These words are my heart and soul
Daniel
– Alzati in piedi testa di cazzo – piombo in camera di Albus come un falco. Lui, colto dalla sorpresa, cade giù dal letto, facendo un bel tonfo. Devo fare un grande sforzo per non scoppiargli a ridere in faccia, è più comico di Rose in questo momento.
– Le tue ali mi spaventano, devi seriamente fare qualcosa – indica le mie appendici angeliche, ormai diventate del colore delle pece da quasi quattro mesi, per questo evito quasi sempre di dispiegarle.
– Sì, sì, ci penserò dopo – faccio un cenno con la mano e le ritiro dentro le scapole. Ogni volta che lo faccio, adesso, sento un dolore lancinante, come tante piccole lame che mi trafiggono la pelle, però non lo ammetterei mai con nessuno. Non devono sapere che sono spaventato dai continui mutamenti che stanno avvenendo nel mio corpo e nel mio organismo. – Ma non sono venuto qui per parlarti dei miei problemi, bensì per dirti che sei stato davvero un coglione oggi con Rose – Albus rotea gli occhi al cielo e poggia una mano sul letto, issandosi e mettendosi a sedere.
– E da quando ti interessa la nostra relazione? Credevo che fossi contento che avessimo rotto. –
– Non sono felice se Rose sta male – ci guardiamo negli occhi, entrambi con la bocca spalancata e incapaci di spiaccicare parola. – Okay se glielo dici giuro che questa è la volta buona che ti uccido –
– Sei innamorato di lei? –
– Ma che dici Albus – gesticolo e prendo posto accanto a lui. La mia attenzione viene catturata dalla foto che ha sul comodino. Tendo un braccio verso di essa, che si libra lentamente in aria, prima di arrivarmi tra le mani. Sono Albus e Rose al nostro compleanno, appena si erano messi insieme. E lei era davvero felice. – È più complicato di così. Non sbagliate quando dite che ci siamo legati, è vero, ma dio, non lo ammetterei nemmeno sotto tortura e, soprattutto, davanti a lei. Le voglio bene, tutto qui, niente di più, niente di meno. Amo Rebecca, questo lo sai, ma mentirei se dicesse che non mi è mancata Rose in questi mesi. Forse è solo una cosa legata all'essere il suo angelo custode, non lo so, ma ora il punto è che ho parlato con lei prima e mi ha detto che lei ha scelto te, non si è accontentata, ti ha voluto perché la facevi sentire bene, accettata e fidati, lei odia ogni minuscola parte del suo essere. Quindi, invece di fare il cretino e trattarla come una bambina davanti a tutti, dovresti andare da lei e riconquistarla in quei modi romantici e idioti che io non farei mai – Albus rimane in silenzio per minuti che sembrano infiniti. Poi si volta verso di me e mi abbraccia, e noi non lo facciamo mai. – Ma che diamine fai? –
– Quando sei diventato così saggio? –
– E tu così affettuoso –- lo scosto malamente ma, in realtà, sto ridendo sotto i baffi. – Comunque è tutta colpa del tempo passato con la tua ragazza, credo che abbia una brutta influenza su di me –
– Ma io credevo che non vi parlaste da febbraio – riduce le palpebre a due fessure, io sospiro e mi lascio andare con la schiena sul materasso.
– È vero, però ho continuato ad osservarla, mentre dormiva o mentre era distratta. Beh diciamo soprattutto nel primo caso. Dopo che le sue palpebre si chiudevano e cadeva dolcemente nel mondo dei sogni, io mi sedevo sulla poltrona rosa in camera sua e rimanevo a guardarla, in silenzio, o leggendo il suo diario, cavolo, quella ragazza scrive davvero tanto – Albus ridacchia e si sdraia accanto a me. Per la prima volta dopo mesi lo sento vicino, lo sento come il migliore amico che avevo prima che arrivasse Rose.
– Vedi perché ho paura? Per questo. Perché se tu fossi innamorato di lei, se ti piacesse, avrei la certezza che, prima o poi, tu faresti qualcosa per ferirla, e a quel punto potrei entrare in azione. Invece no, la faccenda è, come hai detto, tu più complicata di così. Voi siete legati da un filo invisibile che, inevitabilmente, vi attira di nuovo uno verso l'altro, quando cercate di allontanarvi. Ed io non me lo spiego, davvero, perché, per quanto io le possa piacere, so che non potrò mai aspirare ad occupare il posto che è tuo sin dal primo momento in cui vi siete incontrati. È qualcosa di inspiegabile, al di fuori della mia o della tua comprensione. –
– Beh non dovresti preoccuparti, anche se non avessi Rebecca non mi sarei mai interessato a Rose. Lei non mi piace e poi non potremmo mai stare insieme, cioè te lo immagini? –
– No Daniel, non voglio immaginare te che ti fai la mia ragazza. –
– Piantala, non parlare di Rose in questi termini – dico, tirandogli uno pugno sullo stomaco. – Oh mio dio che mi sta succedendo? –
– Sì effettivamente me lo sto domandando pure io, la situazione ha dell'incredibile. –
– Ci deve essere qualcosa di sbagliato in me ultimamente – blatero, cercando di trovare una spiegazione adeguata a quel che è successo. – Non la toccherei con un dito, comunque – mi ritrovo a confessare, cercando di togliermi la figura di Rose dalla testa. – Lei no –
– Perché? –
– Perché è Rose, per l'amor di dio – bofonchio, passandomi una mano tra i capelli biondi. – E litigheremmo sempre, se stessimo insieme –
– Ma tu l'hai baciata. –
– Andiamo Albus, stai parlando di una cosa che è successa a settembre, ed io non ho sentito niente – mi mordo il labbro cercando di non ricordare quel giorno. L'ho semplicemente archiviato in un meandro della mia mente, e vorrei che restasse lì per un bel po', soprattutto perché non mi sono mai soffermato più di tanto a pensare a cosa potrei aver provato. E ho quasi paura di farlo.
– Era il suo primo bacio. –
– Ha dato a te tutti gli altri – mi volto verso di lui, i nostri occhi azzurri si incastrano. – Cosa vuoi esattamente sentirti dire Albus? –
– Che tu e lei non starete mai insieme, che tu non provi e non proverai mai niente per Rose e che non arriverà mai un momento in cui sceglierà te al posto mio – mi ritrovo a ridacchiare nervosamente, guardando il soffitto di camera sua. Era davvero tanto che non ci venivo.
– Non c'è bisogno di prometterlo perché è una cosa tanto assurda che sai benissimo anche tu che non accadrà mai. –
– Voglio solo essere sicuro – mormora lui. Ma il mio unico pensiero in questo momento è che Rose non soffra più.
– Te lo prometto. Io e Rose non staremo mai insieme, ed io non provo, non provavo e non proverò mai niente per lei. Ti adora, e non sceglierà mai me al posto tuo. Puoi stare tranquillo. Certo però, tu devi seriamente smetterla di fare cazzate. –
– Io? –
– Albus, Rose ha ragione. Devi parlarle dei tuoi problemi, è giusto così. Capisco che tu voglia tenerla al sicuro, magari puoi raccontarle delle mezze verità, ma dovete comunicare. –
– Mi stai dicendo che, quindi, tu e Rebecca parlate? –
– Guarda che non scopiamo tutto il giorno! – scoppia a ridere, gettando la testa indietro. Dio, cosa ci troverà mai Rose in lui non lo so.
– Sono colpito. –
– No, sei un idiota, la cosa è leggermente diversa – rotea gli occhi al cielo e si lascia andare nuovamente sul materasso. – Appena me ne andrò da qui, chiamala. Anzi no, vola fino a casa sua e implora il suo perdono –
– Credo di amarla sai? – non so per quale motivo, ma provo fastidio per le sue parole. Se l'amasse davvero, allora perché la fa soffrire così tanto.
– Non dovresti dirla a me una cosa del genere, scemo. –
– Okay adesso stai esagerando, non fai che insultarmi! –
– Perché te lo meriti – gli tiro un colpo sulla fronte e lui geme dal dolore. Mammoletta. – Va' da Rose, ora –
– Ma ci saranno le ragazze! Sai che Daisy ha ideato un piano a prova di bomba perché lei non capisca niente, e Rose è molto intuitiva come persona. –
– Albus – taglio corto io. Mi sta facendo venire il mal di testa. – Esci fuori le palle e basta, sii uomo per una volta nella tua vita –
– Lo sono sempre in realtà – bofonchia, incrociando le braccia al petto.
– Combinare casini e dare la colpa a me non è essere uomini, è essere dei deficienti. –
– Ed ecco il Daniel che conosco. –
– E che ami – sorrido sornione, ma i suoi occhi mi trafiggono come tante lame.
Rose
– Grazie – sorrido a Daniel, giocherellando col tessuto del mio vestito verde.
– Guarda che non sono stato io ad organizzare la festa a sorpresa, è stata di Daisy l'idea. –
– No no, non sto parlando di tutto questo – indico il locale per poi prendere posto accanto a lui. I suoi occhi brillano per un attimo.
– Se ti stai riferendo al bracciale, so che ti piacciono e... –
– Daniel – lo interrompo io, scuotendo la testa. – So che hai parlato con Albus, quindi grazie, grazie di cuore –
– Cosa? Sai che non mi piace intromettermi nella vostra relazione. –
– Se non sei stato tu, allora mi spieghi come faceva ad essere a conoscenza della nostra discussione di questa mattina? – il biondo gonfia le guance e distoglie lo sguardo, improvvisamente attirato dalla pista da ballo. So che odia dimostrarsi buono, non si potrebbe mai pensare che Daniel Manson abbia un cuore, sarebbe qualcosa che va oltre la normale comprensione umana.
– Ti ha letto nel pensiero. –
– Sai meglio di me che non può farlo. –
– Cosa vuoi che ti dica Rose? – sbotta arrabbiato. Le sue mani strisciano sul pantalone blu, sta perdendo il controllo.
– Niente, sono io che devo farlo. Sei un bravo angelo custode in fin dei conti e anche un discreto amico, quando non hai quegli attacchi di rabbia in cui mi insulti come se non ci fosse un domani. E ti voglio bene – abbassa il capo, le sue labbra si curvano in un leggero sorriso. E i suoi occhi continuano ad essere azzurri, quindi va tutto bene.
– Non mi diventerai sentimentale proprio ora, vero Rosebelle? Il nostro rapporto è caratterizzato da tanto odio e da molti battibecchi. –
– Lo so, per questo ora tornerò dal mio ragazzo e lascerò che tu rimanga qui con la tua solita anima tormentata. Tanto so che non verresti mai a ballare – mi alzo e mi liscio il vestito, cercando di non pensare a quanto mi facciano male le scarpe col tacco. Perché Daisy non mi ha permesso di portare un paio di Converse? Sto per sentirmi seriamente male.
– Vedo con piacere che stai imparando la lezione – sorride sornione, io scuoto la testa, già con le spalle voltate verso la pista. – Ti voglio bene anch'io, comunque – mi giro, per l'ultima volta, verso di lui. Mi fa l'occhiolino ed in quel momento vorrei soltanto che il tempo si fermasse, e non mi portasse più casini.
🫧🫧🫧
– Rose posso parlarti un attimo? – Holden mi blocca prima che possa andare via dalla classe. Faccio un lieve cenno di sì con la testa e mi fermo davanti alla sua cattedra, mentre tutti gli altri ragazzi sciamano via rumorosamente.
– Ho fatto qualcosa di sbagliato? – domando, aggiustandomi gli occhiali che scivolano lungo la punta del naso.
– No no assolutamente anzi, credo che il tuo ultimo compito in classe sia un capolavoro – apre il cassetto e poggia sul tavolo il foglio bianco, su cui capeggia la mia quasi incomprensibile scrittura. – La mia preoccupazione, al momento, è Daniel Manson. Ascolta, so che avete avuto molte discussioni durante l'anno, ma credo anche che tu sia una delle persone più vicine a lui in questo momento – assottiglio le labbra. In realtà nessuno di noi, ora come ora, è vicino al ragazzo in questione, ma questo non posso di certo dirglielo. – Raggiunge la sufficienza risicata in quasi tutte le materie, tranne che nella mia. Sarò costretto a bocciarlo se non torna a scuola, è una settimana che non lo vedo –
– Cosa mi sta chiedendo esattamente? –
– Di salvarlo. Prima che sparisse, l'ho visto strano, più del solito. Sta sempre zitto, muove freneticamente i piedi, non ascolta e passa tutta l'ora a nascondere la testa tra le braccia, senza partecipare minimamente alle discussioni – sospiro. Capire Daniel nell'ultimo periodo è stato praticamente impossibile, senza contare che continua a tenermi lontano. Dopo la mia festa di compleanno, infatti, è diventato sfuggente, taciturno, e ha quasi sempre gli occhi viola.
– Posso provare a parlargli, ma non le garantisco che funzionerà. Sa meglio di me che Daniel è molto difficile. –
– Lo so, ma ti prego, fa' almeno un tentativo. Non vorrei che un ragazzo come lui si perdesse, credo che abbia una bella mente, nonostante tutto – mi mordo il labbro, il fatto che non si abbiano sue notizie da una settimana mi ha mandato in agitazione negli ultimi giorni, tuttavia è anche vero che, con lui, è sparita pure Rebecca, quindi dovrebbe stare bene, in un modo o nell'altro. Probabilmente saranno in vacanza insieme da qualche parte a prendersi gioco di noi poveri stupidi che ci preoccupiamo.
– Passerò da casa sua prima di tornare a casa – le sue labbra si curvano in un sorriso dolce, in netto contrasto con i suoi grandi occhi tristi e sempre rossi per il pianto. Ci sono varie versioni che girano sul suo conto, e non so quale sia la più accreditata. Io non ho voluto indagare più di tanto, più che altro perché non vorrei creare confusione o indispettirlo.
– Sei una brava ragazza Rosebelle, spero che non ti faccia soffrire. –
– Mmmmh su questo non ne sono sicura – gli sorrido di rimando e me ne vado, issando la tracolla sulla spalla e incamminandomi per i corridoi della Marymount.
– Ehi tesoro che succede? Perché quella faccia? – Albus mi viene incontro e mi passa un braccio intorno alle spalle, schioccandomi un bacio sulla guancia.
– So che molto probabilmente questo ti farà un po' arrabbiare ma hai notizie di Daniel? Perché Holden mi ha appena fatto notare che è una settimana che manca, e che rischia di essere rimandato in inglese – corruga la fronte e si scompiglia i capelli scuri, prima di dirigersi con me verso l'uscita.
– Credo che sia con Rebecca da qualche parte, non so...ma dici sul serio riguardo a letteratura?–
– Sì, e dobbiamo fare qualcosa, non può rischiare di ripetere l'anno. –
– Hai ragione Rose – lo guardo stupita, credo sia la prima volta in cui non cerca di farmi cambiare idea su qualcosa che riguarda Daniel.
– Su cosa? – domanda Daisy, con il suo solito sorrido smagliante.
– Capire che fine abbia fatto Daniel, ho intenzione di andare a casa sua oggi. –
– Non ti vorrà vedere, sprecheresti solo il tuo tempo – si lamenta Diana. Daniel non le rivolge più la parola da mesi e, per quanto stia tentando in tutti i modi di non darlo a vedere, ci soffre molto.
– E allora vorrà dire che gli parlerò anche contro il suo volere. Nel senso che gli parlerà anche se lui non mi starà ascoltando – Chris mi batte il cinque contento, la faccia della ragazza si dipinge di un rosso accesso.
– Allora muoviti, ma sta' attenta, questa faccenda mi preoccupa, Daisy ha anche avuto una visione, vero? – esclama Audrey, dando una gomitata alla diretta interessata.
– Che hai visto? –
– Non credo che tu voglia saperlo Rose, è qualcosa di davvero troppo brutto – mi allontano leggermente da Albus. Credo sia arrivato il momento di andare verso la mia missione suicida.
– Vi chiamo appena ho qualche notizia. –
– Va bene, ma stai attenta – il mio ragazzo mi dà un buffetto sotto il mento, io sorrido.
Mi incammino verso casa di Daniel cercando di formulare un discorso di senso compiuto e quasi inattaccabile, già sapendo che mi urlerà in faccia qualsiasi cosa io dica.
Eppure sento che c'è qualcosa che non va, lo sento mentre si forma un peso sul mio petto ad ogni passo che compio e che mi separa verso la mia destinazione.
Perché Daniel è sparito così misteriosamente da dopo il mio compleanno? E per quale motivo nessuno di noi si è mai interessato prima all'accaduto? Perché non siamo andati da lui giorni va chiedendogli cosa ci fosse che non andava? Perché diamo così per scontato che sia con Rebecca? È vero che lui ci ha allontanato del tutto dalla sua vita, ma perché noi non abbiamo insistito? È pur sempre Daniel alla fine.
Ci metto mezz'ora per arrivare nei pressi di casa sua, i vestiti mi si appiccicano addosso per il sudore ed i miei capelli stanno iniziando ad arricciarsi.
Man mano che mi avvicino noto la madre di Daniel uscire velocemente dalla porta con delle valigie in mano. Qualche secondo dopo, dietro di lei, spunta il padre, che sembra rincorrerla.
– Dove pensi di andare Cassidy? Credi di risolvere la situazione facendo così? –
– Quello non è più mio figlio Derek, è un mostro ed io non voglio averci niente a che fare. –
– No che non lo è – esclama calmo l'uomo. – È il nostro Daniel, questo è solo un incidente di percorso –
– Un incidente di percorso eh? Quanto sei ingenuo. –
– Ha solo quindici anni Cassidy, è ancora praticamente un bambino. E poi, se non sbaglio, tutti hanno diritto ad una seconda chance, non credi? – la donna lo guarda con disprezzo, per poi scuotere la testa.
– Ho lavorato troppo per ristabilire la mia reputazione perché Daniel mandasse tutto all'aria per la prima ragazza con cui è andato a letto – sputa acida quelle parole prima di spiegare la maestose ali. Sono più grandi di quelle di Albus, con sfumature pervinca, luccicanti. – Da questo momento sei solo ma, se fossi in te, scapperei a gambe levate e farei gestire la situazione a tuo padre, lui sì che sa come mettere a posto questo casino – a quel punto si libra in volo e sparisce alta nel cielo, incurante del fatto che qualcuno possa vederla.
– Complimenti, hai vinto il premio come madre dell'anno! – le urla dietro lui, inutilmente. Poi, mentre fa per tornare dentro, nota me, e il suo volto diventa cadaverico. – Rose... –
– So tutto, non si preoccupi, e soprattutto le chiedo gentilmente di non cancellarmi la memoria, lo fanno già abbastanza i ragazzi ed è una sensazione parecchio fastidiosa – solo in quel momento mi accorgo di aver appena condannato tutti i miei amici ad un'estate di punizione. Ops. –Comunque io ero venuta a trovare Daniel, è da un po' che non si vede a scuola e volevo sapere come stesse- sospira e si passa una mano tra i capelli biondi, spero di non aver peggiorato troppo la situazione, non voglio causarli troppi casini, però non avrei sopportato altre amnesie.
– Rose non credo che sia una buona idea e... –
– La prego – mormoro, con il cuore che batte a mille. – Sono davvero in ansia per lui, senza contare che ormai ho assistito a molte cose strambe che non mi so spiegare, non mi spavento così facilmente –
– Va bene, ma potrebbe essere abbastanza scioccante – mi fa un cenno con la mano ed entriamo in casa insieme.
L'abitazione è immersa nel silenzio più totale, non si sente voltare una mosca, l'atmosfera è pesante mentre ci dirigiamo insieme verso la camera di Danile.
– Cosa è successo? E dov'è Rebecca? –
– È scomparsa una settimana fa, nessuno ha più sue notizie da allora, e credo che sia meglio così, ha già fatto troppi danni. –
– In che senso troppi danni? –
– Lo vedrai – saliamo in silenzio le scale, fino ad arrivare alla camera di Daniel. Non ricordo l'ultima volta che ci sono stata. – Hai una visita – apre la porta, la stanza del ragazzo mi si presenta totalmente immersa nel buio, non riesco a vedere ad un palmo dal mio naso.
– Ti ho detto che... –
– È Rose – la figura di Daniel è accovacciata in un angolino. Un raggio di sole proveniente dall'esterno lo illumina appena in volto, mostrando gli occhi completamente viola.
– Lasciaci soli. –
– Ma... –
– Papà non le farò del male, e se non dovessi riuscire a controllarmi ti chiamerò, quindi resta nei paraggi. –
– Va bene – l'uomo scompare, chiudendomi lì dentro. Daniel si alza e apre leggermente le tende, stando accuratamente attento a non farsi toccare dalla luce del sole.
– Che sei venuta a fare Rose? Le cose sono già abbastanza complicate così. –
– Holden mi ha detto che rischi la bocciatura nella sua materia, ed io sono venuta qui per avvisarti, tutto qui – mento, non voglio che sappia che ero preoccupata per lui, ricomincerebbe con la solita solfa di sempre, ed io mi scoccerei sentirla per l'ennesima volta.
– Fantastico – tira un pugno contro il muro, per poi prendersi il capo tra le mani.
– Che sta succedendo Daniel? È per Rebecca? –
– Mio padre ti ha già raccontato questa parte suppongo – sputa acido, senza guardarmi in faccia. Sospiro e mi avvicino a lui, sedendomi al suo fianco. – Non è una buona idea che tu mi stia così vicino –
– Parla con me – mi inginocchio di fronte a lui e poggio le mani sul suo braccio.
– Ti ricordi quando ti parlavo della ali e di tutto il resto? –
– Sì, non riuscivi a capire cosa stesse succedendo. –
– Questo perché era una cosa...abominevole – i suoi occhi si velano per le lacrime, non l'ho mai visto in questo stato, così distrutto, così vulnerabile. Mi si stringe il cuore. – Mi ha trasformato in un vampiro Rose, in uno schifoso ibrido. Ho perso le mie ali e ho sete di sangue. Il Consiglio mi ha esiliato, mi ha marchiato come la vergogna di tutto il nostro mondo, ed io non so più chi sono – istintivamente lo abbraccio, Daniel poggia la testa sulla mia spalla, singhiozzando sommessamente. In questo momento non mi importa di chi sia, o se mi possa fare del male, è il mio amico quello che sta male adesso, ed ora tocca a me difenderlo. – Hai sempre avuto ragione, sono un pessimo angelo custode. Anzi, adesso credo di non esserlo nemmeno più –
– Non dire cavolate – mormoro io, passandogli una mano tra i capelli biondi. –Troveremo una soluzione. Parlerò con i ragazzi, ci deve pur essere qualche incantesimo –
– Non si può fare assolutamente niente. È stata tutta colpa mia. Albus ha cercato di dirmelo in tutti i modi, ma io non lo volevo ascoltare. E Rebecca, quando si è accorta di ciò che era successo, si è volatilizzata, sa che rischierebbe di perdere i suoi poteri. –
– Quella stronza – sibilo io, stringendolo di più al mio petto. – Andrà tutto bene Daniel, te lo prometto –
– Non dovresti stare qui, comunque – si stacca da me e si asciuga le lacrime, cercando di ricomporsi. – Potrei non controllarmi e farti del male –
– Dimmi Daniel, hai letto per caso Twilight durante il tuo periodo di prigionia? – ridacchia debolmente. Ha il volto pallido, solcato da due profonde occhiaie violacee. Le labbra sono quasi bianche e occhi sono arrossati, come se piangesse da giorni.
– Non ce la faccio proprio ad uscire per ora, troppa vergogna. E un cuore spezzato, questo sì che fa davvero male, non era una cosa che avevo messo in conto – si porta una mano sul petto. Non posso sentirlo, questo è ovvio, ma percepisco il suo dolore.
– Mi inventerò qualcosa. –
– Lo hai già detto. –
– Questo perché sto macinando idee, tu non lo sai ma, in questo momento, i miei ingranaggi stanno andando a mille –faccio roteare le dita intorno alle tempie, più per farlo ridere che per altro. Ha davvero bisogno di questo per ora.
– Albus mi ucciderà, ne sono sicuro. E non credo che sarebbe molto contento di sapere che sei qui con me, non in queste condizioni almeno. –
– Non ti lascerò Daniel. –
– Ma io l'ho fatto, una miriade di volte a dir la verità –
– Lo so, ma io non sono come te – si volta verso di me, le sue iridi stanno tornando normali. – Non abbandono gli amici nel momento del bisogno, specialmente te. Ne abbiamo passate davvero troppe negli ultimi otto mesi perché io ti possa abbandonare per un piccolo ed insignificante dettaglio come questo. Abbiamo litigato, fatto pace, rischiato di ucciderci a vicenda, cacciati nei guai, aiutato due fantasmi a ritrovarsi e questo non è solo che un altro piccolo ostacolo che riusciremo a superare –
– Sicuro che sia solo questo Rose? – mi guarda con un sopracciglio alzato, sapevo che me lo avrebbe chiesto.
– Tra me e Albus va tutto benissimo, non potrei volere altro, è perfetto – lui ridacchia nervosamente, come se avessi appena detto la più grande cavolata del mondo. – Che c'è? –
– Niente è solo che... – si schiarisce la voce e si volta verso di me, gli occhi sono totalmente azzurri ormai. – Spero che ti faccia ritornare la memoria su quei piccoli buchi neri che ti ritrovi –
– So che è sbagliato ma, se ha fatto quel che ha fatto, voleva solo proteggermi. –
– Se stesso, voleva proteggere se stesso Rose. –
– Daniel perché cerchi sempre di farci litigare? A te non importa – lui sospira e si poggia le mani sul volto, sfregandolo con forza.
– In questo momento è tutto parecchio amplificato, non riesco bene a controllarmi. –
– Tranquillo, va tutto bene – inaspettatamente, poggia la testa sulle mie gambe e socchiude gli occhi, piangendo silenziosamente. Io comincio a passare una mano tra i suoi capelli, in silenzio, spaventandomi pure di respirare.
– Non mi lasciare Rose, ti prego, non farlo proprio ora. –
– Non vado da nessuna parte – faccio un rapido calcolo prima di realizzare che dovrò sicuramente posticipare il mio viaggio a San Francisco, non posso andarmene in questo momento, non posso proprio. – Ma, adesso, devi parlare con i ragazzi, devono sapere quel che ti è successo –
– Lo so, ma voglio godermi questo ultimo momento di tranquillità, di quiete prima della tempesta. Questa situazione ci porterà non so quanti casini. –
– Beh ormai ci siamo abituati – mi stringo nelle spalle, sentendo il cellulare vibrare dalla tasca della tracolla, poggiata al mio fianco. – Dimmi una sola volta in cui non ci siamo cacciati nei guai da quando ci conosciamo. –
– In effetti non hai tutti i torti – sembra essersi calmato, e ha smesso di piangere. – Mi dispiace di averti stravolto la vita, forse non avrei dovuto dirti niente. La verità è che io ho deciso di raccontarti tutto per vendicarmi di Albus, per dimostrare che potevo controllare io la situazione, che non dovevo rendere conto a nessuno di quel che facevo –
– Guarda che a me non è dispiaciuto entrare a far parte del vostro mondo. Sai, ho sempre letto libri fantasy e visto una dozzina di film e immaginavo avventure che mai mi sarei immaginata mi potessero accadere. E poi sono arrivata qui e mi sono ritrovata catapultata nei vostri casini e, quando non rischio di morire, è quasi piacevole stare con voi. –
– Potrei montarmi la testa per tutte queste affermazioni. –
– Idiota – brontolo io, ma lui sta ridendo, e in questo momento non c'è nient'altro che conta.
Sbaaam!
Okay, sono triste perché sono appena usciti i vip tickets per il concerto di shawn e costano un occhio della testa ma, allo stesso tempo, FINALMENTE MARTEDI' HO FINITO LA SESSIONE INVERNALE, SIA RINGRAZIATO IL SIGNORE.
E niente, questo è uno dei miei capitoli preferiti, Daniel mostra finalmente che ha un cuore e che tiene tanto a Rose. E poi lui diventa, beh, quello che vedete voi.
Anyway, ringrazio sempre tutti quelli che leggono, votano e commentano, anche se questa settimana siamo scesi al #910 ma vabbé.
Per qualsiasi cosa potete trovarmi su
twitter _moonljght
instagram _hurricavne_
un bacio, a presto,
Rose xx
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top