Capitolo 13.
Per me, non c'era cosa migliore di passare la domenica pomeriggio a stare stesa a letto e guardare qualche film strappalacrime prima di dover tornare alla mia solita routine settimanale, in cui le cose che dovevo fare erano sempre le stesse : andare a studiare, tornare in appartamento per studiare, e la sera lavorare allo Sbam. Dal lunedì al venerdì, le mie giornate erano monotone, come se lo stesso giorno si ripetesse a 'replay'.
Non era facile la vita dell'università, soprattutto con la quantità di materiale da studiare, ogni pomeriggio mi ritrovavo a dover dedicarmi allo studio fino a mezzanotte, anche ben oltre. Mi ero fatta un programma di studio ben preciso da seguire, in modo da poter arrivare al giorno dell'esame prontissima.
Non ero, per fortuna, una di quelle persone che si prendevano all'ultimo momento, anzi. Spesso l'ansia si faceva così tanto che preferivo prendermi anche in anticipo. Ale invece era il mio contrario. Era sicuro che in una settimana sarebbe stato in grado di fare tutto, cosa impossibile secondo me. La cosa positiva era che, se per un giorno decidevi di non studiare e di rimandare al giorno seguente , andava bene.
Senza interrogazioni costanti e verifiche la vita era più semplice, perché ci si poteva dedicare liberamente alla propria vita sociale. Era sicuramente un ambiente diverso dal liceo.
Solo la domenica capitava di fare qualcosa di diverso, e per 'diverso' intendevo stare stesa a letto per una buona parte della giornata!
Avevo scaricato un film particolarmente triste, ossia ' Le pagine della nostra vita', una storia d'amore particolare e con un finale poco accettabile dalla sottoscritta. Il volume era al massimo sul mio piccolo computer, proprio perché dall'altra parte del muro, Ale aveva messo al massimo volume lo stereo per giocare a qualche stupido e strano alla playstation.
La cosa più bella, era che aveva invitato anche il suo caro amico, ossia Ethan, e infatti ogni tanto si sentivano imprecare e gridare in base alla vittoria o alla sconfitta. Menomale che Nico era uscito con la mia coinquilina , se no il casino dall'altra parte sarebbe stato triplicato, visto che lui era un amante dei videogame e spesso si faceva coinvolgere un po' troppo.
Sarei andata volentieri in quell'appartamento per staccare dalla presa tutto, ma sapevo anche che in seguito mi sarei solo sentita in colpa, e che in fondo prima o poi avrebbero smesso e mi avrebbero lasciata finalmente nel silenzio piacevole del mio piccolo appartamento.
La scena che stavo guardando mi stava facendo quasi scoppiare a piangere, l'amore che legava i due protagonisti del film era talmente forte e mi fu impossibile non commuovermi! Cominciai a pensare a come sarebbe la mia vita se all'improvviso mi ritrovassi a vivere una storia d'amore come quella dei film... Non avevo avuto molte relazioni fino ad allora, ma erano state tutte importanti, ognuna a modo suo chiaramente.
Non perché non ci fossero state tante possibilità.
Semplicemente non ero una di quelle ragazze che si buttavano sul primo ragazzo che si mostravano interessanti. A me piaceva conoscere a fondo le persone, prima di poter avere un tipo di rapporto con loro.
Leonardo l'avevo conosciuto bene grazie ad Ale, siamo usciti insieme per un anno prima che lui mi facesse sapere della sua cotta nei miei confronti. Stessa cosa con i ragazzi precedenti. Mi piaceva stare in compagnia di qualcuno e vivere momenti speciali insieme a una persona che lo meritasse, per poi evitare di pentirmi in futuro.
Con Leonardo non era finita molto bene, solo perché la colpa era interamente sua! Non mi pentivo di essere stata con lui perché sì, avevamo passato dei bei momenti insieme per una buona parte della nostra relazione, solo mi dava fastidio che fosse finita in quel modo. Con i due ragazzi precedenti a Leo, avevo mantenuto un rapporto di amicizia perché mi sembrava assurdo perdere contatti con persone che erano state davvero importanti per una buona parte della mia vita.
Stavo prendendo l'ennesima cucchiaiata di gelato, quando qualcuno bussò alla mia porta. Non avevo idea di chi potesse essere.
Mi diedi un'occhiata allo specchio prima di andare ad aprire, poi, curiosa, mi diressi verso la porta del mio appartamento. I suoi occhi profondi, le ciocche di capelli scuri che cadevano sulla sua fronte e le labbra gonfie, Ethan. Che cosa voleva da me?
<< Ehi>> mi disse, abbozzando un sorriso in volto.
In quel momento, non capii perché, ma il fatto che si fosse presentato davanti alla porta del mio appartamento non mi diede per niente fastidio, anzi, segretamente avevo sperato che potesse trattarsi di lui, anche se non riuscivo ancora a capire perché.
Forse perché la sera precedente le cose tra di noi erano andate particolarmente bene e perché, in qualche modo, inconsciamente, mi aveva fatto cambiare un po' idea su di lui.
<< Ethan, è successo qualcosa?>> domandai.
<< Sì. Ale mi ha chiesto di venire a chiederti di abbassare il volume del tuo film perché si sente troppo e non riesce a concentrarsi su Call of Duty. E sinceramente, questa sarebbe anche una mia richiesta... Si sente un po' troppo, e noi avremmo bisogno di puntare la nostra attenzione sul gioco, non sui discorsi smielati dei personaggi del film che stai guardando>> spiegò.
<<Mi state prendendo in giro, vero? >> domandai.
Mi sembrava assurdo. L'unica persona che in quel momento aveva il diritto di lamentarsi, ero proprio io, che per tutta la giornata avevo sopportati quei due che continuavano ad esaltarsi per uno stupido gioco. Avevano davvero avuto il coraggio di presentarsi da me con una richiesta del genere?
<< No, siamo abbastanza seri>> mi rispose.
<<No, non ho alcuna intenzione di abbassare il volume del mio film solo perché l'avete deciso voi. Mi sono sopportata i vostri stupidi giochetti per tutta la giornata! Adesso tocca a voi>> dissi.
<< Ale non la prenderà molto bene! >>
<< Non mi interessa come la prenderà Ale>>
confessai. Alla fine, presi coraggio e raggiunsi il mio amico nel suo appartamento, che era aperto. Il signorino era seduto a terra con il joystick in mano e con gli occhi scuri concentrati solo schermo della televisione.
<< E così ti stai guardando 'le pagine della nostra vita'? Che tristezza...>> l'avrei ammazzato. Sì, l'avrei fatto sul serio se solo avessi potuto.
<< Ma lo sai che alla fine i due muoiono? >> mi raccontò Ethan.
Tutto avrei accettato, anche di sopportare il volume alto dei loro videogame, ma dopo quello spoiler, avevo solo voglia di vendicarmi.
Mi arrabbiai, e non poco! << Mi stai prendendo in giro? Per tutta la giornata, non ho fatto altro che aspettare che quel medito film si scaricasse! Ho aspettato tanto, per poi farmi dire il finale?>> guardai Ethan, che sembrava orecchio divertito dalla mia reazione.
Rabbia e nervoso si mischiarono diventando una singola cosa, e perciò mi precipitai in direzione della presa alla quale erano attaccate playstation e le casse... Non ci pensai due volte : afferrai i cavi e li strappai dalla parete. Tutto si spense, e il silenzio tornò a regnare nell'appartamento di Ale. << Mi ringrazierete più tardi>>
<< Ma... Ma... Non avevo nemmeno salvato... >> Ale lasciò cadere il joystick dalla mano.
<< Avete entrambi quasi vent'anni. Non credete sia ora di crescere? >> domandai uscendo dalla stanza. Non avevo alcuna intenzione di passare altro tempo con quei due, e perciò me ne andai.
Quando attraversai il corridoio, vidi una borsa rossa appoggiata all'ingresso del mio appartamento. Mia mamma era tornata a dare un'occhiata all'appartamento!
<< Daisy, non mi dire che lasci sempre aperto il tuo appartamento! Lo sai, vero, che girano tante strane persone che potrebbero svuotarti casa in meno di cinque minuti. Mi spieghi cosa ti è saltato in testa? >> domandò arrabbiata.
<< No, ho solo fatto un salto breve da Ale! >> mi limitai a dire.
Io e mia madre rientrammo nel mio appartamento e io tirai un sospiro di sollievo. Per fortuna, non si era accorta del fatto che nella stanza accanto c'era la persona che le aveva fatto capire che genere di persona fosse mio padre . Quella serata avrei preferito passarla in compagnia di mia madre, e basta. Non avevo bisogno di altre persone che potessero ricordarmi il passato.
<< Cosa ti va di fare questa sera? Ho appena finito di vedere un film... Ti va se ne guardiamo un altro? >> domandai.
Non mi rispose, al contrario mi osservò in ogni mio singolo movimento, come se mi stesse analizzando, e qualche minuto dopo infatti << Qualcosa che non va, tesoro?>>
<< Va tutto molto bene>> stavo palesemente mentendo. E lei l'aveva capito.
<< Sai che a me puoi dire tutto>>
Non le avrei mai parlato di Ethan, era l'unica cosa di cui ero certa! Mi sarei inventata qualsiasi scusa per giustificare il mio strano comportamento, ma nulla di più.
<< E va bene... >> cominciai. << Diciamo che io e una persona non siamo capaci di superare il passato. Non abbiamo il coraggio di pensare solo al presente e al futuro. Ha tradito la mia fiducia. Gli avevo raccontato una cosa importante, lo sapeva solo lui, e lui è andata a dirla alla persona che proprio non doveva saperla ... >> spiegai.
<< Ed è qui che vi sbagliate, tesoro. Non ho idea di che cosa sia successo, ma posso garantirti che più continui a pensare al passato, più ne diventi schiava. Non riuscirai mai ad andare avanti se continuerai a torturare la tua testa con i ricordi. Certo, i ricordi hanno la loro importanza, non saresti la stessa ragazza che ho davanti oggi! Ma certe volte devi imparare a metterli da parte>>
<< Tu l'hai mai fatto? >>
<< Tante volte, tesoro. Vedi, per quanto possa risultare difficile, va fatto. Chiaramente, non sempre, non come ho fatto io. L'errore che ho commesso con tuo padre è stato proprio quello di avergli perdonato troppe cose e quindi di avergli dato troppe possibilità che non si meritava. La prima volta va bene. Basta che tu smetta di pensare al passato e alle conseguenze che ha avuto sul tuo presente>> spiegò.
<< Non è semplice>> sussurrai.
<< Non lo è, infatti. Ma va fatto, almeno una volta nella vita>> mi disse. << Adesso mi dici chi è?>>
<< Mamma... >> mi lamentai.
Sapeva bene che non sopportavo quando una persona insisteva parecchio per sapere una cosa:<< Forse ho già capito di chi si tratta>>
Sapeva di Ethan?
<< Lo so che le cose tra te e Leonardo non sono finite molto bene, ma ti ripeto che tutto si sistemerà prima o poi>> sussurrò.
Ma certo... Leonardo...
<< Ne sono sicura!>> risposi. << Guardiamo un film, allora?>>
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