16
Annika si strinse un po' di più nel cappotto, mentre Jace parcheggiava l'auto.
Spense il motore e si voltò verso di lei, che guardava dritto davanti a sé. -Sono stato bene stasera.- le disse.
Annika annuì:- Anch'io.
Fece per aprire lo sportello, ma Jace la fermò:- Aspetta.
La ragazza si rilassò di nuovo contro il sedile, e lui continuò a parlare:- È probabile che per le prossime due settimane non potremo vederci.
Annika distolse di nuovo lo sguardo. Per quanto ancora avrebbe dovuto sottostare a tutti questi segreti? Voleva davvero costringerla a scoprire tutto da sola?
Non rispose, e Jace cercò la sua mano.
Gliela strinse:- Appena potrò ti verrò a prendere e ce ne andremo da qualche parte. Hai mai visto la Statua della Libertà? E l'Empire State Building?
Annika sorrise:- Non ho visitato molto New York. Puoi portarmi dove ti pare.
-Anche alle Cascate del Niagara?- le chiese, e lei scoppiò a ridere.
Si sporse verso di lui e gli diede un bacio sulla guancia.
Poi aprì lo sportello e scese.
Era quasi arrivata alla porta quando si sentì chiamare.
Quando si voltò, Jace le sorrideva:- Perché hai continuato a portare la collana se eri arrabbiata con me?
Annika si soffermò a pensare prima di rispondere:- Non risponderò a questa domanda fino a quando tu non mi dirai la verità.
Jace non rispose, ma la guardò intensamente negli occhi.
-Buonanotte Annika.- le disse poi, prima di mettere la macchina in moto ed andarsene.
***
-Allora- le domandò Annabeth, mettendosi comoda sul divano della casa di Annika- come vanno le cose a New York?
-Non male.- le rispose la cugina, mentre riponeva un libro nella libreria- Mi alleno tutti i giorni, e le nazionali si avvicinano sempre di più. Sta iniziando a montare l'ansia.
-Comprensibile.- le rispose lei- Io tra due mesi mi laureo in architettura.
-Già, dovrò iniziare a pensare al vestito per la cerimonia.
-Potresti farti consigliare da Ash.
Annika impiegò qualche secondo per capire a chi si riferisse Annabeth:- Ash? Che intendi?
-Oh, andiamo!- disse Annabeth, alzandosi in piedi ed agitando le braccia- Quel ragazzo è cotto di te! Pensi che non vi abbia visti nel mio giardino? Ti guardava e ti venerava.
In una sola sera lo hai conquistato.
Spiegami come hai fatto.
Annika rise, ma rimase sulle spine.
Non riusciva a capire a che gioco stesse giocando Jace. Cosa aveva detto ai suoi amici? Cosa aveva omesso, o su cosa aveva mentito?
Spiegare ad Annabeth che lo conosceva da sempre sarebbe stato complicato, ed avrebbe portato ad ulteriori domande.
Decise di tacere.
Prese un altro libro dall'ultimo scatolone che le rimaneva da svuotare e lo ripose nella libreria.
-Come va con Percy?- le chiese dopo qualche minuto di silenzio.
Annabeth si risedette sul divano:- Qualche mese fa abbiamo passato un brutto periodo.
-Come mai?- le domandò.
-Mi mentiva a fin di bene, e io pensavo avesse un'altra.
Me ne sono andata di casa, ma quando mi ha spiegato che mi mentiva per proteggere un suo amico abbiamo risolto tutto.
Mi fido di lui... ma ho come la sensazione che stia tramando qualcosa.
-Ti ama, Annabeth. Sei fortunata.
E qualsiasi cosa stia tramando... vedrai che alla fine ti piacerà.
-Già. Stamattina è uscito con Luke ed Ash, dovevano sbrigare delle "commissioni".- virgolettò l'ultima parola con le dita, poi sbuffò.
Annika rimase per un secondo ferma, a pensare.
La sera prima Jace le aveva detto che avrebbe avuto un incarico che lo avrebbe tenuto impegnato per due settimane. E se quell'incarico avesse a che fare con Percy e Luke?
-Che lavoro fa Percy?- chiese quindi ad Annabeth.
-Lavora come barista nel locale di suo cugino, Jason.
-E Luke?- le domandò ancora, cercando di apparire il più naturale possibile.
-Ma come siamo curiose...- le rispose Annabeth, poi scoppiò a ridere e cambiò argomento.
Ma Annika sorrise.
L'incarico di Jace aveva decisamente a che fare con Luke se Annabeth aveva cambiato argomento.
E lei avrebbe scoperto di cosa si trattasse.
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