10 Salvataggio

La chiamata si concluse con un bip.
"Lo devo ammettere" commentò Bulcked "la tua idea non è stata così strampalata", disse guardando Starscream.
"Bastava un po' di fiducia", rispose questo.
"Adesso che sappiamo cosa fare" s'intromise Arcee "chi va sulla Nemesis?".
"Beh" disse Smokescreen "mi sembra ovvio".
Indicò Starscream facendo un cenno col mento.
"Da quand'è che mi dai così tanta fiducia?".
"Conosci la Nemesis meglio di chiunque altro. Per questo te ne do' così tanta".
"Se è cosi che stanno le cose, accettero' quest'onore".

"Allora" disse Rachet a Starscream, sulla soglia del ponte terrestre attivato "se hai dei problemi basta chiamarci".
"Non ho bisogno della balia, comunque vi farò sapere".
Senza altri indugi, s'incamminò - quasi con eleganza - oltre il ponte, scomparendo nel nulla.
Ricomparve in un lungo corridoio violaceo, con davanti un robot scarlatto.
"La terrestre è nella sala delle torture. Ci tengo a dire che non vi ho partecipato durante l'esecuzione, commentò Knockout.
"Sarà meglio. Come pensi di coprirmi?".
"Ho disattivato tutte le telecamere di sicurezza e con qualche buona scusa riuscirò a tenere la maggior parte dei Vehicon o sul ponte o in sala macchine. Fai veloce però".
Starscream fece per andare quando Knockout gli bloccò il braccio, fissandolo con i suoi occhi sanguigni.
"Ricorda l'accordo".
"Io mantengo sempre gli accordi".
Dubbiosa, l'auto liberò l'F22, lasciandolo andare.

Starscream era solo ormai.
Un brivido di paura lo percorse tutto il corpo, specialmente la spina dorsale. Non aveva paura per il nemico; la cosa che lo terrorizzava era se Knockout avrebbe mantenuto l'accordo.
Immerso nei suoi pensieri, andò a sbattere verso un portone violaceo; senza guardare l'interno, premette un bottone lì sulla parete di destra.
Entrò.
Non era nella sala delle torture, ma il laboratorio di Knockout, con di fronte a sé un corpo - allungato e slanciato, di un nero scintillante - sistemato su una brandina, collegato a un sistema di sopravvivenza.
Airarachnid.
Con un ghigno, Starscream le si avvicinò, mettendosi di fianco per contemplarla.
Col pugno, batté sulla fronte del ragno posandovi uno sguardo soddisfatto.
"Toc toc, c'è qualcuno in casa? No? Ma che peccato".
Starscream si sentiva in quel momento più bastardo che mai; e gli piaceva.
"Mi piacerebbe tirare quella leva, ma sai ho una faccenda da sbrigare. Ci vediamo dall'altra parte".
Si voltò incamminandosi verso il portellone.
"Ti piacerebbe", disse una voce.
Starscream si bloccò.
Si voltò.
Airarachnid lo stava osservando con un ghigno sul viso.
"Spero tanto che la tua piccola terrestre sia morta".
"Come sarebbe a dire?", chiese l'F22, avvicinandosi al ragno.
"L'hanno torturata così tanto che sentivo perfino io le urla. Con tutto quel trambusto credo sia morta".
Starscream stava perdendo la pazienza. Impugnò saldamente la leva che scollegava Airarachnid dal sistema di sopravvivenza.
"Attenta con le parole".
"Sei caduto in basso Starscream, ora sei vulnerabile. È incredibile come una terrestre possa mal formare uno come te".
Starscream perse definitivamente la pazienza. Con un unico movimento, tirò la leva.
Airarachnid morì in modo veloce e indolore.

Dopo l'omicidio, Starscream proseguì sul suo percorso; in giro non c'era ancora nessuno ma l'F22 stava cominciando a dubitare della lealtà di Knockout.
Arrivò alla sala delle torture dopo qualche minuto. Era come se la ricordava: dalla forma cilindrica illuminata da dei fasci di luce in alto.
In un canto c'era un bancone tutti gli strumenti utilizzati per torturare le vittime designate, come ad esempio
coltelli, punteruoli e lame circolari, compreso il pungolo.
L'unica cosa che mancava era Alexis.
Confuso, Starscream chiamò Knockout.
"Sono appena arrivato nella sala delle torture ma non c'è l'umana...".
Tutto accadde come un lampo.
Un dolore lancinante e pulsante lo percorse, partendo da dietro la nuca e colpendo tutti i nervi e i muscoli.
Starscream cadde a terra privo di sensi, con Knockout che osservava da dietro, impugnando il bastone elettrico attivato.

Starscream si risvegliò nella sala delle torture incatenato per le braccia alle pareti in alto della sala.
La prima cosa che vide fu un paio di occhi sanguigni che lo fissavano furenti. Gli occhi di Knockout.
"Che stai facendo?", chiese l'F22.
"Sto facendo quel che hai fatto a me".
"E sarebbe?".
"Non sto rispettando l'accordo, visto che tu non l'hai fatto".
"Certo che l'ho fatto".
"E allora come si spiega Airarachnid priva di vita?".
Merda, pensò l'aereo.

Starscream venne scortato - ammanettato ovviamente - sul ponte della navicella da tre Vehicon, assieme a Knockout.
Il viso furente di Dreadwing lo accolse, assieme a quello freddo e impassibile di Soundwave.
I Vehicon fecero inginocchiare il prigioniero mentre il leader si avvicinava ad esso.
"Cosa credevi di fare?", gli chiese alzandogli lo sguardo.
"Riprendermi la terrestre".
"Non ti appartiene".
"Neanche a te".
Dreadwing fece un cenno col mento a un Vehicon; questo annuì, quindi si scostò di lato, mostrando una figura piccolissima, magra e slanciata.
Alexis era ridotta molto male.
Questa aveva profonde occhiaie e riusciva a malapena a stare in piedi; anche se non s'intravedevano a causa dei vestiti, Starscream s'immagino' il suo corpo coperto di botte e ematomi.
"Knockout sarà felice di torturare anche te", gli disse Dreadwing.
Più furente che mai, l'aereo urlò:
"Con me fai quello che vuoi Dreadwing ma lascia andare la terrestre!".
"Pensi che assecondi una richiesta da parte di un traditore come te?".
In quel preciso istante il portellone si aprì, mostrando un Vehicon.
"Che cosa vuoi?", chiese il leader.
"È arrivato".
Si scostò lateralmente, mostrando qualcuno alle sue spalle.
Era un robot violaceo con la testa oblunga e il viso rossastro con, apposto di un braccio un cannone.
"Quindi sarebbe Starscream l'assassino di Megatron?", chiese, avvicinandosi al leader.
"Precisamente, Shockwave".
"Che cosa devo fare con lui?".
"Scopri dove si trova la base Autobot".
"Non può saperlo" s'intromise Alexis "Starscream è sempre andato nella base attraverso il ponte terrestre".
"Non hai diritto di parlare umana schifosa!", gli urlò Dreadwing.
L'F22 non ci vide più.
Seppur ammanettato - con gli artigli della mano sinistra - pugnalò il fianco sinistro del leader, sporcandosi di Energon.
Barcollante, Dreadwing si allontanò tenendo una mano sulla ferita.
"Nessuno dà della schifosa a Alexis".
Disse quella frase con un odio mai provato prima, puro e sincero.
Nonostante la ferita, il leader riuscì a sguainare la mitragliatrice, puntandola in viso a Starscream.
Dreadwing fece per sparare, ma una strana luce lo illuminò da dietro.
Era un ponte terrestre, da cui uscirono Smokescreen e Arcee: mentre la macchina combatteva, la moto liberò Starscream distruggendogli le manette con le lame sulle braccia.
"Dové Alexis?", chiese lui.
"L'ha già presa Smokescreen".
L'aereo tirò un sospiro di sollievo.

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