Capitolo 28.
Canzoni per il capitolo:
The 88 - No One Here
Fink - Looking To Closely
"Per virtù del grande demone ( che è l'amore) attraverso lo spirito, l'anima si congiunge al corpo, attraverso l'anima si congiunge allo spirito una forza più separata e divina, e attraverso un numero più o meno grande di enti intermedi tutte le cose dell'universo sono connesse e concatenate a tutte le altre. (Giordano Bruno) "
E il anche quel famoso pomeriggio in cui Ethan aveva deciso di portarmi in giro con lui, arrivò. Ci misi un'ora e mezza per prepararmi. La situazione con Noemi non si era risolta, am speravo con tutta me stessa che avrebbe capito le mie ragioni. Che avrebbe capito che quello che mi legava a Ethan era uan cosa diversa, strana, che non avevo saputo gestire bene. Avevo sbaglitao, ma era stato più granhde di me. sembrava finalmente risolta, anche se era passato davvero poco tempo. Sarebbero dovute passare una o due settimane prima che la mia migliore amica riuscisse a metabolizzare tutto ciò che le avevo raccontato, ma quel giorno mi bastava solamente sapere che la verità era stata detta e che non c'era alcun bisogno di nascondere nulla. Allo stesso tempo, però Aavevo paura che il mio rapporto con lei cambiasse radicalmente a causa della mancanza di fiducia da parte sua. Le ore che precedevano l'appuntamento con Ethan passavano velocemente tra pensieri su Noemi e ansia sul come prepararmi per uscire. Lui non mi aveva anticipato nulla riguardo al posto, perciò puntai su uno stile casual, per andare sul sicuro.
Qualche minuto prima dell'orario stabilito, il campanello suonò.
Andai ad aprire la porta, ed ecco che Ethan mi si presentò davanti con un sorriso mozzafiato stampato in volto. Come me, anche lui indossava un cappellino nero, appoggiato sulla testa in modo tale da far uscire le punte dei suoi capelli dalle estremità, una giacca pesante, e sotto un maglioncino blu, il suo colore preferito.
<< Pronta?>> domandò.
<< Certo>> risposi chiedendo la porta dietro di me.
Uscimmo dal condominio e appena misi piede fuori, capii di quanto preoccupante potesse essere la situazione. Il vento soffiava davvero forte, sentii le mie mani gelare in pochi minuti e perciò le strofinai l'una sull'altra per riscaldarle rapidamente.
<< Freddo?>> domandò sorridendo. Allungò la sua mano per afferrare la mia, intrecciò le nostre dita e se la infilò nella tasca della giacca. Fu davvero piccolo il gesto, ma dentro di me sentii calore propagarsi in ogni mia singola cellula.
<< Adesso va meglio>> sussurrai, sentendo le mie guance rosse per l'imbarazzo.
Era la prima volta che i miei sentimenti per Ethan cominciarono a manifestarsi senza avere paura di uscire allo scoperto, e sì, era davvero strano pensare che dalla nostra piccola casetta sull'albero fossimo diventati quello, una cosa sola.
<< Allora, siccome il sole calerà tra pochi minuti, ho intenzione di portarti in un posto che pochi conoscono e che anche io ho scoperto da poco. Diciamo che ci porto solamente le persone che contano davvero per me.>> capii la frecciatina. << Nessuno dovrebbe disturbarci, in teoria>>
<< E quale sarebbe questo posto?>> domandai curiosa.
<<è un piccolo posto in cima ad una collina, ci metteremo un po' ad arrivare in cima, ma ti dico che ne vale assolutamente la pena.>> sembrava davvero entusiasta. << Si vede benissimo la città dall'alto e di notte, anche qualche stella>>
Non c'ero mai stata in un posto come quello e sinceramente non vedevo l'ora, perché dal modo in cui ne parlava e in cui gli si illuminavano gli occhi, si percepiva non era per niente male.
<< Dai, salta in moto. è un po' distante da qui, e se ci andassimo adesso arriveremmo domani>> si fermò davanti al motorino parcheggiato non troppo distante dal mio condominio.
<< è l'ultima volta che salgo su questo coso. Ogni volta che sfrecci tra le auto, mi fai venire i brividi. >> dissi infilandomi il casco.
<< Ah, ma non l'hai capito? Lo faccio apposta. Più vado veloce, più ti faccio paura e più ti stringi forte a me. Mi piace. >> spiegò facendo spallucce. Io abbassai lo sguardo e cercai di nascondere il sorriso dentro a quel casco, perché tutto mi risicava facile, tranne che esternare i miei sentimenti in modo evidente.
<<Inutile che ti nascondi, lo so che stai sorridendo>> canticchiò prima di sedersi davanti a me.
Qualche minuto dopo, stavamo sfrecciando tra le macchine come al solito tra le macchine. Mi strinsi forte a lui, non tanto per l'alta velocità alla quale ormai ci avevo ormai quasi fatto abitudine, ma per il fatto che solo in quel modo mi sentissi sicura.
Arrivammo ai piedi della collina che tanto amava e salimmo fino a quando non arrivammo davanti a una serie infinita di scale... Guardai in alto, ma non riuscii a vedere la fine. Mi chiesi come avrei fatto ad arrivare fino a lassù, ma, per evitare di andare in panico, preferii non darmi una risposta ben precisa.
<< Vuoi scendere, o aspettarmi qua giù sulla mia moto. Che c'è? Ti sei affezionata ?>> ridacchiò, vedendomi ancora seduta comoda sulla moto.
<< No, certo che no.>> risposi immediatamente scendendo. << Dobbiamo andare lassù?>>
<< Sì, brava, hai indovinato. Se vuoi beccare il tramonto, ti consiglio di darti una mossa>> mi disse, quando gli passai il casco.
La cosa che sentii uscire dalle sue labbra, mi stupì. Ricordo benissimo quando da piccola gli chiedevo di trovarci sotto casa mia prima del tramonto per poterlo osservare insieme! Sì, amavo i tramonti per la loro abilità di rendere tutto improvvisamente magico, romantico, misterioso... Amavo l'idea di poter, un giorno, guardare quelle sfumature arancioni, insieme alla mia anima gemella. A quanto pare, quella cosa era rimasta parecchio impressa in testa a Ethan. Da piccola lo costringevo, e lui mi odiava per quello.
<<Te lo ricordi ancora?>> domandai.
<< Daisy, io mi ricordo ogni singola cosa di te>> rispose.
E con quella frase, riuscì a rendere quella giornata perfetta, indimenticabile. Non pensavo che ricordasse così tanti piccoli particolari di me, e sicuramente non era assolutamente cosa da tutti ricordarsene per così tanti anni.
<< Dai, andiamo>> mi afferrò la mano e insieme cominciammo a salire.
Passo dopo passo, cominciai a sentire la stanchezza, ma in un certo senso il contatto con la mano di Ethan riusciva anche a darmi una piccola grinta in più per poter arrivare in cima. Quasi avevo il fiatone, ma ne valse davvero la pena. La mia città, dall'alto, sembrava un posto che mi era completamente sconosciuto. Da quell'altezza, riuscii ad ammirarla in tutto il suo splendore mentre veniva colorata dai leggeri raggi del sole e dal cielo sfumato...
<< Allora? Che ne pensi? Non ti fa venire i brividi?>> domandò Ethan.
<< è semplicemente bellissimo quassù. Non avevo mai visto la città dall'alto, e ammetto che riesco a guardarla con occhi diversi.>> risposi.
<< Lo dici perché non hai ancora visto com'è bello di notte. Qualche ora, e fidati che mi chiederai più spesso di portarti qui>> mi fece l'occhiolino. << Dai, nel frattempo andiamo a sederci su quella panchina>>
Ci accomodammo, e io mi strinsi le gambe al petto nel vano tentativo di riscaldarmi. Il vento tirava ancora più forte lassù, ma era reso sopportabile dalla bellezza del tramonto che lentamente stava scomparendo per lasciare spazio alle sfumature del blu, il colore che ormai mi faceva sempre venire in mente Ethan.
Il mio sguardo, ad un certo punto, si andò a posare sul suo piccolo tatuaggio. Lui notò dove era andato il mios guardo e disse: , e notai solo allora che il disegno sembrava incompleto. Mancava un pezzo.. << Devi ancora completarlo?>>
<< Cosa?>>
<< Il tatuaggio>> risposi.
<< Ah, sì... Devo ancora completarlo sai. Ho lasciato a posto un vuoto qua, nella traiettoria, perché avrò intenzione di completarlo quando incontrerò la persona giusta.Come in un sistema binario, le due stelle saranno destinate per sempre ad essere legate. E mi piace pensare che questo possa rispecchiarsi nella mia vita.>> mi disse. << Magari, chi lo sa, quella stella mancante l'ho già trovata>> aggiunse guardandomi.
Un sistema binario, due stelle che ruotano insieme per sempre, esattamente come due persone che sono destinate a stare insieme per il resto della loro vita.
<< Te lo auguro, Ethan, davvero>> fu l'unica cosa che fui in grado di dire.
Parlammo del più e del meno, di Noemi, di come stesse andando l'università e gli domandai come si trovasse nella nuova città. Non ci fu molto da dire, perché entrambi stavamo aspettando con impazienza il buio, la notte, le stelle... E quando finalmente giunse quel momento, entrambi ci alzammo dal panchina per osservare il cielo stellato in tutta la sua bellezza.
Da quella altezza si vedevano benissimo alcune costellazioni che in precedenza non avevo mai visto. Certo, non ne conoscevo i nomi, ma ero più che sicura che mai il cielo fu così stellato come quella volta.
<< Ci siamo>>
<< Ecco il grande carro, lo vedi?>> domandò, e io riuscii subito a creare linee immaginarie tra le stelle, collegandole tra di loro fino ad ottenere la figura desiderata.
Riuscivo a vederlo alla perfezione.
In quel momento, mentre Ethan mi mostrava altre costellazioni, mi sentii tornare bambina. In quel momento, era come se fossi su quella casetta sull'albero, piccola e indifesa, che mi ha vista crescere piano piano, piangere e sorridere. Quel posto era diventato speciale grazie ad Ethan e ai suoi racconti. E in quel momento, mentre mi spiegava come si facesse a distinguere in lontananza una stella da un pianeta, la domanda che più spesso facevo, uscì dalla mia bocca:<< Dimmi qualcosa di nuovo del sistema binario>>
Sorrise:<< Non c'è tanto altro da dire, a parte questioni fisiche che non capiresti.>> abbassò lo sguardo come per riflettere, poi parlò:<< Beh, diciamo che i sistemi binari non sempre sono formati solo da due stelle. Esistono le stelle triple, che è un sistema stellare in cui tre stelle sono collegate tra di loro. Due di loro, creano un normalissimo sistema binario, l'altra ruota attorno a queste due a distanza. Un esempio, è la stella Polare... E un sistema di tre stelle.>>
E lì, mi risultò inevitabile pensare a come una cosa del genere potesse riflettersi nella vita reale. Se un sistema binario era formato da due stelle, ossia due persone, allora un sistema ultimo da tre stelle, era formato da tre persone. Due sono destinate a stare insieme, l'altra a ruotare attorno a loro a distanza...
<< Chiaramente il sistema binario ha più fascino, nel senso, quando viene usato per due persone nella vita reale.>> disse.
<< Tu pensi di aver già trovato qualcuno che possa farti compagnia nel sistema binario?>> domandai.
<< Sì, non ne sono sicuro, ma non mi dispiacerebbe se quella persona decidesse di starmi accanto. Il problema è che ha paura. Paura del passato, di farsi di nuovo del male e di ferire una persona che le sta molto a cuore. >> stava chiaramente parlando di me.
<< Ma si sa, che anche la paura può essere superata se accanto si ha la persona giusta>> risposi.
Ethan si voltò nella mia direzione, e con la poca luce che c'era lassù, riuscii a vedere un piccolo sorriso stampato sul suo volto. Ad un certo punto, dalla tasca della sua giacca, tirò fuori una collana. Posizionato su un filo nero, c'era un piccolo gioiello a forma di stella, o meglio, a forma di due stelle intrecciate tra di loro, con ai lati incisa una frase... Quando la lasciò cadere tra le mie mani, riuscii a malapena a distinguere le parole:" Quando la notte indossa le stelle, pensa a me. -Ethan "
<<Oggi stavo passeggiando per la città, e quando ho visto questa collana ho subito pensato a te, o meglio, a noi. Mi sono venuti in mente tutti i momenti passati dentro quella casetta di legno, tutti le storie sulle stelle che ti raccontavo e tutte le volte che ti addormentavi sulla mia spalla ascoltando la mia voce.>> mi disse. << Ho pensato a come possa essere passato in fretta il tempo, ma anche a come le cose tra di noi siano cambiate. Dopo tutto questo tempo, il destino ha voluto farci incontrare di nuovo. Non so che cosa succederà in futuro, e per adesso non voglio nemmeno pensarci. Ma voglio che tu mi prometta una cosa: quando la notte indossa le stelle, pensa a me. Pensa a me, e a tutto ciò che abbiamo passato insieme, da quando eravamo piccoli, ad adesso.>>
Strinsi la collana tra le mani, e, dopo aver raccolto tutto il coraggio presente dentro al mio corpo, mi avvicinai e feci unire le nostre labbra. Il bacio per lui fu inaspettato, inizialmente. Sembrava non riuscire a realizzare che tutto quello stesse succedendo sul serio. Non ci riuscivo nemmeno io, in realtà. Eppure ero là, con Ethan, dopo sei anni a far succedere l'inaspettato.
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