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Annika sorrise, poi aprì la piccola busta e ne estrasse una scatolina quadrata.
La marca della gioielleria era ben evidente sul coperchio della confezione, e prima di aprirla Annika guardò interrogativa Jace.
Lui sorrise:- Non guardarmi in quel modo.
La ragazza tornò a fissare la confezione.
Le tremavano le mani.
Faceva paura, quella semplice scatola quadrata.
Sollevò delicatamente il coperchio, e ciò che vide la lasciò senza parole.
Era una collana in argento.
La sollevò tra le mani, poi osservò il ciondolo con più attenzione.
Era un libro. Sulla copertina era ben evidente l'incisione, e quando la lesse, il cuore prese a batterle ancora più veloce.
Una "J" ed una "A" erano unite fra loro.
Nessuna lettera prevaleva sull'altra, ma erano fuse insieme, quasi come se si abbracciassero.
Annika tornò a guardare Jace, che sorrideva.
Le parole le morirono in bocca.
Era bellissimo, e quel che simboleggiava faceva ancora più paura di quanta gliene avesse fatta prima la scatolina.
-Puoi aprirlo.- le disse ancora Jace.- La vera sorpresa è all'interno del ciondolo.
Ancora senza dire nulla, Annika premette le dita lì dove qualcuno aveva disegnato le pagine.
Trovò una piccola levetta, quasi nascosta, e la tirò giù.
Il libro le si aprì fra le dita.
E lì, dove avrebbero dovuto esserci pagine scritte fitte, Jace aveva inserito una foto.
Rappresentava loro due, qualche mese prima.
Annika sorrideva, seduta su una roccia, e Jace la abbracciava, osservando il suo sorriso rivolto all'obiettivo della macchina fotografica.
Alle loro spalle, una piccola cascatella e un piccolo bosco.
La ragazza sorrise.
Non aveva mai visto quella foto, ma si ricordava di Armony che aveva insistito per scattarla.
Edward le aveva dato una leggera spinta, e lei gli aveva fatto una linguaccia, prima di scattare la foto.
Annika continuò ad osservare l'immagine.
Sentì le lacrime che le spuntavano dagli occhi, ma le ricacciò indietro.
-È... Jace è bellissimo.- disse, tornando a guardare il suo amico.
-Ho pensato a te, appena l'ho visto.
Doveva essere il tuo regalo di compleanno, ma non sono riuscito ad aspettare.
E dovevo farmi perdonare per il modo orribile in cui ti sto trattando negli ultimi tempi.
Annika si alzò dal letto e gli buttò le braccia al collo, abbracciandolo.
Lui ricambiò la stretta, e proseguì:- Rappresenta un po' il modo bizzarro in cui ci siamo conosciuti e il tuo tentativo di farmi entrare nelle pagine del tuo mondo.
Annika a quel punto non riuscì a trattenere le lacrime di commozione.
Jace le accarezzò la schiena:- Tra qualche mese me ne andrò, e non sarò più qui a farti da fratello maggiore.
Mi mancherai, ma se so che mi tieni vicino al cuore- disse, prendendo poi dalle mani di Annika il ciondolo- potrò far parte della tua vita, anche se non sarò qui.
La ragazza si asciugò le ultime lacrime, poi sciolse l'abbraccio.
Una miriade di pensieri le passarono per la testa.
In quel momento, tutte le cose, sia belle sia brutte, che avevano condiviso le passarono davanti.
Quando si erano scontrati sulle scale, lui che la chiamava "mia Clary", i pomeriggi passati a ridere, le gare cui era venuto a vederla, la sua sicurezza sul blocco di partenza sapendo che lui era lì a sostenerla, le lacrime che aveva versato quando suo nonno se ne era andato, la sofferenza di Jace per la morte del padre e la lontananza dalla madre.
E poi i litigi, che il più delle volte si concludeva con qualche battuta stupida e tornavano a sorridere, i giorni d'estate passati ad imparare qualche mossa di difesa personale, lei che non riusciva a dare pugni abbastanza potenti e Jace che la spronava.
Dopo le venne in mente anche il giorno in cui avevano scattato la foto racchiusa nel ciondolo, le mani salde di Jace che la aiutavano a salire sul masso, e ancora la spinta che gli aveva dato per farlo cadere in acqua, lui che scivolava e la trascinava con sé.
La voce di Armony che le diceva quanto fosse cieca, e in quel momento le sue parole assunsero finalmente senso.
Probabilmente la sua amica aveva ragione.
Forse... forse Jace era veramente innamorato di lei, e quel suo regalo, così dolce e delicato, era l'ennesima dimostrazione.
Jace aveva ricominciato a parlare, ma lei non lo ascoltava più.
Ciò che si era sforzata di nascondere a se stessa per troppo tempo, le piombò addosso con la potenza di un uragano.
Jace le passò una mano davanti agli occhi, costringendola a battere le ciglia.
-Stavi di nuovo viaggiando con la mente?- le domandò, ridendo- Dov'eri stavolta?
Annika non rispose.
Si alzò sulle punte e lo baciò.

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