Make the sound so sweet when you lie to me

– Daniel è da dieci minuti che fai avanti e indietro, mi stai facendo venire da vomitare. –
– Sì, sì scusa, hai ragione – afferro la sedia della sua scrivania e mi ci metto sopra, tenendo la spalliera davanti a me. Le mie dita vi battono sopra freneticamente, dannazione, perché mi caccio sempre in queste situazioni? – Questa cosa che sto per dirti non è per niente facile –
– Va tutto bene? Mi stai facendo venire l'ansia – china la testa di lato, i lunghi capelli castani sono legati in una crocchia sulla parte posteriore della testa. – Ehi che hai sul collo? Ti sei fatto male? –
– No Rose è un succhiotto, ti viene quando qualcuno ti morde e... – scuoto la testa, sto cambiando totalmente discorso. – Okay, non sono venuto qui per farti educazione sessuale, ma per dirti qualcosa di importante –
– Ed io sto aspettando che tu lo faccia – le sue guance sono rosse come due pomodori, fa così ogni volta che si apre un discorso su questo argomento. Alle volte mi chiedo come farà a resistere nel mondo, tanto delicata e tanto ingenua qual è.
– Non ti sei sentita male al ristorante, né l'altra volta per strada. Sono stato io a farti addormentare, e ho cercato di farti ricordare altro. –
– Tu? E come diamine avresti fatto? Mi hai drogata per caso? –
– No, macché... – mi schiarisco la voce. – So che ti sembrerà assurdo, ma io sono un angelo custode, il tuo angelo custode per l'esattezza, anche se mi rendo conto che sia difficile da credere visto il nostro continuo litigare o il fatto che non impedisco che ti tagli eccetera eccetera...anche Albus lo è, però lui è un bambino, mentre Chris è un nephilim, significa... – sto straparlando, sono entrato in panico, senza contare che, parlare di ciò a voce alta, è stranissimo. Nessuno di noi ha mai dovuto spiegare cos'è o cosa non è, lo sappiamo è basta, siamo nati così, stiamo crescendo così, è un dato di fatto, è come sapere di avere i capelli biondi.
– Che ha un genitore umano ed uno angelo, ho letto Fallen, che ti credi. –
– Sì certo...e poi c'è Diana, lei è un angelo purosangue, la sua famiglia è importante nel nostro mondo, così come quella di Audrey...Daisy invece è una strega, e dio solo sa quanti filtri ci ha rifilato in questi anni – ridacchio nervosamente, mentre cerco di contare velocemente quante regole sto infrangendo in questo momento. – E Rebecca è una vampira, per questo Albus ha reagito in quel modo alla cena, era spaventato, diciamo che tu per lei sei un bocconcino abbastanza succulento –
– E tu seriamente ti aspetti che io ti creda? Andiamo Daniel, se dovevi prendermi in giro potevi inventare qualcosa di più credibile. –
– Non è uno scherzo, sono serio! – alzo di un'ottava la voce, pentendomene subito. Non credo che Isebelle sarebbe molto contenta di trovarmi qui a quest'ora, a mettere in pratica la mia scarsa ars oratoria con Rose, su un argomento di cui lei non sarebbe mai dovuta venire a conoscenza.
– E sei riuscito a farmi un discorso del genere senza battere ciglio? Davvero? In tutti i libri che... –
– Appunto Rose, sono libri, non realtà – incrocia le braccia al petto, non mi crede. – Okay che devo fare per dimostrartelo? –
– Magari spiegarmi le cose per bene e non come se ti stessero inseguendo o se stessi dando a tuo padre una giustificazione per l'ennesimo brutto voto – sospiro, non ha tutti i torti, probabilmente, se fossi stato al suo posto, non ci avrei creduto nemmeno io.
– Ci sto, quanto tempo abbiamo? –
– Tutta la notte, domani è sabato, non ricordi?–
– E se tua madre si dovesse svegliare e mi trovasse qui? – non piaccio molto ai genitori e vorrei evitare di averne un altro sulla lista che vuole uccidermi o castrarmi. Ho bisogno di karma positivo per ora.
– Come minimo sarebbe contenta che finalmente riesco a socializzare – scoppio a ridere, la tensione comincia ad allentarsi per fortuna. Adesso devo solo dimostrarle che non le ho raccontato delle balle. Ed ecco che, sicuramente, mi metterò nei guai.
Rose
– Di solito, quando si dà l'incarico ad un angelo custode, si assegna sempre un bambino appena nato, soprattutto se si è, beh, se si è leggermente inadatti a seguire le regole come me. –
– Chissà perché questa cosa non mi stupisce – incrocio le gambe e lui mi fa la linguaccia, questa discussione è troppo surreale. Ma voglio comunque dargli una possibilità. Non credo che Daniel abbia un'immaginazione tale da inventarsi una cosa del genere. – Va' avanti –
– A me, invece, un po' per punizione e un po' per cercare di responsabilizzarmi, hanno assegnato te. E la cosa strana è che nessuno di noi può leggerti la mente, o provare a controllarla, e questo ci destabilizza. –
– Tu puoi leggere la mente? –
– Sì; Albus, Audrey, Chris e Diana, invece, possono captare qualcosa, mentre io è come se leggessi un libro tipo. Ma con la tua è impossibile. Ogni volta che, personalmente, ci provo, mi ritrovo con un mal di testa atroce. Ed è davvero difficile farti fare quello che voglio, perché i miei poteri non sembrano avere effetto su di te. –
– Davvero? E come mai? –
– Non ne ho idea – si sdraia accanto a me portando le mani sotto la testa, io mi poggio su un fianco osservandolo con attenzione, per cercare di capire se mi sta dicendo una balla oppure no. E anche per il semplice piacere di guardarlo. Mi vergogno anche solo a pensarlo ma è davvero bellissimo, avvolto nella sua aurea dorata che, adesso, credo proprio che esista. La mia vista non è peggiorata allora, almeno una cosa positiva. – Puoi spegnere la luce? Voglio farti vedere una cosa –
– La lampada è accanto a te – gliela indico con la testa, lui allunga un braccio e la stanza cala nel buio più profondo, rischiarato solamente dalla fioca luce della luna. Daniel socchiude per un attimo gli occhi e, quando li riapre, intorno a noi nascono piccole luci circolari, di colore giallo e bianco, che fluttuano lentamente per la mia camera. – Che figata è mai questa? –
– È uno dei trucchi più semplici che possano esistere, te lo insegnano da piccolo, e devo dire che mi calma tantissimo. –
– Hai ragione, è rilassante...e non spiegabile. –
– Quel ragazzo che hai visto lo scorso weekend era uno Psuché. Sono esseri oscuri, che hanno deciso di cedere la loro anima al male...ventuno anni fa è scoppiata una terribile guerra nel nostro mondo per colpa del più potente angelo di quei tempi, Lucius Morsein. Credeva che, per aumentare il nostro potere, dovessimo diventare degli ibridi, mischiarci...ma non con gli umani, no. Sterminò non so quanti nephilim, finché non fu sconfitto, lasciando tutti i suoi seguaci senza una guida che, nonostante ciò, sperano ancora di farlo ritornare. –
– Ti prego, mi dai i diritti d'autore per scrivere una storia? Potrebbe diventare il nuovo più grande successo dopo Harry Potter! – scoppia a ridere passandosi una mano sul viso, le lucine si moltiplicano, credo che dipendano dal suo umore.
– Rose sei incredibile, io ho appena sganciato una bomba del genere e tu mi puoi chiedere se ci puoi scrivere una storia su –
– Che posso dire, voglio diventare una scrittrice da grande, è il mio più grande sogno. –
– Ti rendi conto che le ragazze, alla tua età, vorrebbero diventare modelle, attrici, uscire con me... – gli do una leggera spinta prima di ridere sonoramente, i suoi occhi splendono come due stelle. E sono azzurri, turchini.
– Non sono né abbastanza bella né abbastanza magra per diventare una delle due. –
– Oh Rosie questa è la cosa che odio più di te- si porta il braccio sul viso, l'orologio segna ormai mezzanotte ma io non ho alcuna voglia di andare a letto. –Io sento letteralmente tutto ciò che provi, se sei triste, se sei felice...e, ovviamente, se ti fai male, mi faccio male pure io, hai capito cosa intendo?- il suo sguardo mi brucia la pelle, non riesco a sostenerlo, così mi volto su un fianco, dandogli le spalle.
– Che se mi taglio, tu lo percepisci, è in questo modo che lo hai capito. –
– Effettivamente sì, quindi evita di fare cazzate da oggi in poi, che io lo verrei a sapere in qualunque caso. –
– Va bene. –
– Rose, mi guardi negli occhi? – mi giro verso di lui, non avevo mai visto il suo viso in un'espressione così dolce, allora anche lui ha dei sentimenti. Incredibile. – È tutto okay? –
– Sì, sto solo cercando di elaborare ogni cosa...ora capisco perché mi trattate come una bambina, perché non sono come voi. –
– Più che altro perché cercavamo di difenderti, di non farti capire niente e, ora che sai come stanno davvero le cose, sarà più facile. –
– Voglio imparare, però. Voglio conoscere ogni cosa sul vostro mondo, dal più piccolo cavillo al più grande, voglio esserne parte pur essendo umana. –
– Sai che questo si potrebbe fare? Mio padre mi dà sempre tanti libri da leggere e da studiare, ma io non ho tempo per imparare a memoria tutte quelle cose, credo che si acquisiscano meglio con la pratica...potrei passarli a te e, così, prenderei due piccioni con una fava! – si mette seduto sul letto e fa scontrare le sue mani in un battito contento. Ha appena avuto l'idea del secolo.
– Daniel Christopher Manson, mi spieghi come fai a cadere sempre in piedi? –
– Oh bambolina, tutta questione di pratica – allunga un braccio e accende nuovamente la luce, l'incantesimo di prima svanisce. – Adesso, però, è arrivato il momento di dormire. Quindi va' sotto le coperte –
– Sei quasi inquietante quando ti preoccupi per me. –
– Sì lo so, ci sto lavorando su – si stringe nelle spalle ed io scuoto la testa, mettendomi a letto e tirando il lenzuolo fin sopra la testa. – Cerca di non ragionarci troppo va bene? So che, quando hai troppi pensieri, non riesci a dormire, e infastidisci anche il mio sonno, a dir la verità –
– Sai, non capisco se tu ti preoccupi seriamente per me o se, in realtà, è del tuo benessere che interessa. –
– Questo non lo saprai mai – mi fa l'occhiolino e mima una risata malvagia. Gli tiro un colpo alla spalla e lui, per tutta risposta, me ne dà uno sulla fronte. – Ora vado, che se mio padre si accorge che sono ancora fuori mi uccide –
– Va bene. Allora buonanotte. –
– Buonanotte testina – si china su di me e mi schiocca un bacio sul capo. La temperatura del mio corpo sale vertiginosamente e le mie guance si tingono di rosso. Spero che non se ne sia accorto, o dovrei spiegare davvero tante cose.

🕯️🕯️🕯️

– Rose, Rose tesoro svegliati – mi giro dall'altro lato, cercando di evitare mia madre e la sua mano insistente che cerca di irrompere nei miei sogni. Ho ancora troppe cose da metabolizzare dopo ieri sera e il letto è il posto migliore per chiarirsi le idee.
– Dai ma', è sabato mattina, ho già studiato per il test di chimica di lunedì, ripasso domani pomeriggio e sono a posto – ficco la testa sotto il cuscino, sa benissimo che non farò le faccende di casa e che non andrò a comprare la frutta, quindi mi chiedo perché continui ad insistere su questo punto.
– Ci sono Daisy e Audrey sotto che chiedono di te – sbuffo sonoramente, adesso devo alzarmi per forza. Esco dal mio nascondiglio e mi stropiccio gli occhi doloranti. Strano che non mi abbiano detto che passavano, c'è qualcosa che mi dice che c'entra la piccola discussione di ieri sera che ho avuto con Daniel.
– Va bene, mi preparo e scendo giù. –
– Brava piccolo orso delle caverne – mi scompiglia i capelli ramati, io afferro gli occhiali neri sul comodino e li poggio sul naso. In teoria non avrei bisogno di indossarli sempre, mi manca soltanto mezzo grado ma non so, mi danno un senso di protezione. Credo che Daniel abbia ragione, ho un bel po' di tic.
Striscio il sedere sul letto, aiutandomi con le mani e poggio i piedi sul pavimento freddo. Dove ho buttato le ciabatte ieri sera? Sicuramente deve averle spostate Daniel quando è venuto.
Sbuffo e mi metto in ginocchio, ritrovandole sotto la rete che sorregge il materasso. Allungo una mano e le afferro, calzandole e dirigendomi mogiamente verso l'armadio.
Prendo un jeans ed una maglietta bianca con sopra un fiocco disegnato con i brillantini, consapevole che la sporcherò anche solo nel tragitto da camera mia al piano di sotto, è scientificamente provato. Una volta vestita scendo giù, contando come al solito quanti scalini mi separino dal piano inferiore. Credo di star perdendo il nume della ragione.
– Buongiorno raggio di sole, pronta a passare una giornata solo ragazze? – Daisy mi sorride radiosa, okay, sa tutto.
Ieri sera, poi, Daniel è rimasto accanto a me fino a quando non mi sono addormentata, visto che io lo avevo pregato di farmi vedere ancora una volta le lucine. E mi ero stupita quando lui, senza battere ciglio, si era sdraiato accanto a me e le aveva create di nuovo. Per un attimo ho pensato di star sognando ma credo che, invece, fosse tutto vero.
– Sì, sì certo, anche se sono stupita da questo invito, voglio dire, è la prima volta. –
– Avevamo alcune questioni da sistemare – Audrey calca la voce sull'ultima parola ed io capisco subito a cosa si stia riferendo. È meglio che mi prepari psicologicamente ad una lunga giornata.
– Va bene allora divertiti, ci vediamo stasera – chissà se sarebbe contenta lo stesso se sapesse che mi sta mandando fuori con una strega e con un angelo.
Una volta sicura di esserci allontanate abbastanza da non far sentire niente alla mia genitrice, decido di volermi documentare sulla versione che è stata loro riferita. E anche per quantificare l'entità del danno, e quanto io e Daniel siamo nei guai da uno a 'è meglio tornare a San Francisco'.
– Sapete tutto di ieri sera vero? Del ristorante, della mia discussione con Daniel... –
– Sì, riuscire a capire cosa pensi il tuo amichetto è più facile di quel che sembra – Audrey si stringe nelle spalle ed io mi ritrovo infastidita dal tono in cui lo apostrofa.
– Perché lui non è qui oggi? Lui è il mio angelo custode e...
– Perché Daniel incasina sempre tutto – Daisy scoppia a ridere, cominciando a camminare in direzione del centro della città, la mia irritazione continua a crescere. – Rose non devi fare affidamento su di lui. Non sto dicendo che sia cattivo, ma pensa solo a se stesso, a come può cavarsela, a cosa può ottenere e tutto il resto. So che, magari, ti sei affezionata a lui adesso, e immagino anche che tu possa provare qualcosa nei suoi confronti... –
– Siamo solo amici, nulla di più ­– bofonchio, ero sicura che avrebbero tirato fuori una scusa del genere.
– Ma tu stai cominciando a pendere dalle sue labbra, prendi alla lettera le sue parole come se fossero oro colato. –
– Magari perché è l'unico che sembra trattarmi normalmente e non come una neonata – le due ragazze si guardano senza dire niente, in silenzio. E poi solo Daniel sembra tenermi in considerazione, anche se litighiamo sempre. Se non avessi lui, probabilmente passerei le mie giornate in silenzio.
– Cercavamo soltanto di non farti scoprire niente, il nostro mondo non è un prato fiorito e, conoscendo Daniel, tu non sei per niente al sicuro con lui. –
– Perché avete questa poca considerazione di lui? È buono, o almeno, con me lo è...qualche volta. –
– Dannazione Rose – Audrey si volta verso di me, digrignando i denti. Mi afferra, senza troppe cerimonie, le braccia ed inizia a scuotermi. – A Daniel non importa niente di te, è chiaro? Il Consiglio ha capito che sta facendo un pessimo lavoro, per questo lo ha minacciato di limitargli i poteri se non avesse cominciato a trattarti bene! È per questo che ti ha raccontato tutto e che ha iniziato a fare l'amicone con te, cerca di conquistare la tua fiducia in modo che sia tu stessa a stare attenta alla tua persona, lasciandolo libero dall'impegno di angelo custode – non rispondo, mi limito ad abbassare lo sguardo. Davvero pensavo che qualcuno si fosse interessato a me? Io non sono nessuno, sono invisibile, e il fatto che le ragazze mi abbiano chiamato per uscire solo per rimediare al danno di Daniel ne è la prova lampante.
– Complimenti per il tatto – esclama Daisy. – Non potevi dirglielo in modo più gentile? –
– Al diavolo la gentilezza! Doveva saperlo, non voglio trovarmene un'altra innamorata e ossessionata da Daniel neanche fosse Justin Bieber! –
– Io non sono innamorata di Daniel! Passiamo molto tempo insieme, questo è vero, ma non mi piace, mi ha solo chiesto di aiutarlo, perché con me lui si confida, mi racconta come si sente e come lo fate sentire voi ed io gli voglio bene – scuoto la testa, mi sto lasciando coinvolgere più del dovuto.
– Okay credo che dovremmo tutti darci una calmata – Daisy si passa una mano tra i capelli biondissimi prima di schioccare le dita. Sono sicura che abbia appena fatto un incantesimo o qualcosa di simile perché, immediatamente, mi sento svuotata da ogni sentimento di rabbia o di delusione. Voglio tornare a San Francisco. – Non volevamo aggredirti Rose, né parlarti male di Daniel. So che tu e lui avete inspiegabilmente legato dopo il vostro disastroso inizio, ma è mio dovere, proprio perché lo conosco, avvertirti e metterti in guardia su ciò a cui potresti andare in contro. Quindi è okay se siete amici, ma tieni sempre gli occhi aperti, va bene? –
– Va bene, lo farò. –
– Perfetto, adesso però io voglio andare a fare shopping, perciòòòò andiamo – iniziamo ad incamminarci verso il Royal Street Mall, uno dei centri commerciali della città (se ne pososno contare, infatti, un bel po') situato nel Quartiere Francese.
È un sabato mattina ancora caldo, con la gente che si affolla per le strade a destra e a sinistra.
Io continuo a sentirmi strana, sia per la discussione che ho appena avuto con loro sia per quella con Daniel ieri sera, senza contare il probabile incantesimo che Daisy mi ha lanciato poco prima.
È ironico che mia madre mi abbia trascinato via da San Francisco millantando strane discussioni sulla sicurezza, per poi trascinarmi in una città in cui mi trovo ad avere a che fare con angeli custodi, nephilim, streghe e quant'altro. Che poi io credevo che New Orleans fosse la capitale del Voodoo, eppure è l'unica cosa di cui ancora non ho sentito parlare.
Dopo un autobus e circa mezz'oretta, arriviamo finalmente a destinazione. Il Royal Street Mall si staglia verso il cielo davanti ad i nostri occhi. È una costruzione dall'aria antica, molto grande ed imponente.
– Siete state davvero dolci devo dire – sussulto sentendo la voce di Daniel. Sta alle nostre spalle, con le mani cacciate in tasca ed un'espressione indecifrabile sul volto. Le iridi sono viola, adesso posso dirlo con certezza, e credo anche che cambino quando il suo umore peggiora. – Dimenticate che anche io riesco a leggere la mente, meglio di voi e ad una distanza leggermente superiore alla vostra – sulla sua spalla, poi, si poggia Rebecca, le sue labbra curvate in un sorriso furbo, rosse come il sangue.
– Andiamo Daniel, vorresti biasimarci? Hai detto più volte che non te ne fregava niente e poi, all'improvviso, diventate amici del cuore. –
– Il rapporto che c'è tra me e Rose è soltanto tra me e Rose, capito Audrey? Nessuno ci deve mettere bocca. –
– Oooh che sei dolce quando tenti di fare il duro – Rebecca gli stampa un bacio sul collo, lui sussulta, come se si fosse fatto male. Non posso negare di essermi stupita anche io del suo repentino cambio di comportamento degli ultimi giorni, ma non mi fatta tante domande, soprattutto perché, come una bambina, vedo ancora del buono in tutte le persone.
– Non ti sto giudicando, so solo dicendo che... –
– Adesso BASTAAAAA – urlo esasperata, un paio di persone al centro commerciale si girano per guardarmi, grandioso, diventerò la pazza di New Orleans in poco tempo. – Sono stanca che siate voi a decidere l'andazzo della vita, che decidiate cosa devo sapere o cosa no, che mi teniate all'oscuro di metà della vostra vita. Gli amici non si comportano così. So di essere la più piccola del gruppo e l'ultima arrivata, ma credo di essere in grado di saper decidere da sola, è chiaro il concetto? –i quattro mi fissano ammutoliti e si limitano a fare un cenno di sì con la testa contemporaneamente. –Perfetto...ora tu Daisy, volevi davvero uscire con me o cercavi soltanto di quantificare il danno fatto da Daniel? –
– Mi dispiace che pensi questo, ero sicura che fosse chiaro dal primo che giorno che mi stessi simpatica. –
– Sai mi viene un po' difficile visto gli ultimi avvenimenti, non se nemmeno cosa sia reale e cosa no! – esclamo arrabbiata, le dita cominciano a tremarmi, non mi era mai successo.
– Ci siamo comportati male, tutti ed indistintamente, spero che tu ci possa perdonare – Daniel mi guarda e, proprio in quel momento, le sue iridi ritornano del colore naturale. Wow, è qualcosa di magnifico.
– Lo farò, ma ad una condizione – scattano sull'attenti, mentre io punto un dito verso il cielo. Il biondo, invece, se la ride sotto i baffi. – Niente più bugie, niente più sotterfugi e, soprattutto, guai a voi se provate a farmi svenire o a tentare di modificare la mia memoria, ci siamo capiti? –
– Però, la bambolina ci sa fare con i discorsi – Daniel mi fa l'occhiolino ed io sorrido, mi chiedo perché non riesca ad entrare in sintonia con Albus come faccio con lui. – Adesso io e Rebecca vi lasciamo ad i vostri giri e non dite altre cattiverie su di me, tanto lo verrò a sapere –
– Allora lasciamo fare a Rose, tanto tu la sua mente non riesci a leggerla. –
– Ah ah – Daniel mostra il terzo dito ad Audrey, non avevo mai notato che si sopportassero così poco. Ma, d'altra parte, mi hanno nascosto una cosa molto ben più grande, quindi direi che non c'è molto di cui stupirsi. – Ci vediamo domani –
– Mi raccomando Daniel, abbiamo il quiz lunedì con Johnson ti prego, studia qualcosa. –
– Ciao Rose – sospiro, mi toccherà farlo copiare o fare direttamente io il compito al posto suo, tanto so che non toccherà libro.
– Hai un cuore troppo grande...adesso però andiamoooo –Daisy ci trascina di nuovo via, facendoci passare l'intera giornata a cercare il vestito e le scarpe perfetti per il ballo dell'homecoming, che sarà questo weekend. Io, dal canto mio, me ne ero completamente dimenticata, presa com'ero da angeli ribelli, streghe che cercano di cancellarmi la memoria e vampiri che guardano affascinati le vene del mio collo. E poi sono sicura che nessuno mi inviterà. – Rose non hai provato niente! –
– Non ho un cavaliere – mi stringo nelle spalle, mentre lei fa una piroetta nel suo vestito dorato. Non che la cosa mi stupisca più di tanto, alle feste delle medie non andavo mai, anche perché mia madre non si fidava a mandarmici, aveva paura non so bene di cosa.
­– Te ne troveremo uno, ma devi assolutamente venire. Il tema è 'Parigi anni '20', sarà fenomenale – batte le mani entusiasta, Audrey, invece, si siede accanto a me e guarda tutto con una nota di diffidenza.
– Io non credo che ci sia bisogno necessariamente di un ragazzo per andare al ballo, o in generale nella vita. –
– Audrey adoro il fatto che tu sia così tanto sicura di te, ma è il nostro primo ballo del liceo, è importante. –
– Tu con chi ci andrai? – domando, adocchiando un vestitino rosa stile charleston davvero carino. Mi starebbe sicuramente malissimo.
– Con Jack McGruver, è un compagno di squadra di Chris, Albus e Daniel – mi alzo e mi avvicino all'abito, è splendido.
– Ah – fingo di conoscerlo mentre giocherello con il suo orlo. La mia conoscenza del corpo studentesco del Ben Franklin finisce con loro e ho quasi paura di espandere le mie amicizie, visto e considerato cosa sono loro in realtà.
– Provatelo – Daisy mi si avvicina e lo stacca dalla cruccia, porgendomelo con un sorriso stampato sulle labbra.
– Ma non posso, voglio dire... –
– Se ti sta bene ed entro fine della settimana non ti ha ancora invitato nessuno, ti ci porto io al ballo, tranquilla – Audrey mi fa l'occhiolino ed io sospiro, cedendo e afferrando il vestito. Mi dirigo a testa bassa verso il camerino, già convinta che sembrerò una specie di salsiccia dentro uno splendido abito. È quello che capita la maggior parte delle volte, e ho stampate in mente le espressioni disgustate di tutte le commesse. Un vero toccasana per la mia autostima.
Il tessuto leggero scivola sulla mia pelle mentre io cerco di non far impigliare nessuno dei miei bracciali con le luccicanti frange rosa, cosa alquanto impossibile. Ho strappato non so quanti collant per questo motivo e le urla di mia madre, ormai, si disperdono nel vento.
– Siate sincere però– esco portando entrambe le mani davanti al grembo, il vestito mi lascia le gambe quasi completamente scoperte ed io mi sento molto a disagio. Perché sono così pallide, perché sono così grosse, perché non posso essere magra come tutte?
– Se ci metti anche queste sei perfetta – Daisy poggia per terra un paio di scarpe rosa col cinturino, in perfetto stile anni Venti.
Sospiro e le calzo ma, quando mi rialzo, perdo l'equilibrio cadendo su di lei. – Okay Rose, fossi in te farei le prove a casa per tutta la settimana –
– Ma non so se... –
– Hai i soldi? –
– Sì, voglio dire, mia madre mi ha dato una carta ricaricabile e...-
– E allora è fatta, c'è anche il trenta percento di sconto, non ti viene niente, tranquilla. –
– Non è per quello. –
– E allora che problema c'è? –
– Non sembro ridicola? – le due si lanciano uno sguardo d'intesa, non c'è bisogno che mi addolciscano la pillola, tanto so di non avere il corpo per quel vestito. O per qualsiasi altro abito. Ormai mi sono rassegnata.
– Rose tu necessiti seriamente di una grandissima dose di autostima, non puoi continuare così – giocherello con l'orlo dell'abito tenendo accuratamente la testa china verso i miei piedi. Cadrò sicuramente da quelle scarpe. – Ehi, guardami. Tu non hai assolutamente niente che non va è chiaro? – le mie labbra si dischiudono leggermente, cercando una risposta adeguata ma, in quel momento, qualcuno mi interrompe.
– Ciao ragazze – sussulto quando sento la voce di Albus. Abbasso immediatamente lo sguardo, imbarazzata per la situazione in cui ci troviamo. Non avrebbe mai dovuto vedermi in questo stato. – Sei molto bella Rose –
– Lo avete fatto a posta vero? Perché lui può leggere nel pensiero e quindi... –
– No no no no – Albus scuote le mani e si avvicina a me, posandole sulle mie braccia. – Assolutamente. Ascolta, so che sapere la verità può averti un tantino destabilizzato ma sono capitato qui per puro caso, dovevo comprare un regalo per mia madre, sai ci ha appena annunciato che aspetta un bambino –
– Davvero? – chino la testa di lato, le sue dita si intrecciano con le mie e le sue labbra si curvano in un sorriso dolce.
– Sì, non vedo l'ora che ci sia un altro piccolo Albus in giro per New Orleans. –
– Potrei vomitare – Audrey imita un conato di vomito, mentre Daisy le dà uno schiaffo sulla nuca.
– E volevo anche chiederti scusa per ieri sera, non so cosa mi sia preso e... – scuote la testa, prima di sorridere e ritornare a fissarmi. – Prendimi pure per pazzo, per quel che vuoi, ma credo che tu mi piaccia sin dal primo momento in cui ti ho vista. E il fatto che Daniel sia arrivato prima di me e ti abbia baciato... –
– Non è una gara Albus, ed io non sono un premio – rispondo, con una freddezza che non credevo di possedere. Ma è la verità, quei due ieri sera si sono comportati come se fossi un pezzo di carne e loro due cani che se la contendono.
– Hai ragione, sto incasinando tutto, ma quello che voglio dire è che mi piacerebbe tantissimo che tra noi due ci fosse qualcosa in più di una semplice amicizia, e vorrei dimostrartelo, visto che ho rischiato di incasinare ogni cosa – mi ritrovo a sorridere come una scema al pensiero. Ho ancora il vestito indosso e le frange mi solleticano la pelle.
– Che ne dici di offrirmi un gelato? –
– Ottima idea, sguscia fuori da quel vestito e andiamo – lo guardo con la testa chinata di lato, lui comincia a balbettare, rendendosi conto di quel che ha appena detto. – Cioè, non che ti stia male o altro, anzi, cercavo di essere sarcastico e... –
– Rose vatti a cambiare, paga il vestito e andatevene, prima che Albus dica o faccia qualche altra cazzata – Audrey mi prende per le braccia, mi fa voltare e mi spinge verso il camerino. – Quando poi avrete finito chiamaci, noi saremo qui ad aspettarti –
– Va bene – dico, tanto so che non potrei ribattere in alcun modo. Audrey mi fa parecchia paura.
Mi libero velocemente di quel vestito e indosso i miei, impigliandomi non so quante volte.
Mi dirigo verso la cassa e pago il tutto, la mano di Albus si posa sulla mia schiena, sorridendo.
– Quindi ci vediamo più tardi? –
– Andate su – Daisy e Audrey ci fanno cenno con le mani di levare le tende, così il ragazzo afferra il mio polso e comincia a correre via, come quando sono arrivata a New Orleans.
– Albus, Albus daiiiii – scoppio a ridere, poi lui si ferma di botto ed io gli arrivo di sopra, ritrovandomi con le braccia avvolte intorno alle sue spalle. – Era il tuo scopo sin dall'inizio, vero? –
– Ovviamente – scuoto la testa e mollo la presa, lui mi fa un cenno con la testa e mi conduce fino ad una piccola gelateria tutta rosa. – Che prendi tu? – incrocia le braccia dietro la schiena, io riduco gli occhi a due fessure, ragionando sulla sua domanda. Scegliere i gusti del gelato richiede tempo.
– Credo un cono gianduia e stracciatella. –
– Perfetto, allora uno pistacchio e nocciola e uno gianduia e stracciatella. –
– Arrivano subito – il ragazzo dietro il bancone inizia a preparare i nostri due gelati, mentre Albus estrae una banconota da cinque dollari dal portafoglio e fa per andare a pagare.
– Aspetta. Che stai facendo? –
– Ti offro il gelato – si stringe nelle spalle, come se fosse la cosa più normale del mondo.
– Non devi. –
– Lo so, ma voglio farlo – mi fa l'occhiolino. In quel momento il ragazzo mi porge il dolce, io sorrido, contenta come una bambina.
– È buono. –
– Tantissimo – esclamo, causando le sue risate. – Grazie –
– È il minimo che potessi fare. Ho dato il peggio di me ieri, e sono disperato all'idea di aver perso ogni mia chance con te.
– Non lo hai fatto – mi chiudo nelle spalle, sporcandomi leggermente il naso col gelato. – Ognuno di noi ha dei giorni no, e probabilmente avrei reagito allo stesso modo, se fossi stata al tuo posto –
– Lo so, ma mi sono dato dello stupido non appena sono arrivato a casa. Voglio dire, ferire te è la cosa più orribile che si possa fare. –



Sbaaaaam!

Esatto, sono riuscita ad aggiornare prima del solito, non chiedetemi come perché non lo so ahaha.

Finalmente una parte dei segreti di questi qauttro pazzi è stata svelata, e Rose sembra averla presa meglio del previsto, forse perché ancora non si rende conto di quel che comporterà (SPOILER).

Anyway, Albus finalmente ha dichiarato i suoi sentimenti per Rose, anche se in un modo molto strano, e Daniel continua a fare...beh, a fare Daniel ahaahah.

Per chi mi ha detto che vorrebbe vedere Rose e Daniel insieme...mi dispiace, non accadrà e, se continuerete a leggere questa storia, capiterete anche il perché.

Ora, però, voglio ringraziare tutti coloro che leggono, siamo già a 103 visualizzazioni e non potrei essere più contenta, e, soprattutto, voglio dire grazie ad una mia amica speciale che sta cercando di aiutarmi con i lettori. Spero che qualcuno commenti questo capitolo, mi sembra sempre di parlare da sola hahaha.

Okay, adesso mi dileguo perché devo finire di studiare economia.

Un bacio,

G xoxo.

Ps vi lascio sempre i profili su cui potete contattarmi.

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