It seems to me that when I die these words will be written on my stone

– Rosebelle Everly Greyson – sussulto sentendo il mio nome per intero, mia madre mi chiama così soltanto quando combino qualche guaio, il che non capita spesso.
Chiudo l'anta dell'armadietto e osservo Albus venire verso di me con fare spedito. Chissà se riuscirò a non morire per mano loro prima della fine dell'anno.
– Albus Charles StCloud, a cosa devo tutta quest'enfasi in pieno lunedì mattina? –
– Questi sono per te – mi porge un mazzo di rose rosa, io lo guardo stupita, prima di portarle al naso, il loro odore è inebriante. – Oh e anche questo – allunga un sacchetto bianco al cui interno trovo un muffin caldo al cioccolato, con pezzetti di nocciola. Lo amo, caso chiuso.
– Okay è successo qualcosa? Perché so per certo che non è il mio compleanno, sono nata a maggio io. –

– No, volevo solo dimostrarti che non sono un completo idiota...e che vorrei davvero che tu venissi al ballo con me questo venerdì – sbatto un paio di volte le palpebre, non posso credere che me lo stia chiedendo sul serio. Forse non ho comprato quel vestitino rosa per niente.
– Davvero? –
– Certo, e questa volta non ho alcuna intenzione di fare casini...e non faremo un doppio appuntamento con Daniel. –
– Questa mi sembra una splendida idea – scoppiamo entrambi a ridere, sono contenta di aver chiarito le cose con lui. Dopo il gelato, sabato, io ed Albus abbiamo parlato per un'ora intera, scoprendo tanti interessi in comune e, soprattutto, diverse sfaccettature che non mi sarei mai immaginata potessero far parte del suo essere. Tipo lo stress di essere sempre perfetto, impeccabile. Pare che la sua famiglia sia molto importante tra gli angeli.
– Dimmi che sai qualcosa di chimica, non ho toccato libro per l'intero weekend – Daniel arriva trafelato e interrompe la nostra discussione, gli occhiali da vista, che non sapevo che avesse, tutti storti e il maglione al contrario.
– Sì tranquillo, ma tu come sei combinato? – ridacchio, aiutandolo a sistemare gli occhiali sulla punta del naso e facendogli segno di girare il maglione. È un tale disastro oggi che mi venire da ridere. A quanto pare anche Daniel Manson è umano, e può avere giornate no.
– Non mi è suonata la sveglia questa mattina, non so come sia potuto succedere – toglie le braccia dalle maniche, gira l'indumento su stesso e poi le ricaccia dentro tranquillamente.
– Ma che hai sul collo? – poggio due dita sulla sua guancia, spostandogliela delicatamente verso destra. Sulla sua pelle candida ci sono piccoli buchi sparsi qua e là e la cosa mi preoccupa.
– Rose ne abbiamo già parlato venerdì sera. –
– So di non intendermene molto di succhiotti, ma credo che questi siano morsi. –
– Hai detto una cosa giusta, non puoi saperne niente perché non hai mai avuto un ragazzo ed ora andiamo, sono venuto da te per il compito, non per una consulenza sentimentale – mi supera con noncuranza, Albus si stringe nelle spalle ed io sospiro, ecco il vecchio e Daniel che ritorna prepotentemente a galla. La giornata si prospetta più dura del previsto. –
– Meglio che vada, credo che tu non sia di buon umore oggi...comunque grazie – mi avvicino a lui, mi alzo leggermente sulle punte e gli stampo un bacio sulla guancia, molto imbarazzata. – E sì, voglio venire al ballo con te venerdì –
– Perfetto, passerò a prenderti alle otto – lo saluto e corro verso la classe di Johnson. Daniel non mi ha aspettato e già so che oggi mi costerà tantissimo stargli accanto, perché sarà intrattabile. Ma Albus mi ha invitata al ballo, e mi ha portato un mazzo di rose e un muffin con le nocciole, almeno c'è un lato positivo.
– Non sapevo portassi gli occhiali. –
– Ed io non credevo di doverti raccontare qualsiasi cosa della mia vita. –
– Okay ho capito, mi arrendo – alzo le mani in segno di resa, non ho alcuna voglia di litigare con lui oggi, soprattutto prima del test.
– Buongiorno razza di sottospecie del genere umano, spero che vi siate preparati per il compito, perché sarà molto difficile – sbatte una pila di fogli bianchi sulla cattedra, Daniel, accanto a me, serra i pugni. Potrei giurare che i suoi occhi siano diventati viola, ormai ho capito come funziona. Ma spero che non perda il controllo, non ora almeno.
– Ehi, va tutto bene – poso la mia mano sulla sua, ma lui la scosta violentemente, digrignando i denti.
– Non mi devi toccare, hai capito? La mia ragazza è Rebecca, non tu. –
– Va bene. –
– Greyson alla cattedra, voglio davvero vedere cosa combina il tuo caro Manson da solo – sul volto di Johnson si dipinge un sorriso sadico. Io non oppongo resistenza e mi alzo, gli avrò anche promesso di aiutarlo ma, più ci penso, più mi rendo conto che non devo sempre abbassare la testa, non devo sempre sottostare ai suoi cambi di umore repentini, semplicemente perché non me lo merito. Ed è arrivato il momento che cominci a cavarsela da solo, negli ultimi tempi gli ho facilitato anche troppo le cose.
– Ma professore, aveva detto che alcune delle prove dovevano essere fatte con le provette e Rose è la mia compagna di laboratorio – il vecchio acido riduce gli occhi a due fessure e si massaggia il mento con le mani rugose e rinsecchite. Incredibile, riesce sempre a cadere in piedi.
– E va bene, resta dove sei, ma appena vedo qualche movimento inconsulto vi spedisco entrambi nell'ufficio del preside, tanto Manson tu dovresti conoscere a memoria la strada. –
– E lei dovrebbe... – ritorno al mio posto e, con uno scatto fulmineo, schiaffo una mano sulla bocca di Daniel, impedendogli di continuare la discussione. Non voglio prendere un brutto voto o essere mandata dal preside per colpa sua.
– Va bene, stia tranquillo – mollo la presa e lui, sempre guardandoci con sospetto, comincia a distribuirci i compiti.
– Che diamine stai facendo? –
– Vuoi prendere una F senza nemmeno provarci? – le sue iridi si colorano di viola, si sta arrabbiando, ed io devo fare di tutto perché questo non accada.
– Fanculo – sputa acido. Mi sa che qualcuno si è svegliato dal lato sbagliato del letto oggi.
Comincio a rispondere alle varie domande, io odio i test, non sono proprio portata. Daniel allunga la testa, di tanto in tanto, verso il mio foglio, segno che non ha realmente fatto niente. Se fossi diversa, se fossi davvero capace di vendicarmi e di portare rancore, metterei una mano davanti e gli impedirei di copiare, ma sono una ragazza troppo buona alla fine, e cedo facilmente, senza nemmeno combattere.
– Sei sicura che queste siano le risposte giuste? –
– Non lo so, puoi chiederlo a Rebecca – dico, scocciata.
– Se vuoi lo domando ad Albus, le rose sono state un tocco di classe. –
– Perché stiamo parlando di questo mentre stiamo facendo un quiz che potrebbe decretare la fine della nostra vita? –
– Hai cominciato prima tu tirando in ballo Rebecca. –
– No, hai iniziato tu per primo trattandomi come uno schifo. –– Non sono dell'umore oggi Rose, la tua vicinanza mi fa soffocare. –
– Già, ma non ti provoca questo quando dobbiamo fare un compito in classe. –
– Rose vuoi davvero iniziare una conversazione del genere in un momento come questo? – butto un'occhiata distratta a Johnson, l'ultima cosa che voglio è ricevere l'ennesima ammonizione.
– Copia e basta, non voglio sapere niente – sposto il foglio verso di lui, un sorriso sornione si apre sul suo volto. Persino io ho un limite di sopportazione e, per evitare di esplodere, tanto vale dargli quel che vuole, così almeno smetterà di rompermi.

🦌🦌🦌

– Sono preoccupata per Daniel – dico, senza prendere fiato, una volta arrivata vicino l'armadietto di Albus. Lui, dal canto suo, non sembra essere troppo preoccupato, anzi, continua tranquillamente a fare ciò che stava facendo prima.
– È il suo carattere, tranquilla. –
– No, non per quello – gesticolo violentemente, facendolo ridere. Almeno sono riuscita ad attirare la sua attenzione. – Hai visto i segni che ha sul collo? –
– Sono semplici succhiotti, non mi stupisce che quei due si diano già da fare. –
– Sono morsi Albus, morsi veri e propri, mi stupisce che non gli abbia lasciato i denti conficcati – imito due canini che mordono un collo ma, questa volta, il ragazzo non ride, anzi, uno sguardo serio si dipinge sul suo volto.
– Vieni con me – chiude l'armadietto e poggia una mano sulla mia schiena, conducendomi per i corridoi. – Devi sapere che il sangue di angelo è molto ricercato, ha delle proprietà energiche, dona uno stato di euforia, ti fa sentire invincibile –
– Quindi per un vampiro sarebbe praticamente... –
– ...come farsi di metanfetamina, esattamente. È una fortuna che tu te ne sia accorta, dovrebbe essere lui a vegliare su di te, non il contrario. –
– E adesso cosa facciamo? – posa lo sguardo su di me e sorride, per poi passarmi una mano tra i capelli castani. Come fa ad essere così calmo?
– Dovrò parlare con i ragazzi oggi pomeriggio, non ti nascondo che questa sua nuova relazione non mi preoccupi. Ho fatto delle ricerche e Rebecca è un vampiro di centocinquant'anni e non ha una bella reputazione, per niente. –
– È pericolosa? –
– Abbastanza, ha trasformato più persone lei nell'ultimo secolo e mezzo che metà della popolazione di vampiri in tutta la loro vita. –
– Pensi che voglia fare la stessa cosa con Daniel? –
– Non ne ho idea Rose anche perché, onestamente, non so se sia una cosa possibile, ci sono solo pochi ibridi nel nostro mondo e... – lo guardo. In realtà sono ancora parecchio confusa da tutta la situazione, quindi, di tanto in tanto, devo cercare di riconnettermi con la realtà. – ...e tu stai per avere un attacco d'ansia –
– No è che mi preoccupo per lui ma, allo stesso tempo, non posso fare niente perché non sono come voi, e alcune cose mi sembrano davvero assurde. –
– Oh mia piccola Rose – posa le mani sul mio volto, sorridendo. – Ti esploderà il cervello se continuerai a ragionarci così tanto –
– Lo so ma tu mi prometti che, quando parlerai con i ragazzi, mi farai assistere? Voglio davvero imparare ogni cosa sul vostro mondo, dico sul serio e, soprattutto, voglio aiutare Daniel, se si trova realmente in pericolo. –
– Va bene, promesso, ma tu non devi preoccuparti, mi occuperò io di tutto – mi passa un braccio intorno alle spalle e mi attira a sé, stampandomi un bacio sulla tempia. – Quindi ci vediamo dopo la lezione? –
– Certo – gli sorrido e lui mi fa l'occhiolino, dirigendosi verso la sua aula.
– Quindi è ufficiale? – sussulto sentendo la voce di Daniel dietro di me, che arriva con lo zaino in spalla e altri due morsi sul collo, credo che Rebecca lo abbia scambiato per un succo di frutta.
– Cosa? –
– Tu e Albus – lo seguo dentro l'aula, cercando di non inciampare tra le borse dei vari studenti, ci mancherebbe solo questa oggi.
– Non so di cosa tu stia parlando, mi ha soltanto accompagnato in classe. –
– Abbiamo un caso di skinny love. –
– Eh? –
– Skinny love, quando due persone si piacciono ma sono troppo timide per ammetterlo, non sai davvero niente – mi siedo al nostro solito e ormai consueto ultimo banco, prendendo dalla cartella il quaderno e l'astuccio.
– Non so proprio di cosa tu stia parlando – spingo gli occhiali sul punto del naso, cercando di evitare il suo sguardo. –Piuttosto, che ti prende oggi? È successo qualcosa?-
– No, perché non fai che chiedermelo? – getta malamente i libri sul banco, i suoi occhi continuano ad essere viola, è arrabbiato, ma non capisco perché non me ne parli. Bisogna sempre arrivare allo scontro diretto con lui?
– Perché sei strano e non hai le iridi azzurre in questo momento, ormai l'ho capito che cambiano quando ti alteri. ­
– Sì è vero, pure questo fa parte di tutto il pacchetto, anche se gli altri non hanno questa fortuna, ovviamente. –
– Ergo ho ragione io, hai qualche problema. –
– Mia madre ieri sera mi ha chiesto se preferissi vivere con lei o con mio padre. –
– Mi dispiace...quindi hanno deciso di separarsi. –
– No piccola testa di cazzo, non hanno deciso niente perché loro rimarranno insieme, hai capito? – batte un pugno sul banco e digrigna i denti arrabbiato.
– Okay. –
– Okay? –
– Okay – mi chiudo nelle spalle, non avendo nient'altro da aggiungere.
Le labbra di Daniel si dischiudono leggermente, pronto a ribattere in qualche altro modo ma, proprio in quel momento, Holden fa il suo ingresso, trafelato, in classe, con una pila di fogli sotto il braccio. Sono sicuramente i nostri compiti della settimana scorsa.
– Buongiorno ragazzi, ho corretto i vostri lavori e non sono molto contento, a dir la verità, se non di pochi di voi– inizia immediatamente a distribuirceli, ed io vado immediatamente nel panico. – Ottimo lavoro Rose, sei stata davvero brava – lascia cadere il foglio sul mio banco, sorridendo. E non posso fare a meno di essere felice anch'io quando, sull'angolo bianco in alto, noto una bella 'A+', rossa e perfetta. Almeno qualcosa mi riesce bene. – Hai fatto un eccellente compito anche tu Daniel, chissà come mai –
– La ringrazio – il ragazzo regala al professore un sorriso strafottente, caratteristica di quelli che sanno di averla appena fatta franca sotto ogni punto di vista. – Rose mi sa che, di questo passo, dovrò davvero passare il weekend con te – mostra soddisfatto il suo voto uguale al mio, io mi sento sporca, come se avessi fatto qualcosa di sbagliato. Perché, alla fin fine, Daniel quella valutazione così alta non se la merita per niente, lui non studia, non apre libro, vive di rendita perché sa che lo lascerà copiare sempre e comunque. –Finiscila con questo senso di colpa, mi stai soffocando. Non abbiamo fatto niente di male, mi metterò sotto anch'io, tanto ormai io e Rebecca stiamo insieme, non devo più preoccuparmi di niente –
– È davvero questo il tuo unico obiettivo? Una ragazza più grande? E la scuola? Gli amici? Ci sono tante altre cose importanti. –
– Già, se sono te. Ma io sono un angelo, sto con una ragazza più grande di me, i miei amici mi trattano come se fossi di vetro perché sanno che sono molto più potente di loro e poi ci sei tu che, nonostante ti tratti male, torni sempre da me come un fedele cagnolino ­– apro e chiudo i pugni in continuazione, le mie dita tremano mentre sento l'adrenalina cominciare a scorrermi nelle vene.
A quel punto, completamente accecata dalla rabbia, alzo la mano e gli tiro uno schiaffo sulla guancia, facendogli scattare il viso come una molla. Inutile dire che l'intera classe si gira verso di noi a guardarci.
– Rose, Daniel, che diamine sta succedendo? –
– Mi dispiace, vado nell'ufficio del preside – raccatto tutte le mie cose, ormai rassegnata al mio destino, e mi incammino a testa bassa fuori dall'aula. Non sono pentita di quel che ho fatto, tutt'altro, Daniel se lo meritava eccome, mi dispiace soltanto aver sporcato la mia immacolata fedina penale.
Così, a malincuore, richiudo la porta dell'aula alle mie spalle, pronta a dirigermi verso l'ufficio della preside. – Rosebelle, aspetta un attimo – mi volto, Holden mi ha seguito e, adesso, si è appoggiato agli armadietti, con le braccia conserte. – Che è successo lì dentro? Manson ti ha dato fastidio? –
– Non mi va di fare la spia. –
– Okay – si stacca da lì e posa le mani sulle mie braccia, abbassandosi alla mia altezza. Ha gli occhi davvero molto verdi. – Sai, quando avevo la tua età, ero esattamente come te, uguale, e spesso e volentieri capitava che qualcuno tentasse di approfittarne. Ora, so che tu una ragazza molto buona, perché si vede proprio dal tuo viso che sei tenera come un pezzo di pane, ma non devi permettere a nessuno di trattarti male, hai capito? Perché tu vali, vali tantissimo, e Daniel Manson non è nient'altro che un ragazzetto superficiale, non devi farti condizionare da quello che dice – prendo un respiro profondo e faccio un leggero cenno di sì con la testa. Mi sono immedesimata così tanto nel ruolo di angelo custode che Daniel mi ha dato senza rendermi conto che mi stava solamente usando per i suoi scopi. – Prenditi il resto dell'ora libera, non ti ammonirò per questo e non ti manderò dal preside. Stai un po' i cortile, in biblioteca e, se qualcuno ti fa problemi, digli che ti ho autorizzato io –
– Va bene, la ringrazio – mi batte una mano sulla spalla e mi sorride un'ultima volta, prima di rientrare in aula per continuare la lezione. È appena diventato il mio professore preferito, senza ombra di dubbio.
Sospiro, mi passo una mano tra i capelli castani e mi incammino verso il cortile, forse prendere un po' d'aria fresca mi aiuterà a sbollire la rabbia.
Il sole splende alto nel cielo oggi, devo stringere bene gli occhi per evitare che mi accechi. Al contrario di quel che pensassi, ci sono parecchi studenti fuori in cortile, che fumano o che parlano. A quanto pare ero io l'unica ad aver lezione, in questa dannata scuola.
Mi siedo sotto la grande quercia che sta proprio in mezzo al prato, e apro il libro sulle mie gambe.
Non posso credere che Daniel mi abbia davvero detto quelle cose, non posso credere che riesca a passare dall'essere dolce all'essere uno stronzo in così poco tempo. E non posso credere di starci ancora pensando. Mi sto facendo coinvolgere un po' troppo per i miei gusti.
– Ehi Rose, che ci fai qui? – alzo lo sguardo e rimango a bocca aperta. Albus sta in piedi di fronte a me, il sole lo colpisce alla perfezione e il suo corpo sembra circondato da un'aura luminosa e scintillante. È bellissimo e indescrivibile. È un angelo.
– Cosa? – sbatto le palpebre un paio di volte, lui sorride e prende posto accanto a me. Oggi, per la prima volta, sento davvero la sua aura angelica. O forse è colpa della cotta che ho per lui, ci sono due correnti di pensiero.
– Non dovresti avere lezione con Daniel e Holden in questo momento? –
– Daniel oggi non risparmia un colpo così, all'ennesimo insulto, gli ho tirato uno schiaffo, e Holden mi ha fatto uscire dalla classe per farmi riprendere un pochino. –
– Quindi neanche Rebecca riesce a calmarlo – poggia la schiena contro l'albero puntando gli occhi verso il cielo. La sua vicinanza, in qualche modo, riesce a farmi passare tutto il nervosismo. Mi infonde calma. – Ma tu stai bene? –
– Sì, voglio dire, ormai ci sto facendo l'abitudine. Sai, a volte mi sento come se fossi il suo sacco da boxe, mi prende a pugni quando le cose vanno male...solo che non riesce a capire che i colpi che mi sferra mi feriscono, e che io non riesco a pararli tutti. –
– Non dovresti sopportare tutto questo, lo sai vero? –
– Beh ma è anche il mio angelo custode, alla fine, quindi dovrei avercelo sempre vicino, anche se non so come funzionano queste cose. –
– Il vostro è un caso straordinario, sei il suo primo incarico e lui odia sottostare agli ordini, perciò gli hanno dato la possibilità di averti qui vicino. Di solito non dovrebbero avere contatti, ma voi siete diversi. –
– Bel casino – poggio la fronte sulle ginocchia, Albus batte una mano sulla mia schiena, cominciando a massaggiarla. –Credi che sia troppo tardi per fare appello a chiunque faccia le regole nel vostro mondo e farmi cambiare angelo custode?- – lui ride e prende una ciocca dei miei capelli intrecciandosela tra le dita, quando non è arrabbiato con me è perfetto. E, fortunatamente, è capitato soltanto una volta.
– Mi sa di sì Rose ma ehi, che ne sai, potrebbe migliorare. –
– Ah ah, ne sei davvero convinto? –
– No, stavo solo cercando di consolarti – gemo infastidita e lascio andare la testa sulla sua spalla, lui mi passa un braccio intorno alle spalle e mi stringe a sé. –Sai, potrei anche abituarmi a tutto ciò- mi schiocca un bacio sulla nuca prima di poggiarvi la sua guancia e sorridere. – Mi piace davvero tanto passare del tempo con te Rose –
– Anche a me – sento le guance riscaldarsi e diventare sempre più rosse, grandioso Rose, non puoi toglierti questo vizio una volta per tutte? – Ma voglio ancora sapere tutta la verità ­
­­– Tutta tutta? Ma ne sei davvero sicura? –
– Tutta tutta – scoppiamo a ridere sonoramente, senza che nessuno dei due si sposti di un millimetro, lasciando i nostri corpi intrecciato l'uno con l'altro. Forse non è stato un male essere stata mandata via dalla classe, i chakra si stanno allineando di nuovo a quanto pare. O è semplicemente il karma che, accorgendosi della fatica di stare accanto a Daniel, mi sta ripagando in questo modo.
– Aaaaawww ma guardatevi, siete bellissimi – Audrey ci raggiunge mentre Daisy saltella, la gonna turchese le si alza leggermente mentre arriva da noi e si siede di fronte, incrociando le lunghe gambe magre; l'altra invece, rimane in piedi.
– Ciao Audrey...Daisy perché mi guardi in quel modo? –
– Perché penso che non stiate bene insieme, scusate, vi voglio bene lo stesso – sfodera un sorriso luminoso, come se avesse appena detto la cosa più dolce del mondo. Mi faranno uscire pazza, me lo sento. – Dov'è Daniel, Rose? –
– A lezione o, al massimo, con Rebecca presumo. –
– Certo, quella specie di vampira si è attaccata a lui come una sanguisuga, letteralmente – Diana arriva bofonchiando, con gli occhi arrabbiati che potrebbero incenerire chiunque.
– Ecco, a proposito di questo – mi stacco da Albus e, in quel momento, anche Chris ci raggiunge. Hanno un tempismo assurdo. Sono coordinati meglio di una crew di ballo. – Credo che lei stia bevendo il suo sangue. Sapete che io ho la possibilità di osservarlo molto da vicino, visto che abbiamo quasi tutte le lezioni in comune, e ho notato che, sul suo collo, insieme ai succhiotti, ci sono anche i segni degli incisivi di Rebecca –
– Lo sapevo – Diana urla e Daisy le dà una gomitata nelle costole. – Auh! Che diavolo fai? –
– Vuoi farci scoprire da mezza scuola? Ancora non è passato nemmeno un mese dall'inizio del liceo e abbiamo già rischiato un centinaio di volte. –
– E allora che avete intenzione di fare? Che ripercussioni potrebbe avere su Daniel? –
– Non possiamo intervenire Rose – Audrey taglia corto, sto cominciando a odiarla. Deve sempre mettere bocca su tutto. – Daniel è una testa dura, non ci ascolterebbe –
– Oh finiscila! – mi alzo, visibilmente arrabbiata. Non hanno paura delle conseguenze che potrebbe avere questo su di lui?
– Rose dovresti darti una calmata – mi apostrofa lei, dandomi un colpetto sulla nuca.
– No che non me la do! Lui è vostro amico e a voi non sembra importare niente di tutto quello che gli sta succedendo. –
– Rose – la voce calma di Albus giunge al mio orecchio, le sue mani si posano sulle mie spalle, massaggiandole. – Ti prometto che ci parlerò io, va bene? –
– Okay – mi sorride e mi lascia un bacio sulla fronte, stringendomi al suo petto.
Spero davvero che funzioni, non credo sia raccomandabile che il mio angelo custode ci lasci le penne prima dei suoi giorni.

Daniel
– Ciao – apro la porta e mi ritrovo davanti Albus e Chris, con due sorrisi smaglianti e poco rassicuranti. C'è qualcosa sotto sicuramente.
– Che ci fate qui? – li osservo con le palpebre ridotte a due fessure, il mio istinto mi suggerisce di andarci con i piedi di piombo, e il fatto che io non riesca a leggere nelle loro menti non fa che convalidare la mia tesi. Devono aver peso qualche filtro di Daisy, è l'unica soluzione.
– Volevamo passare un po' di tempo con te, ultimamente non facciamo altro che litigare e perdere tempo con le ragazze. Quand'è stata l'ultima volta che abbiamo passato un pomeriggio solo noi ragazzi? – Chris entra in casa senza troppe cerimonie e mi batte una mano sulla spalla. Oggi non ho proprio voglia di socializzare, i miei non si parlano, mamma ha un borsone pieno di vestiti nascosto sotto il letto e Rose mi ha dato letteralmente sui nervi a lezione, fino a quando non ha smesso di parlarmi, il che mi ha fatto innervosire ancora di più, senza contare che mi ha persino dato uno schiaffo.
– Albus che sta succedendo? Hai combinato qualche guaio per cui devo prendermi la colpa onde evitare che la tua immacolata fedina da angelo custode perfetto rimanga candida? –
– Perché sei così diffidente con noi? – sospiro, massaggiandomi le meningi, ho un mal di testa tremendo, odio la geografia ma domani ho compito e credo che Rose si arrabbierebbe se mi trovasse di nuovo a dover dipendere da lei. E, a dirla tutta, non sono nemmeno tanto sicuro che mi darebbe una mano, visto come si sono messe le cose oggi.
I ragazzi si dirigono in camera mia silenziosamente, borbottando frasi di circostanza che non li si addicono proprio, okay, adesso sono ancora più preoccupato.
– Stavi studiando? Assurdo – Chris indica il libro ed io roteo gli occhi. – Ho fatto arrabbiare Rose oggi e pensavo che, se mi fossi messo sotto per il compito di domani di geografia, lei mi avrebbe perdonato. Anche perché diciamoci la verità, non credo che mi farà copiare – prendo posto sul mio letto, passandomi una mano tra i capelli biondi. Albus si guarda in giro prima di sedersi alla mia scrivania. Chris, dal canto suo, rimane in silenzio, probabilmente perché sta decidendo dove appoggiare il suo sedere molliccio.
– L'ho invitata al ballo, te lo avevo detto? –
– No, avevi dimenticato questo piccolo particolare. Sono contento per voi, però vacci piano con lei, certe cose ancora non le concepisce- mi disgusto per il modo in cui mi stia preoccupando per Rose, ma cerco di convincermi che voglio solo evitare ad Albus un due di picche. È più facile in questo modo.
– È bello che vi preoccupiate l'uno dell'altra, potreste costruire una solida amicizia. –
– Okay Albus hai sparato abbastanza cazzate, che c'è? –
– Rose è preoccupata – riduco gli occhi a due fessure, posando i gomiti sulle gambe e sfiorandomi le labbra con gli indici.
– E lei non è qui a dirmelo perché... –
– Uno è arrabbiata con te per quel che le hai detto oggi, due credo che non sia più di sua competenza. –
– In che senso? – passo lo sguardo da lui a Chris in continuazione e, nel frattempo, quest'ultimo ha deciso di sedersi sulla mia vecchia poltrona morbida a forma di palla da basket. Periodi antichi in cui cercavo di diventare il Troy Bolton della situazione.
­– Ha notato che, sul collo, hai dei morsi... – sbuffo, lasciando andare il corpo sul letto, con le mani sul viso. Quella dannatissima ragazza, perché cerca sempre di mettermi nei guai?
– Le ho già spiegato che erano dei succhiotti; dove ha vissuto fino ad adesso, in una comunità Hamish? –
– Daniel non raccontiamoci balle, sai quanto il sangue d'angelo sia ricercato, e tu sei praticamente una sacca di emoglobina angelica ambulante. –
– È così strano che qualcuno si possa interessare a me? – sbotto allargando le braccia, la luce in camera mia comincia a spegnersi e accendersi in continuazione. Se non mi do una calmata rischio seriamente di far esplodere la casa.
– Daniel non è questo il problema! Rose crede che...-
– Rose non può saperlo perché Rose non è del nostro mondo e non conosce metà delle cose davanti a cui si sta ritrovando in questo momento. –
– Ma è tua amica, e si sta solamente preoccupando per te – mi passo una mano tra i capelli biondi. L'unico motivo per cui non sto perdendo la pazienza è lei, pensa ai miei problemi così tanto ed io la tratto sempre male. Però deve seriamente farsi da parte, non è compito suo, non è la mia ragazza e non siamo tanto intimi da condividere ogni singolo particolare della nostra vita.
– Va bene, puoi controllare – porto due dita nel colletto della t-shirt e lo tiro verso il basso, mostrando i segni che sono rimasti impressi sulla mia pelle. Almeno così la smetteranno di preoccuparsi, o di rompere.
– Daniel questi sono veri e propri morsi, ti rendi conto? Sta succhiando il tuo sangue. –
– E allora? Ha bisogno di nutrirsi per poter sopravvivere, è meglio che lo faccia da me che dal collo di qualcun altro, o da qualche flebo di sangue in ospedale che non si sa che malattie possa contenere. –
– Ma Daniel, lei è un vampiro, non può prendere niente! – le parole di Albus mi arrivano come ovattate. In quel momento realizzo di star perdendo ogni freno inibitore, e di essere totalmente ed inesorabilmente nelle mani di Rebecca. –Daniel! –
– Cosa c'è? Cosa vuoi sentiti dire esattamente? Che hai ragione? Che io sto sbagliando come al solito e che ho bisogno di te per rimettere in sesto la mia vita?! –
– Okay ragazzi, credo che dovremmo darci tutti una calmata – Chris cerca di mettersi in mezzo ma noi, come sempre, lo spingiamo via. Poveretto, le prende ogni volta. – Andate a fanculo, ammazzatevi pure –
– Ti rendi conto che, ormai, sei diventato un disco rotto? Invece di lamentarti del fatto che io venga considerato meglio di te, perché non ti impegni a cambiare questa situazione? Non fai altro che lamentarti, prendertela con il mondo e giocare con Rose. Un giorno la tratti bene, un giorno vorresti che sparisse dalla faccia della terra. Lei non è il tuo sacco da boxe personale, è una ragazza, che a te piaccia oppure no, e a me dà fastidio il modo in cui ti rivolgi a lei, il modo in cui la tratti. Devi seriamente darti una calmata, o lo farà il Consiglio al posto tuo. E credimi, non sarà un bello spettacolo-
– Hai finito? – domando, assumendo il tono più freddo e distaccato possibile.
– Sono il tuo migliore amico Daniel, non tuo padre che ti rimprovera per l'ennesimo casino che hai combinato. –
– Non mi pare di aver chiesto il tuo aiuto. –
– Tu no, ma Rose sì – Chris prende la parola, sbuffando di tanto in tanto. – È per lei che siamo qui, è per lei che non fate altro che litigare ed è proprio di lei che parliamo ogni giorno della nostra vita, ormai – io ed Albus ci scambiamo un'occhiata d'intesa, credo che pel di carota non abbia tutti i torti, dopotutto.
– Non voglio sentire più un'altra parola a riguardo – piego leggermente il capo, sento un calore pizzicarmi le spalle e, finalmente, mi decido a liberare totalmente le ali, in tutta la loro grandezza e magnificenza.
– Dove stai andando? –
– Da Rebecca, mi pare ovvio – giro i tacchi e volo via dalla finestra, prima che possano dire o fare altro.
Mi ritrovo a giocare tra le nuvole, a confondermi nel cielo azzurro e a sentire la brezza sulla mia pelle. Gli occhi mi pizzicano, stanno diventando viola, ma mi stupirei del contrario, ormai cambiano colore troppo spesso.
– Toc toc – atterro nel balcone della camera della ragazza, la porta finestra è sempre aperta e lei è seduta sul letto, con un libro aperto davanti.
– Daniel, non ti aspettavo. –
– Ho avuto una discussione non troppo piacevole con i ragazzi – mi sdraio accanto a lei, posando le mie labbra sulla sua spalla. – Rose si è accorta dei morsi e ha combinato un casino –
– Quella ragazzina è più pericolosa di quel che pensassi, devo metterla al suo posto – si volta verso di me, le sue iridi azzurre mi ipnotizzano.
– Ci penserò io, tu non devi preoccuparti di niente. –
– Oh no no no – posa le mani sulle mie spalle e, in un attimo, è sopra di me. I suoi capelli mi solleticano le guance. – Tu sei anche troppo buono con lei, non capisco che incantesimo ti abbia fatto, ti addolcisci ogni volta che la versione quattordicenne di Ugly Betty fa il suo ingresso –
– Cosa? A me di Rose non importa niente, voglio solo evitare le grane col Consiglio. –
– Perfetto – le sue labbra si curvano in un sorriso prima che si avventi sul mio collo, succhiando avidamente il sangue. – Oh tesorino, credo proprio di amarti –



Sbaaaam!

ebbene sì, le cose stanno degenerando di brutto, con Rebecca che usa Daniel come un succo di frutta e Rose che, ormai, è più confusa che persuasa.

Visto che siamo in periodo natalizio, volevo ringraziare tutti voi per aver letto questa storia, le visualizzazioni sono sempre decenti ed io ne sono contenta.

Tuttavia, credo che questo sarà l'ultimo capitolo, ho deciso di chiudere il profilo, a quanto pare non sono così brava da poter scrivere su questa piattaforma (dimostrato anche dal fatto che, a parte la mia amica, non commenta mai nessuno). Quindi grazie, grazie di tutto, dico sul serio, in un certo senso mi avete fatto aprire gli occhi su tutta questa storia.

Buon Natale a tutti voi e felice anno nuovo.

G.


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