Capitolo 23.

Canzoni per il capitolo:

Ed Sheeran - Tenerife Sea

Birdy - All You Never Say

"Fotografare le stelle è come fotografare il passato, perché quello che noi vediamo è già accaduto miliardi di anni prima."

<< Come immagino sappiate bene tutti, il primo fondatore dell'estetica intesa come disciplina filosofica è stato Baumgarten. La sua teoria, però, verrà ripresa e studiata in modo più dettagliato da un altro filosofo importante. Il suo nome è Immanuel, quindi di chi sto parlando?>> domandò il professore alla classe, che quella mattina sembrava non voler in alcun modo prestare attenzione alla lezione.

Molti usavano il telefono, altri ascoltavano musica con le cuffiette, alcuni mangiavano e la maggior parte chiacchierava con il compagno accanto, creando così un brusio in sottofondo davvero insopportabile. In realtà, nemmeno io stavo veramente seguendo la lezione.

<< Daisy? Cosa stai facendo?>> domandò Noemi accanto a me, guardando con attenzione le cose che stavo scarabocchiano sul mio quaderno degli appunti...

Avevo solamente scritto il titolo 'Estetica' e il resto era venuto fuori da sè. Le stelline erano seminate ovunque, attorno al titolo e disposte in modo ordinato all'interno dei quadratini. Sulla pagina del mio quaderno si era appena creato un piccolo universo, quello che Ethan era stato in grado di farmi conoscere.

La sera precedente l'avevamo passata a parlare e parlare, stando attenti però a non fare più alcun tipo di riferimento al passato per paura di creare situazioni imbarazzanti. Avevamo preferito uscire in terrazza e guardare le stelle... Mi aveva mostrato qualche costellazione della quale non ricordavo nemmeno più il nome, tanto ero esperta e brava in nell'ambito.

Aprii la bocca per rispondere a Noemi, ma non ce la feci perché il professore si rivolse a me con la domanda:<< Daisy, salvaci tu dall'ignoranza>>

<< Immanuel Kant>> risposi.

<< Qualcuno almeno segue le mie lezioni. Vi ricordo, che se queste cose non vi interessano minimamente, quella è la porta.>> alzò la voce, e diventò improvvisamente severo. Afferrò un gessetto e lo lanciò in direzione di un gruppo di ragazzi che non riusciva a tenere la bocca chiusa:<< E voi, per la prossima volta, dovrete portarmi una relazione in cui dovete sottolineare le differenze fondamentali tra la critica della ragione pura e quella pratica. Fatelo, e siete ammessi al corso. Se invece succede qualcosa di incredibile, tipo attacchi dallo spazio, diluvio universale, e quindi state a casa, passerete le vostre prossime ore di lezione fuori, in giardino, a studiare passeggiando, esattamente come faceva Aristotele. Ci siamo intesi?>> in seguito a quella domanda, nella classe cominciò a regnare il silenzio.

Nessuno osava più aprire bocca, anzi, i ragazzi cominciarono anche a prendere appunti. La giornata all'università passò più velocemente del previsto, tra appunti e pensieri indirizzati a Ethan. Nessun sarebbe stato più in grado di togliersi dalla testa quelle parole 'E io ci tenevo davvero a te, Daisy'.

La mia testa era così piena di pensieri, che sentii la necessità di andare nel mio piccolo luogo sperduto per fari andare via o per lasciarli scivolare su un pezzo di carta attraverso delle parole, o attraverso un disegno. Finita lezione, dunque, dopo aver preso un panino da un bar, salii sul solito autobus, quasi vuoto, per mia grandissima fortuna.

Morso dopo morso, finiti anche il mio panino, e quindi aspettai fino alla mia fermata.
Quando finalmente arrivai nel mio solito posticino, rimasi qualche minuto ad osservarlo... L'inverno era vicino, e quindi stava arrivando quel periodo dell'anno in cui anche il mio locus amoenus stava diventando meno frequentabile, proprio per la presenza del fango, freddo e foglie colorate sparse ovunque. Era bello da vedere, ma brutto per passarci il pomeriggio.

Quel giorno mi accontentai almeno del sole che riusciva a farsi spazio tra le nuvole e quindi illuminare e rendere tutto più vivace. Appoggiai a terra una coperta che mi ero portata dietro, e mi concentrai sul mio foglio bianco.

Partivo sempre con l'idea di non saper che cosa scriverci sopra, era strano. Il foglio bianco rappresentava benissimo la mia mente nell'esatto momento in cui mi ero messa in testa di voler buttare giù qualche riga dei miei pensieri. Appuntai una prima frase, che cancellai subito qualche minuto dopo perché ritenuta poco adatta o troppo banale.

Andai avanti in questo modo fino a quando non mi sentii sicura dell'inizio, e da lì, il testo cominciò a prendere lentamente forma. Senza nemmeno rendermene conto, stavo già immaginando la storia di due ragazzi che, per qualche ragione, erano destinati a stare insieme perché voluto dalle stelle e dal destino. Immaginavo che fossero come dei sistemi binari, dei quali conoscevo ormai molto bene la definizione dato che la sera precedente Ethan me l'aveva ripetuta per l'ennesima volta.

Aveva aggiunto anche altro, riguardo a un sistema binario formato da una stella calda e una fredda, e fu proprio per questo che cominciai a create il carattere dei personaggi uguali alle due stelle.

Passai il pomeriggio in quel modo, immaginando e scrivendo. Riempii cinque fogli di dialoghi e avvenimenti, cosa che precedentemente non era mai accaduta.

Fino a quando la mia testa non tornò su Ethan...

Continuai a percepire la sensazione delle sue labbra sulle mie per il resto della notte, tanto che continuavo a girarmi e rigirarmi nel letto con la voglia di tornare indietro nel passato per poter rivivere quel momento.

Dopo il bacio, non ci eravamo più detti niente ed era stato mille volte meglio così perché avevo paura che tutto potesse rovinarsi improvvisamente. Sarebbe bastata una parola o una frase sbagliata e la conclusione sarebbe stata disastrosa.

Non passai la notte insonne solo per quello... Dentro di me avevo paura. Non sapevo che cosa sarebbe potuto succedere il giorno seguente, nemmeno come avrei agito nel vederlo. Perché sì, il desiderio di poter baciare di nuovo quella labbra c'era, ed era forte, e l'avrei anche fatto se solo non ci fosse stato un problema... Noemi.

Non potevo fare una cosa del genere alla mia migliore amica. Più e più volte mi aveva parlato di Ethan, e da come ne parlava sembrava davvero presa da lui. Le avevo anche detto che non ci sarebbero stati problemi se fosse successo qualcosa tra di loro o se lei ci avesse provato.

Mi sentivo una persona orribile, e la situazione peggiorò quando ci trovammo per fare berci un caffè insieme al pomeriggio:<< Sai, proprio sta mattina mi sono svegliata con un bellissimo presentimento, sento che qualcosa di bello stia per succedermi... >>

Il caffè che stavo ancora sorseggiando mi andò quasi di traverso, tanto che mi partì un'improvvisa tosse dal nervoso e quasi tutte le persone del locale si voltarono nella nostra colazione. Già, in quel momento esatto mi ricordai per l'ennesima volta del bacio e della mia migliore amica che sarebbe dovuta essere stata al mio posto.

<< Daisy, tutto bene?>> mi domandò preoccupata.

<< Sì... sì, scusa>>

<< Ad ogni modo, ti stavo dicendo che mi sono svegliata con un bel presentimento, che bello. Ah, Ale e Ethan dovrebbero arrivare tra qualche minuto>> guardò l'orologio sul polso. << Oggi ho studiato delle nuove cose di astronomia che non vedo l'ora di raccontare a Ethan. Appena dici anche solo una parola riferita all'astronomia, sembra perdere il controllo e comincia a parlare e parlare, senza più fermarsi. Ed è davvero affascinante quando comincia a dire nomi che non avevo mai sentito... >> continuò a parlare, ma io non riuscivo più ad ascoltarla.

Se solo l'avesse saputo... Più mi parlava di Ethan e del suo modo di essere affascinante, più la mia testa mi riproponeva immagini di quel ragazzo. Sapevo che amava l'astronomia, sapevo che gli si illuminavano gli occhi a sentir parlare anche della cosa più banale riferita ad essa.

Finii il mio caffè con la lingua che stava ormai andando in fiamme, e mi alzai in piedi per prendere le mie cose per andare via prima che qualcuno me lo impedisse:<< Dove stai andando?>> domandò Noemi.

<< Devo fare una cosa importante prima di andare a lezione! Ci vediamo dopo>> mentii.

<< Ma... I ragazzi stanno per arrivare!>> non appena finì la frase, ecco che Ale ed Ethan varcarono la soglia del bar.

Mi paralizzai immediatamente, e lasciai che il mio cervello organizzasse da solo le idee in qualche modo.

Non sapevo quale fosse la cosa giusta da fare...

Andarmene o restare? No, lo sapevo eccome. Dovevo andarmene via.

Feci in modo da tenere sempre lo sguardo puntato verso il basso per evitare di incontrare quello di Ale o di Ethan, e i feci spazio tra i tavoli e le persone che si gustavano la loro appetitosa colazione. Ma non bastò, dato che Ale mi vide e ad alta voce mi disse:<< DAISY>>

Ignorai, e uscii dal locale sana e salva... O almeno, quello era ciò che avevo sperato e pensato per qualche secondo. Ethan mi raggiunse, da solo, con sguardo preoccupato e la voglia di farmi mille domande:<< Stavi cercando di evitarmi?>> lo capì immediatamente.

<< Può darsi... >> lasciai la risposta in sospeso.

<< Il motivo? Sai, speravo che oggi le cose potessero andare bene. Non pretendevo tanto, ma dopo il bacio di ieri sera mi aspettavo almeno un 'ciao' o un 'buongiorno' >> spiegò. << Ho fatto qualcosa di sbagliato?>>

<< Tu no. Io sì. >>

<< Cos'hai fatto?>>

<< Ethan, ascoltami. Voglio mettere bene in chiaro questa situazione. Quello che è successo ieri sera va cancellato per sempre! Ho sbagliato a lasciartelo fare. Non so che cosa ti sia messo in testa tu o che cosa ne pensi esattamente, e non voglio saperlo perché sinceramente non mi interessa. Mi sento in colpa. Sia nei confronti di Noemi, perché la mia migliore amica e non puoi negare di non aver notato che sta cercando in tutti i modi di attirare la tua attenzione. Sia per il passato. Più volte mi sono detta che lasciarti entrare nella mia vita sarebbe stato un grandissimo errore, e ho sbagliato. Non mi posso fidare di te, Ethan, dovresti ormai sapere bene anche perché.>>confessai.

<< Stai parlando di nuovo del passato, Daisy?>> domandò arrabbiato. << Dopo sei anni, tiri in ballo una questione che doveva già essere stata messa via da parecchio tempo. >>

<< Sì, Ethan, sono testarda, dovresti saperlo. E non è solo questo il problema... Non voglio fare del male a Noemi>> spiegai.

Fece un passo verso di me:<< Voglio solo avere chiara una cosa: te ne sei pentita?>>

La domanda mi mise parecchio in difficoltà e non sapevo in alcun modo che cosa dirgli per non rovinare nemmeno quel mini rapporto di amicizia che si era instaurato tra di noi. Non volevo allontanarlo di nuovo...

<< Non ti posso rispondere >> dissi. << è una via di mezzo... Ora scusami, ma devo proprio andare via>> quasi mi misi a correre.

<< E invece conta. Daisy, facciamola finita. Smettiamo di ignorare il nostro problema, ossia quello di mettere in chiaro la situazione riguardo a quel giorno. So che sei convinta del fatto che sia stato io a dire a tua madre del fatto che forse tuo padre la stava tradendo. So anche che pensi che tutto il disastro che è successo dopo, sia colpa mia. Ma non mi hai mai lasciato dire la mia. Non mi hai mai dato il tempo di spiegarti come sono andate veramente le cose. >> questo suo discorso ovviamente attirò la mia attenzione. Ethan sembrava stanco di quella situazione, anzi, sembrava determinato a voler mettere in chiaro la situazione.

Ne rimasi parecchio colpita, soprattutto perché non mi aspettavo una reazione come quella da parte sua.

<< Che cosa stai cercando di dirmi?>>

<< Daisy, non posso andare avanti in questo modo. Più mi avvicino a te, e più non posso fare a meno di vedere la paura nei tuoi occhi. L'ho notato, sai? So benissimo cosa senti ogni volta che provo anche solo ad avvicinarmi a te. Hai paura. Paura di lasciare che ciò che senti dentro venga allo scoperto. Continui a permettere al passato di prendere il possesso del tuo presente, e per questo hai la costante paura di farti del male. Ma so che anche tu hai percepito la mia stessa cosa: il rapporto che avevamo da piccoli, è cambiato. Non siamo più quei piccoli dodicenni ai quali bastava la sola compagnia per poter passare un pomeriggio tranquillo. Adesso abbiamo bisogno di altro, un sentimento più forte, che ci ha tenuti collegati per tutti questi anni. Non ha senso continuare a mascherarlo, è evidente. Ma quella paura, va mandata via in qualche modo. Lasciami fare.>> spiegò.

Ethan si stava offrendo di dirmi tutta la verità, quella che però io già conoscevo. Che senso avrebbe avuto restare là per sentire il mio passato uscire dalla sua bocca? Volevo scappare, allontanarmi da lui, ma una parte di me mi diceva di restare perché quello che avrebbe detto mi avrebbe sorpresa.

<< Ethan, qualsiasi cosa tu faccia, la paura di soffrire e di perdere di nuovo la fiducia nelle persone, resterà sempre perché il passato non possiamo cambiarlo.
Hai sbagliato. Ho sofferto. Chiudiamola qua.>> cercai di concludere.

<< Ed è proprio qui che ti sbagli. Ammettilo che, in fondo, sai di non sapere.>>

<<Sono convinta di avere ben chiara la verità>>

<< Ah si? Allora dimmi un po', cambieresti mai idea se ti dicessi che io quel giorno non ho detto ciò che pensi a tua madre? Che volevo solamente che ti stesse accanto perché sapevo che stavi affrontato un periodo più difficile? >> domandò.

Ero senza parole. Non avrei mai creduto ad Ethan senza prima aver ottenuto una conferma da parte di qualcuno.

Le cose tra di noi stavano andando bene, certo, ma non riuscivo a fidarmi completamente di lui.

Stava dicendo la verità? O mi stava mentendo? C'era una sola persona che poteva dirmi la verità.

L'unica persona a cui non avevo mai avuto il coraggio di chiedere per non farle riaprire vecchie ferite.

N/A:

Ciaoo ragazzii, ho le prime due date per le presentazioni e i firmacopieee ✨✨

La prima a PADOVA : sabato 11 Febbraio alle 17.00, libreria Ubik ✨

La seconda a MILANO: domenica 12 Febbraio alle 17.00, Mondadori (Duomo) ✨

Sono le UNICHE date in Veneto e Lombardia 💕

NON dovete comprate biglietti, basta che vi portate il libro 💕

Non vedo l'ora di abbracciarvi e di ringraziarvi di persona per il vostro grandissimo sostegno 💘

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