre gli insetti davanti al capo tenevano in ginocchio i prigionieri.
"Cari Autobot" cominciò Hardshell "io non volevo tutto questo. Sarebbe andato per il meglio se ci aveste consegnato la giovane".
"Col cazzo schifoso insetto senza cervello!", gli urlò Starscream.
Uno degli aguzzini lo zittì con un pugno sullo stomaco, mozzandogli il fiato.
"Non lo ripetero' un'altra volta" continuò l'insetto "ditemi dove si trova la giovane e vivrete".
"Va all'inferno", rispose l'aereo.
Hardshell lo fulminò con lo sguardo. Si avvicinò a lui e gli disse:
"Non m'importa se non parlerai. Conosco le peggiori torture che possiate immaginare e...".
"Per quanto mi riguarda" lo interruppe Starscream "tu puoi torturarmi, sbudellarmi, farmi a pezzi, farmi mangiare vivo dai tuoi subordinati. Perfino uccidermi, ma...".
"Ma cosa?".
"Se verrò a sapere che tu o uno dei tuoi scagnozzi avete sfiorato con un dito Light, mi liberero' e vi farò vedere il Decepticon che c'è in me".
"E cosa intendi fare? Sono curioso".
"Ero il torturatore di Megatron. Conosco tutte le torture inventate da noi Decepticon e sappi che non avrò pietà per nessuno. Quando vi vedrò urlare e chiedermi la grazia, rifiutero' e continuerò a torturarvi fino a farvi schiattare".
Si aspettò di tutto quella dichiarazione, tutto tranne la reazione di Hardshell.
Questo infatti, invece di reagire alla sua minaccia, aveva lanciato una grassa risata.
"È incredibile come tu sia riuscito a sprofondare così in basso" disse dopo aver finito di ridere "prima eri Starscream, comandante in seconda dei Decepticon, il più crudele di tutti. Ma poi incontri una puttana come lei" indicò Alexis "e cambi improvvisamente: prima la liberi dalla Nemesis, poi uccidi Megatron prima di salvarla, poi massacri quelli che solo qualche anno prima erano i tuoi compagni. E adesso strisci nel fango, aggrappandoti alla vita con le unghie per salvare la tua amata e tua figlia. Sai cosa ti dico?".
Gli si avvicinò e gli diede un pugno sullo stomaco prima di alzargli la testa con entrambe le mani artigliate.
"Sarai tu il primo a morire".
L'insetto fece per caricare il colpo, ma una scossa percosse il terreno, facendolo scuotere per un istante.
"Che succede?", urlò Hardshell.
"Si è schiantata un'astronave Autobot", rispose un insetto.
"Che cosa?! Insetticons!" urlò "andiamo in superficie a controllare, e portate i prigionieri".
Non poterono uscire che proiettili veloci come saette cominciarono a uccidere gli Insetticons più in avanti, quelli che trascinavano i prigionieri.
Gli Autobot riuscirono quindi a vedere i loro salvatori.
"Smokescreen! Wheeljack!" urlò Optimus "vi avevo detto di non venire!".
"Piuttosto che lasciarvi morire da soli morivamo anche noi no?", rispose Wheeljack.
"Ragazzi miracomando" disse Crosshairs "scatenate l'inferno!".
E fu quello che accadde.
Gli Autobot non si risparmiarono; l'aria venne intrisa di rumori di spari, lame che di scontravano, versi e grugniti disumani e urla.
In quel luogo l'inferno si stava assaporando quell'aria, aumentando la propria forza distruttiva.
Ma poi tutto tacque.
Gli Insetticons si bloccarono a contemplare la navicella degli Autobot, completamente ipnotizzati da essa.
"Ma che hanno da guardare?", chiese Hound.
"Non ne ho la più pallida idea", rispose Crosshairs seguendo gli sguardi dei mostri.
Poi capirono.
Light era fuori da Jack Hammer e con una calma glaciale si stava dirigendo al gruppo di Insetticons - tutti ammassati tra loro - con lo sguardo fisso su Hardshell.
Si bloccò di colpo.
"Lasciatemi passare", disse.
Le ottiche divennero improvvisamente verdi, assumendo uno sguardo terrificante.
Anche le ottiche degli Insetticons divennero verdi e senza fiatare si aprirono in due a mo' di Mosè.
Light iniziò a camminare, dirigendosi da Hardshell.
"Ma cosa vuol fare?", chiese Smokescreen.
La bambina si fermò al centro.
"Ma guarda..." mormorò Hardshell "vedo che hai deciso di essere una di noi".
"No" rispose secca Light "non ho intenzione di essere un Insetticon. Adesso riavro' il potere su di voi".
"E come pensi di fare? Sei solo una ragazzina".
"Sono capace di pensare e di comprendere. L'hai detto tu stesso".
La bambina si guardò attorno.
"Voi, prigionieri di Hardshell!" urlò "liberatevi dal suo comando e seguitemi!".
Gli Insetticons non reagirono.
"Se mi seguirete" continuò "non sarete più costretti a uccidere, a distruggere, a massacrare povere vite per quell'ingrato che vi usa come un burattinaio sui suoi burattini! Seguitemi e avrete di nuovo una vita!".
Gli Insetticons lanciarono un urlo al cielo, spaccando quasi i sensori uditivi degli Autobot. Gli insetti s'inginocchiarono con lo sguardo basso.
"Ma cosa...?", mormorò Starscream.
"Alzatevi", disse Light.
Gli Insetticons obbedirono.
"Ora vi chiedo soltanto una cosa" continuò "ritornate nella grotta dove avete vissuto fino al mese scorso e sarete liberi di procreare e di ricostruire le vite spezzate da quel maniaco" indicò di nuovo Hardshell "che ve le ha rubate! Alzatevi in volo Insetticons e tornate a casa!".
I subordinati obbedirono.
Entrarono in modalità insetti e si alzarono in volo, formando un enorme sciame nero con come obiettivo la grotta dove erano stati rinchiusi. Tutti - compreso Hardshell - videro quello spettacolo come incantati, ipnotizzati dalle parole che Light stessa aveva formulato.
"Io..." mormorò Starscream "non riesco a capire...".
"Vedo che non comprendi", le disse Alexis.
"E questa capacità da dove salta fuori?".
"Da me ovviamente. Avvolte essere mezza Insetticon ha i suoi vantaggi".
Più infuriato che mai, Hardshell raggiunse Starscream - senza che questo avrebbe potuto prevederlo - e lo colpì in un fianco, scagliandolo contro a un masso.
Dolorante, l'aereo si mise seduto sputando Energon, ritrovandosi poi Hardshell a un niente da sé.
"Per colpa di tua figlia ho perso il mio potere" gli disse "ora morirai".
Vide Alexis attaccarlo, ma il nemico la prese per il collo e la scaraventò più in là. L'insetto si concentrò sull'F16; attivò gli artigli e caricò il colpo, ma una ferita comparsa dal nulla gli pervase il ventre, facendolo urlare e braitare dal dolore. L'Energon iniziò a fuoriuscire a fiumi. Hardshell cadde sul fianco inerme, privo di vita.
Starscream guardò oltre il cadavere del nemico, rimanendo pietrificato.
Light era più in là col pugnale stretto tra le mani, sporco di Energon.
Sul ventre presentava un profondo taglio. Si era pugnalata.
"Light..." mormorò Starscream "che cos'hai fatto...".
"Gli Insetticons non sono più un problema..." rispose la figlia "ho adempiuto al mio dovere...".
Non finì che cadde di fianco inerme.
"No!", urlò il padre.
Come per magia, ebbe di nuovo le forze per alzarsi e correre da lei. La prese delicatamente in braccio e disse chiamando base:
"Rachet! Attiva subito un ponte terrestre!".
"Non serve...", mormorò Light.
Starscream la guardò.
"Basta la fonte...la fonte...".
"Piccola ma di cosa stai parlando?".
La figlia le mostrò l'anello con sopra il cristallo di Energon Bianco.
"La Fonte dell'Autorigenerazione!" esclamò l'F16 "okay. Light cerca di resistere. Ti salverò".
La bambina annuì.
Entrò in modalità aereo e volò.
"Starscream!" lo chiamò Alexis "dove cazzo sei finito?! E dové Light?".
"Sto andando alla fonte. È l'unico modo per salvarla".
"E ci vai così? Mi ricordo che serve un'altra cosa ma non ricordo cosa!".
"Me lo ricordo io. È stata l'unica volta che l'ho fatto nella mia vita e questa sarà la seconda".
"Vero servono le lacrime. Ricordati che devono essere sincere e non sforzate".
"Lo so Alexis".
Starscream rivide quella spaccatura nel terreno come se fosse stato ieri la prima volta che era andato alla fonte. Entrò ed atterrò, poi entrò in modalità robot - con in braccio Light - ed entrò nella galleria alla sua destra.
Si ritrovò in quella sala. Non era cambiato niente. La pozza di Energon Bianco era rimasta come due anni prima, inalterata da allora. Con la coda dell'occhio vide il cadavere di Megatron, arrugginito e malconcio.
Starscream non lo cago' più di tanto e s'inginocchiò sulla sponda della pozza e immerse il corpo semicosciente di Light.
Ora bastava piangere, cosa che al padre risultò difficile.
"Allora?" lo chiamò Alexis "ha funzionato?".
"Non riesco a sfogarmi. Ho ancora quel blocco che m'impedisce di lasciarmi andare...".
"Quel blocco l'hai perso già dal giorno in cui mi hai salvata in quella fonte. Lasciati andare; fallo per nostra figlia".
"Sì Alexis..." mormorò lui con le lacrime agli occhi "non posso permettere che le accadda qualcosa. Sta dando la vita per me. Non glielo permetterò...".
Alla fine ci riuscì. Le lacrime cominciarono a scendere lungo i contorni del viso fino a precipitare nella pozza di Energon. Come la prima volta, vide i filamenti dorati entrare nella ferita della figlia e cucirla come ago e filo.
Poco dopo scomparvero, compresa la ferita. Starscream la riemerse con la mano destra dietro alla nuca della bambina.
Light aprì aprì leggermente le ottiche.
"Ciao", salutò debolmente.
"Ehi...", mormorò il padre, con le lacrime che non avevano smesso di scendere.
"Come stai?".
"Sto bene, ora che sei viva".
"Bene. Adesso ho capito".
"Cosa piccola mia?".
"Ti avevo chiesto a cosa eri disposto a fare per me. Adesso ho capito che quell'amore che provavi per me è uguale al mio che provo per te".
Starscream non riuscì a non sorriderle.
"Oh Light...", mormorò abbracciandola.
La figlia ricambiò l'abbraccio.
"Ti voglio bene", disse.
"Anch'io angelo mio...anch'io".
Non avrei mai creduto di arrivare fin qui, eppure questa storia è iniziata per caso tre anni fa quando una terrestre mi aveva proposto un accordo per aiutarmi. Quello è stato il più bell'imprevisto della mia vita, perché se avessi rifiutato non sarei giunto fino a questo punto. Sì, mi sarei risparmiato molti dolori, ma mi sarei perso le vere bellezze della mia vita; la ragazza che me l'ha stravolta e
quell'angelo di mia figlia che me l'ha salvata.
La storia dei Transformers è decisamente finita, ma in realtà non è così.
Non per me.
Angolo dell'Autore:
Oh Cristo un finale migliore di così non poteva esserci!
Come sempre ringrazio @Queen_Hell_Heaven e vi invito a seguire il suo profilo.
Col groppo in gola si conclude un'altra saga, quella che per ora mi ha segnato di più nel cuore.
Perché sì; il senso della quadrilogia era far capire ai fan di Transformers Prime come (secondo me) avrebbe reagito Starscream a imprevisti del genere.
E niente mi sono sfogata.
Nei commenti fatemi sapere quale capitolo della quadrilogia vi è piaciuta di più e perché.
Per salutarvi vi farò vedere alcune delle più belle immagini di Starscream (secondo il mio parere).
CIAOOOO E ALLA PROSSIMA GENTE!!!
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