Capitolo 6.
Canzoni per il capitolo:
One Republic - Love Runs Out
Matthew Mayfield - Take What I Can Get
-"Supponi che vi sia nella nostra anima una cera impressionabile, in alcuni più abbondante, in altri meno, più pura negli uni, più impura negli altri... È un dono, diciamo, della madre delle Muse, Mnemosine: tutto ciò che desideriamo conservare nella memoria di ciò che abbiamo udito, visto o concepito si imprime su questa cera che noi presentiamo alle sensazioni o alle concezioni. E di ciò che si imprime noi ne conserviamo memoria e scienza finchè ne dura l'immagine". - Platone
<< Penso sia stata una delle giornate più stancanti di sempre >> si lamentò Noemi, uscendo dalla classe e massaggiandosi la mano per il duro lavoro svolto in classe.
In effetti, quel giorno era stato parecchio difficile seguire tutto. Le lezioni erano diventate pesanti, nonostante gli argomenti trattati fossero parecchio interessanti. I professori sembravano essersi messi d'accordo sul fatto di parlare il più velocemente possibile per impedire a noi poveri studenti di appuntare tutto. Nessuno nelle classi era stato in grado di segnarsi tutto.
<< Solo a me ricordava un rapper? Le parole uscivano dalla sua bocca quasi come se fossero state rappate! Molte facevano anche rima. >> disse Ale, facendo riferimento alla professoressa di storia medievale.
<< Sì, l'ho notato anche io... Ma chi lo sa! Forse oggi non è giornata per lei. >> cercai di giustificare la prof.
<< Cosa fate questo pomeriggio? >> domandò Noemi
<< Penso che dormirò e poi farò le prove con la band! C'è un brano dei Guns' n Roses che non riusciamo ancora a suonare in modo corretto... Non siamo abbastanza sincronizzati! Avremo parecchio lavoro da fare >> spiega Ale. Già, aveva veramente un brano da imparare. Un brano che io ormai conoscevo quasi a memoria, dato che erano sette mattine consecutive che non aveva fatto altro che provare e provare lo stesso identico pezzo. Ormai non ce la facevo più...
<< Io dovrei studiare! Si sono accumulati parecchi argomenti, e ho bisogno di interiorizzarli tutti>> mi giustificai. << Penso che quindi andrò in biblioteca >> Ero sicura che non sarei stata in grado nemmeno di studiare i primi due paragrafi se fossi rimasta nel mio appartamento.
<< Peccato, volevo farmi un giro per la città! Ho tutta una lista di cose da comprare, un negozio dopo l'altro>> si lamentò Noemi.
<< Sarà per un'altra volta >> le dissi ignorando volutamente che avesse bisogno di uan lista anche per fare shopping e salutai entrambi i miei amici.
Uscii dall'edificio e andai a prendere qualcosa di veloce da mangiare in un bar che frequentavo da parecchio tempo. Un bel panino o un tramezzino riuscivano sempre a migliorare la mia giornata. Non capii mai perché, ma un pasto veloce come quello riusciva sempre a farmi stare bene, era in grado di darmi tutte le energie necessarie per affrontare la parte della giornata più difficile, il pomeriggio.
Sì, odiavo il pomeriggio perché dopo l'ora di pranzo mi veniva sempre sonno! Nemmeno il caffè riusciva a farmi stare in piedi... Mi bastava tornare in appartamento e crollare in due secondi sul mio letto.
Divorai il mio panino con la cotoletta in pochi minuti e mi affrettai a raggiungere la biblioteca pubblica, posto ideale per la mia concentrazione. E per fare filosofia, me ne sarebbe servita davvero tanta di concentrazione, dato che gli argomenti svolti non erano poi così semplici!
Provai un grandissimo piacere quando finalmente trovai il mio piccolo angolino della biblioteca e cominciai a leggere i miei appunti, con la pace e il silenzio che regnavano nella stanza. Sfogliai il quaderno e ripresi dall'ultimo argomento che il professore aveva spiegato, ossia l'estetica.
<< L'estetica è il settore della filosofia che si occupa di analizzare le conoscenze del giudizio morale e spirituale >> sussurrai sottovoce, mentre scorrevo ogni singola parola con gli occhi. Lo studio sembrava procedere alla perfezione, memorizzavo i concetti in poco tempo, come se fossero già stati presenti nella mia testa da molto più tempo. Ero più che convinta che chiunque avrebbe provato quella mia stessa grinta per la filosofia se solo ne fosse stato parecchio ossessionato. Parola dopo parola, la mia mente sembrava libera da qualsiasi preoccupazione e malinconia, e andai avanti per un po', lasciandomi trasportare dalle menti geniali dei filosofi.
Parola dopo parola, riuscivo a memorizzare tutto alla velocità della luce... Solo una cosa riuscì a distrarmi... O meglio, qualcuno.
<< Come mai qui, tutta sola soletta? >> domandò Ethan, sedendosi sul posto libero davanti a me.
Se c'era una cosa che odiavo tantissimo, era proprio quella persona che puntualmente si presentava quando finalmente sentivo la voglia di studiare.
Mi era capitato tante volte durante l'anno del liceo!
C'erano state delle volte in cui studiare matematica diventava piacevole, solo perché ovviamente dopo tanto esercizio e sforzo ero riuscita a capirne i vari concetti. Proprio quelle volte, o mia madre, o Noemi, o qualsiasi altra persona, si presentava in camera mia per distrarmi. Certe volte pensavo lo facessero apposta!
<< Sai, è una biblioteca! Le persone vengono qui per stare da sole e studiare... >> ironizzai. Il fastidio era più che evidente nella mia voce, e lui lo intuì.
<< Scusa, non volevo disturbare>> si scusò. << Me ne starò qui, buono, a ripassare la mia amata algebra. Sai, ho preso tantissimi appunti >> disse, tirando fuori dallo zaino un foglio scarabocchiato con tantissimi numeri e strane formule che, grazie a Dio, non sarei mai stata costretta a studiare!
Fu proprio in quel momento che mi ricordai del foglietto che qualche giorno prima avevo trovato per terra. Non sapevo che consegnarglielo o se tenerlo per me... In realtà, mi piaceva molto! Ethan era molto bravo a disegnare. Il problema era che la curiosità di sapere che cosa rappresentasse, era molto più grande, e perciò mi chinai per prenderlo dalla borsa.
Lo appoggiai sul tavolo: << Intendi, appunti come questi? Sai, non sapevo che nella facoltà di astronomia si disegnassero stelle durante le lezioni >>
Srotolò il foglio accartocciato e guardò con attenzione i disegni che aveva fatto. Corrugò la fronte e dopo qualche attimo di silenzio, riappoggiò il foglio sul tavolo e disse:<< Questo non è mio >>
Non era suo? Avrei potuto giurare su qualsiasi cosa che quel disegno era caduto proprio dal suo quaderno! Forse avevo visto male... O forse mi stava semplicemente prendendo in giro.
<< Non è possibile... Questo foglio è proprio caduto dal tuo quaderno qualche giorno fa >>
<< Ti sarai sicuramente sbagliata! Non mi sarei mai permesso di fare una cosa del genere durante le mie care lezioni di algebra, o di fisica! No no. Non è da me.>> sembrava abbastanza convincente, eppure in qualche modo il tono della voce sembrava tradirlo. Maledetto Ethan...
<< No, sono sicura. Al cento per cento!! E poi, sbaglio o eri proprio tu quel ragazzino che durante le lezioni non facevi altro che disegnare stelle >> continuai ad insistere, più che altro per vedere la sua reazione.
<<Le persone cambiano, crescono e capiscono tante cose. E io ti dico che ti stai sbagliando in pieno >> dopo quelle sue parole, decisi di arrendermi e di lasciare perdere.
Pensai fosse stata solo una questiona di prospettiva. A causa di tutti ragazzi che erano stati presenti davanti alla facoltà in quel momento, sicuramente mi era solo sembrato che fosse caduto il foglio a Ethan. Quel disegno apparteneva a qualcun altro, ma a chi? E soprattutto, che significato aveva? Ero certa che il ragazzo davanti a me sarebbe stato in grado di darmi una risposta.
<< Visto che tu fai astronomia... Non è che per caso sapresti dirmi cosa dovrebbe significare questo disegno? Sono giorni che sto cercando di capirlo, ma mi risulta abbastanza difficile >> domandai indicandogli le varie stelle e in particolare quella che sembrava contraddistinguersi dalle altre.
<< Mi sembra ovvio che tu non sia riuscita a capire nulla... D'altronde, ho capito fin da subito il tuo livello di conoscenze in ambito scientifico! Com'è che avevi nominato quella famosa galassia? Adromoida ? >> ridacchiò, ricordandosi della prima volta che provai ad attirare la sua attenzione in seconda media... Pensavo, o meglio speravo, che se ne fosse completamente dimenticato!
<< Fai finta che io non ti abbia chiesto nulla >> dissi scocciata. Non solo era riuscito a rovinarmi la vita, ma aveva anche il coraggio di fare lo sbruffone con me. Che bella faccia tosta!
<< Stavo scherzando! Se ti tranquillizzi e smetti di fare l'antipatica, ti spiego tutto>>
<<Io faccio l'antipatica? Sei sicuro? >> cercai di mantenere un tono di voce abbastanza basso perno dare fastidio alle persone che a qualche metro di distanza stavano cercando di studiare, ossia quello che anche io avrei dovuto fare.
<< Ricorda : o ti calmi, o niente spiegazione >> continuò a stuzzicarmi, e io presi un respiro profondo per mantenere la calma.
<< Parla >> esortai.
<< Così mi piaci. >> sorrise, e cominciò a spiegare:<< La mia chiaramente è solo una teoria, ma dato che sono molto bravo in queste cose, puoi prenderla anche per una cosa certa >>
<< Modesto>> commentai.
<< Quanto basta. >> rispose. << Ciò che riesco a dedurre dal disegno, è che si tratti di una stella fuggitiva. Questa stella al centro, è isolata dalle altre e sembra vagare senza una meta ben precisa! Non appartiene ad alcun tipo di sistema. Viaggia nello spazio per conto suo e ad una velocità tutta sua. Non dipende da niente. Per persone come te, ossia ignoranti in questo campo, non saprei in che altro modo spiegarlo! Chiaramente non è così semplice come credi. Ci sono tanti altri fattori che contraddistinguono una stella fuggitiva dagli altri tipi di stelle, ma ci metterei troppo tempo. E comunque, risulterebbe inutile... Dato che alla fine saresti anche in grado di attribuire un nome completamente inventato... Qualsiasi riferimento ad Andromoida è puramente causale >> mi prese in giro.
La questione mi affascinò parecchio... Perché mai qualcuno avrebbe mai perso una lezione intera per disegnare una cosa del genere?
<< Andromoida è una storia passata, ormai. L'avevo fatto solo per attirare la tua attenzione. >> Ammettere quelle piccole cose davanti a lui faceva male. Ricordavo alla perfezione le ricerche che avevo fatto per poter fare colpo su di lui, e per fare in modo che potesse rivolgermi parola. Ripensarci dopo tutto quel tempo mi fece ridere... Che perdita di tempo che era stata.
<< Sì, passata. Ma si sa che il passato ci segna in qualche modo, e quella galassia completamente inventata penso che me la ricorderò per il resto della mia vita! >> continuò a scherzare.
Un piccolo sorriso prese posto sul mio volto, ma lo allontanai non appena mi resi conto del fatto che Ethan non potevo stare bene. No. Ethan era una persona da odiare.
In un certo senso, sapere che quello sarebbe stato un piccolo ricordo che si sarebbe portato dietro per molto tempo, mi faceva stare bene perché i miei tentativi avevano avuto una buona fine. Ma allo stesso tempo, parlare del passato mi ricordava che se forse non avessi mai avuto il coraggio di parlargli di Andromeda e di avvicinarmi a lui, non sarei mai finita in quella situazione.
Restai in silenzio e lasciai che il mio sguardo tornasse a concentrarsi sui miei appunti di filosofia. Lo studio era l'unico motivo per il quale mi trovassi in quel posto!
<< Certo che ne è passato di tempo... >> sussurrò Ethan ad un certo punto. <<... Intendo dalla volta in cui hai deciso di condividere la tua merenda con me. >>
<< Tu non hai nemmeno idea di quanto avessi faticato per sentirti anche solo parlare! Eri davvero antipatico >> confessai.
<< Talmente antipatico che passavi tutte le sere con me, in quella casetta sull'albero.>>
<< Mi piaceva guardare il cielo, solo questo. >> mi giustificai.
<< E a me piaceva raccontarti delle grandi cose che succedevano nell'universo mentre noi, piccoli umani, stavamo seduti su un pavimento di legno, ad immaginare e osservare>> lo sguardo era puntato in basso, come se far riaffiorare quei ricordi gli facesse quasi male.
<< Sai, dopo che te ne sei andata, sono tornato lo stesso in quel posto. Entravo di nascosto nel giardino di tuo padre e salito le scale per potermi chiudere dentro quella casetta e continuare il mio studio sulle stelle. Mi piaceva far finta che tu ci fossi ancora e che fossi la ad ascoltarmi... Mi mancava la mia amica troppo chiacchierona.>>
Mi piaceva sentirlo parlare di quel periodo in cui ero mancata... Mi faceva riflettere : Ethan era sicuramente una persona cattiva, che pensava solo a fare del male senza alcun motivo valido.
Non volevo avere nulla a che fare con lui, no, mi aveva rovinato la vita! Ma sentirlo parlare in quel modo del nostro passato mi colpì un po'. Ero stata, per molto tempo, certa del fatto che non avesse alcun lato positivo nel suo carattere. Ma in quel momento, quella piccola certezza cominciò a sgretolarsi lentamente. Aveva mostrato un lato del suo carattere che pensavo fosse inesistente, ossia la sensibilità. Ma sicuramente non bastava a compensare ciò che aveva fatto.
<< Non ero troppo chiacchierona. Eri tu troppo silenzioso >> chiusi il discorso.
<< In ogni caso, mi mancava troppo quella vocina squillante che ogni sera mi chiedeva di parlare del sistema binario. Ricordo ancora che mi chiedevi spesso 'com'è possibile che noi vediamo un'unica stella? Io voglio vederle tutte e due' >> imitò la mia vocina squillante che, ahimè, avevo a dodici anni. Non che all'età di diciannove anni fosse cambiata di molto, ma era già più sopportabile.
Non potei fare a meno di scoppiare a ridere per il modo buffo in cui aveva cercato di imitare la mia vocina! La tonalità scura e profonda, lascio spazio ad una voce spezzata e strana.
Mi stavo sentendo davvero bene con lui. Forse anche troppo. Col passare degli anni, mi ero dimenticata di quanto quel ragazzo fosse stato in grado di farmi sorridere e quindi stare bene! La mia testa si era autoimposta di ricordarlo come un ragazzo stupido, antipatico e poco affidabile, e mi sentii in colpa quando Ethan si dimostrò essere tutt'altra persona.
Forse era cambiato? Era maturato? Forse ciò che gli era successo in passato in seguito alla sua rivelazione lo aveva cambiato. Gli aveva fatto entrare in quella testa che il suo modo di comportarsi in determinate situazioni era sbagliato e che doveva cambiare per non avere alti problemi. Forse si era pentito, e proprio per quello aveva deciso di crescere e di diventare una persona migliore.
Mille domande e forse di più, cominciarono ad assillarmi improvvisamente, mandandomi in confusione. Sentivo di non poter più stare in quella biblioteca con lui perché avevo paura di come le mie emozioni stessero avendo effetto sulla mia testa!
<< Credo che per me sia giunta l'ora di andare >> ero chiaramente agitata e persa con il pensiero. Infilai il mio quaderno dalla borsa e mi alzai dalla sedia in pochi secondi.
<< Di già? Da quanto sarai qui? Un quarto d'ora?>> mi prese in giro.
<< Non sono affari tuoi >> fu la mia risposta secca.
Avrei sicuramente preferito studiare in una stanca chiassosa, anziché passare anche solo altri cinque minuti con Ethan. Raggiunsi la fermata dell'autobus e in poco tempo arrivai nel mio solito appartamento, al secondo piano del condominio.
Mi piaceva abitare in quella zona, soprattutto perché era più comoda per quanto riguardo la tempistica e i mezzi di trasporto per raggiungere l'università. Avere una coinquilina non era così fastidioso come pensavo.
Quando avevo visto Gracia per la prima volta, non mi aveva convinta più di tanto. Non per il suo carattere, anzi, era una persona davvero solare e mi faceva sorridere ogni volta che parlava in italiano con il suo bellissimo accento spagnolo. Semplicemente non ero contentissima all'idea di dover condividere tutto con qualcuno che a mala pena conoscevo.
Però non c'era quasi mai, tanto che mi meraviglia incrociandola nel corridoio.
<< Esco. Torno per le undici questa sera, perciò non ti spaventare se senti qualcuno camminare per la casa. Sarò io.>> ridacchiò Gracia, scuotendo la sua chioma di capelli scuri e appena piastrati.
<<Certo! Divertiti>> la salutai, prima di tornare nella mia stanza, pronta a passare un pomeriggio uguale a tutti gli altri.
Io mi ritirai nel mio piccolo e pacifico antro, pronta a passare un pomeriggio rilassante in compagnia dei miei filosofi preferiti, tra i quali Epicuro.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top