I'm so sorry, I'm so confused

– Rebecca ha accettato di uscire con me, ti rendi conto? Una ragazza dell'ultimo anno con me, una semplice matricola. –Daniel si passa le mani fra i capelli biondi, mentre io poso i libri nel mio armadietto. Sembra davvero contento di questa cosa, magari adesso smetterà di essere tanto lunatico. – Cioè okay, io sono bellissimo, ma lei è pur sempre una senior – i suoi grandi occhi azzurri brillano di una strana luce, anche se non lo vuole ammettere, credo che si stia innamorando. Ha un cuore anche lui, è inutile continuare ad affermare il contrario.
– E allora quando ce la farai conoscere? – Albus arriva di soppiatto battendogli una mano sulla spalla sinistra. Chris si limita a farmi 'ciao' da dietro la schiena di Daniel.
– Uhm fammici pensare...mai? –
– Cosa? Perché no? – Daisy arriva all'improvviso, facendomi sussultare. Sono tutti sincronizzati, ne sono sempre più convinta. O telepatici. Le ipotesi sono due.
– Perché potreste spaventarla, già fate un pessimo lavoro con Rose, figurati che casini potreste combinare con lei. –
– Ma noi vogliamo bene a Rose – la bionda avvolge un braccio intorno alle mie spalle, poggiandovi la testa. Io mimo, con le labbra, un 'aiuto' a Daniel, che mi sorride divertito.
– No, la facciamo soltanto sentire una stupida, più o meno come farai con me all'allenamento delle cheerleader – Audrey si lascia andare con la testa contro il mio armadietto. Deve essere una brutta giornata oggi alla Benjamin Franklin. Tranne per Daniel, ma lui cade sempre in piedi, quindi non fa testo.
– Oh mio dio non ci avevo pensato...Rose vuoi venire a fare i provini pure tu? –
– Io? Cheerleader? Non credo proprio. –
– Ha ragione, pensa ai casini che potrebbe combinare – Daniel scoppia a ridere, piegando la testa indietro. Devo dire che hanno tutti una bella considerazione di me. – Voglio dire, non prenderla a male, ma tu non riesci a fare un passo senza scatenare un cataclisma, e poi non ti ci vedo a sgambettare per tutto il campo con i pompon in mano –
– E' la tua ragazza che farà le selezioni, lo sai? – Diana arriva palesemente arrabbiata, e sferra un pugno sul braccio di Daniel. Oh sì, è davvero una brutta giornata.
– Allora uno, non è la mia ragazza, due, auh, ti è andato di volta il cervello per caso?! – la ragazza rotea gli occhi al cielo e Daniel si piega in due per il dolore. – Smettila, non è leale –
– Ops, mi è scappato – mi porto le mani sulle tempie, mi stanno facendo venire mal di testa. Perché devono sempre fare casino?
– Già, beh allora stai attenta che non scappi qualcosa a me, potrei non riuscire a controllarmi – i due si scambiano sguardi di fuoco, poi Daniel si volta verso di me ed io sento il sangue gelarmi nelle vene. Le sue iridi sono completamente viola. – Rose io e te dobbiamo andare o Johnson ci userà come cavie da laboratorio –
– Va bene, va bene, ma non mi picchiare, io non c'entro niente – alzo le mani e comincio a seguirlo verso il laboratorio di scienze. – Come ha fatto Diana a farti male senza toccarti? –
– Mi ha tirato un pugno nello stomaco, non te ne sei accorta? –
– No, non l'ho visto – mi gratto la testa confusa, tutta questa situazione mi sta preoccupando. Prima svengo, poi non mi accorgo di ciò che capita sotto il mio naso...dovrei fare degli accertamenti, non si sa mai.
– Rose stai tranquilla, la tua agitazione mi sta cadendo addosso come una cappa. –
– Eh? – scuote la testa e si ferma sul lato della porta per farmi passare per prima.
Prendiamo posto al nostro solito ultimo banco del laboratorio, ottimo per poter prendere in giro il nostro amato professore senza rischiare di morire.
– Mi state confondendo parecchio, tutti quanti. –
– Tranquilla bambolina, ci penso io a te – mi fa l'occhiolino ed io gli do una leggera spinta, sto ancora aspettando il momento in cui cominceremo a litigare, perché non è normale che, dopo quasi tre giorni, ancora andiamo d'amore e d'accordo.
– Buongiorno piccoli esseri vuoti e senza cervello, chi vuole avere il privilegio di essere il primo interrogato del semestre? – io e Daniel ci guardiamo spaventati, così come ogni altro ragazzo presente nel laboratorio. – Nessuno? Va bene, allora sceglierò io – apre il registro con un sorriso contento stampato sul volto e comincia a scorrere col dito sui nomi.
– Credo di non aver mai avuto così tanta paura in vita mia come in questo momento. –
– Idem – tengo gli occhi fissi sull'uomo, non mi sono preparata per un'interrogazione di chimica, ho perso praticamente metà del weekend dietro Daniel, a quanto pare era in vena di confessarsi. E di baciarmi. Anche se è successo solo due volte, ma comunque non cambia il fatto che si sia piantato a casa mia fino a domenica sera, sciogliendo aneddoti sulla sua vita e sulla sua amicizia con Albus. Si conoscono praticamente da quando sono nati, e sono sempre stati molto uniti, almeno fino a quando i loro caratteri non hanno iniziato a rafforzarsi e a delinearsi. A quel punto sono cominciati i primi scontri, loro due sono le due facce di una stessa medaglia, in tutti i sensi.
Io, ancora, li ho sempre e solo visti battibeccare e, anche se non mi intendo di queste cose, non credo che due migliori amici debbano comportarsi in questo modo:
– Ah! Uno dei miei preferiti – Johnson si passa la lingua sulle labbra, soddisfatto. – Daniel vieni alla lavagna – il ragazzo accanto a me perde colorito in un secondo. I suoi occhi si sgranano e la sua bocca si apre, senza però, emettere alcun suono. – Manson ci senti ancora? –
– Sissignore – si alza lentamente, come se stesse andando al patibolo. La sua spavalderia, in questo momento, non esiste più, è svanita improvvisamente.
– Bene, la mia prima vittima. Bilanciamo questa reazione – Daniel guarda la scritta alla lavagna, le sue dita sfiorano i palmi. Non ha idea di cosa debba fare. Fantastico. Credo che il suo libro di chimica sia ancora avvolto nel cellophane, buttato sotto la scrivania o usato per sorreggere la Kinect.
Prende il gessetto e si volta un attimo verso di noi, in cerca di aiuto. Io gli mostro un due con le dita, lui sembra rianimarsi per un momento, prima di cominciare ad indicarmi i vari composti. Non hai idea di dove porlo.
Sospiro, e gli faccio un gesto col mento, per indirizzarlo verso il primo elemento della reazione. Sto sudando freddo io per lui.
Con la mano tremante, scrive il due al posto giusto e sorride soddisfatto. Per questa volta l'ha scampata bella.
– Chi glielo ha suggerito? Parlate cani! – io abbasso lo sguardo, fingendo di fare tutt'altro, se mi scopre posso praticamente dire addio alla mia vita. E poi io sono sempre stata contraria a certe cose. Bisogna studiare, non cercare la via più facile.
– Non posso esserci arrivato da solo? –
– Ma se, in classe, passi metà del tuo tempo a giocare col cellulare o a dare fastidio a Greyson! – sussulto quando sento pronunciare il mio nome. Johnson, poi, preso da un lampo di genio, posa i suoi inquietanti occhietti su di me e sorride. – Ah ecco! Come ho fatto a non pensarci prima...sei stata tu vero Rosebelle? – calmati, non devi fargli capire che ha ragione, stai tranquilla.
– No, perché avrei dovuto aiutare qualcuno che mi reca disturbo costantemente? – la gola mi si secca improvvisamente, devo sembrare il più naturale possibile. Inizio a torturarmi le mani e a sudare freddo, mentre i miei occhi corrono da Johnson a Daniel in continuazione.
– Perché sei una donna e a voi basta un deficiente qualsiasi con i capelli lunghi e gli occhi chiari per perdere la testa e aprire le gambe! – lo guardo con gli occhi e la bocca spalancati, questo vecchio misantropo ha detto davvero ciò che ho sentito?
– Ehi, non credo che lei possa dirle queste cose, non sono attinenti agli studi – Daniel risponde a tono e, nonostante sia compiaciuta di ciò, non posso fare a meno di ricordare che è lui ad avere il coltello dalla parte del manico, non noi. – Le chieda scusa –
– Io? Chiedere scusa ad un insulsa ragazzetta? – scoppia a ridere tenendosi la pancia, ha un suono tremendo, da psicopatico. – Ma fammi il piacere, l'unica cosa che la salva è il fatto che vada bene nella mia materia, se mai riuscirà a finire gli studi e a non rimanere incinta di qualche decerebrato –
– Okay adesso basta – Daniel dà un pugno alla lavagna, che si stacca cadendo per terra. In classe cala il silenzio, le luci si spengono e si accendono di continuo. – Non ho alcuna intenzione di ascoltare nessun altra cazzata che esce da quella fogna che ha per bocca – il volto di Johnson si apre in un ghigno divertito, ed io già sento la frase che sta per pronunciare.
– Manson, tu e la tua puttanella potete accomodarvi nell'ufficio del preside – lascio andare la testa sul tavolo, lottando con il senso di nausea che sta nascendo in me. In nove anni di scuola non mi era mai successa una cosa del genere, non ero mai stata messa in punizione, non sono mai stata rimproverata, non ho mai avuto problemi gravi con i professori, non sono mai stata buttata fuori dalla classe. Mia madre mi ucciderà di sicuro.
– Va bene, sono sicura che sarà molto contenta di venire a conoscenza del modo in cui si è rivolto a Rose – sento i passi di Daniel diventare sempre più vicini. La sua mano si posa sulla mia schiena ed io alzo leggermente il busto, con gli occhi appannati per le lacrime. – Andiamo, ti prometto che sistemerò questa situazione, e tu ne uscirai pulita, fosse l'ultima cosa che faccio in vita mia –

Daniel

Rose continua a battere ritmicamente i piedi sul pavimento, il suo viso è contratto in una smorfia spaventata e, conoscendola, posso capirne il perché: deve essere la prima volta che finisce nell'ufficio del preside, lei, sempre così perfettina e ligia al dovere. Tuttavia, un po' mi sento in colpa per questa situazione, in fin dei conti ha solamente cercato di aiutare me e Johnson ha davvero esagerato.
– Rose stai calma – poso istintivamente una mano sulla sua gamba, le sue guance si tingono di rosso. – Anche se abbiamo sbagliato, Johnson non doveva assolutamente rivolgersi a te in quel modo, ti ha offeso e denigrato davanti a tutta la classe! – le sue labbra si curvano in un mezzo sorriso, non troppo convinta di ciò che le ho appena detto.
– Sai, non so se essere più sorpresa del fatto che tu mi abbia difeso davanti a tutti prima, o che tu conosca il significato del verbo 'denigrare'. –
– Rose ti hanno mai detto che sei una stronza saputella? –scoppio a ridere non appena quella frase lascia le mie labbra e, stranamente, lei mi segue poco dopo. Si è creata una sorta di complicità tra noi due, ma non potrebbe essere diversamente, visto che abbiamo passato il weekend insieme a parlare dei miei problemi. E lei mi ha ascoltato, senza battere ciglio. Assurdo.
– Voi due, il grande capo vi attende – Maggie, la segretaria, ci indica e Rose cambia umore all'improvviso, rabbuiandosi.
– Tranquilla, ci penso io – la ragazza mi fa un lieve cenno di sì con la testa ma, forse, non ci crede più di tanto. Dopotutto sono stata io a cacciarla in questo guaio. Ma giuro che la tirerò fuori.
Entriamo nello studio del preside che, in questo momento, ci sta dando le spalle. Sento le dita di Rose che, debolmente, afferrano il mio braccio. Se mai rimarremo amici anche negli anni seguenti, dovrà abituarsi a finire nei guai per colpa mia, perché capiterà molto spesso. L'anno scorso ho trascinato con me Albus e Chris una ventina di volte, penso che sia questo uno dei motivi per cui mi odiano così tanto.
– Daniel, rieccoti. Credo che tu sia lo studente che più ho visto nell'ultima settimana – la grande poltrona nera di pelle si gira rivelando la figura della signorina Smith, la preside del liceo.
– Beh, che posso dire, è stato amore a prima vista – prendo posto su una delle sedie di fronte e indico a Rose di fare lo stesso.
– E questa volta hai coinvolto anche lei. –
– So di non avere un carattere facile, ma Johnson ha esagerato – la donna sospira, poggiando i gomiti sul tavolo e sfiorandosi le labbra con gli indici.
– Mentirei se dicessi che non ricevo lamentele su di lui da tutti, genitori, alunni, professori. –
– E perché non lo mandate via? –
– Non è così facile – scuote la testa, prendendo dal cassetto un enorme fascicolo giallo. – E tu non hai un bel curriculum –
– Sì lo so, temperamento troppo aggressivo, è molto dotato ma non si applica...me le hanno ripetute una dozzina di volte queste cose. –
– E non è servito a niente vedo – con la coda nell'occhio noto che Rose ha ripreso a muovere le gambe velocemente, sospiro. –MOra, mi volete raccontare cosa è successo? – le labbra della ragazza accanto a me si dischiudono ma io, prontamente, le tappo la bocca con la mano.
­– Johnson mi aveva interrogato ed io potrei o non potrei avere avuto bisogno di qualche suggerimento... –
– E scommetto che Rosebelle potrebbe o non potrebbe averti aiutato – lei fa un cenno di sì con la testa, ha gli occhi sgranati, non pensavo che potesse spaventarsi così tanto.
– Sì ma non è questo il punto. L'ha insultata, le ha detto, e cito testualmente che, essendo una donna, le basta un deficiente come me per aprire le gambe e farsi mettere incinta...oh e poi le ha dato della puttanella. –
– Daniel il linguaggio! –
– È quello che ha usato in classe con noi, o meglio, con lei – a quel punto, la lascio libera di parlare. Lei mi rivolge, per un attimo, uno sguardo pieno di rabbia, e come posso biasimarla, per colpa mia è stata insultata ed è finita nei guai.
– Okay ragazzi, premettiamo che voi due avete sbagliato. Tuttavia, lui non aveva assolutamente il diritto di rivolgersi a Rose in questo modo. –
– E quindi che cosa faremo ora? – mi passo una mano tra i capelli biondi, se mi becco un'altra punizione i miei mi ammazzeranno. Anche se, in realtà, li darei un ulteriore motivo per scannarsi. Bello quando sei al centro delle liti dei tuoi genitori, che si incolpano a vicenda per come sei venuto su. Vorrei essere Albus in quei momenti.
– Se io intervenissi in questo momento, lui potrebbe difendersi portando avanti il fatto del suggerimento – sbuffo incrociando le braccia al petto. – Però un altro modo ci sarebbe. Dovete fare in modo che riaccada, ovviamente senza passare dalla parte del torto, e riuscire a far testimoniare l'intera classe. Credo che sarebbero tutti contenti se, finalmente, fosse mandato via dalla scuola –
– E come potremmo fare? – la voce di Rose esce come un debole sussurro, le sue mani si torturano fra di loro mentre la sua schiena si incurva, incapace di rimanere eretta.
– Aspetteremo – rispondo io, al posto della signorina Smith. –Prima o poi perderà di nuovo la pazienza. E, nel frattempo, cercheremo di scoprire cosa si cela dietro il suo comportamento scorbutico –
– Daniel gradirei non vederti più nel mio ufficio per almeno un mese. –
– Oh andiamo, sa anche lei che non accadrà – mi incenerisce con lo sguardo ed io sorrido, so che, in fondo, le piaccio. Io piaccio a tutti.
– In teoria, vi dovrei dare una punizione per il suggerimento, ma credo che già Johnson abbia fatto abbastanza e non voglio sporcare la fedina immacolata di Rose, voglio dire, non hai mai fatto niente in vita tua, come è possibile? – fa per rispondere ma, anche stavolta, la interrompo, precedendola.
– Non si meravigli, è del tutto normale, sto cercando di lavorarci su. –
– Andate via ora, su, anche perché mi stai facendo venire mal di testa Daniel – mi alzo sorridendo e Rose fa lo stesso, mentre la preside si massaggia le tempie.
– Grazie, non se ne pentirà...a proposito, è sposata? –
– Fuori! – indica la porta, le dita di Rose si avvolgono intorno al colletto della mia camicia, trascinandomi via.
– Ci vediamo Kate – la ragazza continua a tirarmi, ed io glielo lascio fare, cercando di diminuire il mio peso il più possibile. Se l'è vista davvero brutta oggi per colpa mia, e ho intenzione di farle fare tutto quello che vuole. Mi faccio quasi schifo da solo per quanto sto diventando dolce. – Visto? Che ti avevo detto, avrei risolto tutto –
–Ancora non posso crederci che non ci abbiano dato nessuna punizione, sono basita. –
– Rose qua l'unico che deve essere punito è Johnson, ti ha trattata in una maniera vergognosa, non capisco perché tu non te ne renda conto. –
– Perché tutti mi trattano un po' così, come se non valessi niente, e tu per primo – mi squadra con i suoi grandi occhi verde ambrati, ed io mi sento improvvisamente una cattiva persona. Sto per dirle quanto mi dispiaccia per il mio tremendo carattere, quando sento un paio di mano posarsi sui miei fianchi.
– Ciao bimbo – i magnetici occhi azzurri di Rebecca mi guardano languidi ed io mi dimentico totalmente ciò che stessi pensando o dicendo. – Che ci fai fuori dalla classe? –
– Problemi con Johnson, mi ha spedito in presidenza. –
– Ooooh, quindi ho a che fare con un bambino cattivo –prende a giocare con il colletto della mia t-shirt, io roteo gli occhi.
– Ti va se facciamo qualcosa oggi pomeriggio? –
– Perfetto sono diventata invisibile – sento bofonchiare a Rose, ancora dietro di me. Deve imparare quando è tempo di scomparire, tipo ora. Non c'è Albus che se la può tenere?
– Sì, è perfetto. –
– Chi era quella ragazzina? –
– Nessuno di importante, è solo Rose – mi sento subito uno schifo per quello che ho appena detto, ma non ce la faccio ad essere gentile con lei per troppo tempo, è più forte di me. Credo, comunque, che se ne sia andata, anche perché a quest'ora già si sarebbe messa a urlarmi contro di finirla di trattarla in questo modo, intavolando una delle sue solite e lunghe discussioni che, alla fine dei conti, sono sempre le stesse.
– Quindi non ci creerà problemi? – sfiora le mie labbra con le sue, sorridendo.
– No, assolutamente, lei è...beh diciamo che è l'obiettivo di Albus, almeno per ora. –
– Va bene, allora non mi preoccupo – mi stampa un rapido bacio, mi fa un occhiolino e si allontana.
– Dov'è Rose? – sussulto sentendo la voce di Albus, ed ecco che, infatti, me lo ritrovo di fianco.
– Porca troia Al, è questo il modo di comparire? –
– So fare di meglio lo sai, ma purtroppo siamo a scuola e non posso sbizzarrirmi con il teletrasporto...e non chiamarmi in quel modo, sai che lo odio. –
– Ma davvero?- –mi fa la linguaccia mentre io mi dirigo verso il mio armadietto, non mi ricordo nemmeno che lezione ho ora, di solito è Rose che mi dice dove dobbiamo andare, visto che abbiamo praticamente tutte le lezioni in comune. –Comunque non lo so, non sono il suo babysitter – è il contrario, il più delle volte.
– Avete litigato di nuovo? –
– No! Solo... – getto malamente i libri di chimica dentro il piccolo rettangolo di metallo e vi poggio le mani sopra –Niente...che volevi da lei? Posso riferirglielo alla prossima lezione –
– Le volevo chiedere di uscire questo venerdì – sento uno strano calore sotto i polpastrelli e, quando li sollevo, noto di aver lasciato le impronte sotto l'armadietto, perfetto. – Va tutto bene? –
– Sì certo, stavo solo cercando di ricordare se devo vedermi anche io con Rebecca o meno. –
– Perché non facciamo un doppio appuntamento? Così Rose magari si sentirà meno nervosa ed io, in qualità di tuo migliore amico, conoscerò finalmente questa tua famosa ragazza. –
– Non se ne parla minimamente, non faccio queste cazzate io – sbatto l'anta dell'armadietto e mi incammino non so dove, spero di incontrare Rose nel tragitto in modo da sapere di cosa dovrò morire ora. Tanto scommetto che si è sicuramente persa, ha un pessimo senso dell'orientamento.
– Andiamo, fallo per me, mi devi tanti di quei favori! –
– Che c'è, hai paura di rimanere solo con Rose? –
– No ma, conoscendola, si sentirebbe a disagio, ed io non voglio ferirla o fare qualcosa di sbagliato. E' così dolce, e diversa, in senso buono. Quando guardo nei suoi occhi riesco quasi a vedere anche l'altra parte di me. –
– Ti sei messo a sparare queste minchiate da romanticone ora? Perché ti ho sempre detto che servono per portarsi a letto le ragazze e non credo che con lei tu abbia qualche speranza, rimarrà vergine fino al matrimonio, se non anche dopo. –
– Ma io non voglio solo quello – mi supera e blocca la mia camminata posando una mano sul mio petto. – Credo che lei mi piaccia davvero Daniel, e potrebbe anche diventare qualcosa di serio. Ti prego, se non vuoi farlo di me almeno pensa a Rose, ti dovrai essere affezionato un pochino a lei, visto che passate praticamente metà della giornata insieme ­ – sospiro, chiedendomi come abbia fatto a trovarmi in una situazione del genere.
– Albus Charles StCloud io ti odio, e odio anche Rose, credo che mi stia intenerendo. –
– Sì, effettivamente l'ho notato – mi strizza una guancia con fare paterno, ma io mi stacco da lui quasi subito. – Chissà, potresti diventare una persona in grado di amare –
– Albus ancora un'altra parola e ti faccio saltare il programmino per venerdì sera. –
– Va bene, va bene, scusa, ti adoro – mi schiocca un bacio sulla guancia ed io lo allontano, si sta fottendo il cervello.
Scuoto la testa e, in quel momento, noto la ragazza in questione. Bingo, finalmente saprò quale lezione abbiamo.
– Roooose – si volta verso di me e, successivamente, rotea gli occhi al cielo. Ops, credo di averla fatta grossa questa volta. –Dove dobbiamo andare? ­–
– Sarebbe ora che imparassi il nostro orario, non puoi sempre contare su di me. –
– Andiamo piccola Rose, credevo che fossimo diventati amici – le passo un braccio intorno alle spalle e la attiro verso di me, schioccandole un bacio sulla tempia.
– Okay, che cosa vuoi? – anche se cerca di fare la dura, le sue guance si tingono di rosso, come sempre. A Rebecca non capita mai.
– Perché pensi che abbia sempre un secondo fine? –
– Perché sei Daniel – storco leggermente la bocca, non ha tutti i torti. E in teoria la stavo cercando proprio perché avevo bisogno di lei. – Comunque abbiamo Holden ora –
– Oh perfetto, passo da un mio professore preferito ad un altro, non potrebbe andarmi meglio – continuo a tenerla vicino a me, non è una brutta sensazione, eppure non è lei la ragazza con cui lo dovrei fare. Ma non so, mi fa stare bene. – Comunque sono qui anche in vece di messaggero, Albus ti chiede se, venerdì, vorresti uscire per un doppio appuntamento con lui, me e Rebecca –
– Doppio appuntamento? E tu hai accettato? – mi guarda con un sorriso divertito stampato sul volto. Non ha idea che lo stia facendo solo per lei, e non dovrà mai saperlo.
– Diciamo che Albus ha usato delle motivazioni molto convincenti. –
– A me andrebbe bene uscire con lui, ma questa cosa del doppio appuntamento... –
– Non me ne parlare, stendiamo un velo pietoso – entriamo in classe e prendiamo posto al nostro solito ultimo banco, vicino alla finestra, cosicché Rose, durante la lezione, qualche volta possa buttare un occhio fuori e perdersi nei meandri dei suoi pensieri. Diventerà una scrittrice da grande, ne sono convinto.
– Wow, Rebecca deve piacerti davvero tanto. –
– Oh fidati Rose, non è per lei che ho accettato di fare questa pazzia – mi guarda di nascosto, spingendo gli occhiali da vista su sul ponte del naso. Sicuramente non potrebbe mai immaginare che è lei l'unica ragione, e non voglio accertarlo nemmeno io, a dir la verità. Non sono abituato ad avere un rapporto stretto con le ragazze che non implichi uscirci o baciarle, e non credo di voler iniziare proprio adesso. Diventerebbe un'arma a doppio taglio.
– Buongiorno ragazzi, chiudete tutti i libri, compito a sorpresa – un brusio di malcontento riempie l'aula, io lascio andare la testa sul tavolo. E' la mia fine
– Oh andiamo, cosa ho fatto di male per avere una giornata del genere. –
– Karma – dice lei, con un sorrisetto compiaciuto che le curva le labbra. –Mi hai trattato davvero male, e questa è la ricompensa per ciò che hai fatto –
– Fantastico – poggio la guancia sulla mano, rassegnato al fatto che, ormai, i miei voti del primo semestre saranno un'ecatombe.
– Ci metterò massimo mezz'ora a fare il mio compito, se hai pazienza, appena finisco, vedo di farti prendere un bel voto – la guardo di sottecchi mentre sistema il nostro banco, disordinato come al solito.
– Lo faresti sul serio? –
– Beh andremo ad un appuntamento a quattro venerdì, meglio essere complici che rimanere a guardarci in imbarazzo. –









Sbaaaam!

Okay, mi sto stupendo di me stessa, sto riuscendo a pubblicare in tempo quasi ogni settimana, mai successo ahaha.

Anyway, come potete vedere, finalmente il nostro Daniel ha ammess di tenere a Rose, era ora. Questo, ovviamente, non implica che a lui lei piaccia, sia chiaro.

Mi piacerebbe sentire anche la vostra voce però, sentire cosa ne pensate e anche potervi ringraziare 'direttamente' e non soltanto un semplice trafiletto che lascio ogni volta a pié pagina.

Ora però mi dileguo, ho tre esoneri da dare entro settimana prossima, che gioia.

Un bacio,

G xoxo

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