Capitolo 22

Quando realizzai che la persona che singhiozzava e stringeva Harry, era Ginevra mi irrigidì. Sapevo di essere gelosa di Harry, ma a me dava un sacco fastidio che lei lo stringesse così, ma quando lei alzò la testa verso Harry e sussurrò una frase che mai più avrei voluto sentire, mi congelai sul posto. Le sagome di Harry e Ginevra iniziavo a vederle sfocate, e sapevo che questo era un attacco di panico. Cercai di regolizzare il mio battito,ma falli.

"Charlotte, piccola rispondimi per favore" Harry mi stava chiamando ed io non avevo la forza di rispondergli. Mi mancava l'aria, stavo perdendo le forze... Ma prima che la situazione peggiorasse ancora di più, lui mi baciò. Trattenni il fiato e sentivo il mio respiro e il mio cuore ritornare regolari. Iniziai a vedere di nuovo bene e l'abbracciai scoppiando a piangere. Ma quello che mi stupi ancora di più e che Ginevra si uni al nostro abbraccio accarezzandomi la schiena. Lei sapeva, e speravo non l'avesse detto anche ad Harry. Io per quella storia non ero ancora pronta a raccontarla.

"Stai bene piccola? Perché hai avuto un attacco di panico?" Mi chiese Harry preoccupato e accarezzandomi il volto.

"Sto bene grazie a te Harry." Dissi semplicemente sperando lui non approfondisse l'argomento e fortunatamente non lo fece. Guardai Ginevra che ancora piangeva, ma anche lei si era calmata un po'.

"Vado a prendervi dell'acqua non muovetevi di qui" detto ciò Harry spari dalla porta chiudendola.

"Lui non lo sa se te lo stai chiedendo, sa solo di me, non di te" mi disse lei levandomi tutti i dubbi. Sospirai profondamente. Ero sollevata.

Ricordare fa male.

Quando anni fa,il fidanzato di Ginevra, nonché colui che per me era come un fratello, morì successe ancora di più il caos. Ricordo bene quel giorno, e ho ancora il terrore. Eravamo al solito posto dove un tempo ci riunivamo tutti, c'era silenzio fra tutti noi. Amici di una vita, avevamo perso colui che era il nostro sorriso, la nostra vita, il festaiolo. Quel giorno, in quel posto, il silenzio fu spezzato proprio da lui, l'ha persona che l'ha ucciso.

"Si meritava di morire, mi aveva portato via la mia bambina, e non potevo permetterlo!!" E rise. E noi eravamo ancora in silenzio, incapaci di dire o fare nulla. Si avvicinò a Ginevra e a me, che eravamo sedute di fronte e sbatté i pugni sul tavolo. Il suo sguardo era gelido, si percepiva tutta la sua rabbia, e trattenni il fiato. Non sapevo cosa volesse da me, ma ciò che disse dopo, sapevo sarebbe stato difficile da dimenticare.

" Vi farò pentire di essere nate!!! Anche voi primo o poi morirete per mano mia!" Dopo ciò scappo via sorridendo malignamente. Ginevra crollo a terra, ed io rimasi li, immobile. Lui non scherzava, ed è proprio in quel momento che la mia vita inizio ad andare a rotoli. Pur di non farmi trovare, sono caduta malata, sono stata in clinica anche per lui. Tutto quello che mi era successo in passato, era stato colpa di mille persone, perfino di me stessa. Ma grazie a mio fratello, sono riuscita ad andare avanti quel poco che riuscivo. Ho iniziato ad inseguire i miei sogni, ma adesso che so che lui è arrivato fin qui, mi sento crollare addosso il mondo, ancora una volta. Avrò mai pace? Riuscirò mai a vivere la mia vita come una normale ragazza?

Molti giorni dopo.

Dopo quella sera vedevo poco Harry... Era indaffarato con Ginevra, cercava di tenerla al sicuro, ma a me, al sicuro chi mi ci teneva? Ogni volta che di corsa si avvicinava a me, io ero sempre più fredda. E lui non capiva, ci rimaneva male sempre, e Ginevra lo consolava, ed al momento era meglio così. Questa situazione era insostenibile, non potevo continuare a stare ferma, dovevo fare qualcosa. Ma quando apri il mio armadietto e lessi il bigliettino che mi aveva lasciato Caleb... La gara era stasera, dovevo rimanere concentrata per vincere, e poi potevo cercare quello stronzo e ammazzarlo, prima che lo facesse lui. E Caleb sarebbe stato il complice perfetto. Almeno era così che speravo... Speravo di potermi fidare veramente di lui. Sbattei l'armadietto e mi diressi fuori dall'edificio in fretta, ma una mano mi blocco il polso.

"Dove vai? È da giorni che mi eviti... Che diavolo sta succedendo Charlotte?" Disse Harry cercando il mio sguardo. Ed io sospirai, chiusi gli occhi cercando le parole giuste.

"Devo risolvere alcuni problemi Harry, ti prometto che un giorno te ne parlerò, ma non adesso. Adesso per favore lasciami andare" dissi cercando di svincolarmi, e lui mi lascio andare, andandosene di corsa. Non mi piaceva mentirgli, ma dovevo risolvere la questione da sola. Io volevo solo tenerlo al sicuro. La sera arrivò in fretta e mi ritrovai nuovamente a Brixton... C'erano più persone dell'ultima volta, ed io mi ero vestita nello stesso modo dell'ultima volta. Scesi dalla macchina con la sigaretta fra le labbra e Caleb mi raggiunse velocemente.

"Sei pronta? Devi farcela Charlotte, sennò sono guai sia per me che per te" mi disse guardandomi arrabbiato e preoccupato allo stesso tempo. Io lo guardai male e lo presi dal colletto della sua stupida camicia.

"Ma quello che passerà i guai sei tu. Non mi minacciare, potresti trovarti a terra prima che tu riesca a gridare aiuto." Detto ciò lo spinsi e sali in macchina per mettermi in posizione. Il mio avversario abbassò il finestrino per sorridermi maleficamente, ed io alzai il dito medio. Una ragazza si mise al centro con le mani in aria, e quando le abbassò parti rapidamente. Quello che avevo imparato gareggiando, e che dovevo far credere al mio avversario di averla vinta, e poi all'ultimo lasciarlo con la bocca aperta superandolo. Sentivo l'adrenalina scorrermi nel sangue. Il mio piede schiacciava nell'acceleratore superandolo di poco. Non mi stupi affatto quando la sua macchina andò ancora più veloce, segno che era stata modificata così tanto, da avere molte probabilità di vincere. Ma non contro me, io ero più brava e informata su questo. Quando dai troppo gas, superi anche quello che avevi cambiato, la macchina ne risente e inizia a camminare più piano. Dopo l'ultima svolta come avevo previsto, la sua macchina diede meno gas, e io prendendo la palla al balzo schiacciai nell'acceleratore superandolo poco prima dell'arrivo. L'adrenalina che avevo in corpo scorreva veloce, e quando frenai, aggiudicandomi la vittoria, sorrisi. Uno dei sorrisi più veri che avessi mai fatto in vita mia. Mi mancavano queste cose. Le corse, l'adrenalina, la voglia di vincere. Scesi dalla macchina e Caleb si piazzò davanti a me sorridendomi e ringraziandomi ed io alzai gli occhi al cielo continuando a sorridere. L'avversario era tremendamente arrabbiato e stava urlando contro i suoi amici. Che coglione.  Non deve essere bello farsi battere da una ragazza.

"Devo chiederti un altro favore" dissi a Caleb seria.

"Tutto quello che vuoi piccoletta"

"Devi aiutarmi a cercare una persona e a farla sparire" dissi seria e guardandolo. Lui mi guardò in modo strano, era pensieroso.

"Va bene, ma tu mi devi un altra gara" mi disse dopo essersi ripreso e sorridendomi.

"Non ci penso nemmeno" detto ciò salì in macchina allontanandomi da lui e da tutto il resto. Io non avrei mai più messo piede li. Il passato era ritornato quella sera, e se n'era andato nello stesso momento. Adesso il mio unico pensiero era trovarlo, e magari farlo marcire in carcere. Ma ancora non sapevo quello che sarebbe successo pochi giorni dopo.

***

SPAZIO AUTRICE

Ed eccomi qui! C'ho messo un po' per scrivere questo capitolo. L'ispirazione mi era passata, ed io anche se sapevo come dovesse andare la storia, non trovavo le parole giuste! Questo capitolo probabilmente sarà un po' più lungo degli altri, dovevo farlo finire bene. Io è da giorni che penso che non manchi molto alla fine, so già il resto della storia, ma per quanto mi piacerebbe finirla presto, so che non sarà così. Quindi nei prossimi capitoli aspettatevi molti colpi di scena.
Alla prossima.
-Ile.❤️

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