18

Non le piacevano i temporali.
Non le erano mai piacuti.
Ma forse questo non è vero.
Un tempo amava i temporali. Le gocce d'acqua scorrevano sui vetri delle finestre, si sentiva bene mentre le osservava.
Poi tutto era cambiato quando Jace era partito.
Pioveva tantissimo, ed Annika iniziò ad odiare la pioggia.
O qualsiasi altra cose le ricordasse la sua partenza.

***

Entrò correndo nell'androne del palazzo di Talia.
Annika era nervosa.
Sentiva una strana sensazione, e il cuore le batteva inspiegabilmente a mille.
Stava per succedere qualcosa di grave. Lo sapeva.
Bussò alla porta, e dopo poco Luke le aprì.
Sorrise:- Ciao Annika. Sono sicuro che Ash sarà contento di vederti.
La ragazza impallidì.
Cosa ci faceva Jace a casa di Luke? Allora il suo lavoro aveva veramente a che fare con lui!
Annika entrò in casa, e si guardò intorno alla ricerca di Talia.
-È uscita a prendere una boccata d'aria fresca. Tornerà fra poco.
-Fuori piove.- gli disse Annika.
Luke parve sorpreso, poi guardò fuori dalla finestra:- Dannazione! Perché non me ne sono accorto prima?!- si passò una mano fra i capelli- Vado a cercarla, sicuramente ha lasciato l'ombrello a casa. Tu ed Ash non combinate nessun disastro!
Annika rise, e Luke si precipitò fuori dall'appartamento.
Solo in quel momento Annika realizzò di essere rimasta da sola con Jace.
Probabilmente era nascosto da qualche parte.
Si avviò lungo il corridoio, ed arrivò davanti ad una porta accostata.
L'aprì del tutto, e vide una scrivania su cui Jace stava appoggiando le mani, osservando delle mappe.

Il ragazzo iniziò a parlare:- Credo che se useremo le scale antincendio, Chione non si accorgerà di noi.
A

ltrimenti potremo usare delle funi e farci calare dall'alto... Ma rischieremo di attirare troppo l'attenzione. Che ne pensi, Luke?
Annika trattenne il fiato.
Jace, non ricevendo risposta, si voltò e appena la vide, sbiancò:- Cosa ci fai qui?!
Lei non rispose, ma si avvicinò alla scrivania per vedere di cosa stesse parlando Jace, ma il ragazzo si mise davanti a lei per impedirle di vedere.
-Annika, rispondimi.

Lei incrociò le braccia:- Potrei farti la stessa domanda. Non avevi delle cose da fare?
-Appunto. Le sto facendo.
-E io sono venuta a trovare Talia.
J

ace la guardò negli occhi:- Da quando siete amiche?
Annika non rispose, ma abbassò lo sguardo.
Il ragazzo si voltò, fece un respiro profondo e la osservò:- Non sei venuta qui per scoprire perché non possiamo vederci regolarmente, vero? Ti prego, dimmi che non è così.
Annika lasciò che la borsa le cadesse a terra, esasperata:- E se fosse così? Avresti qualche problema? Penso di avere il diritto di sapere con chi esco, non ti pare? Potresti essere uno spacciatore, un ladro o...
Jace alzò la voce:- E se fossi veramente un delinquente?! Se magari fossi stato costretto ad esserlo? E se stessi cercando di diventare migliore?! Se stessi provando a redimermi?!
-È proprio questo il punto! Io... Non so più chi sei!
Ti fai chiamare Ash, mi menti...
-Annika, sono costretto a farlo. Vuoi capirlo?
-Ci conosciamo da una vita. Puoi mentire a tutti, ma non a me. Sai che manterrei il segreto, in ogni caso. Perché non ti fidi?
Jace non rispose, ed Annika proseguì, sbattendo le braccia lungo i fianchi:- Non so neanche come dovrei chiamarti. Sei come la foto sbiadita del ragazzo che conoscevo e amavo.
Jace continuò a rimanere in silenzio, ed Annika ricacciò indietro le lacrime.
Prese la borsa ed uscì dalla stanza.

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