I hear the beat of my heart gettin' louder whenever I'm near you
Rose
Daniel😈
Ripetimi perché mi sono lasciato convincere
Che ne so io, non ero con te, quando sei tornato mi hai praticamente detto che saremo usciti questo venerdì!
Dannato Albus, e maledetta tu, che mi stai addolcendo
Certo, adesso è colpa mia
Spero solo che questa serata passi in fretta, mi devo ancora riprendere dalla giornata di lunedì, e non voglio immaginare come sia andato il compito di letteratura😭
Ci ho messo mano io, credo che almeno avrai la sufficienza...
Rose se andrà così giuro che ti offro la cena venerdì prossimo, passerò il weekend da te e ti farò da schiavetto per una settimana
Wow, devi essere davvero disperato...
Certo, se mi aiuteresti anche nei test di lunedì, martedì, mercoledì e venerdì...
Okay okay lo farò, ma adesso fammi finire di preparare, Albus passerà a minuti
Oh siete così carini😚
Getto malamente il cellulare sul letto e mi guardo per un'ultima volta allo specchio, disgustata: la gonna nera mi si alza leggermente sul sedere, troppo grosso, per non parlare delle mie gambe, sembra che abbia dei prosciutti lì sotto. La maglietta viola monospalla sembra che sia l'unica cosa che vada bene, anche se, se magari fosse riempita un po' di più, andrebbe meglio.
– Si può? – mia madre fa capolino in camera ed io sbuffo. Non mi piaccio, non mi piaccio per niente. Vorrei distruggere lo specchio, se non sapessi che, poi, avrei sette anni di sfiga. Sei così carina tesoro –
– Sembro una botte. –
– Oh non dire sciocchezze – mi sposta i capelli su una spalla e mi avvolge in un abbraccio, incastrando la testa nell'incavo del mio collo. – Credo di dover chiedere alla dottoressa se, per caso, hai una qualche forma di dismorfofobia, ti vedi difetti che non esistono – a quel punto sento qualcosa di freddo sfiorare la mia pelle. Abbasso lo sguardo e noto una collanina d'argento con un ciondolo a forma di rosa. – Solo per non farti dimenticare che il tuo nome deriva dall'unione del mio e di quello di tuo padre, e che lo abbiamo abbreviato in 'Rose' e non in 'Belle' perché sei la preziosa rosa che è nata nel nostro giardino – sorrido debolmente sfiorando il gioiello con le dita. Mi piace, mi piace davvero tanto. E poi ha nominato papà, e non capita di certo tutti i giorni. Anzi, è abbastanza difficile che lo faccia. Da quando è morto ha praticamente archiviato il suo ricordo, e non è una cosa bella.
– Grazie mamma, davvero – mi schiocca un bacio sulla tempia, prima che il campanello suoni e lei corra giù entusiasta. La sua bambina ha un appuntamento, forse non è così asociale come sembra.
– Rose c'è Albuuuuus. –
– Arrivoooo – scendo giù tenendo in mano le Converse e la borsa. Lo ammetto, sono un disastro ambulante. Ma tanto Albus sorride sempre, non l'ho ancora sentito dire una cosa cattiva nei confronti di nessuno, proprio uguale a Daniel devo dire. – Scusa, scusa, scusa, ho praticamente finito – cerco di calzare le scarpe, ma finisco rovinosamente per terra, sotto lo sguardo divertito del ragazzo. Credo che questo sarà il nostro primo e ultimo appuntamento.
– Okay Rose ma respira, o morirai prima di arrivare al ristorante – mi tende una mano, che io afferro, e mi aiuta a risollevarmi. Mia madre, nel frattempo, se la ride sotto i baffi.
– Va bene ragazzi, voi divertitevi, e mi raccomando, a mezzanotte a casa, intesi? – punta un dito contro Albus, che le sorride e fa un lieve cenno di sì con la testa.
– Stia tranquilla signora Greyson, alle undici e cinquantanove sarà davanti alla porta – sfodera un radioso sorriso, potrebbe conquistare il mondo soltanto ridendo. E poi è talmente bello. E perfetto. E questo mi fa innervosire, perché proprio non riesco a capire cosa ci trovi in me.
– Va bene, divertitevi. –
– Grazie, ci vediamo più tardi mamma – mi richiudo la porta alle spalle, la volta stellata sta sopra di noi, illuminato dalla luce fioca della luna e delle stelle.
– Che guardi? –
– Il cielo – esclamo, forse con un po' troppa enfasi. – Dove andiamo stasera? –
– Daniel ha prenotato un tavolo al Gallier's Restaurant & Oyster Bar, al Central Business district. –
– Oh...sta facendo le cose in grande. –
– Sì, anche se non lo vuole ammettere, credo che Rebecca gli piaccia davvero tanto, è l'unica ragazza di cui gli importa veramente – assottiglio le labbra, non mi risulta tanto difficile da credere, lui odia tutti, specialmente la sottoscritta. – Però ho notato che tu e lui non state più litigando come prima, ne sono contento –
– Credo sia per il fatto che abbiamo tutte le lezioni in comune, è solo quieto vivere – mento, perché per me non è così. Io voglio bene a Daniel, sto persino imparando a capire come funziona, a toccare le giuste corde per cercare di calmarlo, ad individuare i giusti meccanismi che lo regolano. E poi, alla fin fine, è lui l'unico che dà davvero peso alla mia presenza, Daisy e Audrey sono sempre disponibili, mi difendono ma non mi invitano mai ad uscire con loro, o a passare anche un po' di tempo insieme. Diana...beh, lei mi odia invece. Quindi, alla fine dei conti, mi ritrovo a passare le mie giornate con lui, a sciogliere i nodi della sua vita e ingarbugliare di più la mia. Ma vorrei davvero avere delle amiche, più di qualsiasi altra cosa al mondo. – Rose va tutto bene? –
– Che? – la voce di Albus irrompe nei miei pensieri. Sospiro, andiamo testina, puoi fare meglio di così. – Scusa, a volte tendo a perdermi in quella mente malata che mi ritrovo – si morde il labbro visibilmente a disagio, perché non riesco ad interagire con nessun rappresentante della razza maschile? Daniel ha ragione, e questa cosa mi infastidisce ancora di più.
Per tutto il resto del tragitto ci scambiamo sì e no due parole, come se ci fosse un muro tra noi due, il che mi sembra strano visto che, fino a qualche giorno fa, era come se fossimo in grado di capirci con una solo guardo, come se si fosse instaurata una sorta di connessione che ci impediva di rimanere in silenzio per più di cinque minuti. Ma, evidentemente, mi sbagliavo.
Giunti al ristorante, Albus mi apre la porta e mi fa passare per prima, da bravo gentiluomo. Daniel ci aspetta proprio qualche metro più avanti, non troppo contento (come sempre dopotutto).
– Finalmente siete arrivati! Quanto ci avete messo? –
– Siamo a piedi, ricordi? Non so tu, ma io ho ancora quattordici anni e non posso guidare – il biondo rotea gli occhi al cielo e ci gira le spalle, liquidandoci con un cenno della mano.
Lo seguiamo fino ad una zona più appartata del ristorante dove, seduta al tavolo, c'è Rebecca. Come sempre, non appena la vedo, sento un macigno gravarmi sul cuore. Lei è perfetta, con i suoi lunghi capelli scuri e gli occhi verdo, la pelle bianca e le labbra rosee. Oh e poi c'è anche il modo in cui la guarda Daniel, come se non avesse mai visto niente di più bello. Albus non mi guarderà mai così, mi vede semplicemente come un piccolo cucciolo da difendere, e non come una bella ragazza forte e indipendente che, in teoria, non sono, e non sarò mai.
– Okay Rebecca, Rose, Rose, Rebecca e Rebecca, Albus, Albus, Rebecca – stringe la mano ad entrambi sfoderando un meraviglioso e magnetico sorriso. Sento il mio stomaco contorcersi, perché non posso essere così anche io?
Sarà davvero una lunga serata.
Daniel
– Sai, è davvero bello conoscerti finalmente, Daniel parla sempre di te – sferro un calcio sotto il tavolo ad Albus, mettermi in imbarazzo è la sua specialità da quando ne ho memoria.
– Beh anche io ho sentito parlare tanto di voi – i nostri sguardi si incrociano per un secondo, è bella da togliere il fiato. Mentre si intrattiene a parlare con Albus, però, io noto che Rose è parecchio silenziosa; non che, di solito, sia molto loquace quando siamo in mezzo alla gente, anzi, si limita a straparlare soltanto quando siamo solo io e lei, ma stasera è particolarmente strana, continua a spostare il cibo lungo il piatto senza mangiare e, di solito, si spazzola via tutto come un'aspirapolvere. C'è qualcosa che non va, ed io non riesco a percepirlo, e questo mi causa molta frustrazione. Per carattere, io devo avere tutto sotto controllo, o rischio di perdere seriamente la pazienza. E questo è uno di quei casi.
– Ehi – le sussurro piano ma abbastanza forte da farmi sentire da lei. – Tutto okay? – fa un lieve cenno di sì con la testa, curvando leggermente le labbra. Le iridi sono spente.
– Rose, Daniel mi ha raccontato di quel che è successo con Johnson, quell'uomo è una carogna – vedo la ragazza stringersi il più possibile nelle sue spalle, come a voler scomparire. Sono talmente diverse e credo che anche lei ne sia consapevole, è come se fosse intimidita da Rebecca. Forse è questo.
– Sì diciamo che ha calcato un po' troppo la mano. –
– 'Un po' troppo?' Rose ma ti rendi conto di quel che ti ha detto? Come fai a farti trattare in questo modo? Non hai un po' d'amor proprio? – abbassa lo sguardo per il rimprovero del mio migliore amico, ha alzato la voce con lei, e questo non mi piace. E poi non riesco proprio a capire perché sia tanto duro con lei, quello è il mio compito, non il suo.
– Albus non c'è bisogno di farle la paternale, è stato abbastanza stressante per tutti, soprattutto per lei, visto quel che le ha detto – gli occhi di Rose si posano su di me, stupiti che io l'abbia difesa per la seconda volta in una settimana.
– Stavo solo cercando di farle capire che... –
– È abbastanza intelligente da arrivarci da sola, non ha bisogno di te. –
– Beh neanche di te, visto che hai sempre detto che non te ne fregava niente – roteo gli occhi. Mi chiedo per quale motivo Albus debba sempre vomitare fuori quello di cui parliamo, è snervante come cosa.
– Devi finirla di usare ciò che ti dico contro di me, non è così che fanno gli amici. –
– Okay adesso basta – Rose interviene improvvisamente, lasciandoci tutti di stucco. – Che modo di comportarvi è, si può sapere? Avete deciso di organizzare questo teatrino soltanto per denigrarvi l'uno con l'altro? Perché sappiate che, se è così, posso tranquillamente andarmene a casa – sbatto le palpebre un paio di volte, stupito. Però, a quanto pare non è così tanto indifesa come pensavo, sono colpito. E anche un tantino orgoglioso.
– Ti do un passaggio io in caso, mi è piaciuto il tuo discorso, per essere una che non ha spiaccicato parola da quando abbiamo messo piede qui dentro – Rebecca l'appoggia e le sorride. Sono sempre più convinto di essere finito in una qualche sorta di dimensione parallela.
– Scusate avete ragione, ci stiamo comportando da maleducati – Rose mi sorride compiaciuta, gli occhi che brillano sotto la luce del lampadario che sta proprio sopra le nostre teste. – E tu non guardarmi così, non abituarti al fatto che ti dia ragione, perché sai meglio di me che non capiterà mai più, questo è stato solo un caso isolato –
– Se lo dici tu – solleva le mani in segno di resa, eppure posso facilmente notare che sembra essersi sciolta. Forse non è tanto insignificante come ho sempre creduto.
🪻🪻🪻
Fortunatamente il resto della serata sembra trascorrere tranquillamente, io ed Albus ci siamo calmati e abbiamo deposto le armi. A volte mi domando come facciamo ancora ad essere migliori amici, ultimamente litighiamo e basta e l'occhio nero di Rose dell'altra volta ne è la prova.
Per un attimo penso ai due baci di domenica scorsa, ma cerco immediatamente di spostare la mia attenzione su altro. Albus non è bravo come me a leggere il pensiero, ma riesce comunque a intercettare qualcosa di tanto in tanto, e vorrei evitare un'ulteriore lite.
– Rose il tuo cuore sta battendo davvero forte – Rebecca sorride e la ragazza si porta, istintivamente, una mano sul petto, confusa. Io scatto immediatamente sull'attenti, che ha intenzione di fare? Di farci scoprire tutti? Non ne ho ancora parlato con i ragazzi, anche se posso immaginare come la prenderebbero.
– Come hai fatto a capirlo? –
– Dalla vena del tuo collo, si è ingrossata molto in questo momento, sintomo che sta pompando davvero tanto sangue- poggia le dita su quel punto, io comincio a sudare freddo. E' confusa, troppo, e questo porterà solamente ad altre domande a cui sarà difficile rispondere. – Aspettate, non le avete ancora detto niente? – gli occhi di Rebecca si puntano su di me, devo pensare a qualcosa ed in fretta. Pensa Daniel, pensa.
Albus, dal canto suo, la guarda per qualche minuto e, quando finalmente capisce, il suo volto si tramuta in una maschera d'odio e di disgusto. – Non ci posso credere...tu sei...Daniel! – il moro batte un pugno sul tavolo, Rose sussulta spaventata, fissandomi.
– Ora capisci perché non volevo farvela conoscere? Sapevo che avresti reagito così! – Rebecca mi posa una mano sulla gamba, le luci del ristorante cominciano ad accendersi e spegnersi. Perché mi sono lasciato convincere?
– Ehm ragazzi... – Rose cerca di intromettersi nella discussione, forse per calmarci ma, purtroppo, non ottiene l'effetto desiderato, perché ci arrabbiamo semplicemente di più.
– Zitta Rosebelle! – le urliamo contro e lei incrocia le braccia al petto, poggiando la schiena alla sedia. Giuro che mi farò perdonare, non adesso ma lo farò. Giusto il tempo di rimettere al suo posto Albus. Non può continuare a comportarsi come se fosse il re del mondo, come se fosse perfetto e tutto gli sia dovuto.
– Senza offesa Rebecca, ma io credo che tu sia un pericolo, specialmente per Rose. –
– Qualcuno mi vuole spiegare, visto che sono la diretta interessata? –
– Zitta Rosebelle! – Rebecca scoppia a ridere, gettando la testa indietro mentre l'altra ragazza sbuffa. Dannazione, non capisce che non deve fiatare in questo momento?
– Rose è più in pericolo con noi ogni giorno di quanto non lo sia con lei – affermo, seriamente convinto di ciò che sto dicendo. Dopotutto, da quando lei è con noi, non so quante volte l'abbiamo messa nei casini, e ora lui mi viene a fare la predica per la mia ragazza? È semplicemente ridicolo.
– Forse perché qualcuno non fa bene il suo lavoro! Non posso crederci che il Consiglio abbia preferito dare quest'incarico a te e non a me- sento gli occhi pizzicare, sintomo che stanno cambiando colore. La rabbia monta nelle mie vene, potrei spezzare il tavolo in due da un momento all'altro, e poi gettarmi su Albus, picchiandolo fino a quando non perde i sensi. Questa storia della superiorità e della rivalità deve finire, prima che ci sfugga di mano.
– Oh sì, finalmente lo hai detto! Ti consideri migliori di me solo perché segui le regole, perché fai sempre tutto quello che ti dicono! – sputo acido, Rose si restringe nella sedia, abbassando lo sguardo. Dannazione, le dovrei dire tutta la verità. – Senza contare che vorrei ricordarti che questo non è un vero e proprio incarico, se ti ricordi bene, quindi smettila, non capisco per quale motivo tu debba essere tanto ossessionato dal paragonarci –
– Perché devo rimediare sempre ai tuoi casini e perché, qualsiasi cosa io faccio, questa viene sempre messa in ombra da te! Io vinco un premio di poesia? Tu diventi capitano della squadra di basket. Io esco con una ragazza? Tu nel frattempo l'hai già baciata e dio solo sa che cosa – ed in quel preciso momento gli occhi miei e di Rose si incontrano per una frazione di secondo. E Albus di fronte a me si irrigidisce. Ha capito, ha capito ogni cosa. Merda. Perché l'ho pensato? E' stato un errore da principianti. – Non ci posso credere...hai baciato anche lei, hai baciato anche Rose! – sbotta, completamente rosso in viso. Sospiro, e socchiudo un attimo le palpebre, mormorando uno 'scusa' a Rebecca. – Mi fai schifo Daniel, mi fai seriamente schifo. E tu – si volta verso Rose, arrabbiato, furioso, ho quasi paura che possa riversare la sua collera su di lei. – Ti sei fatta baciare da lui! Pensavo che fossi diversa –
– Non te la prendere con Rose, è stata tutta colpa mia. Se solo mi lasciassi spiegare... – osservo con la coda nell'occhio la diretta interessata che, nel frattempo, è diventata rossa come un pomodoro ed è sul punto di piangere. Dannazione, non doveva finire così. – Scusa Rose, davvero, mi dispiace –
– Per cosa? – mi domanda, con i suoi grandi occhi verde e ambrati che mi guardano confusi. Allungo una mano verso di lei e le sfioro la testa. All'inizio non capisce cosa stia succedendo, poi comincia a sbattere le palpebre, sempre più lentamente, fino a quando non si chiudono e il suo corpo non rimane privo di forze. La testa batte da un lato, ripiegandosi sul collo. Ottimo lavoro Daniel, migliori ogni giorno sempre di più.
– Perfetto, peggiora ulteriormente la situazione – Albus osserva Rose inerme sulla sedia, non hai idea di quanto mi sia pesato fare questa cosa ma, purtroppo, non avevo altra scelta. Le spiegherò tutto una volta a casa, non merita di essere trattata in questo modo, non più.
– Stammi ad ascoltare adesso – gli punto un dito contro, arrabbiato, con gli occhi che pizzicano e che, sicuramente, saranno diventati viola. Questa è l'ultima volta che ascolto un'idea di Albus. – L'ho baciata io, non chiedermi perché l'ho fatto, non lo so nemmeno io, ma lei non c'entra niente –
– Ti spiego io perché: sai che mi piace e dovevi per forza dimostrarmi che l'avresti conquistata prima tu. –
– Non sono così materialista – mento, probabilmente qualche volta l'ho già fatto, ma non è il caso di Rose.
– Comunque credo che dobbiate dirle la verità, non potete sempre farla svenire ogni volta che vede qualcosa che non dovrebbe. –
– Certo, e poi magari lasciamo pure che tu le salti al collo tranquillamente – sputa acido Albus, giocherellando con le molliche del pane. Adesso gli tiro un pugno.
– Beh in teoria è affidata a Daniel, è lui che decide – la ragazza mi regala un sorriso furbo. Non ci conosciamo da molto, eppure mi capisce meglio di tutti loro messi insieme. Esclusa Rose ovviamente, lei ce la sta mettendo tutta per cercare di ragionare con me.
– Non ha tutti i torti, ed io voglio che lei venga a sapere ogni cosa. –
– Ma sei impazzito?! Cosa ti dice il cervello? Vuoi anche dirle che suo padre... –
– No, quello no – posso ancora vedere il volto di Rose rigato dalle lacrime, con le guance rosse e gli occhi lucidi. Non potrei mai farle del male. Non così tanto almeno. – L'ho saputo da poco e non voglio che lei riviva un dolore del genere –
– E mi vuoi far credere che, improvvisamente, ti importa qualcosa di lei? –
– Albus capita di avere una giornata no, non devi sempre prendere alla lettera tutto quello che dico – mi passo le mani tra i capelli, quando è diventato così difficile con lui? Quando abbiamo finito di essere complici e abbiamo cominciato ad essere rivali?
– Va bene, fa' come vuoi, ma sappi che non rimedierò ai tuoi errori anche questa volta. –
– Non te l'ho mai chiesto infatti. –
– Ragazzi basta, per l'amor di dio, è stato il peggior appuntamento di tutta la mia vita. –
– Onestamente lo immaginavo, non è stata la migliore delle mie serate – mi strofino una mano sul volto, sospirando. –Albus porta a casa Rose –
– Che? E come faccio a non farmi notare? Con una ragazza priva di sensi in braccio? –
– Teletrasportati, è il tuo punto forte no? – esco il portafoglio pagando il conto, devo riuscire a rimediare ad i suoi errori, soprattutto con Rebecca.
– Perché non lo fai tu? Visto che avanzi su di lei diritti vari, è la tua protetta dopotutto. –
– Perché cosa credi che penserebbe Isebelle se la vedesse rientrare con me? – guardo Rose, non possiamo continuare a giocare con lei come se fosse una bambola. – Crederà che le cena le abbia fatto male e che abbia passato la serata a vomitare. Spiega tutto a suo madre, lei sa, sperando che funzioni –
– Cosa vuol dire 'sperando che funzioni?' –
– Che sai meglio di me che non riusciamo a leggerle nella mente o a controllarla, Daisy sta ancora studiando la situazione, io riesco solo a percepire i suoi sentimenti e fidati, non è bello come sembra. È come se fossero amplificati del centodieci percento e, quindi, non sono sicuro che lei crederà a questa versione. –
– Va bene, va bene, ho capito – la prende tra le braccia, la testa della ragazza dondola un po' prima di posarsi sul suo petto.
– E trattala bene, non è stata colpa sua del bacio. –
– Dipende se, adesso, non le piaci tu. –
– No, tranquillo, lo avrei percepito, per ora è solo incuriosita e infastidita da questa situazione e dal fatto che non le spieghiamo mai niente – mento spudoratamente. L'ho notato che, qualche volta, il suo cuore batte più velocemente quando sono nelle vicinanze, ma mai come quando Albus entra nel suo raggio d'azione, in quel caso sembra di avere più a che fare con un tamburo che con altro.
– Io spero che tu sappia cosa stai facendo, potremmo finire in un mare di guai e... –
– Ciao Albus – il ragazzo sospira e scompare davanti ai miei occhi. Mi lascio andare ad un respiro di sollievo, afferrando la giaccia di pelle ed uscendo dal ristorante. È stata la peggior serata della mia vita e penso che sia lo stesso anche per Rebecca.
– Avevi detto che non sarebbe stata un problema – mi volto verso di lei, i suoi grandi occhi verdi mi bloccano al terreno.
– Non so perché l'ho baciata, dico sul serio. Non voglio mentirti blaterando che, a me, non interessa niente di lei, perché non è così. Credo che sia tutta colpa dell'incarico, sto cominciando a preoccuparmi per lei, ma è il mio lavoro, non mi sono innamorato – Rebecca si avvicina a grandi falcate verso di me, le sue labbra si dischiudono leggermente, rosse, piene, ed io vorrei solo baciarla.
– E di me sei innamorato? –
– Io non provo certi sentimenti, però potresti piacermi e anche molto – china la testa indietro, in una risata sguaiata. Poi, velocemente, porta una mano tra i miei capelli, afferrandoli e tirandoli.
– Anche tu sei un bocconcino niente male, ma voglio dirti una cosa Daniel: io non sono una bambolina, tra me e te sono io che comando. –
– Ne sei davvero sicura? – sorride, per poi posare le sue labbra sulle mie, in quel bacio violento e carico di passione che desideravo da tanto. Il mio corpo è scosso da un fremito, mi sento potente, capace di fare qualsiasi cosa. Il padrone del mondo.
– Ci divertiremo tanto io e te Daniel, ma ora va' a controllare la tua protetta, Albus potrebbe combinare un casino, e lei potrebbe esserci utile. –
– Va bene, ci vediamo domani – si avvicina al mio collo e lo morde, lasciandovi un bel segno rosso.
– Vedremo – in un battito di ciglia è già sulla sua macchina, che sfreccia via per le strade di New Orleans. Però, alla fine la serata non è andata tanto male.
Il mio pensiero va subito a Rose, cavolo, era il suo primo appuntamento e noi siamo riusciti a rovinarglielo.
Mi guardo intorno, non sta passando nessuno in questo momento, così lascio che la mia vera natura venga fuori e mi dirigo verso casa sua. Il cielo è particolarmente pieno di stelle questa sera ed io mi ritrovo ad osservarle, confuso. Non capisco perché non riesca ad essere pienamente contento, cosa c'è che ancora mi manca?
Scuoto la testa, non voglio pensarci, a furia di passare tanto tempo con Rose sto cominciando a diventare complicato come lei.
L'aria è ancora calda, sintomo che l'estate non se ne vuole andare. Stranamente, mi ritrovo a dirigermi verso casa di Rose, senza un motivo apparente, senza che possa controllare il mio corpo.
Arrivo sul balcone di camera sua, lei è nel letto, col computer sulle gambe, che sta scrivendo qualcosa. Credevo che avesse già finito i compiti.
Busso delicatamente alla finestra con due dita, lei sussulta spaventata per poi voltarsi verso di me. Mi guarda corrucciata, poggia il computer sul letto e scende giù, aprendomi.
– Che ci fai tu qui? –
– Volevo sapere come stessi, ti sei sentita molto male quando eravamo al ristorante. –
– Davvero? – si morde il labbro, credo che qualcosa sia andato storto. Lo sapevo, mai che una cosa filasse liscia come l'olio con lei. – Non mi ricordo niente – mi dà le spalle e si lascia andare con la faccia sulle lenzuola. – Cosa c'è che non va in me? Perché non riesco più a ricordarmi le cose? Credevo di avere l'ipertimesia, ho impresso in mente ogni cosa che mi sia successa fino ad ora, cosa sta succedendo adesso? – i suoi occhi sono velati dalle lacrime, il mio cuore si chiude in una morsa. È colpa mia, è colpa mia se si trova in questo stato. Mia e di quegli altri decerebrati che mi porto appresso. Le stiamo rovinando la vita.
– Tu non c'entri niente Rose, non sei tu il problema – mi passo una mano tra i capelli biondi, cominciando a camminare avanti e indietro per la stanza. E adesso come glielo dico? Dannazione. È tutta colpa di Albus.
– Che intendi dire? – mugola, ancora con il volto sepolto nel letto. Devo farcela.
– È meglio che rimani seduta, c'è una cosa che devi sapere – mi mordo il labbro mentre lei fa come dico. In fin dei conti le sto facendo un favore, no?
Insomma, quanto può essere difficile dire ad una persona che le stai praticamente nascondendo metà della sua e della tua vita?
Sbaaaam!
settantatré volte grazie a voi che state leggendo la mia storia, vi adoro, anche se non ho ancora sentito la vostra 'voce' e, a volte, mi sembra di parlare da sola ahaha.
Anyway, cosa ve ne pare del capitolo? Sembra che le cose si siano complicate e che Albus e Daniel nascondano un segreto, quale potrebbe essere?
Vi ringrazio ancora per star seguendo questa storia, significa davvero tanto per me, davvero, però mi piacerebbe anche poter interagire con voi, giusto per non sembrare una pazza ahaha.
Okay ora vi lascio che devo continuare a studiare economia, l'appello si avvicina ed io non sono per niente pronta.
Un bacio,
G xoxo
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