Capitolo 11.

Canzoni per il capitolo

Shane Harper - Like I Did

Bea Miller - yes girl

Citazione: <<La ragione umana viene afflitta da domande che non può respingere, perché le sono assegnate dalla natura della ragione stessa, e a cui però non può neanche dare risposta, perché esse superano ogni capacità della ragione umana.>> (Kant)

<<Non ogni Amore è bello e meritevole di essere lodato, ma soltanto quello che spinge ad amare bene? >> lesse Noemi ad alta voce, mentre eravamo sedute in un bar, pronte a prendere qualcosa per pranzare.
Quel foglietto era rimasto impresso nella mia testa per tutta la giornata. Non avevo idea di chi fosse stato, ed era proprio quella la cosa che continuava a torturarmi!

<< Un ammiratore segreto ! Ma è meraviglioso>>

<< Per niente! Passerò i miei giorni a torturarmi per colpa di questo bigliettino. Devo sapere di chi si tratta>>

<< Deve essere qualcuno della nostra facoltà!>> ipotizzò Noemi.

<< Dici?>>

<< Sì, se no come pensi che sia arrivato al tuo quaderno. Il vero problema sarà proprio quello di scoprire di chi si tratta! Io sono sempre stata brava in queste cose, puoi fidarti di me. Basterà fare una scaletta be definita, in cui ci segniamo tutti nostri compagni di corso >>

Noemi non era per niente brava in queste cose! Più volte aveva tentato di far uscire allo scoperto le ammiratrici di Ale, ma con scarsi risultati. Le sue scalette non servivano a nulla, dato che si basavano su ipotesi inutili... Ma mi dispiaceva dirglielo, così la lasciai fare.

Continuai ad osservare quel foglietto, nella speranza che ad un certo potesse prendere vita e parlare da solo per dirmi chi potesse essere il suo ammiratore, ma nulla. sapevo già che sarei rimasta con il dubbio per un bel po' di tempo!

<< Dobbiamo le calligrafie!>> cominciò a mettere i primi punti sulla scaletta. << Entro domani, questa meraviglia sarà pronta e potremo metterci all'opera. Vedrai, ce la faremo >>

Lo speravo, davvero, ma la vedevo davvero dura!

<< Coomunque, a proposito di ragazzi... Cosa ne pensi di Ethan? >> domandò improvvisamente.

<< Sai bene cosa penso di lui, c'è qualcosa che non mi convince di lui, non so che cosa, è solo una sensazione... Perché me lo chiedi?>> Mentire a Noemi non era facile ma ormai la mia bugia era troppo grande non potevo tornare indietro. Potevo solo metterla in guardia.

<< Penso di essermi presa una cotta per lui. Non ne sono sicura, lo penso solo! L'altra sera, dopo che te ne sei andata, abbiamo parlato del più e del meno, perfino di te! E mi sono sentita davvero bene con lui. Mi ha raccontato tantissime cose interessanti, tra queste una vicenda che gli è successa al secondo anno del liceo. >>

Ovviamente, come potevano mancare le domande su di me. Sembrava voler estorcere informazioni su di me in qualsiasi modo, ma non aveva ancora capito che il modo migliore per averle era proprio quello di fare le domande a me!

<< Ah si?>>

<< Sì. Mi ha detto che ha conosciuto una ragazza quell'anno che l'aveva aiutato ad inserirsi in classe. Non sembra, ma lui era molto chiuso in se. Te lo saresti mai aspettata?>>

Ethan aveva raccontato la storia della seconda media, cambiando dei dettagli. Sentiva davvero la necessità di farlo? << Ah si? Ma non mi dire... >> risposi.

<< Sì. Poi è successo un disastro, perché il migliore amico della ragazza che lo aveva aiutato e lui sono entrati in conflitto. Pensa, il migliore amico era innamorato di quella ragazza, e sai cosa ha fatto? Ha tentato in tutti i modi di far allentare Ethan da lei perché era troppo geloso >> spiegò.

Quasi scoppiai a ridere per la stupidaggine che avevo appena sentito. Ethan era bravo raccontare le cose, o meglio, a inventarle. Non sapevo se la storia faceva riferimento a quella che aveva vissuto sul serio, ma di una cosa ero più che certa: se fosse stata vera l'amico di cui parlava era Tommy e lui non era innamorato di me e non sarebbe mai stato capace di fare una cosa come quella!

Fin da piccoli io e lui avevamo avuto un rapporto parecchio stretto, partendo dalle elementari. Eravamo entrami figli unici, perciò ci piaceva considerarci fratelli perché il nostro rapporto era proprio speciale...

Lui non era tanto l'amico che ti ascolta e ti sostiene, ma era l'amico del gioco, del divertimento e sapevo che lui ci sarebbe stato per me sempre. Alle medie la situazione era cambiata perché nella nuova classe era parecchio ammirato dalle ragazze, e quello non fece altro che accrescere il suo ego. Cominciò ad essere un po' più distaccato, ad uscire con gli amici del calcetto, ma non mi mancò mai l'affetto da parte sua.

Con l'arrivo di Ethan, cominciò a sentirsi messo in disparte, e quello lo fece riavvicinare tremila volte di più a me perché sentiva che non ero una persona da dare per scontato. Soprattutto perché sapeva che tutte le sere Ethan veniva a passarle con me, cosa che lui non poteva fare perché i suoi genitori non volevano.
Nel piccolo periodo che precedette il trasferimento nella nuova città, Tommy cercò in qualche modo di far sì che il nostro rapporto tornasse come quello di un tempo, ma non ci riuscì. Non era stata colpa sua, ma mia, che non avevo voglia di parlare con nessuno, nemmeno con lui, che si era sempre mostrato sempre leale nei miei confronti.

Dopo il problema del divorzio, continuammo a sentire tramite messaggio e su Facebook.

Questo fino a quando non sono arrivati i primi momenti difficili con il liceo, che richiedeva impegno costante e che soprattutto portava via molto tempo dalla vita sociale. Ci sentivamo sempre meno, fino a quando non ci perdemmo completamente di vista. Speravo, però, di avere la possibilità in futuro di poter recuperare in qualche modo il rapporto che si era creato con lui... In fondo, era stata la persona più sincera tra tutte. E lo volevo vicino a me.

<< Ethan ha avuto un passato davvero difficile, ed è per questo che fa fatica a relazionarsi con le persone... Ma ieri sera, ho sentito che tra noi è nato qualcosa. Non saprei spiegarlo, ma sembrava davvero interessato a me>> sognava Noemi.

<< Lo spero davvero per te, Noemi. Ma ti avverto che Ethan secondo me non è così come credi tu... Nasconde qualcosa, ne sono certa>> e per ' ne sono certa' intendevo 'ne sono sicura perché lo conosco molto bene', ma non volevo che la mia amica si disperasse.

Ethan, in fondo, non era lo stesso ragazzino di quando aveva dodici anni, forse era cambiato e forse sarebbe stato in grado di rendere felice la mia migliore amica.

Ma il dubbio esisteva lo stesso, e in fondo avvisare Noemi mi sembrava il minimo che potessi fare, visto che le stavo mentendo.

Mi sentivo davvero in colpa. Cominciai a pentirmi del fatto di aver raccontato ai miei migliori amici di non aver mai visto Ethan prima in tutta la mia vita.  << Ora dovrei andare. Ho bisogno di stare un po' per conto mio! >>

<< Ah, giusto, il posto della solitudine! Prima o poi dovrai dirmi dove si trova. Sono la tua migliore amica! Merito di saperlo>> si lamentò.

<< Mmmh... Ci penserò.>> me ne andai.

'"Non ogni Amore è bello e meritevole di essere lodato, ma soltanto quello che spinge ad amare bene. - Platone" . Chi poteva essere stato? E che cosa voleva dire con quel messaggio? La mia curiosità era a mille. Volevo sapere a tutti i costi. Guardai il mondo fuori dal finestrino di quell'autobus, e quando si fermò al semaforo rosso, mi concentrai sulla prima persona che vidi passare... Era un ragazzo in moto, con il casco in testa. Non riuscivo a vedere il suo volto, eppure avevo una strana sensazione dentro di me, come se quella maglietta dei Guns n Roses mi fosse parecchio familiare. Si voltò abbastanza da farmi capire di chi si stesse trattando... Che diamine ci faceva Ethan là? Dove stava andando?

Sollevò lo sguardo verso l'autobus, probabilmente sentendosi abbastanza osservato, e quando mi vide, abbozzò un sorriso in volto e alzò la mano per salutarmi. Stava andando nel mio piccolo angolo di solitudine, lo sapevo. Cercai di gesticolare con le mani facendogli la domanda 'dove stai andando?', e lui capì al volo. Mi mostrò con l'indice la direzione in cui doveva arrivare, ed era proprio dove dovevo andare io.

Mi arrabbiai come una furia e gli avrei anche fatto un gesto poco carino, ma fu salvato dal semaforo verde, che lo costrinse a partire. Cominciai ad odiarlo, davvero tanto.

Quando tornai a voltarmi in avanti, notai una signora anziana continuare a fissarmi... Probabilmente aveva visto tutta la scena ed era rimasta un po' scioccata, ma non mi importava. Volevo solo scendere il prima possibile da quell'autobus per poter raggiungere Ethan e dirgliene quattro.

E soprattutto, per imporgli anche delle regole riguardo al MIO locus amoenus.
L'ultimo tratto fino alla mia fermata sembrò infinito...

Il tempo passò così lentamente e qualcuno sembrava divertirsi ad impostare tutti i semafori rossi per farmi arrivare apposta tardi e farmi passare la rabbia che si era accumulata nel momento stesso in cui avevo visto Ethan.

Quando finii di attraversare il solito boschetto, come avevo già previsto, c'era Ethan steso su una copertina e stava leggendo un libro.

<< Cosa ti avevo detto? >> domandai.

<< Riguardo a cosa? >> fece finta di niente.

<< Ti avevo detto di non farti più vedere qui! Ethan, sono settimane che vengo qui per cercare di avere un po ' di tranquillità. Non puoi sbucare dal nulla e cambiare le regole.>> spiegai.

<< Non è di tua proprietà, posso farci quello che voglio. E poi, non sto facendo nulla di male! Sto solo leggendo. Non ti disturberò, promesso. >> mi promise.

Ero davvero tentata a dirgli che non mi importava nulla e che avrebbe fatto meglio ad andarsene via, ma qualcosa dentro di me mi costrinse a pensarci su bene e a lasciar perdere! Più gli davo attenzioni, più si metteva in testa di continuare a presentarsi in quel posto, mi sembrava ovvio. Avrebbe presto perso interesse e mi avrebbe lasciata finalmente stare.

<< Come ti pare... Ma cerca di non farci un salto quando non ci sono io. Mi faresti un grandissimo favore! >> dissi.

<< Così mi piaci>> disse spostandosi più verso il bordo della coperta. << Vieni, siediti qui. Ha piovuto questa notte e non è il massimo sedersi sull'erba bagnata >>

Non rifiutai, proprio perché odiavo stare in quel posto quando aveva piovuto da poco. Tirai fuori dalla mia borsa il quaderno di filosofia e lui
tornò a concentrarsi sul suo libro. Notai il titolo sulla copertina 'La tempesta' di Shakespeare.

<< Non sapevo fossi uno che ama leggere Shakespeare>> ridacchiai. << Siamo fatti della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita. Giusto?>>

Spalancò gli occhi, chiaramente stupito dalla mia abilità di ricordare a memoria quella frase del libro. Sì, leggere era sempre stata una delle mie attività preferite, e sottolineare e imparare a memoria le frasi più significative e importanti, era diventata un'abitudine.

<< Giusto >> sorrise. << Senti questa : Ruberò dai tuoi occhi tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte. >>

<< Non la ricordavo così>> notai.

<< è una mia versione! L'ho cambiata. Mi piace fare piccoli cambiamenti nelle frasi. >> si vantò.

Non potei fare a meno di ridere con lui, poi il mio sguardo si posò sul suo jeans un po' rialzato che lasciava intravedere la caviglia... Un piccolo tatuaggio attirò la mia attenzione. C'erano due cerchi, uno dentro all'altro, con un puntino su quello più esterno. Non riuscivo a capire quale fosse il significato.

<< Bel tatuaggio >> dissi.

<< Sì, non male. Mi piace il significato che nasconde dietro... >> spiegò.

<< Ossia? >>

<< Ti ricordi quando da piccolo ti parlavo del Sistema Binario? Ecco, indica proprio quello. Come vedi, ho fatto traiettoria circolare e una stella con dentro la lettera 'E'. Mi piace pensare che un giorno, quando troverò la mia anima gemella, potrò andare a completare il tatuaggio con la sua stella. Perché saremo esattamente come due stelle binarie, indivisibili fino alla fine. >> rimasi stupita quando sentii quelle parole uscire dalla sua bocca.

Il messaggio nascosto dietro a quel tatuaggio era importante e forte. L'avrebbe completato una volta trovata la persona giusta, e da quel momento, l'iniziale del suo nome sarebbe rimasta impressa sulla sua pelle per sempre.

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