10 Partenza
Il cielo del giorno seguente era veramente nero; il sole era sparito, coperto da un fitto strato di nuvole nere come la pece. Tutti gli Autobot erano presenti quella mattina, mentre Wheeljack avviava il Jack Hammer.
"Ragazzi" chiamò "è ora di andare".
"Va bene" Smokescreen guardò Light "dai andiamo".
Alexis mise giù la figlia e le diede un bacio sulla guancia prima di abbracciarla.
"Ci vediamo presto", le salutò la madre.
Light sorrise senza tuttavia rispondere. Si diresse verso il padre - che si era inginocchiato nel frattempo - e lo abbracciò.
"Non temere" le disse sciogliendosi dall'abbraccio "tornerai presto a casa. Te lo prometto".
Sorrise per incoraggiarla.
Ci riuscì, dovendo tuttavia raccogliere con l'indice una lacrima che aveva cominciato a solcare sulla guancia della figlia.
Le diede un bacio sulla fronte.
"A presto".
Light annuì sorridente e salì sul Jack Hammer affiancata da Smokescreen.
Il portellone si chiuse e l'astronave partì. La navicella si staccò dal terreno e con i razzi propulsori si portò in cielo, scomparendo gradualmente sotto gli occhi degli Autobot.
"Molto bene" disse Optimus "la vita di Light è ora nelle mani dell'Allspark".
Quella frase non servì a migliorare lo stato d'animo di Alexis che nel frattempo era scoppiata in lacrime, consolata da Starscream.
Anche lui pianse.
In silenzio.
Light non smise di guardare fuori dal pannello trasparente fino a non riuscire a più scorgere le minuscole figure della sua famiglia.
Smokescreen le s'inginocchiò di fianco e l'abbraccio'.
"Non ti preoccupare Light" s'intromise Wheeljack "ho in serbo una bella sorpresa per i tuoi genitori".
"Che tipo di sorpresa?", chiese Smokescreen alzandosi in piedi.
"Gli procurero' altre braccia per combattere contro gli Insecticons".
"Ti uccideranno per questo".
"Che facciano quel che vogliono, ma non ho intenzione di marcire nello spazio senza fare niente".
"E chi intendi arruolare?".
"Ho tre vecchi amici che mi aiuteranno di sicuro. Sono dei ossi duri, ma bravi ragazzi".
"Quando mai i tuoi amici sono dei bravi ragazzi?", chiese sarcastico.
"No credimi" rise "non farebbero mai del male a una bambina, soprattutto se è sotto la protezione di Optimus.
Il pianeta dove abitano è vicino quindi ci arriveremo domani".
"Perfetto".
La promessa di Wheeljack venne mantenuta. Il pianeta era molto simile a Cybertron, ma era più piccolo e leggermente più scuro.
"Che razza di pianeta è?", chiese Smokescreen, una volta atterrati.
Wheeljack aveva parcheggiato di fronte a un grosso edificio simile a una torre con la base triangolare e strani spunzoni rivolti all'esterno.
"Noi demolitori chiamiamo questo pianeta Paladino ma non chiedere il motivo. Seguitemi".
Entrarono.
Wheeljack condusse Smokescreen e attraverso un complicato dedalo di corridoi bui e malsani, fino a giungere a una sala circolare con al centro un tavolo e dei blocchi di ferro su cui sedersi. A destra c'era un corridoio, da cui comparvero tre figure; due, alte e slanciate - una verde e l'altra blu - mentre la terza era grigiastra e decisamente "grossa".
"Hound! Drift! Crosshairs!", urlò il demolitore entusiasta.
Questo venne investito da innumerevoli abbracci e da saluti del tipo:
"Sei vivo!".
"Sapevo che non saresti morto".
La figura verde che doveva chiamarsi Crosshairs disse addirittura:
"E io che speravo fossi crepato o sperduto da qualche parte".
"E invece no" rispose Wheeljack "ragazzi voglio presentarvi i nostri ospiti: Smokescreen e la piccola Light".
Smokescreen salutò con un cenno della mano mentre Light rimase in silenzio nascosta dietro alle sue gambe.
"Dai piccolina" la incitò Smokescreen "non avere paura".
La bambina obbedì titubante.
Uscì dal nascondiglio.
"Ciao", salutò timidamente.
"Lei è Light" la presentò Smokescreen "figlia di Alexis e Starscream".
"Ma ci prendi in giro?" esclamò Hound "e chi sarebbe questa Alexis?".
Smokescreen sospirò.
"Incredibile...", mormorò Drift dopo che il giovane ebbe finito di raccontare la storia.
"Strano ma vero", disse Wheeljack.
"Questo spiega la sua enorme somiglianza a Starscream", commentò Crosshairs.
"È sotto la protezione di Optimus", precisò Smokescreen.
"Dovevo immaginarlo" disse Hound "ma bada le ciance e diteci che cosa vi serve".
Smokescreen dovette di nuovo fare il cantastorie, narrando quella del legame tra Light e Hardshell.
"È la storia più ridicola che abbia mai sentito!", urlò ridendo Crosshairs.
"Purtroppo è reale", disse Smokescreen.
"Non lo metto in dubbio" s'intromise Drift "ma che fine hanno fatto i Decepticon? Optimus è riuscito a uccidere Megatron?".
"È stato Starscream a ucciderlo", rispose Wheeljack.
"È impossibile" commentò Hound "soltanto Optimus ha la stoffa per tenere testa a uno come Megatron".
"Invece è andata così", rispose Smokescreen.
"Beh..." commentò Crosshairs "se ci è riuscito veramente allora tanto di cappello".
"Ora basta" s'intromise Drift "andate dritto al sodo" guardò Wheeljack perché siete qui? Che cosa volete?".
"Vorremo ospitalità", rispose Smokescreen.
"Gli amici di Wheeljack sono sempre i benvenuti" disse Hound "stasera cucino io".
Quando finirono di cenare a base di Energon, i robot - compresa Light - si riunirono nella sala comune, sedendosi attorno al tavolo che Smokescreen aveva notato in mattinata.
"Se vi possono interessare ho trovato in un vecchio magazzino delle armi nuove di zecca".
"Perfetto Hound" rispose Wheeljack "è quello che ci voleva".
"Non cambierai mai vero Jackie?", gli chiese malizioso Crosshairs.
"Dite quello che volete" commentò Drift "ma io preferisco le katane".
"Ed è qui dove sorge il tuo problema maestro zen" gli rispose il robot verde "sei troppo tradizionale".
"Sono solo originale".
"Avete mai fatto zen?", s'intromise Light.
"Drift lo fa sempre" le rispose Hound "anche meditazione".
"A me piace, funziona davvero".
"Ah, finalmente una che mi capisce!", esclamò il robot bluastro.
La piccola rise.
"Secondo te come stanno i miei genitori?", chiese Light in camera.
"Probabilmente saranno distrutti per la tua partenza. Specialmente tuo padre", le rispose Smokescreen, seduto sul letto di fianco alla piccola.
"Ma quando torneremo? Wheeljack ha detto che appena avremmo l'Energon e le armi torneremo sulla Terra".
"Le armi le abbiamo già. Domani andrò in spedizione con loro per estrarre dell'Energon. Tu rimarrai qui con Drift".
"E come faremo poi a tornare?".
"Torneremo sulla Terra ma distante dal base".
"Ah. Okay".
Assieme a Smokescreen si sdraiò sul letto e si addormentò poco dopo.
"Secondo te come sta Light?", chiese Alexis a Starscream.
Entrambi erano in camera, seduti sul letto - affiancati tra loro - con la schiena appoggiata alla testiera del letto.
"Spero stia bene".
"Io di Smokescreen mi fido.
Ho paura invece che Wheeljack faccia qualche stupidaggine".
"Quello è un problema vacante".
Alexis abbassò lo sguardo, sospirando.
"Light sarà spaventata a morte...", mormorò.
"Ehi..." Starscream le prese il mento e lo alzò, guardandola nelle ottiche "è forte, sì sarà spaventata ma lei è più forte di quanto crediamo".
"Lo so, è il mio istinto materno ad avere paura, ma dentro di me so che Light è coraggiosa".
Il compagno le mise il braccio destro dietro al collo e la strinse al petto.
"Sei una madre fantastica".
"Potrei dirti la stessa cosa. Light ci tiene molto a te, forse più di me".
"Tiene entrambi allo stesso modo".
"Non saprei...avvolte penso di essere la terza incomoda".
"Alexis, tu e lei avete più cose in comune che con me. Sono io il terzo in comodo".
"Non esattamente. Avete il pessimo carattere, la faccia da innocente...ne avete di cose in comune, oltre all'aspetto".
"Ha però la tua bellezza, la tua astuzia, la tua intelligenza e specialmente il tuo carattere forte".
"Mi dispiace ma la l'astuzia è tua, non mia".
"Ma il ricatto è tutto tuo".
La compagna rise.
"Sì dai non hai tutti i torti...".
Prima continuare, si addormentò con la tempia sinistra appoggiata alla spalla di Starscream.
Questo le diede un bacio sulla fronte e la seguì nel mondo dei sogni.
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