chapter twenty-four

Avviso: la canzone vi consiglio di ascoltarla nel momento opportuno, capirete poi quando è. Io la adoro.

* * * * *

L'acqua scorreva come una dolce e calda carezza sulle spalle tese di Spencer.
Si lasciò cullare dal morbido abbraccio del getto della doccia e chiuse gli occhi.
Appoggiò poi la fronte contro la parete umida di piastrelle - in netto contrasto con la sua pelle accaldata - e si ritrovò a pensare a quanto fosse cambiata la sua vita in quella settimana, da quando aveva incontrato di nuovo Steve.
Il giovane uomo l'aveva aiutata a cercare di recuperare più ricordi possibili dalla sua mente malata e martoriata dalle torture dell'Hydra.
Era riuscita ad estrapolare molte informazioni dal groviglio indistinto e sfocato che alloggiava nella sua testa, ma non riusciva ancora a ricordarsi di Scott.
L'unica testimonianza che aveva su di lui era la prima volta che lo aveva visto in un Café di New York. Ma non era sicura che ciò fosse vero e Steve non poteva di certo aiutarla, perché lui non era a conoscenza di tutti i particolari della fantomatica relazione con quell'uomo.
Chiedeva spesso al ragazzo biondo di parlargli di Scott, lei lo ascoltava in silenzio e con gli occhi chiusi, sforzandosi di rimembrare fino quando non le scoppiava la testa ed allora smetteva, delusa perché tutto quello che riusciva a ricavare era il vuoto più totale.
Il viso dolce di Scott però era vivido nella sua mente e di notte la tormentava nei suoi incubi più spaventosi.
Da quando era riuscita a sfuggire dall'Hydra, appena si addormentava, faceva dei sogni spaventosi in cui tutte le persone che amava morivano tragicamente e per mano degli scagnozzi dell'associazione nazista.
Una volta aveva visto Scott ed una bambina di circa otto o nove anni morire.
Nell'incubo, Spencer imbracciava una mitragliatrice e scaricava una moltitudine di proiettili nei crani dell'uomo e della bimba, sorrideva malefica vedendo i due corpi accasciarsi a terra privi di vita e con gli occhi vacui.
Poi si svegliava urlando e con le lacrime che le scendevano copiosamente sul viso, bagnandoglielo tutto.
Steve accorreva subito da lei e l'abbracciava fino a quando Spencer non riusciva ad addormentarsi di nuovo.
Captain America aveva insistito tanto perché la ragazza dormisse in camera sua, la Stark si opponeva dicendo che il divano del salotto le andava più che bene. Alla fine aveva vinto lei e Rogers era stato costretto a rinunciare al suo gesto galante.
Vivere a stretto contatto con Steve nel suo piccolo appartamento di Washington la faceva sentire al sicuro. Anche se nella mente della bionda, il terrore di essere catturata di nuovo da Rumlow e dai suoi uomini era sempre presente e di conseguenza aveva passato quella settimana reclusa in casa, evitando bene di affacciarsi alle finestre oppure di far notare la sua presenza ai vicini del ragazzo.
Più volte aveva pensato al Soldato d'Inverno, a Bucky, ma era sicura che lui fosse già lontano da lì e dall'Hydra.
Aveva visto più volte negli occhi azzurri e limpidi di Steve il desiderio di chiederle di lui, ma facendo ciò il Capitano sapeva che avrebbe rievocato nella ragazza le tracce della sua permanenza forzata nella base nemica e non voleva assolutamente vederla a pezzi, come succedeva già ogni notte.
Una sera Spencer aveva raccontato di sua spontanea volontà di Bucky al suo amico. Gli aveva detto che l'Hydra gli aveva cancellato la memoria e che lo avevano trasformato in una macchina da guerra.
Aveva notato poi l'espressione affranta del biondo ed aveva subito aggiunto, con voce flebile: "Ma sono sicura che c'è ancora un po' del Bucky che conosci tu nella sua testa, Stevie. A volte era umano con me."
Aveva taciuto sulla notte di fuoco avuta con il migliore amico di Cap, perché era doloroso anche per lei ripensarci. Adesso che sapeva di Scott, pensare a Bucky le provocava sempre una stretta al cuore ed un senso di angoscia che la attanagliava per il resto della giornata.
Riaprì gli occhi, il respiro era diventato irregolare ed il suo petto si muoveva freneticamente in su ed in giù. Scacciò subito dalla mente gli occhi glaciali del Mastino dell'Hydra e con essi tutto il dolore che provava rimembrando il suo soggiorno nella base dell'organizzazione terroristica.
L'acqua scendeva pigramente dalle sue spalle fino ad infrangersi con un tintinnio leggero sulle mattonelle grigie chiare della doccia.
Sentì gli occhi riempirsi di lacrime e non le trattenne come avrebbe fatto se si fosse trovata in presenza di Steve. Presto si mischiarono alle gocce d'acqua.
Rimase per un tempo infinito sospesa in un limbo senza pensieri, le lacrime le scendevano silenziose sulle guance e gli occhi vacui erano puntati sul muro grigio, anche se l'unica cosa che vedeva era il buio più totale.
Per un misero istante pensò alla sua famiglia: ai suoi genitori Tony e Pepper e alla sua gemella Stacy.
La paura di tornare e di non essere accettata da loro era molta, quasi quanto la mancanza che provava nei loro confronti. E gli mancavano terribilmente tanto.

*

"Spencer, ti devo parlare!" Steve bussò preoccupato alla porta della propria stanza.
La ragazza era uscita dal bagno avvolta in un asciugamano bianco, con una espressione che aveva fatto preoccupare a morte Rogers e poi si era rifugiata in camera del giovane per vestirsi. Steve le aveva procurato degli indumenti il giorno stesso in cui l'aveva portata a casa sua.
Aveva ignorato la domanda del biondo, gli aveva chiesto subito allarmato se stessa bene, ed in silenzio si era chiusa nella stanza.
Il Capitano ricevette in risposta solo mutismo, così si fece coraggio ed aprì con mani tremanti la porta.
Nella sua mente c'erano i peggiori scenari e tutti avevano come protagonista Spencer che si toglieva la vita.
Chiuse gli occhi e trattenente il fiato fino a quando non sentì la porta spalancarsi completamente.
"Sei viva." Sussurrò con voce spezzata e rilasciando un sospiro di sollievo.
La Stark alzò la testa e lo fissò confusa. Era seduta sul letto, completamente vestita e con gli occhi puntati verso il vuoto.
Steve scosse la testa e disse in tono serio: "Mentre eri sotto la doccia, mi ha chiamato Stacy. Mi ha chiesto quando ritorno a casa dalla mia missione."
La voce del Capitano trasudava malinconia da ogni parola, gli mancava la fidanzata ma Spencer sapeva che non l'avrebbe mai obbligata a tornare nella Grande Mela.
"Se vuoi posso trovarti un'altra sistemazione. Ho un amico qui, si chiama Sam e di lui mi posso fidare ciecamente. Prometto che tornerò spesso a trovarti, ma Stacy ha bisogno di me. È devastata a causa della tua scomparsa ed io voglio starle accanto. Non ti obbligo di certo a ritornare, però manchi davvero a tutti a New York..." Steve sproloquiò fino a quando Spencer non lo interruppe con un cenno della mano.
"Io voglio tornare a casa." Disse la giovane Stark con voce estremamente pacata e seria. "Lo devo fare per la mia famiglia, loro mi mancano. Ho paura, è vero. Però ci ho pensato stamattina: l'amore che provo per loro supera ogni forma di insicurezza."
Steve rimase per qualche secondo sbalordito da quel repentino cambiamento d'idea della ragazza, ma poi annuì.
"Sì, partiremo tra un'ora." Le sorrise incoraggiante e poi la lasciò da sola a preparare le sue cose.
Sapeva che Spencer stava facendo la cosa più giusta per tutti ed era certo che i suoi cari non l'avrebbero giudicata come un mostro per il nuovo potere che possedeva.
Tony e Pepper amavano le figlie più della loro stessa vita, Stacy era attaccata in modo indissolubile alla sua gemella e per nessun motivo l'avrebbe allontanata da se stessa.

*

Esattamente un'ora più tardi i due ragazzi erano in macchina. Steve lanciò un occhiata a Spencer, che era seduta accanto a lui con la testa appoggiata al finestrino ed un'espressione alquanto tranquilla, nonostante sapesse l'insicurezza che nascondeva quel sorriso appena accennato.
Rogers inserì le chiavi del quadro della macchina e partì.
La prima mezz'ora di viaggio fu silenziosa e carica di tensione. Il biondo continuava a lanciare occhiate alla Stark per vedere se avesse cambiato idea nel frattempo, ma la trovava sempre serena.
A volte con gli occhi chiusi, altre con lo sguardo fisso sulla strada davanti a sé.
"Possiamo mettere un po' di musica?" Chiese, all'improvviso Spencer.
Steve allungò subito una mano ed accese la radio.
Cambiò qualche stazione, fino a quando non ne trovò una che trasmetteva vecchie hit al posto del fastidioso gracchiare simbolo di assenza di segnale.
Alzò il volume, una dolce melodia si espanse per l'abitacolo del fuoristrada del ragazzo.
Spencer spalancò gli occhi, stranamente riconosceva la canzone: Fooled Around And Fell In Love, di Elvin Bishop.
Un vecchio brano melodico del lontano 2005, quando era ancora poco più che una ragazzina.
Chiuse gli occhi ed un ricordo si materializzò nella sua mente.

"Voglio dedicarti questa canzone." Disse Scott e la baciò dolcemente.
L'uomo si allontanò ed accese un piccolo stereo.
La musica iniziò a propagarsi per le quattro mura dell'appartamento di Scott. Spencer gli sorrise e poi si alzò dal divano.
"Vuoi ballare con me, signorina?" Le chiese con un sorrisetto furbo e le prese la mano tra le sue. Lasciò un piccolo bacio sul dorso e poi attirò a sé la sua fidanzata.
I loro occhi erano incatenati e non riuscivano a distogliere lo sguardo dal viso dell'altro, l'azzurro delle iridi di Spencer si era fuso con il nocciola ambrato di Scott dando vita a qualcosa di spettacolare.
I fooled around and fell in love, I fooled around and fell in love.* Iniziarono a danzare sulle note di quella canzone dolce che quella notte sigillò il loro amore vero, puro e sincero. Le mani dell'uomo si strinsero a coppa sulle guance della bionda e la baciò più volte, seguendo il ritmo dettato dalla musica.
"Ah, but since I met you baby, love's got a hold on me. It's got a hold on me now. I can't  let you of go baby.**" Mimò con le labbra Scott, seguendo la voce del cantante, e poi baciò ancora Spencer.
Le accarezzò i capelli e scese con le mani fino alla schiena della ragazza, la attirò più a sé. Erano diventati un tutt'uno, un corpo solo che racchiudeva due anime.
Volteggiarono sulle note, avvinghiati l'uno all'altra ed in quel momento c'erano solo loro due, il resto del mondo era rimasto fuori dalla loro bolla d'amore.
Le braccia si stringevano, si cercavano come naufraghi in mezzo al mare.
Scott era l'ancora di salvezza di Spencer.
Spencer era l'appiglio sicuro di Scott.
Lentamente, la canzone scemò, ripetendo la frase "i fooled around and fell in love", che in quel momento descriveva alla perfezione il loro amore. Erano entrambi stati ingannati dall'amore e si erano innamorati.
"Spencer, ti amo da impazzire." Aveva detto lui, quando nella stanza era tornato il silenzio.
"Scott, ti amo più della mia vita ed è la prima volta che amo così qualcuno. Potrei impazzire alla sola idea di perderti. Sei tutto per me." Lo baciò con passione, trasmettendogli tutte le emozioni che provava per lui.
Spencer non era mai stata una persona sentimentale, ma Scott le aveva stravolto la vita con la sua perfetta imperfezione e l'aveva fatta innamorare di lui all'istante.
"Voglio fare l'amore con te per tutta la notte." Le sussurrò Scott all'orecchio, poi le baciò dolcemente il collo e la portò verso la sua camera da letto.

Spencer aprì di scatto gli occhi grondanti di lacrime, la canzone era finita da un po' e Steve non si era accorta del suo pianto silenzioso.
"Amo tanto Scott." Constatò, non sembrava una domanda ma una vera e propria affermazione.
"Sì, tanto e lui ama te da impazzire. Non ti ho visto mai così felice da quando hai conosciuto lui." Rispose Steve, ignaro del ricordo doloroso quanto dolce che era riemerso nella mente della sua amica.
Il resto del viaggio continuò in silenzio.
Spencer ripensava continuamente a quel ballo con Scott ed alle parole che si erano detti, ai loro baci e alle loro carezze.
Si addormentò con in mente il viso di Scott che le diceva di amarla, che diceva che voleva fare l'amore con lei.
Il suo cuore batteva all'impazzata come non faceva da tempo, in quell'istante si rese conto di amare Scott anche se non si ricordava quasi niente di lui. L'elettroshock aveva anche cancellato dalla mente tutto quello che sapeva su di lui, i loro preziosi ricordi, ma non era riuscito ad eliminare la reazione istintiva che aveva Spencer quando pensava a lui o lo sentiva nominare.
L'amore non si può cancellare, è qualcosa che ti entra sotto la pelle e nel cuore e ti rimane dentro per l'eternità, fino a quando non esali l'ultimo respiro. Ma forse neanche da morto ti dimentichi dell'amore.

*

"Spencer, Spencer!" Steve scosse la bionda che si svegliò di soprassalto.
Il suo viso era una maschera di paura e tensione, ma appena vide il ragazzo sorriderle in modo rassicurante si rilassò.
"Siamo arrivati." Aggiunse poi il Capitano.
La Stark prese una boccata d'aria e si preparò mentalmente ad incontrare la sua famiglia. Sperava solo che tutto andasse bene.

* * * * *

Note:

* "I fooled around and fell in love" SIGNIFICA "sono stato ingannato e mi sono innamorato".

** "Ah, but since I met you baby, love's got a hold on me. It's got a hold on me now. I can't  let you of go baby" SIGNIFICA "ah, ma da quando ti ho incontrata piccola, l'amore ha presa su di me. Ora mi trattiene. Non posso lasciarti andare piccola."

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