Il tempo

La casa sa di lei.

Luigi la riconosce nella scatola del cucito lasciata sul tavolo della cucina, nelle piadine aperte che trova nel frigorifero quando prende dell'acqua, nelle fotografie attaccate sulla parete della sua camera, in porky poggiato sul letto.

Ma, soprattutto, la riconosce nel tutù bianco, di piccola taglia, appeso ad una gruccia blu, nel borsone aperto accanto alla porta da cui fuoriescono calze di vario tipo, nella collezione di punte che papà Nicola conserva in un angolo del salone. La riconosce nella danza, perché Luigi pensa che Carola sia, la danza.

Quando era uscita, aveva detto a Maria, ai ragazzi, al pubblico, a lei e a se stesso che, se si lasciasse andare sempre così, sarebbe sempre uno spettacolo. E Luigi davvero lo pensa. Solo che non l'ha mai ammesso, prima della sua perdita.

<<Ti ricordi di quando mi hai parlato
di Parigi?>> chiede all'improvviso. Carola si domanda che senso abbia ora, questa richiesta ma, come è già accaduto in passato, preferisce non indagare.

<<Come potrei dimenticare?>>

Mentre lei farneticava senza sosta sulla sua esperienza, raccontando di tutte le emozioni vissute, da quelle belle, come gli spettacoli, a quelle brutte, come l'infortunio, lui l'aveva ascoltata senza mai interferire.
Prestandole quell'attenzione che, fino ad allora, in pochi le aveva riservato.

Luigi si stringe nelle spalle. Non si abituerà mai all'importanza, all'influenza che ha nella vita di Carola. Lui preferisce starsene in disparte e guardare da dietro un vetro che, più volte, la ballerina ha provato a scalfire, spesso invano. E, nonostante ciò, Carola non ce l'ha fatta, a non volergli bene.

<<Ti manca?>>

<<A volte, posso sapere il motivo di questa domanda?>>

Carola si accomoda sul letto della sua stanza.
Luigi avrebbe preferito un tavolino con due sedie, a dir la verità. Quello non è il letto della stanza rossa, non c'è il nome di Carola scritto sul copriletto, non c'è Albe ad interrompere i loro discorsi, non ci sono Carola e Luigi che flirtano non badando al resto.

Ora c'è Carola, che dopo aver raccontato a Luigi di Parigi, attende che lui le riveli tutti quei silenzi sempre taciuti. E poi c'è Luigi, tremendamente spaventato. Che teme di non riuscire a rompere quello stesso vetro che gli ha impedito per troppo tempo di viversi quel sentimento racchiuso nel suo cuore.

<<Nulla, stavo semplicemente ricordando>>

E così, insieme ai momenti belli, dove lei gli ha messo il suo passato tra le mani, riemergono tutte le incomprensioni, le colpe, le accuse che ha sempre saputo di meritare. E diventa inevitabile per il cantante sussurrare uno 'scusa' sincero.

Carola sospira, sistemando i capelli selvaggi dietro le spalle.

<<Quante volte mi dirai che ti dispiace?>>

<<È importante?>>

<<Le parole non bastano, Luigi>>

Il ragazzo la raggiunge sedendosi con i piedi a penzoloni. Nervosamente struscia le mani sudate sui pantaloni che indossa.

<<Sono qui però, è già qualcosa, no?>>
La domanda retorica che Carola si aspettava.
Sorride sbilenca scuotendo la testa rassegnata.

<<Quindi ora tocca a me? Non capisco. A me sembra di aver già detto e fatto tutto in quei sette mesi in casetta>>

<<Non ho detto questo>>

Luigi si tira indietro con le mani e poggia il capo sulla spalliera del letto. Si volta per guardarla, ma la ballerina ha lo sguardo rivolto al pavimento. 'Non piangere', pensa.

<<A me è sembrato di sì>>

<<Ti sbagli, venire qui è stato solo l'inizio>>

Carola alza la testa di scatto. Ha gli occhi lucidi ma, per la fortuna di Luigi, non ha versato nemmeno una lacrima.

<<L'inizio di cosa?>>

<<Di noi>> il ragazzo allunga una mano verso quella di Carola, ma lei la scosta, scoppiando a ridere.

<<Noi? Lo stesso 'Noi' di ottobre? Quello che poi hai deciso di cestinare appena io mi sono avvicinata più di quanto avrei dovuto secondo i tuoi standard? Mettitelo bene in testa, io non ci sto più. Non così.>>

<<Vieni a Roma con me, passiamo del tempo insieme prima che inizino gli instore. Ti prego, Carola.>>

Gli occhi di Luigi la implorano, ma la ragazza non sembra essere d'accordo.

<<Sarà tempo sprecato.>>

Per Luigi, quelle tre parole, sono uno schiaffo in pieno viso. Il tempo, secondo lui, è un concetto relativo: la sua importanza è scandita semplicemente da come lo si impiega. E se per lei, quello passato con lui, è tempo sprecato, allora forse il posto che prima aveva occupato nella vita di Carola è andato perduto.

<<Permettimi di farti ricredere. Dammi solo un'altra possibilità.>> continua ad insistere, questa volta si è ripromesso di non mollare. <<Voglio portarti a cena fuori, a vedere l'alba e il tramonto, voglio vederti provare nei panni di Giulietta e voglio che tu venga al mio primo live. Lo farai? Dimmi di sì. E da qui in poi, ti prometto, che non ti imporrò nessuna risposta da darmi quando deciderai se scommettere ancora su noi due o, al contrario, lascerai la tua postazione nel bel mezzo della partita.>>

La ballerina non si azzarda ad aprir bocca, continua a giocare con la zip della felpa che indossa. È Luigi a riprendere parola.

<<Vieni a Roma e, se non per me, fallo per tutti gli altri che aspettano di vederti>>

<<Va bene, verrò>>

Il cantante rimane spiazzato, ci aveva sperato si, ma non lo credeva possibile. Poi si rende conto che, il suo accettare, era venuto fuori solo dopo aver nominato gli altri.

<<Per i ragazzi?>>

<<Anche per te>>

-

Luigi è fuori, sotto al porticato dove Carola, la sera prima, gli aveva risposto al cellulare.
È intento a scambiarsi con Alex commenti sarcastici su quanto avvenuto poco fa. O meglio: l'amico cerca di capire come siamo andate le cose ma Luigi non ne vuole proprio sapere.

-Quindi, hai abbandonato il tuo fascino da latin lover e fatto le cose per bene? Le hai detto ciò che provi?

Luigi vorrebbe bloccarlo, ma lascia che quelle cose rimangano fra ragazzini di dodici anni.
Si affretta a rispondere per evitare che cominci a tartassarlo di nuovi messaggi.

-Sai come si dice, fatti i fatti tuoi che campi cento anni. Vai a dormire che è tardi, impiccione.

Alex non molla la presa.

-Non ho per niente sonno. Parla.

-Ma Cosmary non c'è? Non può tenerti impegnato nelle vostre cose? Non dovresti recuperare un po' di mesi perduti?

-Ah, mio caro, credimi: mi sono dato molto da fare. Ma magari chissà, se ti dai una mossa toccherà anche a te ;)

Luigi rotea gli occhi mentre un sorriso divertito compare sul suo volto. A volte si chiede perché il destino abbia deciso di far intrecciare la sua vita con quella di tutte queste persone. Ognuna di loro, Alex, Carola, Francesco, Luca, Michele, Silvia, Albe e così via sono diventati un pezzetto di lui. Sarà sempre grato alla famiglia di Amici, ne è pienamente consapevole.

<<Con chi parli?>> la voce di Carola, alle sue spalle, lo riscuote dallo stato di trance in cui si trovava.

<<Alex>>
Non ha il tempo di voltarsi che lei è al suo fianco, con le mani poggiate alla ringhiera e lo sguardo fisso avanti.

<<Dormi qui stasera? Ti ho preparato la camera che utilizzavo quando i miei amici, francesi e non, passavano a farmi visita>>
Ha il viso rilassato, sono ricordi che le fanno bene.

<<Starò in Hotel, tranquilla>>

<<No. No, no, no. Non se ne parla. Per una notte sola? Scherzi? E poi i miei vorrebbero tanto conoscerti. Resti a cena, ti riposi, visto che sei stanchissimo, e domani partiamo. A proposito devo comprare il biglietto, qual è il tuo volo?>>

<<Il biglietto già c'è. Davvero i tuoi vogliono conoscermi?>>

<<Si, gli sei simpatico>> poi, sembra realizzare qualcosa, e prosegue: <<ancora mi chiedo come sia possibile, dato che loro, forse più di tutti, oltre Maria, sanno quanto ci sia stata male>> si volta verso di lui sfoderando un sorriso tagliente.

Luigi non può far altro che chiedersi fino a quando gli rinfaccerà tutto il dolore che le ha causato. Probabilmente non lo sa nemmeno lei, troppo impegnata nel rifilargli soltanto tanto odio quante sono state le sue lacrime.

Il cantante evita il contatto visivo, non riuscirebbe a reggerlo. Gli si spezzerebbe il cuore. Sempre se sia possibile ridurlo in pezzi ancora più piccoli di quelli in cui è tagliato ora.

<<Finirà mai?>> domanda, speranzoso di una risposta positiva.

<<Non lo so, sta a te deciderlo.>>

E se ne va, lasciandolo lì a ruminare nei suoi pensieri.

-
<<Carola, è pronto. Scendete.>>

La ballerina termina la sua coda alta con un po' di lacca, mette a posto la spazzola e, prima di andare a chiamare Luigi, si guarda allo specchio soddisfatta. Per una volta i suoi capelli sono in ordine.

Raggiunge velocemente la stanza in cui dovrebbe trovarsi il ragazzo ma, con sua sorpresa, non è lì.

<<Che ci fai qui?>>

<<È casa mia, come che ci->>

Luigi è sulla soglia della porta, una mano sul fianco e l'altra tra i capelli, rigorosamente bagnati. Le gocce cadono sul pavimento e Carola l'avrebbe sicuramente sgridato se solo non si fosse imbambolata a guardarlo. Ha solo un asciugamano in vita.

<<Chiudi la bocca che entrano le mosche, Carola>> alza le sopracciglia e le sorride provocatorio. I pochi muscoli che ha, guizzano ad ogni movimento delle braccia, mentre si accinge ad avvicinarsi al borsone per prendere i vestiti.

Carola scuote la testa. 'Che sarà mai', pensa.

<<In realtà mi aspettavo di più, Luigino>>
Fa qualche passo verso di lui, attenta a mantenere in ogni caso una certa distanza.

<<Beh, in realtà, non hai ancora visto nulla. Spero non ci voglia molto, per quanto mi riguarda>> estrae una maglietta bianca ed un paio di pantaloncini neri, quelli che usava in casetta per stare più comodo.

Le guance di Carola si tingono di rosso, eppure ancora non è corsa via da quella stanza.

<<Chi ti ha detto che succederà mai?>>
Luigi le lancia un'occhiata torva. Poi si morde il labbro prima di tirarla a sè, le labbra che le sfiorano il lobo dell'orecchio.

<<Non vuoi?>> sussurra con voce roca, spostando una ciocca di capelli dal suo viso.

Carola chiude gli occhi e inala un grande respiro. Si sente andare a fuoco.

<<Mi avvalgo della facoltà di non rispondere>>

<<Staremo a vedere allora>> soffia ad un centimetro dalla sua bocca.

Carola si stacca immediatamente, mentre lui si gira di schiena per infilare la t-shirt.

<<Vuoi restare a vedere lo spettacolo?>> chiede, portandosi una mano nel punto in cui l'asciugamano gli si lega alla vita.

<<Magari un'altra volta>> gli rivolge un occhiolino malefico per poi incamminarsi verso le scale che portano al piano inferiore.

Luigi non sa dove è stata nascosta questa parte di Carola durante i mesi precedenti, ma è ben contento di esserne venuto a conoscenza.

<<Ero venuta a chiamarti, la cena è pronta. Sbrigati, Badman.>>

Spazio autrice📝
Ehilà, come va? Lo so, sono un bel po' lenta con gli aggiornamenti, prometto di cercare di migliorare! Nel frattempo fatemi sapere cosa ne pensate con un commento e, se vi va, lasciate una stellina🤍

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